Messaggi del 04/06/2014

ANNAMARIA ...E L'ARTE DI FARE ARTE

Post n°13866 pubblicato il 04 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

L'ARTE DI FARE ARTE

annamariamennitti
annamariamennitti il 04/06/14 alle 14:34 via WEB
La fotografia potrebbe essere anche un ritratto ,no quella istantanea ,anche i bambini ci riescono ,parlo delle foto per tessera vengono fatte con pellicole nella camera oscura, verranno svilppate appena pronte con una matita ben appuntita fanno il viso bello liscio e senza rughe e se è il caso accorciano anche il naso qualora fosse storto ci vuole sempre una mano esperta ,anche una donna di cento anni direbbe "COME sono giovane" ..anche quest'ultimo potrebbe ...essere definito un artista ,ma non ..credo ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 04/06/14 alle 18:06 via WEB
Ciao Annamaria - hai ragione. La fotografia potrebbe essere anche un ritratto... ma... L'arte è l'arte, è qualcosa di molto diverso. Bel commento. Dino
(Rispondi)

 
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ANNAMARIA ... E IL RITRATTO

Post n°13865 pubblicato il 04 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

IL RITRATTO

annamariamennitti
annamariamennitti il 04/06/14 alle 14:17 via WEB
Un vero artista non prepara prima uno schizzo ,ma deve studiare la persona che ha di fronte nei vari atteggiamenti e dopo metterli in pratica a suo tempo e suo piacimento Il ritratto è un opera artistica non è un movimento meccanico,è un interpretazione dell'artista secondo il proprio gusto Il pittore per far si che Michela si facesse rivedere ha trovato un pretesto secondo lui buono ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 04/06/14 alle 18:02 via WEB
Ciao Annamaria - hai ragione. Il Pittore Norberto ha trovato il pretesto giusto. Ritornerà Michela a farsi fare il ritratto? Dino
(Rispondi)

 

 
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AN520...E LE PERSONE

Post n°13864 pubblicato il 04 Giugno 2014 da dinobarili
 
Tag: an520

AN520...

E

LE PERSONE

an520
an520 il 04/06/14 alle 10:25 via WEB
a me basterebbe fossero uguali il giorno dopo!
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 04/06/14 alle 17:59 via WEB
Ciao Anna - bell'idea la tua. Purtroppo non è così perché non sono uguali al giorno precedente. Dino
(Rispondi)

 

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°13863 pubblicato il 04 Giugno 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“Dice un antico proverbio russo:

L’amore per essere “sapiente”

 non ha bisogno

di frequentare l’Università”

Dino

 

 

 
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GIACINTO racconto (428) di Dino Secondo Barili

Post n°13862 pubblicato il 04 Giugno 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

racconto della Domenica

Giacinto (428)

Il Prof. Giacinto, Docente di Lettere in un Liceo milanese stava attraversando un periodo “nero”. Cinquant’anni ben portati, una conoscenza della materia (Dante in particolare) di cui andava orgoglioso, lo stipendio sicuro… (non era proprio così “nero” come il lettore potrebbe pensare). Il problema vero di Giacinto…erano le donne. A cinquant’anni era ancora scapolo (anzi, single) e questo poteva “non essere” un problema … Il fatto è che il Professore, non poteva fare a meno delle donne. Ne era attratto. Erano il suo chiodo fisso. Il cinquantenne, però, si era fatto una cattiva fama presso il gentil sesso. Nessuna donna, dopo aver saputo che era il Prof. Giacinto, voleva uscire… nemmeno per caffè al Bar. Quando una persona si trova in un “vicolo cieco”… cerca tutte le possibili scappatoie per uscirne. All’apparenza, il Professore sorrideva sempre, aveva parole gentili con tutti… Dentro di sé, però, si mangiava il fegato. Pensò di rivolgersi ad un suo amico Psicologo, il Dott. Martino, il quale lo sottopose a parecchie “sedute”. L’amico Psicologo, alla prima seduta andò subito al sodo. “Giacinto, non per sapere i tuoi affari, ma cos’è che ti ha portato ad avere una così cattiva fama presso le donne?” Il Docente di Lettere aveva bisogno di “liberarsi la coscienza”. Partì come un proiettile. “Vedi Martino. Le donne sono il sogno della mia vita. Per loro non so cosa farei… Il fatto è che hanno un modo di fare che mi mette a disagio ed io reagisco. Ti faccio un esempio. Io, mi avvicino ad una donna che mi piace. Sono attratto dal suo fisico, dai suoi capelli, dal suo viso, dai suoi occhi, dalla sua bocca, dalla sua voce… Pensi subito di aver trovato la persona giusta, la donna ideale. Cominci a sognare… a vederla accanto a te, sempre sorridente, gentile, disposta a dialogare, a parlare delle cose di casa… senza trasformarle in “dramma”. Il mio desiderio è di poter parlare d’amore, di poesia, d’arte… Invece, dopo un po’…(dopo che “lei” pensa di averti “ingabbiato”)… la donna che hai lungamente atteso, sognato, desiderato… comincia a farti domande, con chi sei stato, dove, che cosa hai detto, che cosa hai fatto… A quel punto, cerchi di essere convincente… cioè, raccontare i fatti della vita quotidiana. Invece, no. La donna che credevi disposta a dialogare, a parlare d’amore, si trasforma in un “gendarme”, in un “giudice” il cui scopo è… limitare la tua libertà. La libertà di incontrare gli amici con i quali parlare di tutto. Non parliamo poi, se viene a sapere che tra gli amici… ci sono anche le amiche. Allora si… che comincia l’immancabile sospetto che tu hai una doppia vita… con chissà quali relazioni. A quel punto, il rapporto comincia a diventare una “camicia di forza”. Un modo di sentirti in prigione… una prigione senza sbarre… ma sempre “prigione”. Allora non c’è che una soluzione. Battere in ritirata… prima che sia troppo tardi. Se una donna si comporta così… quando non è ancora sposata… immaginarsi, il giorno, in cui diventa moglie.” Il Dott. Martino prese nota, ma non disse nulla. Pose, però, una nuova domanda. “Allora, secondo te, Giacinto una delle crisi della coppia di oggi, pensi sia dovuta all’eccessiva vocazione della donna a condizionare l’uomo in tutti i suoi movimenti e pensieri?” Il Professore di Lettere si incendiò. “Martino, ti dico solo una cosa. La tendenza della donna è di mettere “psicologicamente” in crisi l’uomo, nel suo modo di pensare e di agire, mettendo in discussione tutto ciò che fa e dice. Quando un uomo si sente sul “banco degli imputati” in ogni momento della giornata… non ha che una alternativa … cercare la donna giusta. Ma, quella “donna”, forse, esiste solo nel mondo dei sogni….” (428)

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°13861 pubblicato il 04 Giugno 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buon Giovedì...a tutti"

DIARIO CORALE

 del

5 giugno 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 4 GIUGNO 2014

Post n°13860 pubblicato il 04 Giugno 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 4 GIUGNO 2014

“Le persone

non sono mai uguali

 a quelle del giorno prima”

Dino

 
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MICHELA E IL RITRATTO racconto (641) di Dino Secondo Barili

Post n°13859 pubblicato il 04 Giugno 2014 da dinobarili
 

4 GIUGNO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 4 giugno 2014 – Mercoledì 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Mercoledì

641

I racconti di Rimini

Michela e il ritratto

Il fascino di Rimini varia secondo le località di provenienza delle persone. Un anno fa, se ne rese conto Michela, bellissima trentaseienne proveniente da Torino. Era appena partita in treno dalla sua città quando si trovò seduta accanto ad un Signore sui cinquant’anni dal fascino particolare. Quando i posti sono assegnati da un computer delle Ferrovie non è possibile negare la mano del Destino. Il Signore colse la prima occasione per aprire il discorso. “Oggi, è una bella comodità salire sul treno ed avere il posto assegnato…” Michela non aveva voglia di parlare, ma non poteva apparire sgarbata. Rispose in modo gentile e vago insieme.”Vero. Proprio vero” Il Signore comprese che Michela non aveva voglia di dare confidenza. Il Signore, però, continuò per la propria strada. Estrasse dalla cartella che teneva sulle ginocchia una serie di ritratti fatti a mano libera… Li mostrò a Michela e ne chiese il giudizio. Questa volta la trentaseienne non poteva evitare il dialogo. I ritratti erano veramente belli, speciali. “Complimenti. Li ha fatti lei?” Questa volta il Signore si presentò. “Sono il Pittore Norberto. Il suo viso ha attirato la mia attenzione fin dal primo momento in cui l’ho vista su questo treno. Ecco perché le ho chiesto il giudizio. Il suo volto mi ricorda quello di alcune Principesse ritratte nei quadri esposti in parecchie nobili e antiche case di Torino. Quelle che vantano un passato di parecchi secoli… ricche di storia e di storie” Michela non poteva più sfuggire. Effettivamente nelle vene della bellissima trentaseienne scorreva sangue che aveva una lunga storia. Un suo antenato era francese ed aveva vissuto le vicende della Rivoluzione. Una sua antenata svizzera di lingua tedesca aveva una storia interessante. Con un simile passato Michela era sensibile a tutto ciò che sapeva d’arte …ed in particolare di ritrattistica. Già. Un conto è l’arte… e un altro è la ritrattistica. Nella ritrattistica entrano in gioco non solo l’arte del pittore che esegue l’opera, ma la personalità del soggetto ritratto. Inevitabile, quindi, che il Pittore Norberto, nell’allacciare il discorso, avesse un fine. Infatti. “Mi piacerebbe conoscere il suo nome prima di chiederle il perché della domanda” La trentaseienne si incuriosì. “Michela, mi chiamo Michela… perché me lo ha chiesto?” Il Pittore Norberto ringraziò e ne spiegò il motivo. “Il mio lavoro è quello di ritrarre volti… specialmente volti di donna. Non tutti i volti… però. Solo quelli che mi trasmettono qualcosa di particolare. Il suo, per esempio, è interessantissimo. Non serve spiegare il perché. Mi piacerebbe, invece, che si lasciasse ritrarre” – “Quando?” chiese Michela. “Anche adesso se vuole… ma non mi dica se tra un ora o due ore… Lei è diretta a Rimini come lo sono io” Da quel momento Il Pittore Norberto tacque… La sua mente cominciò a vagare come se stesse cercando qualcosa. Per raggiungere Rimini da Torino ci vogliono parecchie ore di treno. La carrozza era al completo e ogni viaggiatore cercava di ingannare il tempo. C’era chi leggeva e chi chiudeva gli occhi come se stesse dormendo. In treno è difficile dormire. Michela non dormiva. Osservava i movimenti del Pittore Norberto. Cercava di capire per quale ragione le avesse chiesto di ritrarla. In tutti gli atti della vita c’è sempre un perché. A pochi chilometri da Rimini, il Pittore Norberto estrasse un foglio da disegno. Lo appoggiò su una tavoletta rigida e con un carboncino tracciò alcuni segni. Non erano un vero e proprio volto, ma c’erano chiari i lineamenti del viso di Michela. Il Pittore Norberto si scusò. “Michela, questo è solo l’inizio di un percorso… Se vuole un giorno avrà un suo ritratto, ma mi serve ancora un po’ di tempo. Potremmo vederci nel mio Studio? Questo è il mio biglietto da visita” Michela prese il biglietto da visita e non disse nulla… ne si ne no. Anche lei doveva pensarci. Giunta all’Albergo dove era fissato il Meeting dei Blog di Libero, parlò di quanto accaduto sul treno alla Dott. Barbara la quale espresse la sua teoria. “Michela, un ritratto non è una fotografia. Per fare una fotografia basta un clic… per un ritratto ci vuole uno studio della personalità … Inoltre, non sempre l’artista e la persona ritratta entrano in simpatia l’un l’altro. Forse, quel ritratto è solo all’inizio… l’inizio di una lunga storia. Devi sapere tu quale “taglio dargli” In fondo, ogni persona ha il “suo ritratto”… come vede sé stesso o sé stessa… L’Artista è solo colui che cerca di “carpirne l’anima”. - Questo è il racconto 641, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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IL PARCO DI MONZA di Teresa Ramaioli

Post n°13858 pubblicato il 04 Giugno 2014 da dinobarili
 

IL PARCO DI MONZA 

di

Teresa Ramaioli

MONZA---Il Parco di Monza fu istituito il 14 settembre 1805 per volontà dell'imperatore Napoleone con lo scopo di farne una tenuta agricola modello e una riserva di caccia. La costruzione iniziò nel 1806, per volere del viceré Eugenio di Beauharnais, sui terreni a nord della Villa e dei Giardini Reali voluti da Maria Teresa d'Austria già nel 1777. Da un documento epistolare la madre Giuseppina Bonaparte chiede al figlio Eugenio di costruire un parco più grande di quello di Versailles. Il desiderio verrà esaudito: infatti mentre Versailles occupa un area di 250 ettari, il Parco di Monza sarà di ben 700 ettari.. Nel settembre del 1805 viene emanato un decreto imperiale per la costruzione del parco nel territorio monzese, allo scopo di farne una tenuta agricola modello e di caccia. In quegli anni Luigi Canonica, di origini svizzere, già allievo del Piermarini, era architetto "Nazionale" della corte francese e così venne incaricato della progettazione dell'opera. Il nuovo Parco, si estende verso Nord, quasi a lambire i primi rilievi collinari brianzoli. Vengono comprati i terreni, vasti circa 5 kmq, dai proprietari locali L'acquisizione dei terreni avviene in tre riprese, dal 1805 al 1808, procedendo subito dopo alla costruzione del muro di cinta, utilizzando i resti delle mura medievali della città. Intorno al 1808 il Parco di Monza diventa così il più esteso parco cintato d'Europa, con un muro di recinzione lungo 14 km. All'interno della cinta muraria furono compresi campi agricoli, strade, cascine, ville e giardini preesistenti e ora facenti tutti parte del complesso. Ciao Teresa

 
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MADDALENA ... E IL RACCONTO DI LEONELLA

Post n°13857 pubblicato il 04 Giugno 2014 da dinobarili
 

MADDALENA ...

E

IL RACCONTO DI LEONELLA

maddamark
maddamark il 03/06/14 alle 18:58 via WEB
Ciao, mi hai fatto tornare in mente i sette colli di Roma!! Appena possibile mi rinfrescherò la memoria.Rimini, da Roma, non è dietro l'angolo e se la torta doveva essere assaggiata da tutti quanto doveva essere grande? Sicuramente l'avranno trasportata in tutta sicurezza.Brava Leonella l'impegno e l'inventiva sono sempre premiati. Ciao Maddalena
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 04/06/14 alle 08:34 via WEB
Ciao Maddalena - bel commento. Roma è sempre Roma... anche a Rimini. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 
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