dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 11/05/2014
PIERLUIGI VALLI...
E
I RACCONTI QUOTIDIANI
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AUGURI A TUTTE LE MAMME
... DA TERESA E IL BLOG
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EST.LA.BELLA.EPOQUE...
E
LA FESTA DELLA MAMMA
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ANNAMARIA ...
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L'IMPORTANZA DELL'ESPERIENZA
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Giovedì
Donata (404)
Non sempre il lavoro regala soddisfazioni. Anzi, a volte il lavoro rende accidiosi. Ne sapeva qualcosa la Prof. Donata, quarantacinque anni, single, Docente di Matematica in un Liceo milanese. Un anno fa, la Prof era in disaccordo con i suoi colleghi per il modo in cui gli studenti seguivano le lezioni… in particolarmente le “sue”. Il pensiero di Donata era chiaro. “Non è possibile andare avanti così. Ci sono studenti che sono motivati e rendono, mentre ci sono altri che sono come “il freno a mano (di un’automobile)…sempre tirato”. Non solo non fanno nulla per loro, ma “frenano” anche coloro che vogliono studiare. Una simile situazione fa male soprattutto a chi a insegnare… Dispendio di energie e stress portato al limite estremo. Sarebbe giusto fare qualcosa.” Il suo collega sessantenne, Prof. Saverio, egli pure Docente di Matematica, cercava di convincerla a non insistere. “Lascia perdere, la scuola va avanti così… Non puoi metterti contro la natura delle cose. La matematica non è una materia per tutti. E sono pochi gli studenti che la digeriscono…” La Prof Donata non volle sentire ragioni… Era convinta che nella vita c’è sempre una possibile soluzione….e si può sempre migliorare. Vero… solo a parole. Bisogna vedere se poi, all’atto pratico, è possibile. Visto che era impossibile convincere i propri Colleghi, Donata, cercò di trovare la soluzione da sola. Milano offre infinite possibilità. Individuò un “corso” speciale sui “segreti della matematica”. La Prof ne fu attratta e si iscrisse. La prima lezione si tenne nel sottoscala di un palazzo vicino alla Stazione Centrale. Sette persone in tutto, sedute su sedie sgangherate. Una specie di “carbonari”… neofiti, fuori di testa… a cominciare all’Insegnante. Più che un Insegnante sembrava un “esaltato”, vestito totalmente di blu, capelli lunghi, svolazzanti, occhi da allucinato. Quando, aprì bocca, però, i presenti ne furono affascinati. Più che un Insegnate sembrava un “innamorato della matematica”. Si espresse con foga “Mi chiamo Rodolfo… voi chiamatemi Rudy. Il mio pensiero è chiaro. Coloro che non amano la matematica… non amano la bellezza del Creato. La matematica è armonia, musica, gioco di forze contrapposte in perenne competizione…” Donata capì che aveva trovato la persona giusta, quella di cui aveva bisogno. Azzardò una domanda. “Professore, posso farle una domanda? Mi chiamo Donata. Ho quarantacinque anni e insegno presso un Liceo milanese. Come devo fare per far piacere la matematica si miei studenti?” “Il matematico” si illuminò d’immenso. Rodolfo chiuse gli occhi, come se dovesse fare dei calcoli mentali… poi pronunciò la “sentenza”… “Per far appassionare gli studenti alla matematica è necessario essere innamorati. L’innamoramento è un momento particolare della vita in cui tutto procede alla velocità della luce. Il mondo appare colorato di rosa…e nessuna cosa è impossibile. L’innamoramento è contagioso. Contagia tutti coloro che ne sono coinvolti. I numeri non sono più numeri ma parti di noi stessi.” Donata ebbe la sensazione che Rodolfo avesse parlato al suo cuore più che alla sua mente. Ebbe un fremito. Divenne rossa come un peperone. Anche Rodolfo si rese conto di aver pronunciato un “desiderio” più che un’opinione. Anche due donne presenti tra i partecipanti al corso provarono sensazioni strane… come se avessero preso parte ad “una dichiarazione d’amore”… d’amore per la scienza, per la matematica, per la vita”. -(404)
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11 MAGGIO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 11 maggio 2014 – Domenica - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto della Domenica
617
I racconti di Primavera
Agostino, Almira e il primo bacio
Non sempre, quando una persona ha un posto sicuro, è soddisfatta del proprio stato. Anche in Primavera. Anzi, è proprio in Primavera che una persona si pone delle domande alle quali deve in qualche modo rispondere. Esempio. Il Prof Agostino, quarantacinque anni, single, Docente di Lettere presso un Liceo del milanese, un anno fa, era in crisi. Il posto e lo stipendio sicuro non bastavano. L’ambiente di lavoro era quello che era e il quarantacinquenne non era soddisfatto. Agostino avrebbe potuto fare la morosa e sposarsi… ma non aveva ancora trovato l’anima gemella, la donna del cuore… per la quale perdere la testa. Già. Si fa presto a dire … “fare la morosa”… ma oggi… parecchie donne amano la libertà e non intendono farsi condizionare dall’uomo… marito o fidanzato che sia. Si dice che l’uomo “non vive di solo pane” (e neppure la donna), ma anche di soddisfazioni e piaceri. Erano proprio quelli (i piaceri) che cercava il Prof. Agostino, il quale aveva provato parecchie volte a risolvere il problema. Una volta si era iscritto agli Amici di una Biblioteca Comunale… ma è stato tempo perso. Gli sembrava di essere “un pulcino sotto la chioccia” La chioccia, naturalmente, era la Presidentessa degli Amici della Biblioteca, la quale si muoveva come una Star (piccola, tarchiata e voluminosa) sul Palcoscenico del piccolo Teatro locale. Poche idee… poche iniziative… Solo quelle approvate e gestite direttamente dalla Presidentessa… la quale parlava solo e sempre della propria materia (Lettere Antiche). Dopo due incontri era come trovarsi in un “mummificatoio”. Il Prof. Agostino desiderava qualcosa di frizzante, stimolante… Un anno fa, ne parlò con un suo amico pavese, il Dott. Benedetto, appassionato di “turismo locale”. “Turismo locale”? … dirà qualche lettore. Non… turismo locale riferito ad una città (esempio: Pavia), ma riferito ad una Regione… la Regione Lombardia. Nulla di eccezionale. Un modo come un altro per mettere in moto “idee nuove”, quali la conoscenza del territorio e le sue vicende storiche. Il Dott. Benedetto era un patito delle vicende locali lombarde. Aveva creato un’Associazione per riunire persone amanti del patrimonio storico e artistico locale. Gli Associati si muovevano utilizzando il treno oppure a piedi. Raggiungevano le località programmate e da lì iniziava una specie di “turismo fai da te…e non solo”. Il Prof. Agostino si sentì coinvolto. Lui stesso aveva nuove idee da sperimentare. Perché non visitare i luoghi dove si sono svolte le battaglie del passato? Oppure… hanno vissuto grandi personaggi come Alessandro Manzoni? A Milano c’è molto da vedere riguardante Manzoni. Si tratta di uno dei massimi scrittori italiani… sempre attuale anche oggi. Chi è che non ricorda il personaggio (da lui creato) “Don Rodrigo”? Quanti Don Rodrigo ci sono in circolazione anche oggi nei nostri paesi e nelle nostre città? Personaggi che, agguantata una “sedia”, l’hanno trasformata nel loro “regno”. Pronti a pronunciare la fatidica frase: “Dio me l’ha data (la sedia)… guai chi me la tocca”. (Per non parlare… dei cortigiani di Don Rodrigo). Una cosa penosa da far venire i brividi solo a pensarci. Il fatto è che i Don Rodrigo si moltiplicano come i “replicanti del pianeta oscuro”, avidi, insaziabili, onnipresenti. Il Prof. Agostino, un anno fa, ha finalmente trovato la sua Associazione ideale… Non solo ha trovato il suo incontro settimanale… “passeggiare in compagnia / per la strade di Lombardia”, ma molto di più. Ha incontrato Almira, una bellissima trentacinquenne, alta, bionda, occhi azzurri… e gambe da fine del mondo. Si fa presto a dire donna… ma quando, oltre alla bellezza femminile (indispensabile) si aggiunge la fascinosa voce dell’attrice… di colei che sa leggere a voce alta in modo incantevole, raccontare storie, declamare poesie, recitare passi di Autori famosi… cosa può fare un quarantacinquenne poco soddisfatto del suo lavoro? Innamorarsi! Innamorarsi subito! Infatti, Agostino si è innamorato pazzamente di Almira. Anche Almira aspettava l’uomo della sua vita. L’aspettava da parecchio tempo. Da quando a Pavia aveva incontrato una “Zingara” nei pressi del Giardino delle Ginestre (Orto Botanico) e si era fatta leggere la mano. La Zingara, di nome Carmen, è stata chiara. “Almira, tu sposerai l’uomo più gentile, educato e colto del circondario… il Prof. Agostino, Docente di Lettere in un Liceo del milanese” Per Almira è stato come il sole a Primavera. Ha continuato a studiare, cercare ed aspettare. L’ora era finalmente giunta. Almira e Agostino si sono incontrati per raccontarsi le storie di Pavia, Milano e della Lombardia. Agostino, però, era un po’ timido. Non ci sapeva fare con le donne. Parlava… parlava… ma non arrivava mai al dunque…al “primo bacio”. Almira aveva fretta. Non poteva aspettare. Cosi… approfittando del fatto che Agostino era seduto su un muretto, in Piazza Leonardo da Vinci a Pavia, proprio sotto la Torre più alta (65 metri) … Almira, finse di inciampare… e cadde tra le braccia del Docente di Lettere. I loro visi si sfiorarono. Le labbra della bionda trentenne incontrarono le labbra di Agostino il quale andò in estasi. Mai avrebbe pensato che una donna avesse avuto delle labbra così bollenti. Dice una vecchia canzone. “Amore chiama amore”…e il resto vien da sé... - Questo è il racconto 617, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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UNA PASSEGGIATA A PIEDI
PER MILANO
di
Teresa Ramaioli
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IL DUOMO DI MILANO
di
Teresa Ramaioli
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