dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 09/05/2014
ANNAMRIA ...
E
L'AMORE DI MICHELA E ROSALDO
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ANNAMARIA ...
E
L'IMPORTANZA DELL'AMORE
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FOGGIA
di
Annamaria Mennitti
|
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Martedì
Paola (402)
Era mezzogiorno di un lunedì di un anno fa e la Dott. Paola era già stufa di stare in Ufficio. Il lunedì è già di per sé una giornata poco propizia. Immaginarsi quando incomincia con un’ora di automobile in colonna per entrare in città e una pratica “impazzita” presso un Ufficio Pubblico, dove Paola sembrava parlare un linguaggio diverso da quello degli impiegati con i quali aveva a che fare. Due ore passate tra uno sportello, una salita al secondo piano, ancora una coda ad un altro sportello e una risalita al quarto piano… “Basta”, si era detta dentro di sé, la Dott. Paola. “Non ce la faccio più. Prendo mezza giornata di ferie altrimenti impazzisco.” Così ha fatto… Ma non era stato solo l’incolonnamento di un’ora e la pratica “impazzita”…a mandarla in crisi… C’erano altri motivi. La domenica appena trascorsa era nata sotto un cattivo segno. Paola aveva litigato con il suo Lui (Giancarlo) … e alla sera non si erano riconciliati. Anzi, tra i due erano volate parole “grosse”. Si sa, che (nelle coppie) “certe parole” non bisognerebbe mai pronunciarle. Paola, ha avuto il permesso dal suo Dirigente. Capì che non doveva rimanere a Pavia. Pavia, a volte fa venire i nervi. Città calma, tranquilla… immobile. Ecco è proprio quella “sua immobilità” che fa saltare i nervi alle persone che già, da sole, i nervi li hanno tesi. Paola prese il treno e partì per Milano. Voleva “entrare nella confusione milanese”, nel caotico mondo della metropoli che non lascia spazio ai pensieri, obbliga a correre anche quando si vorrebbe stare tranquilli. Così Paola si trovò in Piazza del Duomo, tra persone che non conosceva… e nessuna conosceva lei. E’ proprio quel “perdersi nella folla”, quel “ubriacarsi” di volti sconosciuti, di parole che non hanno senso, di persone che vanno e vengono…di confusione nella confusione. Era proprio quello che Paola voleva … “annegare nella confusione”. Passeggiava da un’ora in Piazza del Duomo quando si è messo a piovere… piovere a dirotto… In brevissimo tempo tutta la “confusione” di Piazza del Duomo sparì. Paola si vide sola al centro della Piazza con l’ombrello in mano. L’aprì…come se sentisse il bisogno d’acqua. Camminò adagio sotto la pioggia scrosciante. Cambiò direzione varie volte per sentire le gocce d’acqua picchiettare sull’ombrello. Picchiettare come fosse musica… Una musica strana. Senza ritmi particolari, senza armonie conosciute. Musica strana che aiutava Paola a “ragionare”. A prendere coscienza che la vita, a volte, è un gioco…e che i giochi della vita, spesso, non si conoscono, e neppure si immagina dove portano. La pioggia era cessata. Paola, sola, stava ancora in mezzo a Piazza del Duomo con l’ombrello aperto. A volte l’essere soli è un sottile piacere… non perché si è soli, ma perché gli occhi non vedono altri esseri umani, altri uomini e donne che camminano trasportatati dai loro pensieri. Ad un tratto il telefonino di Paola si mise a squillare. Si rese conto che doveva rispondere. Lo fece, ma… solo dopo diversi squilli. Era Giancarlo, il suo Lui. “Paola, ho vinto un’importante somma alla lotteria. Finalmente possiamo fare quel viaggio che abbiamo sognato.” (402)
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9 MAGGIO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 9 maggio 2014 – Venerdì - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Venerdì
615
I racconti di Primavera
Michela e Rosaldo… e il bel canto
“In Primavera il benessere bisogna conquistarlo…” Un anno fa, parlava così, Cristina, quarant’anni, impiegata presso un Ufficio di Milano, residente a Pavia. Ne parlava con la sua Collega e coetanea Michela, la quale era un po’ giù di corda. Il moroso l’aveva lasciata e lei ci aveva sofferto. Normale… dirà qualche lettore. Normale, si, ma oggi, i rapporti sentimentali sono diventati fragili e precari. Era la tesi sostenuta da Cristina la quale cercava di aiutare Michela come poteva. “Michela non devi prendertela. Tu, ti sei adagiata. Pensavi di aver trovato un approdo sicuro e duraturo. Oggi, invece, tutto è precario. Ogni persona deve trovare dentro di sé il proprio equilibrio e le proprie sicurezze” Michela faceva finta di capire, ma rimaneva con il suo chiodo fisso in testa. Cristina aveva compreso che da sola non avrebbe mai aiutato Michela ad uscire dalla sua situazione di disagio. Suggerì alla Collega di prenotare una seduta presso lo Psicologo di fiducia, il Dott. Felice. Michela si convinse. Era una buona idea. Fissò l’appuntamento per un sabato mattina. Milano è una grande città ed offre soluzioni che nessuna altra città è in grado di offrire. Il Dott. Felice si è fatto raccontare minuziosamente ogni singolo particolare ritenuto importante. Alla fine emise il suo consiglio. “Michela… posso chiamarla così? …in modo confidenziale? A volte è necessaria l’assoluta confidenza tra le persone per essere reciprocamente utili. Per prima cosa non deve isolarsi. Lei ha avuto la fortuna di avere una Collega, amica e coetanea con la quale si è confidata. Ed è stato una buona cosa. Ora, però, deve fare il passo successivo… Deve essere lei a prendere in mano la situazione. Dovrebbe rientrare nel giro delle amicizie … di quelle che aveva ed ha perduto… e di quelle nuove che necessariamente dovrà farsi. Ora, le faccio una domanda. Lei, Michela non ha qualche passione che “non” ha mai potuto soddisfare? Che so…musica, teatro, poesia?” Michela aveva capito la domanda ed espresse un desiderio. “Mi piacerebbe occuparmi dell’Opera Lirica. Ho sempre desiderato farlo e non ci sono mai riuscita” – “Ecco” - rispose il Dott. Felice – “E’ il momento giusto. Lei, dovrebbe iscriversi a qualche Associazione di Amatori del Teatro d’Opera. Appartenere ad una Associazione di amanti dell’Opera Lirica è un punto fermo nelle relazioni sociali. Sono passioni che durano nel tempo… che aiutano ad apprezzare la vita in ogni momento. Sono anche quelle che aiutano maggiormente a superare gli alti e bassi della vita… come quella di essere lasciati dal moroso o dalla morosa” Michela uscì rilassata e convinta dallo Studio del Dott. Felice. Ora, sapeva cosa doveva fare. Ha cercato su Internet ed ha trovato l’Associazione che faceva al caso suo. Alla prima riunione dell’Associazione, Michela, aveva notato che parecchi associati erano uomini tra i quaranta e cinquant’anni. Dei patiti dell’Opera … più patiti di così non potevano essere. Michela si trovò a suo agio. Anzi, tra gli associati un cinquantenne si è dato subito da fare. Si chiamava Rosaldo, con un fisico che era tutto un programma. Infatti, Rosaldo non era solo un patito dell’Opera Lirica, ma un tenore dilettante assai richiesto nelle serate delle Pro Loco, pranzi, cene … ed ogni altra manifestazione dove il “bel canto” è quasi la norma. Il dialogo tra Michela e Rosalo ha preso subito la piega giusta. Sembrava che fossero fatti un per l’altro. Michela si sentì rianimata. Dopo la riunione, Rosaldo invitò Michela a casa sua per una cena durante al quale il tenore avrebbe illustrato i suoi successi. Per alcuni lettori sembrerà strano che due persone che si sono appena conosciute “corrono così in fretta”. Secondo Rosaldo, se le cose tra due persone debbono funzionare… funzionano da subito. Aspettare è solo una perdita di tempo. Un modo come un altro per perdere tempo prezioso e non arrivare a nulla. Secondo Rosaldo nella vita ci vuole decisione. Come nell’Opera Lirica. Avete mai visto un’Opera nella quale i protagonisti… “menano il can per l’aia”. L’Opera Lirica deve iniziare e finire in un determinato tempo. In quel tempo deve succedere quello che gli spettatori si aspettano: amore, felicità… e tragedie varie. I personaggi dell’Opera Lirica sono personaggi forti, decisi… lontani dalle mezze misure. Anche Rosaldo la pensava così. Dopo aver cenato e aver illustrato a Michela i suoi successi come tenore… volle dedicarle una romanza. “Tu che m’hai preso il cuor” di Franz Lehar. Michela rimase incantata mentre Rosaldo cantava le magiche parole. “Ti vedo tra le rose / ti dico tante cose / se il vento lieve t’accarezza / un profumar di giovinezza / mi fa tremar…” E’ stato proprio in quell’istante che Rosaldo ha preso la mano di Michela e l’ha portata al suo cuore … Facile immaginare il seguito della scena. Il cinquantenne non ci ha visto più … Michela è andata in fumo …e tutto è diventato un “incendio d’amor”… con i vestiti che andavano da tutte le parti…. - Questo è il racconto 615, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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LA CARMEN DI BIZET
di
Teresa Ramaioli
LA CARMEN di BIZET, capolavoro non riconosciuto e frainteso dai suoi primi ascoltatori. Il pubblico dell’Opera-Comique di Parigi , il 3 marzo 1875,giorno della prima dell’opera, fu infastidito da questa vicenda passionale, realistica e violenta. L’intreccio della storia venne giudicato immorale, con zingari, contrabbandieri, fuorilegge, il fumo delle sigarette e un accoltellamento da cronaca nera. Uno scandalo per il pubblico dell’epoca. Si accorsero in ritardo che la musica di Bizet era riuscita a calarsi anima e corpo non solo nell’ambientazione spagnola della vicenda,ma soprattutto nei personaggi pieni di passione e vita. Come dimenticare il personaggio di Carmen, donna con un temperamento forte,che affascina, civettuola e seducente nella habanera (danza dal ritmo lento di origine spagnola) “l’amour est un oiseau rebelle”. Carmen non si lascia conquistare , non crede molto alla costanza dell’amore e, nella celebre habanera , esprime la sua visione dell’amore: l’amore è come un uccello ribelle, nessuno può addomesticarlo. Bizet non conobbe mai il successo della sua opera, il 3 giugno 1875, morì a 37 anni per un attacco di cuore.,esattamente tre mesi dopo la prima rappresentazione di quella che sarebbe diventata una delle opere più rappresentate nel mondo Ciao Teresa
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FOGGIA ... IN MUSICA
di
Annamaria Mennitti
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MADDALENA ...
E
LE DONNE CHE NON HANNO PAURA
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