dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 17/05/2014
ANNAMARIA ...
E
IL TROPPO
E IL TROPPO POCO
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ANNAMARIA ...
E
LE ANSIE DEL DOTT. PIERO
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DONADAM68...
E
L'AMORE
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MARION ...
E
I GIORNI IRRIPETIBILI
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Mercoledì
Michelangelo (410)
Che cos’è la felicità? E’ lo stato d’animo di colui o colei che crede di aver visto soddisfatte le proprie necessità, aspirazioni, desideri. E’ quindi una questione personale in cui il soggetto interessato si sente appagato sia dal punto di vista dei sensi… sia spirituale. Praticamente si tratta del raggiungimento del totale benessere, fisico e psichico. In tempi di crisi “terribile” come l’attuale, la felicità sembra un “sogno irraggiungibile, inattuale e inattuabile”. Invece, è importante parlarne ora …in una situazione come quella che abbiamo sotto gli occhi. Primo, per rianimare gli animi. Secondo, per cogliere tutte le possibili potenzialità. Un anno fa, il Dott. Michelangelo era di questo parere. Oltre al suo lavoro di Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano, aveva deciso di dare una svolta alla propria vita. Il lavoro cominciava a fare “acqua da tutte le parti”. I clienti ritardavano i pagamenti…le ordinazioni stentavano a decollare. Cosa fare? Diceva un antico detto milanese che quando la situazione peggiora… bisogna guardarsi intorno e vedere quale altra strada percorrere. Cinquant’anni, mente sveglia, il Dott. Michelangelo aveva sempre rimandato un eventuale matrimonio … “in attesa di tempi migliori” (diceva lui). I tempi migliori non erano mai arrivati. Ora, invece era arrivata la crisi (la peggiore dal dopoguerra)… e non si vedeva prospettiva alcuna. Quando una persona si rende conto che aspettare … è inutile, è un falso problema… decide il grande salto. Il “grande salto”, per il Dott. Michelangelo, era ormai indifferibile. Si recò dal Parroco del suo paese (poco lontano da Milano) e si offrì di organizzare una “scuola di teatro” per ragazzi e ragazze. L’idea di per sé non era molto brillante, ma il Parroco aveva l’occhio lungo ed aveva capito con chi aveva che fare. Parlò con l’assistente alle attività dell’Oratorio, la Dott. Michelina, cinquant’anni, single, la quale aveva difficoltà a tenere insieme ragazzi e ragazze. Perché non tentare nuove strade? Ormai era fatta. All’idea del Dott. Michelangelo aderirono solo due ragazzi, ma chiesero di prendere parte alla “scuola di teatro” cinque giovanotti e cinque signorine sui vent’anni. Era fatta. Michelangelo organizzò una vera e propria scuola con orari precisi tre sere alla settimana. Presentato il progetto, ogni iscritto, oltre alla lezione, aveva un compito “personalizzato”… fino a diventare un vero e proprio protagonista “sopra al palcoscenico”. A mano a mano che i giorni passavano il Dott. Michelangelo si rendeva conto che stava crescendo un nuovo modo di vivere… per lui e per il suo “gruppo”. Far recitare ad ogni partecipante al corso di recitazione un “monologo” appositamente studiato. Il Parroco colse la novità e ne fu entusiasta. Tutto il “Gruppo Teatrale” ci mise l’anima. Erano bastate poche prove per mettere in scena lo spettacolo. Anche la Dott. Michelina ebbe una parte: quella di “presentatrice della Compagnia”. Michelangelo Regista e Autore… Michelina “presentatrice”… un “duo” sempre più affiatato. Ormai i due erano sempre insieme. In paese li consideravano, come “due innamorati”. Gli stessi “artisti” componenti il gruppo teatrale li consideravano come “papà e mamma”. Ma il Dott. Michelangelo aveva un’altra idea. Siccome era di padre italiano e madre inglese… conosceva benissimo la lingua inglese e introdusse la novità. Far recitare in italiano e in inglese. I primi a beneficiarne furono “gli artisti” stessi i quali si impadronirono con facilità di una lingua. Inoltre, la “compagnia” venne richiesta nelle Scuole come supporto didattico. - (410)
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PENSIERI SPARSI DEL 17 MAGGIO 2014
“D’amore non si muore…
senza si vive male…
L’importante è resistere”
Dino
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17 MAGGIO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 17 maggio 2014 – Sabato - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Sabato
623
I racconti di Primavera
Le ansie del Dott. Piero
Oggi, ci sono Uffici a Milano che occupano venti o trenta impiegate …tutte donne. Per un uomo, dirigere Uffici di tale portata è molto difficile, anzi, difficilissimo. Basta un niente per finire nel “tritacarne” delle allusioni e delle illazioni. Ne sapeva qualcosa il Dott. Piero, cinquant’anni, che da oltre dieci anni metteva in pratica gli insegnamenti ricevuti dal suo predecessore, il Cav. Adolfo. Il Cav. Adolfo era stato il maestro del Dott. Piero. Lo aveva istruito e consigliato a dovere. Tra le raccomandazioni c’erano quelle del comportamento da tenere nei confronti delle impiegate… tutte le impiegate. Prima di lasciare l’incarico il Cav. Adolfo aveva ribadito il concetto. “Dott. Piero, nel lasciare a te la conduzione dell’Ufficio, desidero farti una raccomandazione pressante. Non dare confidenza alle impiegate. Rispetto, ai… ma nessuna parola in più del necessario. Mantieni un comportamento corretto e uguale con tutte. Non innamorati mai… di alcuna impiegata. Ciò nonostante sarai oggetto di critiche, maldicenze, invidie, gelosie di ogni genere. Ti addosseranno colpe che non hai… e comportamenti che non hai neppure pensato. Solo così arriverai alla pensione” Il Dott. Piero aveva fatto tesoro delle raccomandazioni del suo predecessore. Si era sempre attenuto rigidamente alle regole e, nonostante, qualche inciampo estemporaneo, era andato tutto liscio… fino ad un anno fa… Un anno fa, però, nell’Ufficio del Dott. Piero è entrata una nuova impiegata, la Dott. Floriana, una bellissima trentenne la quale non aveva uguali. Il cinquantenne Dott. Piero, non aveva mai visto niente di simile. Alta, bionda, occhi azzurri, gambe da fine del mondo… e quel fascino misterioso che agisce come un tarlo nella testa di un uomo. Il Dirigente dell’Ufficio si rese conto che questa volta non avrebbe resistito, non avrebbe avuto scampo. Dopo i convenevoli… com’era d’uso con le nuove impiegate, Il Dott. Piero, cercò di pensare ad altro. Il fatto è che più pensava ad altro… più la stupenda figura di lei, di Floriana si ingigantiva nella sua testa. Il Dirigente si accorse che gli occhi di tutte le impiegate dell’Ufficio erano puntati su di lui ogni qualvolta , s’avvicinava, parlava o consegnava pratiche alla Dott. Floriana. Il Dott. Piero stava andando in tilt. Capiva che quella donna lo stava manipolando… nella testa. Una notte ebbe un sogno Nel sogno vide la Dott. Floriana mentre entrava nel suo appartamento in abito da sposa… Il cinquantenne ebbe un sobbalzo. Si svegliò di soprassalto. Provò la febbre con il termometro appena comprato… 39 gradi! Il giorno successivo al sogno, il Dott. Piero chiese una giornata di ferie. Anziché, andare in Ufficio, bighellonò per Milano… Via Manzoni, Piazza Cordusio, via Torino, Via Dante… Alla fine decise per un caffè in Galleria Vittorio Emanuele II. Sembrava un modo per riprendere il controllo di sé stesso di cui aveva bisogno. Al centro della Galleria, il Dott. Piero incontrò un suo Collega Dirigente di un Ufficio a fianco del suo, il Dott. Emanuele. Venti impiegate… tutte donne. Il Dott. Emanuele era suo coetaneo, ma lo ha visto invecchiato, dimesso…abbacchiato. Il Dott. Piero non resistette. “Emanuele cos’hai? Ti vedo preoccupato? Hai avuto qualche problema?” Il Dott. Emanuele aveva bisogno di sfogarsi. “Piero non dire niente. Sto vivendo i giorni peggiori della mia vita. Un anno fa, è entrata nel mio Ufficio una nuova impiegata, Fabiana, bellissima. Non bellissima… super bellissima. Ho perso la testa. Le ho fatto una corte spietata. Le impiegate dell’Ufficio mi hanno appioppato tutti i peggiori aggettivi del vocabolario. Alla fine ho chiesto a Fabiana di sposarmi. I primi mesi sono andati benissimo… I guai sono cominciati dopo…. Dopo che il miele era finito… Non solo non c’era più miele… ma sono cominciati rimbrotti… ripicche… dico e non dico … come quello di… “E tu pensi che io sia la prima impiegata alla quale hai fatto la corte? Che hai chiesto di sposarti? Fossi matta… Solo che… le altre o erano sposate … o non avevano alcuna intenzione di sposarsi. Ed io sono cascata come una scema tra le tue braccia. Tra le braccia di uno che in Ufficio pensa di essere un Dio… Ma quale Dio? Un uomo vero… è un Dio a letto…E avanti di questo passo. Piero, sono convinto di aver fatto la più grande cretinata della mia vita” Il Dott. Piero cercò di dare il suo aiuto morale al Collega… In realtà pensava ai fatti suoi. Pensava a Floriana. Al sogno nel quale Floriana entrava nel suo appartamento vestita da sposa… Il Dott. Piero decise istante. Telefonò in Ufficio. Chiese una settimana di ferie. Comprò una canna da pesca con relativi ammennicoli e si recò sulle rive del fiume Ticino a pescare… Tanto – pensò – aveva ragione una vecchia canzone… “qualunque cosa fai … pesci in faccia prenderai” - Questo è il racconto 623, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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VIA MONTE NAPOLEONE
A MILANO
di
Teresa Ramaioli
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MENEGI53...
E
IL RACCONTO DI ADELAIDE
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LA RICETTA
DI
ANNAMARIA
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