dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 19/05/2014
ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO DI SANDRO BOTTICELLI
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MENEGI53...
E
IL RACCONTO DI BOTTICELLI
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Venerdì
Claudio (412)
Uno dei momenti traumatici nella vita di una persona è sicuramente quello del pensionamento. Coloro che vi sono passati lo sanno e hanno una loro storia da raccontare. Anche per Claudio, sessantacinque anni… un anno fa, è stato così. Dopo aver seguito per mesi la sua pratica di pensione presso il Patronato di fiducia, era giunto al “fatidico momento”… il momento di dire addio al lavoro… all’Ufficio a Milano. Finché non arriva la “fatidica data” sembra tutto facile… Quando arriva, invece… non è facile più nulla. Claudio aveva lavorato a Milano tutta la vita, ma aveva continuato ad abitare a Pavia. Per tantissimi anni, l’impiegato Claudio si alzava tutti giorni alla stessa ora. Prendeva lo stesso treno. Scendeva alla Stazione Centrale e poi… via in Ufficio. Alla sera “gioco inverso”… Pavia come città rifugio. Detta così la storia di Claudio sembra una delle tante …invece, no. Claudio non si era mai sposato… ma, sul treno ha avuto un “amore segreto” …Giovanna… Giovanna di Pavia. Qualche lettore dirà… “e dove sta la novità?”. Giovanna aveva la stessa età di Claudio. Lavorava nell’Ufficio accanto a quello di Claudio… e per anni prendevano lo stesso treno… sia al mattino, sia alla sera. Hanno viaggiato sempre insieme. Coloro che li vedevano insieme pensavano… che fossero “morosi” invece, no. Giovanna era sposata senza figli. Abitava a Pavia e non aveva alcuna intenzione di lasciare il marito. Tuttavia, quando viaggiava, faceva in modo che il posto vicino al suo fosse riservato a Claudio. Un anno fa, anche Giovanna è andata in pensione (stesso giorno di Claudio). E quel giorno si dissero… che non si sarebbero più incontrati e rivisti. Giovanna abitava a un capo di Pavia… Claudio al capo opposto. Ma come è possibile troncare un’amicizia così, solo perché si va in pensione?. Il giorno dopo aver lasciato il lavoro… aver cessato di prendere il solito treno al mattino… Claudio cadde in depressione. Si sentì perso. Sentiva la mancanza delle chiacchierate con Giovanna. Giovanna, però, era stata drastica. Niente più parole, niente più contatti visivi o telefonici. Per una settimana Claudio non uscì di casa… tranne che per recarsi al vicino Supermercato per la spesa… Poteva continuare così? Un vecchio detto diceva che “l’uomo non vive di solo pane… “ ha bisogno di qualcos’altro. Di rapporti sociali, di amicizie, di confidenze, di chiacchiere insomma. Una notte Claudio ebbe un incubo. Si trovava in Piazza della Vittoria a Pavia in mezzo a tantissima gente. Ad un certo punto si sentì mancare e chiese aiuto… Si mise ad urlare, ma nessuno delle persone che gli erano vicino ascoltava. Anzi, l’ignoravano del tutto. L’incubo ebbe termine solo al mattino quando la sveglia si mise a suonare al solito orario. Claudio si rese conto che doveva prendere una decisione. Riprendere il treno del mattino… che portava a Milano. Così ha fatto. Per una settimana Claudio ha preso il treno tutti i giorni. Faceva un giro a piedi in Piazza del Duomo e poi tornava a Pavia. La settimana successiva … tre volte. La terza settimana due volte… sempre facendo il giro in Piazza del Duomo. E così per le settimane successive. Un giorno, Claudio, si trovava in piazza del Duomo. Stava facendo quattro passi. Guardava qua e là. Ad un tratto vide una donna dimessamente vestita seduta sui gradini davanti al Duomo. La riconobbe. Era Giovanna. “Cosa fai tu qua?” La donna si mise a piangere. “Mio marito mi ha lasciata. Non vuole più vedermi. Basta. Tutto finito.” Claudio si sedette accanto a lei senza pronunciare parola… Da quel giorno, Claudio e Giovanna, tutte le mattine, aspettavano il solito treno. Salivano. Si sedevano una accanto all’altro …e chiacchieravano… come avevano fatto per tanti anni. - (412)
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PENSIERI SPARSI DEL 19 MAGGIO 2014
“Nella vita l’amore non è tutto (forse)…
Senza l’amore…
la vita non è niente (o quasi)”
Dino
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19 MAGGIO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 19 maggio 2014 – Lunedì - ore 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Lunedì
625
I racconti di Primavera
La nascita di Venere di Sandro Botticelli
Chi è che non conosce Sandro Botticelli (1445 – 1510)? Il grande pittore che da solo ha realizzato il concetto di bellezza nell’espressione più alta concorrendo a quell’ideale estetico unico e inconfondibile della Firenze quattrocentesca? Un ideale che non ha uguali al mondo? Per Sandro Botticelli servono solo alcune sue opere: “la nascita di Venere” e “Allegoria della Primavera” (vedi su Google le immagini). Il Dott. Daniele, cinquant’anni, Dirigente di una Agenzia Commerciale di Milano, abitante a Pavia, era innamorato di Botticelli. Ogni anno si recava a Firenze esclusivamente… per ammirare le opere di Botticelli. Per camminare nelle vie e nei luoghi di Firenze dove il grande Pittore è vissuto lasciando il segno del suo passaggio. Si, perché si fa presto a dire “passaggio”, ma è proprio lì il segreto. Il segreto del passaggio… Proprio quello che il Dott. Daniele voleva scoprire. Il Dott. Daniele poteva permetterselo. Era ricchissimo di famiglia. Era scapolo. Viveva in una delle più belle e lussuose ville di fine ottocento di Pavia. Una di quelle ville ideate e rifinite in modo stupendo. Con quel inconfondibile fascino misterioso degli stucchi e dei colori che da soli lasciano perplessi. Il Dott. Daniele era tutt’uno con la sua Villa… Villa con abbaino (non si può parlare di mansarda perché è un’unica stanza sporgente sopra al tetto come fosse una piccola torre con vetrate sui quattro lati). Un abbaino che sembra una mano aperta protesa verso il cielo. Come dire… “attraverso questa mano abbraccio tutto l’universo”. Infatti, il Dott. Daniele, parecchie notti l’anno le passa osservando il cielo col suo telescopio ultimo modello…. E Botticelli? Già. Non sembra vero. Un anno fa, il Dott. Daniele ha scoperto che per capire le opere di Botticelli… bisogna guardare il cielo. Il cielo nelle varie stagioni dell’anno… Specialmente in Primavera. Quando una persona possiede una vasta cultura si rende conto che nel mondo tutto è connesso… Non esiste nulla di slegato, di isolato rispetto al tutto … Ogni cosa è interdipendente ad altre. Studiare solo un aspetto… è l’errore più grande che uno studioso possa fare. Botticelli insegna che per arrivare alla “Nascita di Venere” bisogna passare attraverso il cielo… E’ lì che si trova l’origine del mistero… in quel continuo rinnovarsi della vita. Il Dott. Daniele, un anno fa, dopo molti studi e passione per Botticelli, si è sentito solo… solo ad ammirare le bellezze del suo Pittore preferito. Non aveva nessuno con cui parlare , confrontarsi, dialogare… La solitudine è originata dalla mancanza di comunicazione. Il Dott. Daniele parlò con il suo Psicologo di Fiducia, il Dott. Felice. Questi sapeva di aver a che fare con una mente complessa. Ascoltò il cinquantenne poi, espresse il suo pensiero. “Dott. Daniele. Comprendo i suoi problemi, ma non ne farei un dramma. Quando una persona non ha i problemi del vivere quotidiano … si crea i problemi del benessere. L’uomo senza problemi non esiste. Lei, Dott. Daniele è affascinato dalla “Nascita di Venere” di Botticelli e non riesce a spiegarsi il perché. Non c’è che una soluzione… innamorarsi di una Venere vera, reale… di una donna in carne ed ossa. Solo così comprenderà il mistero che ruota intorno alla “Nascita di Venere”. Siccome anch’io sono un ammiratore di Botticelli… le posso dire che il grande Pittore, in tale quadro, ha raffigurato l’equivalente della “contemplazione della donna”… un sogno immortalato dall’artista. La donna vera, invece, è molto più complessa, enigmatica, incomprensibile. Eppure, è proprio attraverso quell’enigma che è possibile conoscere la verità” Il Dott. Daniele non aveva bisogno di molte parole. Fece una ricerca sui Internet tra le studiose ricercatrici dell’opera di Botticelli. Trovò la donna che faceva al caso suo. Una studiosa francese di nome Helen, abitante a Milano. Quando ebbe il primo incontro il Dott. Daniele si rese conto di essere finito “nelle mani del Destino”. Helen aveva trent’anni, alta, bionda, capelli lunghi sciolti, occhi azzurri, gambe da fine del mondo. Per il Dott. Daniele è stato come avere davanti la “Nascita di Venere” di Botticelli in carne ed ossa. Se il quadro del sommo Pittore rappresentava il sogno, la contemplazione … Helen era la “copia” reale del quadro. Daniele e Helen erano fatti uno per l’altro. Parlavano lo stesso linguaggio… avevano uno stesso fine: scoprire il mistero. Un anno fa, Helen era nella Villa di Pavia. Un giorno di maggio, Daniele propose a Helen di passare una notte nel suo “abbaino” a studiare le stelle per capire Botticelli… Helen accettò. Non c’era nulla di strano. Erano due studiosi che cercavano le strade per ampliare il proprio sapere. La notte era chiara e le stelle brillavano in cielo. Ad un tratto Helen si sentì caldo, molto caldo. Chiese a Daniele se poteva togliersi i vestiti. Helen, rimase nuda come mamma l’aveva fatta… Gli occhi del cinquantenne Daniele non avevano altro da guardare se non la bellezza assoluta di Helen… il sogno diventato realtà. E’ stata Helen ad attrarre irresistibilmente Daniele, il quale si sentì un po’ impacciato all’inizio. Poi, comprese … che se voleva sopravvivere doveva dichiarare la propria “incapacità a comprendere l’enigma donna” - Questo è il racconto 625, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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IL ROSETO DI VILLA REALE
A MONZA
di
Teresa Ramaioli
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PAPERINOPA 1974...
E
LA BUONA GIORNATA
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