dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 29/05/2014
ANNAMARIA ...
E
L'AMORE PER SEMPRE
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MADDALENA ...
E
IL TANTO ARGENTINO
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I TRULLI DI ALBEROBELLO
di
Annamaria Mennitti
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MANFREDONIA
di
Annamaria Mennitti
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Lunedì
Renata e Donato (422)
In epoca di crisi, le persone diventano intraprendenti. Un anno fa, Renata, trentenne, impiegata presso un Ufficio Pubblico a Milano, ma residente a Pavia, si rese conto che nella vita “non bisogna mai dormire sugli allori”… ma essere sempre pronti ad ogni evenienza. L’uomo della sua vita non era ancora apparso all’orizzonte e Renata, contava i giorni… non gli anni. Infatti, il calendario non perdona. “Quello che non hai fatto ieri… oggi, non lo puoi fare più”- diceva un “vecchio maestro di scuola”, ormai passato a miglior vita. Allora, però, la Scuola non aveva “l’ansia” dei giorni nostri, dove (ragazzi e ragazze) vengono “messi” su un “nastro trasportatore” e catapultati … all’Università. Allora, (all’epoca del maestro passato a miglior vita) a dodici, tredici anni, i ragazzi e le ragazze avevano “la frenesia di imparare un mestiere, di guadagnarsi il pane quotidiano”. La trentenne Renata, un posto l’aveva già conquistato… Era il compagno della vita (l’uomo) che le mancava. Tuttavia, l’impiegata non si lasciava sfuggire alcuna possibilità. Come fare? Un anno fa, si accorse che a Pavia era scoppiata “la mania dei camminatori”. Decise di buttarsi nella mischia. Camminare fa bene alla salute… a tutte le età. Renata, però, voleva qualcosa di speciale, di unico, di irresistibile. Dopo aver aderito ad un “gruppo spontaneo” che si ritrova la domenica mattina al Ponte Coperto di Pavia, fece amicizia con il signore cinquantenne che i componenti il “gruppo” chiamavano “il Presidente”. Era, un signore alto quasi due metri (1e93 per la precisione), fiero della sua statura, sguardo bonario … come fosse un buon padre di famiglia. Infatti, il Presidente, (che si chiamava Donato), cinquantenne, scapolo, considerava il gruppo dei camminatori della domenica… “la sua famiglia”. Erano dieci anni che portava “in giro” le persone lungo le strade dei paesi fuori Pavia. Alcuni erano “veterani” ancorati al “gruppo” dal suo nascere… Altri avevano intrapreso altre attività. Renata, invece voleva capire cos’era “un gruppo”. Il Signor Donato è stato ampio di spiegazioni. Il Presidente, però, aveva capito che Renata era alla ricerca di qualcosa. (oltre che dell’uomo della sua vita). L’impiegata cercava qualcosa di più coinvolgente. Una domenica, Renata propose al Signor Donato di mettere in piedi un Blog che facesse da punto di riferimento del “gruppo”. Un Blog che raccogliesse le domande e le esperienze dei “camminatori della domenica”. L’idea piacque “al Presidente” il quale non si era mai cimentato in un Blog. E’ stato allora che Renata ha fatto da “maestra”… non solo a Donato, ma a tutti coloro che si ritrovavano alla domenica mattina al Ponte Coperto di Pavia. Camminare fa bene alla salute…Anche il Blog è un allenamento continuo della mente. Infatti, i componenti il “gruppo”, con il Blog, avevano la possibilità di sentirsi collegati con il Signor Donato, il Presidente, in ogni momento della settimana. Esprimere le loro opinioni, suggerimenti, proposte, esperienze. In brevissimo tempo Renata, oltre al lavoro dell’Ufficio, aveva trovato un “posto di Segretaria nel gruppo camminatori (pavesi) della domenica”… e sempre a contatto con il Presidente. Il Signor Donato, non era molto amante del computer e aveva trovato in Renata una efficientissima Segretaria. Da che mondo è mondo, però, il “fuoco… fa incendiare la paglia”…Il Presidente Donato, cinquantenne, scapolo, alto 1e93, sentì sempre più il bisogno di Renata… la quale non attendeva altro. Un giorno, il viso di Renata sfiorò quello di Donato e scattò “la magica scintilla dell’amore”… Più che “una scintilla” è stato l’enorme “scoppio di un fuoco d’artificio”. ….”- (422)
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29 MAGGIO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 29 maggio 2014 – Giovedì 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Giovedì
635
I racconti di Rimini
Raffaella e il tango argentino
E’ noto che basta cambiare località per sentirsi diversi, espansivi, reattivi …e, magari, pensare ad un colpo di vita. Se poi, una persona si trova a Rimini per un Meeting dei Blog di Libero… tutto diventa facile. Raffaella, bellissima cinquantunenne, proveniente da Treviso, città dal forte carattere veneto … aveva, una passione: il tango argentino. Un anno fa, Barbara, dinamica organizzatrice del Meeting ne era a conoscenza. Sapeva come essere di aiuto. Era venuta a sapere che, nei giorni del Meeting si sarebbe svolto a Rimini una Serata di Ballo Argentino con un Concorso ad hoc per la migliore coppia partecipante. Barbara ci aveva pensato. Aveva deciso di parlarne con Raffaella al suo arrivo nello splendido Hotel del Meeting. “Raffaella, non so se ti può fare piacere. E’ sabato ed è serata libera… C’è un’occasione per te. Questa sera si svolge al “Salone della Margherita” una Serata di Ballo Argentino. Ho pensato di proportelo come diversivo. Quindi puoi approfittarne. Fatti onore” Cosa c’era di più simpatico di una simile proposta? Raffaella ne è rimasta entusiasta. Era da parecchio tempo che non aveva avuto una simile occasione. Partecipare ad un Concorso di Ballo Argentino è sempre emozionante. Perché rinunciarvi? Rimini è sempre Rimini. Città dai mille volti, dalle infinite trovate. Quando una città è al centro del crocevia del turismo internazionale… le sorprese non mancano mai. Dopo la proposta di Barbara, Raffaella era andata in estasi. Prese subito contatto con l’Organizzazione del Concorso per conoscere le modalità di partecipazione. Il Ballerino che completava la coppia veniva sorteggiato tra gli uomini iscritti al concorso. Questo aveva un “non so che” di mistero… di “mano del Destino”. La Dama, invece, doveva procurarsi il costume adatto alla Serata secondo i propri gusti. A Rimini non manca nulla. Un anno fa, Raffaella si è recata in un negozio specializzato per affittare il costume di scena… Scelse il vestito che meglio rispondeva al suo spirito allegro, vivace ed eccentrico. Bastava guardarla in viso per rendersi conto che Raffaella sprizzava gioia di vivere da tutti i pori della pelle. Inoltre era da tempo che la cinquantunenne pensava ad “suo” uomo…un uomo “speciale”, capace di farle perdere la testa. Il tango argentino è una componente importante. Se una donna non perde la testa nel vortice del tango… quando dovrebbe perderla? Il tango argentino è fatto apposta per creare atmosfere particolari, emozioni uniche. E’ un ballo sensuale durante il quale i componenti la coppia si comunicano il reciproco desiderio dell’amplesso. Il ritmo del tamburo segna il passo… ed è come il martellamento dei sensi. Quel cercarsi continuo… quel fingere di trovarsi … quel ricominciare a cercarsi. L’aspetto passionale del ballo è manifesto nei movimenti. E’ la passione stessa che diventa ritmo… sguardi… abbandoni. Raffaella lo sapeva. Se avesse incontrato il ballerino adatto avrebbe dato il meglio sé. Così è stato. Il Destino ha scelto Ricardo… un ballerino sudamericano che nell’aspetto e nei movimenti sembrava un Dio greco. Al ballo poi è subentrata la simpatia. Raffaella si è messa volteggiare leggera come l’aria mossa da una musica insistente Alla fine Raffaella e Ricardo hanno vinto il primo premio. Come festeggiarlo? A notte fonda, un anno fa, a Rimini c’era un solo luogo dove festeggiare al vittoria: la spiaggia. Quell’infinita distesa di sabbia finissima… dove è possibile abbandonarsi al sogno. A spingere al sogno… sono le stesse onde del mare che, lente, giungono a riva. Lambiscono la sabbia. L’accarezzano. E’ come se l’acqua del mare baciasse la sabbia… e la facesse sua . Raffaella e Ricardo non potevano rimanere indifferenti ad un simile spettacolo. Si abbracciarono… ed iniziarono a ballare. Passi lenti… misurati… Dal balconcino dell’Albergo in cui risiedeva, Barbara guardava la spiaggia. L’alba stava per nascere. Ad un tratto notò in lontananza… un uomo ed una donna che ballavano sulla spiaggia. Figure evanescenti che si muovevano in controluce al ritmo di un tango argentino…
La notte stava per finire… La lunga notte di Rimini, un anno fa. La notte stava per finire… e dare spazio ad un nuovo giorno di luce. - Questo è il racconto 635, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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IL PAESE DEI CAMPANELLI
di
Teresa Ramaioli
Il paese dei campanelli----In un’immaginaria isola olandese è ambientato il Paese dei Campanelli. Questo nome è dovuto dal fatto che su ogni casa c’è un piccolo campanello. La leggenda narra che se una moglie tradisce il marito, il campanello della casa in questione suonerà e tutti verranno a sapere quello che è successo. Anche se nessuno li ha mai sentiti suonare, gli abitanti non hanno il coraggio di dimostrare il contrario. Tutto, nel paese dei campanelli, resta tranquillo fino all’arrivo di una nave militare inglese, costretta all’attracco nel porto dell’isola da un incendio sviluppatosi a bordo. Gli ufficiali scendono a terra e… accade l’inevitabile! Hans, il comandante, fa suonare il campanello con Nela, Tom lo fa suonare con BonBon e La Gaffe, per un imperdonabile errore, con Pomerania, la donna più brutta del paese. La Gaffe purtroppo combina un’altra gaffe arrivano sull’isola le mogli degli ufficiali e, senza colpa, rifanno suonare i campanelli con mariti di Nela, BonBon, Elena e Pomerania. La leggenda narra che se un giorno ogni cento anni i campanelli resteranno muti, non suoneranno mai più. TUTTI sono avvertiti, nessuno vuole trasgredire, ma c’è La Gaffe che, suo malgrado, riesce a rovinare tutto. Gli ufficiali ripartono con le mogli e sull’isola per altri cento anni esisterà ancora l’incubo dei campanelli. Ciao Teresa
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