dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 24/04/2014
ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO DI LORENZA
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PIERLUIGI VALLI ...
E
I 600 RACCONTI
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CARLO VERGANI ...
E
I 600 RACCONTI
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MENEGI53...
E
IL RACCONTO DI LORENZA
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IL CIABATTINO
La crisi economica agisce sulle persone in tanti modi. Ci sono persone che vedono il futuro nero… al contrario di altre che cercano sbocchi nuovi e nuove vie per poter superare le avversità. Inutile dire che è meglio essere tra coloro che “cercano nuove vie”. Per esempio. Giovanni, cinquant’anni è rimasto senza lavoro due mesi fa. Da bambino voleva fare il “calzolaio”. Ora, finalmente, si è deciso. Si è messo a … “riparare scarpe”. Dino
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COMMENTO DI LAVERGINEMARIA1
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Lunedì
Giampiero (387)
L’autunno è la stagione della raccolta dei frutti. Frutti coltivati tutto l’anno e che rappresentano il risultato di molte fatiche. Anche il Signor Giampiero, sessantacinque anni, era giunto al momento della pensione...”raccolta dei frutti”. Era solo questione di qualche mese e poi avrebbe raggiunto l’agognata meta. E’ proprio quando si sta per raggiungere il traguardo che sorgono dubbi e perplessità. Cosa fare dopo la pensione? Giampiero era stato una persona attiva per tutta la vita. Aveva conservato una buona salute. Ora, però, si trattava di dare una svolta… per rendere feconda anche la seconda parte. Dipendeva solo dalle sue decisioni. Infatti, Giampiero aveva rinunciato a formarsi una famiglia perché aveva dato retta al consiglio di sua madre e aveva dato la precedenza al lavoro. Ora, però, non riusciva a convincersi se aveva fatto bene oppure no. Si era costruito una bella casa con tutte le comodità per una vita dignitosa. Giampiero, tuttavia, continuava ad avere dubbi. “Ho fatto bene a non prendere moglie? Oppure ho fatto male?” Per capire sé stesso e la sua situazione, il neo pensionato, aveva deciso di organizzare una rimpatriata della sua “leva”, cioè un pranzo conviviale con i suoi sette coetanei con i quali aveva vissuto gli anni della gioventù. Per rendere la “rimpatriata” appetibile… compilò personalmente l’invito. Diceva. “Caro coetaneo. Sono lieto di invitarti al pranzo di giovedì prossimo alle ore 13 presso il Ristorante “Il Girasole”. L’invito è strettamente personale. Sarei grato se mi confermassi la partecipazione con una telefonata al mio cellulare. Grazie e arrivederci.” Su sette inviti, Giampiero ricevette due rinunce quella stessa giornata. Erano Carlo e Giuseppe. Si trovano in Ospedale con seri problemi di salute. Andrea, aveva telefonato il giorno dopo scusandosi della mancata partecipazione… per “la pace in famiglia”. Sua moglie era gelosissima e non voleva che il pranzo fosse una scusa per sfuggire alle sue “grinfie”. Giampiero aveva capito la situazione di Andrea. Un caso che rasentava l’assurdo o forse … di più. Gli unici a dare il loro pieno, libero consenso al pranzo organizzato dal neo pensionato erano stati solo in tre su sette. Matteo, Franco e Pietro. Tutti e tre già in pensione. Al Ristorante il Girasole era tutto pronto. Giampiero era arrivato un ora di anticipo per accogliere i coetanei. Con un’ora di anticipo era arrivato da Milano… Matteo con una automobile di lusso. Si vedeva che aveva fatto fortuna. Dopo i rituali convenevoli la prima domanda fu. “Cosa pensi della mia nuova automobile?” Giampiero fece i complimenti, ma non andò oltre. E’ stato Matteo ad aggiungere i particolari. “Dopo due matrimoni finiti male. Sono rimasto con la passione della automobili. Oggi, la vita di coppia è difficilissima… meglio l’automobile.” In quell’istante giunti Franco e Pietro raggianti… come se avessero vinto la lotteria. Per primo intervenne Franco il quale aveva sposato una “poetessa”. Una di quelle Signore sempre ben vestite le quali amano declamare versi in ogni momento della giornata. Prima che il marito partisse per il pranzo conviviale aveva scritto una poesia “Al mio amore Franco”. Inutile dire che Franco si sentiva come l’uomo più felice del mondo. Pietro, però, non volle essere da meno. Il suo è stato quasi “un’esaltazione” in piena regola. “Sono felice di aver sposato una pittrice. La mia Rachele ha un hobby fuori del comune. Dipinge quadri… e insegue tutti concorsi di pittura indetti nella Provincia di Pavia. Siccome si è fatta una discreta fama, partecipa ai concorsi e ogni volta vince uno dei premi messi in palio. Ogni volta lo dedica a me …e non vi dico quel che succedo dopo…” Giampiero convenne che, forse, poteva fare altrettanto(387)
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24 APRILE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 24 aprile 2014 – Giovedì - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Giovedì
600
I racconti di Primavera
Lorenza e il segreto dell’amore
La Primavera è la stagione della felicità. Non occorre molto per comprenderne le ragioni. Basta guardare la natura. E’ un’esplosione di piante e fiori di ogni colore. Tutte protese a realizzare un sogno: la vita, la vita propria… Anche le persone ne risentono. Chi più chi meno…tutte le persone sono animate da spiriti nuovi e nuovi desideri. Anche la Prof Lorenza, bellissima, quarantacinque anni, Docente di Lettere presso un Liceo del milanese, abitante a Pavia. Lorenza, però, era un po’ scettica. O meglio, era scettica perché in fatto di amore era una frana. Non era ancora riuscita ad “ingranare” con la persona giusta. Aveva fallito con Francesco, Paolo, Giovanni e Gabriele. Non c’era stato niente da fare. Quando una donna vede fallire un gruppo così consistente di possibili mariti o compagni, comincia a farsi parecchie domande. “Possibile che la sfigata sia solo io? L’unica che incontra solo uomini sbagliati?”. La domanda ormai era diventata un ritornello. La sua amica, coetanea e Collega Daniela “quel ritornello” lo conosceva a memoria. Cercava di intervenire… ma, come dice il detto, “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. Daniela aveva le sue idee. Aveva conosciuto Giansiro ed era riuscita a farlo diventare suo marito. Inoltre, Giansiro stravedeva per sua moglie Daniela. Era l’altra domanda che si poneva Lorenza. “Tu, Daniela, devi avere un segreto. Come mai Giansiro, tuo marito, ti guarda e ti cerca come il primo giorno che ti ha incontrata?” La Collega sorrideva e non diceva nulla come dire …”mi sembra una domanda superflua” A volte sono proprio le domande ovvie (o superflue) che meritano un approfondito esame. Un giorno di un anno fa, Daniela, capì che doveva aiutare con una “lezione completa” la Collega. “Lorenza non ti sei mai chiesta cosa cerca un uomo in una donna? Ti rispondo io: una donna! Non bisogna essere dei geni per capirlo. Se un uomo trova la donna… il resto è tutto un optional. Se, invece, un uomo “non” trova la donna, ma ogni altra cosa… Per un po’ fa buon viso a cattivo gioco… poi, si stanca e se ne va.” Lorenza ci era rimasta male. Quella notte non dormì. Aveva capito l’antifona. Lei si è sempre presentata ai “suoi” uomini come la Prof, quella che sa tutto, che parla di tutto (anche di quello che non sa), che si vede solo lei… Bella, anzi, bellissima… ma che noia. Dopo un po’ i corteggiatori di Lorenza, trovano la scusa di andare a prendere le sigarette (non fumavano) e se la squagliavano il più velocemente possibile. Un anno fa, quella notte… è stata una notte terribile. Al mattino, però, Lorenza era come rinata. Si era data una regolata. Si presentò al Liceo del milanese con il sorriso sulle labbra. Quel giorno aveva il colloquio con i genitori degli studenti. Tra i papà degli studenti c’era il Dott. Massimiliano, un cinquantenne vedovo da due anni. Per Lorenza è stato un attimo conquistare l’attenzione di Massimiliano. Parlò del figlio (bene), ma si interessò delle attività del padre… proprietario di una Scuola di Equitazione. Massimiliano non ha potuto fare a meno di invitare Lorenza nella propria “riding-school”… E’ stato come accendere un fiammifero vicino alla paglia. Quando una persona è disposta ad imparare… non ha bisogno d’altro. Lorenza aveva capito se se voleva conquistare il cuore di Massimiliano doveva entrare in un mondo nuovo… dove non c’era nessuno dietro alla cattedra. Tutti erano scolari … Dove bisogna imparare a… “capire e parlare ai cavalli”. Ad una “scuola” del genere non servono i voti, le interrogazioni, le verifiche ecc. ecc. Gli esami si fanno tutti i giorni, in ogni momento. Lorenza aveva capito che si impara così, tutti giorni, in ogni momento anche dagli atti meno eclatanti. Dopo qualche giorno, Massimiliano cominciò a osservare Lorenza con un occhio particolare. La Docente se ne accorse e si adeguò immediatamente. Il primo bacio sembrava a portata di mano… ma non è stato così. Massimiliano, da navigato “latin lover”, voleva che la prima mossa la facesse la donna. E così è stato. Un giorno arrivò alla Scuola di Equitazione un Cavallo bianco di indescrivibile bellezza. Massimiliano lo assegnò immediatamente alle cure di Lorenza. Come ringraziamento Lorenza baciò Massimiliano. Lo fece talmente bene, spontaneamente, appassionatamente che il cinquantenne ne rimase estasiato. Siccome era un uomo che diceva sempre ciò che pensava. E’ stato esplicito. “Lorenza… così ti voglio… sempre, in ogni azione… anche la più insignificante” Così stato… e la love story continua in un crescendo senza fine. - Questo è il racconto 600, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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GENOVA - VIA LUCCOLI
di
Teresa Ramaioli
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GLI OTTIMISTI
Gli ottimisti guardano al futuro. Sanno che, in un modo o nell’altro, le difficoltà odierne sono “passeggere”. Per quanto possa durare… “la bufera ha sempre avuto un tempo limitato”. Ecco perché gli ottimisti sono più “realisti” dei pessimisti. Tutti coloro che vogliono… quindi, possono decidere “cosa fare da grandi”… senza lasciarsi traviare e influenzare dalle “Cassandre” che ogni giorno ne “sparano” una più grossa dell’altra. Dino
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