dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 08/05/2014
ANNAMARIA ...
E
LE BELLEZZE DI MILANO
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ANNAMARIA ...
E
LA CREATIVITA'
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MENEGI53...
E
LA MANO DEL DESTINO
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ANNAMARIA ...
E
IL TEMPO CHE VOLA VIA
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Lunedì
Michele (401)
In epoca di grandi crisi, le persone fanno la corsa per trovare la strada per uscirne. Ne parlava, ieri mattina (domenica), in un Supermercato di Pavia, Michele, 80 anni, con una ricca esperienza ed un acume da smaliziato osservatore. Diceva all’amico Francesco, 78 anni. “Oggi, la vita è diventata difficile per tutti… giovani e non più giovani. I giovani cominciano dalle scuole elementari a “correre” e, grazie anche all’ansia dei genitori, arrivano alla fine della settimana che sono stressati come non mai. La mia nipotina Cecilia, di otto anni, ha appena iniziato la scuola (elementare) e già parla delle “prove Invalsi”. Non parliamo poi del nipotino Davide, che frequenta la prima media inferiore. Anche lui alle prese con le “novità” dei Professori. Mi immagino quando arriveremo a giugno in quali condizioni saranno (tutti!). Il figlio di mio fratello, Beppe, quarant’anni, ha avuto la proposta dal suo Datore di Lavoro di trasferirsi a lavorare in Svizzera, nel Canton Ticino, dove ha aperto una succursale. Beppe non ha ancora deciso. In famiglia sono nate molte discussioni… Al momento, per il trasferimento in Svizzera, sono casi “limitati”, ma quando si comincia…. è come “mangiare le ciliegie”… una tira l’altra. I flussi migratori lungo la linea del fiume Ticino si sono sempre alternati nel corso dei secoli e dei millenni. Ci fu un tempo in cui, dalla sorgente del fiume (in Svizzera) la gente scendeva lungo “l’autostrada rappresentata dal fiume Ticino” fino a raggiungere Pavia… Ora, la gente tende a salire. A ritornare in Svizzera, da sempre luogo di “rifugio”. Basti pensare all’ultima Seconda Guerra Mondiale (1940-1945). La crisi produce effetti di ogni genere. Non parliamo del “ricompattamento sociale”. Famiglie (nonni… nipoti) che si aiutano a vicenda creando al loro interno “solidarietà generazionali” di cui andare orgogliosi. Si tratta di ricostituire specie di “clan” legati da parentele maschili e femminili. Non essendoci più le grandi famiglie “patriarcali” con fratelli e sorelle in quantità… nascono i “gruppi spontanei per condividere momenti di difficoltà e di aggregazione (compleanni, anniversari, ecc.). Un movimento accelerato per ridurre drasticamente i costi. Quello che più impressiona è la notizia di qualche mese fa. Alcuni pensionati di un paese vicino a Pavia, ha deciso di aiutare i pensionati soli, invitandoli a fare lunghe passeggiate lungo le strade del paese. Naturalmente, passeggiando, i pensionati non si sentono più soli, e ritrovano il gusto e il calore dell’amicizia (di una volta). Non sarà più come prima… ma intanto è sempre un passo avanti rispetto all’isolamento, alle depressioni, al disagio sociale. Un altro passo avanti è il fatto che i Supermercati sono aperti anche alla Domenica. Ora, si può avere un punto di aggregazione… dove, con la scusa di acquistare un pomodoro, si possono incontrare amici e conoscenti e ricreare quella “rete umana” necessaria al vivere civile.”. Francesco, 78 anni, ha voluto dire la sua. “Aiutati che Dio ti aiuta”. (401)
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8 MAGGIO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 8 maggio 2014 – Giovedì - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Giovedì
614
I racconti di Primavera
Alfonso e l’appuntamento del Destino
Dice un vecchio detto che “a Milano si corre … anche quando si sta fermi”. Non è solo un detto … ma una verità. E si corre in ogni stagione… Primavera compresa. Ne era perfettamente convinto il Dott. Alfonso, cinquant’anni, Dirigente di una Agenzia Commerciale milanese, residente a Pavia. Dal suo Ufficio al dodicesimo piano di un Palazzo del centro, ogni tanto, osservava il panorama di Milano. In quei rari momenti, i pensieri erano contrastanti. Se da una parte il Dott. Alfonso era soddisfatto del posto raggiunto… dall’altra rimpiangeva il paese dove era nato. Un paesino sperduto della Lomellina dove, il tempo, sembra non passare mai. Il cinquantenne, ogni tanto si faceva l’esame di coscienza e, nonostante il successo, non si sentiva soddisfatto. A turbare i pensieri di Alfonso era il fallimento del suo matrimonio con Katy. La sua ex- moglie era una Dirigente in carriera. Entrambi avevano responsabilità dirigenziali e non potevano dedicare tempo alla famiglia. La “sua” famiglia non è mai esistita. Esistevano gli Uffici nei quali svolgevano la loro attività… ma la casa è stata sempre e solo “uno spazio comune” …per il tempo strettamente necessario. Un anno fa, il Dott. Alfonso era in crisi. Non una crisi vera e propria perché il cinquantenne era una persona forte, concentrata sulle sue responsabilità. Più di crisi vera e propria… si trattava di un disagio, un desiderio di trovare nuovi sbocchi ai suoi desideri più nascosti. Alcuni colleghi di Alfonso, sfogavano il loro disagio, con sporadici viaggi all’estero in compagnia di giovani donne … disponibili. Per Alfonso, invece, c’era un’esigenza più circoscritta: ritornare al suo paese. Rivedere il Torrente nel quale andava a pescare quando era un ragazzino di dieci anni. Veramente non era solo quello. A dieci anni, Alfonso si era innamorato di Flavia, la sua compagna di banco alla Scuola Elementare. Dopo le scuole elementari, Flavia aveva lasciato il paese con i genitori i quali si erano trasferiti per lavoro a Roma. Erano passati quarant’anni e Flavia e Alfonso non si erano più incontrati. Di Flavia era rimasto il ricordo e una passeggiata in riva al Torrente Terdoppio. Soli, Flavia e Alfonso si erano avventurati lungo la riva. Coloro che non conoscono le rive un torrente non sanno che può accadere di tutto. Ai romantici boschetti si alternano alberi divelti, affossamenti scoscesi e tortuosi del terreno. E’ lì che si annidano i pericoli maggiori. Facile finirci dentro … difficoltoso uscirne. E’ stato proprio durante quella passeggiata, che Flavia era finita in uno di quegli affossamenti scoscesi. “Aiuto. Aiuto… Alfonso aiutami”. In quell’istante il ragazzino era diventato un leone. Senza badare ai rovi che l’attanagliavano aiutò Flavia ad uscire dall’anfratto. Lui, invece, Alfonso era un “graffio” dalla testa ai piedi. Alcuni graffi sanguinavano. In certi casi l’acqua del torrente è l’unico rimedio. Flavia si prodigò in tutti i modi… Alla fine per dimostrare tutto il suo riconoscimento, Flavia aveva dato un bacio a Alfonso. Un anno fa, quel bacio ritornava come un boomerang nella testa del cinquantenne. Al dodicesimo piano di un Palazzo di Milano, il Dott. Alfonso, ricordava quel momento…quel bacio…e Flavia, la sua compagna di banco alla Scuola Elementare… Ormai aveva deciso… La Lomellina è a un paio d’ore di auto da Milano. Perché non andarci? Perché non ritornare al paese e fare quattro passi in riva al Torrente Terdoppio? Il sabato mattina di quella stessa settimana, il Dott. Alfonso, ritornò al suo paese. A metà mattina era già sulle rive del Torrente. Cosa pensava di ritrovare il cinquantenne? Non lo sapeva nemmeno lui. Il mondo che aveva lasciato quarant’anni prima, non c’era più. I campi, ben livellati, erano deserti… In giro non c’era anima viva. Anche in lontananza … nemmeno una persona. Il Dott. Alfonso volle rivedere l’anfratto in cui era scivolata Flavia. Non c’era più . La riva del Torrente era stata rinforzata con blocchi di cemento. Il romantico luogo dove Flavia aveva dato un bacio ad Alfonso aveva perduto il suo fascino misterioso e nostalgico. Ora c’erano solo cespugli che digradavano in una piccola, deserta spiaggetta solitaria. Alfonso, preso da nostalgia, stava per chiudere gli occhi per rivedere con la memoria un lontano passato… quando… sentì una voce. “Alfonso. Alfonso… cosa fai da queste parti?” Il cinquantenne gli parve di sognare. …non poteva essere. …non era possibile. Nessuno sapeva che sarebbe giunto in quel luogo … quel sabato mattina. Eppure… “Alfonso. Alfonso… sei diventato sordo? Non riconosci più la mia voce?” Era Flavia … ormai donna fatta… dal fascino superlativo. Flavia e Alfonso si abbracciarono. Si baciarono. Entrambi, all’insaputa l’un dell’altro, avevano deciso di rivedere quel luogo… in quello stesso momento. ”. - Questo è il racconto 614, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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LA STATUA DI LEONARDO DA VINCI
A MILANO
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA...
E
L'IPOTETICO DOMANI
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FOGGIA
di
Annamaria Mennitti
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PIERLUIGI VALLI ...
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IL PRIMO SEMAFORO A MILANO
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