dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 12/04/2014
ANNAMARIA ...
E
L'ARCHEOLOGIA
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MENEGI53...
E
L'AMORE
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GIOVANNA CATTANEO ...
E
LA COMUNICAZIONE TRA UOMO E DONNA
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Mercoledì
Carla Maria (375)
C’è un vecchio detto che dice: “la noia uccide”. Carla Maria, trent’anni, impiegata presso un Ufficio commerciale a Milano era arrivata al culmine della pazienza. Non poteva più rimanere in quell’Ufficio. Ogni giorno tornava a casa con forti mal di testa… Ormai, ne aveva la certezza. Il motivo erano le sue colleghe Marzia e Federica. Nel corso degli ultimi cinque anni, Carla Maria si era innamorata due volte di due colleghi dell’ufficio accanto al suo. La prima volta il collega di cui si era innamorata… le era stato “soffiato” da Marzia. La seconda volta le era stato soffiato da Federica. Cosa fare? Se si fosse innamorata una terza volta (pensava la trentenne) … sicuramente, qualche altra collega sarebbe apparsa all’orizzonte. Vivere nella noia? Senza un domani? E’ la cosa peggiore… lo dicono molti psicologi. Infatti, Carla Maria, prima di arrivare ad una simile conclusione ci aveva pensato parecchio. Si era consultata anche con una Psicoterapeuta la quale si era convinta che la trentenne doveva cambiare Ufficio. In periodo di crisi economica, cambiare ufficio, presenta difficoltà insormontabili. Si rischia di lasciare ciò che si ha … e non avere niente in cambio. Carla Maria parlò ancora con la Psicoterapeuta… ma non ci cavò un ragno dal buco. Cominciò ha chiedere ad amici e parenti se c’era qualche “indovina”, una di quelle donne dotate di “poteri” particolari. Qualche lettore dirà che sono tutte storie… che non è vero niente. Eppure, qualcuna di queste donne (molto raramente) possiede poteri eccezionali. Alla fine Carla Maria trovò la persona di cui aveva bisogno. Abitava in una Cascina abbandonata della Lomellina. Un rudere … dentro al quale, “la veggente Klementina” riceveva su appuntamento ogni mercoledì a mezzanotte. Carla Maria, preso l’appuntamento telefonico, si fece accompagnare sul luogo dell’incontro da Giancarlo, un coetaneo… amico da lunga data. Durante il viaggio per raggiungere la “veggente”, l’automobile dell’amico ebbe un guasto. Nonostante gli sforzi, l’automobile non ripartiva. Erano ormai le cinque di mattina. La notte era stata lunga, fredda, interminabile… Carla Maria e Giancarlo erano sul disperato. Con il telefonino non erano riusciti a contattare alcun parente o conoscente per avere un aiuto. Sulla strada, dove erano fermi da ore non era passata “un anima viva”. Al primo sorgere del sole… apparve una “vecchina” infagottata. “Cosa fate su questa strada voi due?” - chiese. Carla Maria cercò di spiegare la situazione. Aveva le mani gelate ed era intirizzita come non le era mai capitato. La vecchina dopo aver ascoltato e capito la situazione, si tolse gli abiti da vecchia… Apparve una ragazza sui diciotto anni… bellissima. “Sono la veggente Klementina. Adesso posso aiutarvi. Tornate per la strada da dove siete venuti. Fermatevi alla prima Osteria che incontrate. Si chiama “l’Osteria del Mistero” C’è un Regista di una troupe televisiva che cerca due persone come voi. Al resto ci pensa il destino.” Senza aggiungere altro, la “veggente Klementina” sparì. Carla Maria e Giancarlo fecero ciò che era stato loro ordinato. Si fermarono all’Osteria del Mistero. Davanti all’ingresso c’era l’Oste, un omone grande e grosso, con la faccia preoccupata… “Meno male che siete arrivati voi. Sono rimasto senza personale. Nell’Osteria c’è un Regista TV e la sua troupe. Vi do qualsiasi ricompensa purché mi diate una mano…” Carla Maria e Giancarlo avevano fame, freddo… e avevano bisogno di un buon bagno di acqua calda. Accettarono. Dopo poco, però, si resero conto che “l’omone” non era l’Oste, ma il Direttore di Scena dello sceneggiato TV che il Regista stava girando… Carla Maria, capì che per uscire da una situazione di noia ed entrare in un “mondo nuovo” basta poco… Il coraggio di cambiare e la passione per l’avventura.(375)
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12 APRILE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 12 aprile 2014 – Sabato - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Sabato
588
I racconti di Primavera
Daniela e l’Anfiteatro di Milano
La Primavera è un invito al movimento, all’azione. Un anno fa, ne sapeva qualcosa Daniela, dinamica quarantenne, fisico da favola, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Quando una donna sa di avere belle qualità fisiche… fa di tutto per mantenerle. Quindi, ginnastica quotidiana, dieta equilibrata, cura del corpo, sobria eleganza … senza esagerare. A primavera, però, non basta. Daniela se ne rendeva conto. I motivi erano parecchi. Prima di tutto, da alcuni mesi, aveva “rotto” con il moroso il quale pretendeva cose “non” all’altezza dei tempi. Cioè rimanere in casa “solo” ad aspettare lui, il promesso. Siccome, Claudio (nome del moroso) era anche leggermente geloso (solo leggermente?) Daniela, dopo alcuni mesi di relazione, era diventata insofferente. Non capiva il senso della gelosia. Per una persona dinamica come lei il rapporto era diventato una specie di “prigione”. Infatti, la relazione ha cominciato a deteriorarsi fino al giorno in cui Daniela ha detto “Basta… ne posso più”. Un anno fa, però, a Primavera, la quarantenne voleva completare il proprio “bagaglio personale” teso a curare non solo il corpo, ma anche la mente. Cosa fare? Daniela decise di iscriversi ad un Corso di Archeologia a Milano che si teneva il sabato mattina. Per una persona che abita a Pavia, Milano è a portata di treno…nessunissima fatica. In mezz’ora, da Pavia si è Milano. Inoltre, la Sede del Corso era poco lontano dalla Stazione Centrale. Meglio di così non poteva essere. Daniela, però, sentiva ugualmente il bisogno di compagnia. Fece girare la voce sul posto di lavoro. La sua collega Monica ha trovato interessante il “Corso” e si è iscritta pure lei. Ora, non c’era altro da fare che attendere l’inizio del programma di studi. L’Archeologia non è andare a rovistare tra i “rifiuti” di un lontano passato, ma una presa di coscienza e un confronto continuo tra ciò che è stato e ciò che è. Daniela e Monica se ne sono resero conto alla prima lezione. Una lezione perfetta tenuta dal Direttore del Corso, Dott. Lamberto, un cinquantenne, alto, fisico atletico, capelli lunghi, occhi chiari e penetranti. Più che un “esperto di archeologia” sembrava un attore del cinema. Anche il modo in cui presentava la materia sembrava “una interpretazione teatrale”. Niente di difficile, noioso o pedante. Solo fatti raccontati come fossero aneddoti. Aneddoti “legati” come fossero scene di un film. Daniela si innamorò subito del Dott. Lamberto. Un innamoramento di quelli classici… docente –discente. Si fa presto a dire che non dovrebbe accadere, ma… al cuore non si comanda e… Daniela aveva un cuore che batteva forte con tanta voglia di vita e d’amore. Anche Monica si era innamorata di un coetaneo quarantenne che da subito le fatto il filo. Daniela, Lamberto, Monica e (il coetaneo) Nicola sono diventati inseparabili amici. Dopo le lezioni del Corso, lasciavano la Sede e attraversavano Milano a piedi. Raggiungevano la zona archeologica della Metropoli lombarda, poco distante da Porta Ticinese. Lì ci sono i resti dell’antico Anfiteatro Romano sorto del I secolo dopo Cristo. I resti attuali non dicono la bellezza e l’ampiezza di tale Anfiteatro perché il complesso è stato usato come cava di materiale edile. Per avere un’idea basta pensare ad un’enorme struttura di forma ellittica… 155 di lunghezza per 125 di larghezza con mura alte fino quaranta metri… articolato su tre piani come il Colosseo di Roma . Ora, sono rimaste poche vestigia… E’ bastata la voce di Lamberto, però, per raccontare un “mondo che non c’è più”…Un mondo che può essere rievocato e fatto rivivere attraverso le parole. “A cosa serve la voce?” – diceva Lamberto –“La voce è la musica dell’anima… la vita e l’anima che si diffonde attraverso il tempo e lo spazio. Cosa dice il Vangelo? “In principio fu il verbo…” E che cos’è il “verbo”? La parola, la parola…il modo in cui si pronuncia una parola, tale parola diventa vita. E per far rivivere il passato basta la parola. Basta raccontare con passione ciò che è avvenuto. Gli amori del tempo che fu…L’amore, in tutti tempi è stato l’anima, la molla che ha acceso tutti i sogni e tutte le passioni…” Daniela pendeva dalle labbra di Lamberto, dalle sue parole, dalle sue idee espresse con foga e passione. Ad un tratto non ha resistito. Ha abbracciato Lamberto e lo ha baciato. Lo ha baciato con passione… lungamente. Lamberto si è lasciato baciare… perché la vita e l’amore non hanno regole… Sono gli uomini (intellettuali) che a furia di creare regole distruggono la vita e l’amore. - Questo è il racconto 588, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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LA CAPPELLA DI TEODOLINDA
di
Teresa Ramaioli
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COMMENTO DI IOSONOLAVITA1
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