Messaggi del 19/04/2014

STEFANO BROCCA ...E LA BUONA PASQUA

Post n°13336 pubblicato il 19 Aprile 2014 da dinobarili
 

STEFANO BROCCA ...

E

LA BUONA PASQUA

franzkline
franzkline il 19/04/14 alle 16:37 via WEB
Buona Pasqua Dino continua così ad allietare con i tuoi racconti
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 19/04/14 alle 18:18 via WEB
Ciao Stefano - Buona Pasqua a te e famiglia. Grazie per il giudizio sui racconti. Dino
(Rispondi)

 
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PIERLUIGI VALLI...E IL BELLO DELLE PRIMAVERE

Post n°13335 pubblicato il 19 Aprile 2014 da dinobarili
 

PIERLUIGI VALLI ...

E

IL BELLO DELLE PRIMAVERE

pierluigivalli1
pierluigivalli1 il 19/04/14 alle 14:41 via WEB
Dino i tuoi racconti sono sempre a "lieto fine" ritengo giusto scrivere storie belle e romantiche,perchè al lettore gli ricordano gli episodi felici della sua vita e passa momenti gioiosi. Ciaio. GIGI
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 19/04/14 alle 18:14 via WEB
Ciao Gigi - grazie del bel commento. I racconti aiutano a vivere la primavera...e le primavere... Buona Pasqua. Dino
(Rispondi)

 
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MENEGI53...E LO SPIRITO SOPRATTUTTO

Post n°13334 pubblicato il 19 Aprile 2014 da dinobarili
 

MENEGI53...

E

LO SPIRITO SOPRATTUTTO

menegi53
menegi53 il 19/04/14 alle 10:33 via WEB
Dino, tu ci fai sempre sognare con i tuoi post! Questo poi è così dolce che pare di essere seduti accanto a Desideria! Ti auguro una Buona Pasqua con tanta gioia nel cuore! Intanto un buon sabato! Peccato solo che pare che il tempo si stia mettendo al brutto. Ma a noi tutto sommato... non importa più di tanto, no? Ti abbraccio.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 19/04/14 alle 18:09 via WEB
Ciao Giovanni - il tempo può fare quello che vuole... Quel che conta è che lo spirito sia sempre al massimo livello. Buona Pasqua. Dino
(Rispondi)

 
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AN520 ...E LA SPERANZA

Post n°13333 pubblicato il 19 Aprile 2014 da dinobarili
 
Tag: an520

AN520... E LA SPERANZA

an520
an520 il 19/04/14 alle 09:27 via WEB
se il signor GOFFREDO cercava la pace io credo che una donna non và bene,DESIDERIA che si accontenti di diventare un mumero di cell...
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 19/04/14 alle 18:05 via WEB
Ciao Anna - forse hai ragione, ma nella vita bisogna sempre sperare. Buona Pasqua. Dino
(Rispondi)

 
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GIOVANNA CATTANEO ...E L'UOVO DEI DESIDERI

Post n°13332 pubblicato il 19 Aprile 2014 da dinobarili
 

GIOVANNA CATTANEO ...

E

L'UOVO DEI DESIDERI

giocatta7
giocatta7 il 19/04/14 alle 09:01 via WEB
Auguro BUONA PASQUA a Dino e a tutti i frequentatori di questo blog! Per restare in tema degli argomenti trattati auguro a tutti di trovare nell'uovo di Pasqua quello che desiderano ( potrebbe essere anche una persone che ci interessa).Ciao.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 19/04/14 alle 17:48 via WEB
Ciao Giovanna - Grazie dell'Augurio di Buona Pasqua... e speriamo che i desideri si realizzino. Dino
(Rispondi)

 

 
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GARDENIAGARDENIA... E LA BUONA PASQUA

Post n°13330 pubblicato il 19 Aprile 2014 da dinobarili
 

GARDENIAGARDENIA ...

E

LA BUONA PASQUA

gardeniagardenia
gardeniagardenia il 19/04/14 alle 08:50 via WEB
buongiorno Dino ti lascio un saluto per augurarti una serena e Santa Pasqua..Leda
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 19/04/14 alle 17:42 via WEB
Ciao Leda - Grazie e Buona Pasqua a te. Dino
(Rispondi)

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°13329 pubblicato il 19 Aprile 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“Sono, spesso, le idee folli

che fanno girare il mondo”

Dino

 

 

 
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L'ARCHITETTO BENVENUTO racconto (382) di Dino Secondo Barili

Post n°13328 pubblicato il 19 Aprile 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

racconto del Mercoledì

L’Architetto Benvenuto (382)

Se a cinquant’anni, un uomo si fa ancora delle illusioni…a sessanta le illusioni scompaiono del tutto. Si sa che i giorni passano veloci e una persona non è eterna. Il tempo non perdona. Se ne rendeva conto anche l’Architetto Benvenuto il quale si impegnava nel lavoro… ma non faceva mai troppi conti… “senza l’oste”. Infatti, diceva. “Prima di prendere troppi lavori, con il rischio di farsi venire un “colpo”… preferisco fare bene un lavoro alla volta e … lasciar fare al destino.” I suoi colleghi Architetti, lo prendevano in giro. Dicevano. “Adesso che ti sei fatto un nome … perché non sfrutti il tuo momento magico?” Benvenuto ascoltava, ma non replicava. Era convinto che nella vita …”quello che deve accadere … accade comunque”. Del resto aveva due matrimoni falliti alle spalle. Il primo, Claudia, l’aveva lasciato dopo due anni senza dire perché. Il secondo Marzia. L’Architetto aveva fatto di tutto per accontentarla… Non ci era riuscito. Aveva lasciato Pavia per Milano. Perché Pavia sembrava, a Marzia, troppa provinciale. Tutto inutile. Cinque anni di tira e molla. Alla fine … ognuno per la propria strada. Ora l’Architetto Benvenuto, sessant’anni, fisico da atleta, spirito da “conquistatore del mondo” … viveva per il suo lavoro, per la soddisfazione dei suoi clienti… i quali lo inondavano di complimenti. Tutto inutile. Benvenuto, prendeva il suo lavoro come una missione. Una villa? Una villa da Dio… con estrosità di ogni genere. Un palazzo? Un Palazzo da Dio… come se tutti gli appartamenti dovessero essere occupati da Lui… dall’Architetto Benvenuto in persona. Due anni fa, però, l’Architetto Benvenuto ricevette una proposta interessante. La ristrutturazione di Castello diroccato… Veramente più che un Castello era un rudere che la “voce popolare” chiamava Castello. Forse, in passato, era stato veramente un Castello, ma ora ne aveva perso le caratteristiche. A sessant’anni un uomo ha diverse possibilità. Lavorare… o giocare. Benvenuto giocava lavorando. Giocava con il lavoro. Si divertiva. Appena avuta l’ordinazione, l’Architetto Benvenuto si mise a sognare… Veramente, era un professionista serio, perciò prendeva sul serio ogni impegno. Per il Castello, però, aveva “perso la testa”. Avrebbe realizzato un capolavoro. Il suo capolavoro. La Proprietà gli aveva dato carta bianca… sia nella ristrutturazione… sia nella spesa. Il sessantenne Benvenuto si sentì come se avesse avuto vent’anni… gli anni in cui aveva scelto di diventare Architetto. A vent’anni, inoltre si era innamorato di Matilde, la sua compagna di corso … una ragazza bellissima… da far perdere i sensi. Si dice, però, che “beltà e follia spesso si tengono compagnia”. Matilde era la traduzione pratica di quel detto. La ragazza compariva e scompariva nella vita di Benvenuto come fosse un “fantasma”. Mai un si. Mai un no. Prendere o lasciare. E Benvenuto lasciava fare … Tuttavia erano stati giorni indimenticabili, irripetibili… per lui e per lei. Ora l’Architetto Benvenuto doveva ristrutturare un Castello… Perché non farlo per Matilde, la “follia” dei suoi vent’anni? Non ha più rivisto la donna del “sogno”… ma per lei avrebbe creato un Castello da Sogno: il Castello di Matilde. Si mise subito all’opera come un forsennato… In brevissimo tempo … il “rudere era diventato un sogno”. L’idea di Benvenuto era sulla bocca di tutti… specialmente dei Colleghi Architetti (invidiosi). Un giorno, Benvenuto ricevette una mail dall’America. Diceva. “Ciao Benvenuto, sono Matilde. Sono io che ti ha commissionato il Castello che stai ristrutturando. Ti ringrazio per averlo chiamato il Castello di Matilde in ricordo dei nostri bei vent’anni. Continua nel tuo lavoro e nel tuo sogno. Anzi, puoi viverci… in attesa che anch’io possa venire e vivere con te… o forse… no.” (382)

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°13327 pubblicato il 19 Aprile 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buona Domenica e Buona Pasqua ...a tutti"

DIARIO CORALE

 del

20 aprile 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 19 APRILE 2014

Post n°13326 pubblicato il 19 Aprile 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 19 APRILE 2014

“Tutto si fa per il piacere”

Dino

 
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GOFFREDO E LA GUIDA TURISTICA racconto (595) di Dino Secondo Barili

Post n°13325 pubblicato il 19 Aprile 2014 da dinobarili
 

19 APRILE 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 19 aprile 2014 – Sabato - ore 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Sabato

595

I racconti di Primavera

Goffredo e la “guida turistica”

Le vacanze pasquali e la Primavera sono un po’ come la “sveglia” che al mattino si mette a suonare… E’ il momento in cui una persona fa piccole riflessioni personali e tira le proprie conclusioni. Così ha fatto, un anno fa, il Dott. Goffredo, Consulente Assicurativo a Milano, abitante a Pavia. Cinquant’anni ben portati ed “un principio” al quale si è sempre attenuto fin dall’inizio del suo lavoro: “Chi fa da sé… fa per tre” Con tale principio il Dott. Goffredo si era creato il proprio “portafoglio clienti”. Aveva organizzato il suo Ufficio “mentale” e si era dedicato anima e corpo al lavoro e ai clienti. In breve era diventato il “confessore”. Appena un cliente aveva un problema… formava il numero telefonico di Goffredo e tutto era risolto. Questo atteggiamento l’aveva portato a privilegiare il cliente rispetto a tutto il “resto del mondo”… famiglia compresa. Infatti, non aveva mai trovato il tempo per farsi una fidanzata e sposarsi. Un anno fa, però, al compimento del cinquantesimo anno Goffredo si sentì stanco. Il telefono continuava a suonare …anche per cose da nulla. Comprese che entro breve tempo sarebbe crollato. Si consultò con sua sorella Edvige e prese la decisione. Per le feste pasquali (di un anno fa) avrebbe spento il cellulare e si sarebbe reso irreperibile. Sapeva che per qualche giorno i suoi clienti non avrebbero sofferto. Lo scopo era quello di fare un viaggio. Un viaggio qualsiasi… purché fosse un viaggio. Un viaggio per “staccare la spina”. Per fare un viaggio basta scegliere l’itinerario o la località… e versare quanto stabilito. Al resto ci pensa la “Guida Turistica” quella fantastica “Fata Turchina” che accompagna passo passo i gitanti e risolve tutti i loro problemi. Nulla a cui pensare. Proprio quello di cui Goffredo aveva bisogno. Un viaggio in comitiva! Infatti, da una cittadina della Provincia di Pavia partiva una comitiva di gitanti diretta in Francia: “Parigi e i Castelli della Loira”. Il cinquantenne si aggregò. Poteva esserci occasione migliore? No. Goffredo, nel periodo pasquale di un anno fa…preparò il bagaglio e via. Via per mete lontane. Lontane dalle telefonate dei clienti i quali, giustamente, si erano lasciati viziare da un Assicuratore troppo gentile. Appena salito sul pullman, Goffredo si sentì “un Re”. Un “Re” nel vero senso della parola. Solo… con il suo mini bagaglio. Sul pullman… nessuna persona conosciuta…e la Guida Turistica. Una fantastica trentenne, bellissima, gentilissima… di nome Desideria (un nome, un programma). Cosa poteva desiderare di più il Dott. Goffredo? Le Guide Turistiche, oltre al fascino che emanano sono delle autentiche psicologhe. Di ogni gitante comprendono al volo “vita, morte, miracoli… e attese”. Desideria comprese subito che il Dott. Goffredo aveva “staccato la spina” e voleva sognare… almeno per qualche giorno. Non lo perse mai d’occhio. Sempre cordiale, cortese e disponibile. Proprio l’atteggiamento che Goffredo aveva usato con i suoi clienti. In breve, il cinquantenne si sentì in paradiso. Era come avere una “babysitter”. Lui doveva solo farsi accompagnare, suggerire, cullare. Il viaggio, inoltre, era fatto apposta per far innamorare. Parigi, la Senna, la Tour Eiffel… e tutte le altre meraviglie. In due giorni tra viaggio e primo soggiorno nella magica Parigi, Goffredo aveva dimenticato tutto ciò che aveva lasciato a Milano e a Pavia (compresi i numeri di telefono). L’unica preoccupazione… non perdere mai il contatto con la Guida Turistica, con Desideria. Quando la mente si libera (e va in vacanza) i desideri emergono dal profondo del subconscio. Goffredo avrebbe voluto la vicinanza di una donna … una donna meravigliosa come Desideria. Come fare? Quando il pullman lasciò Parigi per i Castelli della Loira, accadde qualcosa di strano. Ogni tanto, Desideria si sedeva nell’unico posto libero del pullman. Quello accanto al Dott. Goffredo. Per il cinquantenne è stato come sognare. Dapprima sono iniziate le domande. “Quale Castello andiamo a vedere?” Oppure “Qual è la prossima fermata?” Poi, il discorso ha preso un’altra piega. Si vedeva lontano un miglio che Desideria “voleva” il Dott. Goffredo. Quando una donna vuole … l’uomo è come una piuma al vento…va dove il vento vuole. La vacanza per Goffredo era diventata un sogno… un dire e non dire… un fare e non fare. Si sa che le Guide Turistiche hanno un loro codice deontologico. Devono assecondare i tutti i propri assistiti… entro certi limiti. Così il viaggio si svolse senza che alcun gitante avesse a lamentarsi. Però, Desideria aveva già deciso. Goffredo era la preda che non si sarebbe lasciata scappare. Era un bel cinquantenne. Con una bella professione. La ricchezza doveva essere una componente non secondaria. Perché attendere? L’ultima notte del viaggio, Desideria, fece e disfece fino a quando Goffredo non l’invitò a prendere un drink nella sua stanza. Ormai, era fatta. Il cinquantenne aveva trovato la donna del sogno, la donna delle coccole infinite… E Desideria?- Questo è il racconto 595, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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MILANO PIAZZA VETRA E LA COLONNA INFAME di Teresa Ramaioli

Post n°13324 pubblicato il 19 Aprile 2014 da dinobarili
 

MILANO

PIAZZA VETRA E LA COLONNA INFAME 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 18/04/14 alle 12:43 via WEB
MILANO---PIAZZA VETRA (terza parte)--La colonna rimase saldamente al suo posto anche quando venne livellata la Vetra dei cittadini, per portarla alla stessa altezza del corso di Porta Ticinese (metà del 1700). Ma le cose erano destinate presto a mutare. Come racconta il Bertarelli, nel 1770 il poeta Balestrieri inviava a Vienna (sotto il cui giogo nel frattempo Milano era passata), al barone di Sperges, la traduzione milanese della Gerusalemme liberata, ove si faceva un accenno alla colonna infame. La lettera di ringraziamento dello Sperges, con la quale si rammaricava della presenza in città di quel simbolo di antichi errori giudiziari che disonorava il Senato milanese, fu letta a casa del conte di Firmian, il quale si ripromise di intervenire quanto prima. Tuttavia il Governo austriaco non aveva fatto i conti col Senato, contrario a qualsiasi possibilità di rimozione della colonna, dato che ciò sarebbe finito con l'apparire un'accusa ad una propria precedente sentenza, seppur emessa in periodi storici ben differenti, quando la parola illuminismo neppure esisteva. Il braccio di ferro tra le due autorità, si risolse grazie ad una vecchia legge cittadina, la quale prevedeva, per i simboli e i monumenti d’infamia, il divieto di restauro. Così fu sufficiente danneggiare un po’ il basamento della colonna, per domandare il suo abbattimento per motivi di sicurezza. Il Senato, si oppose alla richiesta, ma il Governo, deciso a chiudere la questione, nella notte tra il 24 e il 25 agosto 1778, bloccati i due accessi alla via, mandò sul posto una squadra di muratori, che prima dell’alba aveva già atterrato, demolito e sgomberato il terreno della colonna infame, i cui avanzi furono frettolosamente gettati nella cantina della demolita casa. Il racconto di quella demolizione riparatrice di errori passati fu steso dal farmacista Porati, residente di fronte allo slargo, e pubblicato poi col titolo: "L’abbattimento della colonna infame raccontato da un testimone oculare". La lapide fu invece rimossa nel 1803, ed è visibile tuttora al Castello Sforzesco, dov’è esposta sotto il portico del cortile della Rocchetta. In quell'anno venne edificata una nuova casa, che finì per trovarsi proprio dove un tempo sorgeva l'antica bottega, sull'angolo tra il corso di Porta Ticinese e la Vetra dei cittadini, presto però ribattezzata, con decisione municipale del 17 dicembre 1868 "via Gian Giacomo Mora" Purtroppo quella casa ottocentesca, come del resto migliaia d'altre, crollò sotto i bombardamenti del 1943. Al suo posto, nell'immediato dopoguerra, venne costruita una bassa costruzione, sede prima di un emporio di mobili e poi di una rivendita di legna e carbone. L’area è stata recentemente oggetto di demolizione e successiva costruzione di un nuovo palazzetto ad uso abitativo. Proprio all’angolo tra il corso e la via Mora il nuovo edificio si presenta con un piccolo portico angolare, sotto il quale è stata murata una scultura bronzea che rappresenta con un gioco di vuoti lo spazio che occupava la colonna. La relativa targa, posta di fronte alla scultura in una posizione poco visibile , racconta questa tragica storia milanese: Scultura di Ruggero Menegon anno 2005 QUI SORGEVA UN TEMPO LA CASA DI GIANGIACOMO MORA INGIUSTAMENTE TORTURATO E CONDANNATO A MORTE COME UNTORE DURANTE LA PESTILENZA DEL 1630. "... E' UN SOLLIEVO PENSARE CHE SE NON SEPPERO QUELLO CHE FACEVANO, FU PER NON VOLERLO SAPERE, FU PER QUELL'IGNORANZA CHE L'UOMO ASSUME E PERDE A SUO PIACERE, E NON E' UNA SCUSA MA UNA COLPA". Alessandro Manzoni, Storia della Colonna infame, Ciao Teresa

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°13323 pubblicato il 19 Aprile 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“Chi la dura …

 la vince”

Dino

 

 

 
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