Messaggi del 09/06/2014

ANNAMARIA ...E L'ATTICO DI DELFINA

Post n°13919 pubblicato il 09 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

L'ATTICO DI DELFINA

annamariamennitti
annamariamennitti il 09/06/14 alle 08:42 via WEB
Delfina cercava un uomo con i baffi, i gusti sono gusti,più che baffi desiderava attraverso i baffi un uomo virile autoritario forte A dire il vero i baffi piacciono specialmente quelli alla Brad Pitt ....c'è uun elogio anche per le donne "donna baffuta sempre piaciuta"solo perchè fa rima ....Insomma i baffi agli uomini vanno bene e finalmente Delfina è stata accontentata ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/06/14 alle 18:11 via WEB
Ciao Annamaria - Hai ragione. Delfina cercava un uomo con i baffi... Anzi con i baffetti... e magari con l'Attico, vista fiume Ticino. Dino
(Rispondi)

 

 
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ANNAMARIA ...E I MATRIMONI

Post n°13918 pubblicato il 09 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

I MATRIMONI

annamariamennitti
annamariamennitti il 09/06/14 alle 09:16 via WEB
Se l'Amore è vita perchè questi cinquantenni si decidono troppo tardi ,forse perchè studiano come la desiderano bella bionda occhi azzurri con due gambe la fine del mondo ,intanto metà vita passa senza vivere ....questi tipi di uomini sono solo complessati che si svegliano molto tardi , ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 09/06/14 alle 18:07 via WEB
Ciao Annamaria - Bel commento. Oggi, ci si sposa troppo tardi. Dicono che sia causa della crisi... Forse è il costume che è cambiato... o forse qualcos'altro. Dino
(Rispondi)

 

 
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FOGGIA di Annamaria Mennitti

Post n°13917 pubblicato il 09 Giugno 2014 da dinobarili
 

FOGGIA 

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 09/06/14 alle 11:12 via WEB
annamariamennitti il 20/12/13 alle 16:55 via WEB SCRITTO DA MANGANO Il Natale è un’occasione di pace, d’amore e di serenità. Quando l’atmosfera natalizia s’impradonisce di noi, tornano alla memoria i Le famiglie erano di tipo patriarcale: comprendevano i nonni, i genitori e i figli. Allora non c’era la TV e quando cominciava ad imbrunire noi ragazzi eravamo già tutti a casa. Le serate si trascorrevano ultimando i compiti scolastici o chiacchierando con i genitori e i nonni, tutti riuniti intorno al braciere di rame per scaldarci. Dal braciere, pieno di carbonella, ogni tanto si levava un profumo dovuto alle bucce d’arancia e mandarino che si mettevano sui carboni accesi per purificare l’aria. Quando parlo della Puglia mi riferisco a Foggia dove sono nato. In questa città il clima della festa cominciava ad avvertirsi già dal 13 dicembre per il falò tradizionale che ogni contrada accendeva in onore della Santa della luce. Enormi cumuli di legna erano incendiati al calar della sera. Lo scopo di questi falò era scaramantico e serviva a tener lontani malanni e problemi che affligevano
(Rispondi)

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°13916 pubblicato il 09 Giugno 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“Nella vita …

non esiste giorno senza sorpresa”

Dino

 

 

 
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VALENTINO racconto (433) di Dino Secondo Barili

Post n°13915 pubblicato il 09 Giugno 2014 da dinobarili

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

racconto del Venerdì

Valentino (433)

Ogni età hai suoi problemi. Coloro che “non” hanno un lavoro … lo  cercano. E, qualche volta, coloro che il lavoro l’hanno… desiderano cambiarlo. Un anno fa, Valentino, cinquant’anni, scapolo, impiegato presso un negozio di Abbigliamento di Milano, ma abitante a Pavia, si era stancato di fare il commesso. Non era “un commesso”… era un qualificato “Operatore Commerciale” presso uno dei Negozi più alla moda di Milano con una clientela (femminile) ai massimi livelli… Tuttavia, si era stancato. Voleva cambiare… cambiare lavoro. Ne aveva parlato con il Proprietario del negozio, il Signor Cesare, il quale era rimasto allibito. “Proprio tu vorresti cambiare mestiere? Con lo stipendio che prendi e le belle donne che vedi ogni giorno? Ma a te è proprio dato di volta il cervello…” Lo scambio di opinioni tra i due si era fermato perché Valentino cercava comprensione…mentre il signor Cesare “non” voleva perdere un Operatore come Valentino. Il giorno successivo era stato ancora il Signor Cesare a parlare con Valentino. “Dimmi quello che vuoi e ti aumento lo stipendio …subito.” Valentino si sentì disarmato. “Ma, non è lo stipendio il mio vero problema… E’ che da qualche tempo, mi sento solo… Ho bisogno di pensare.” Il Proprietario del negozio capì che Valentino stava passando un momento particolare, e certi momenti hanno bisogno di tempo. Un anno fa, dopo lo scambio di opinioni con il Signor Cesare, il cinquantenne aveva ritrovato una certa “tranquillità mentale”. La notte stessa, successiva alla proposta di aumento dello stipendio, però, ebbe un sogno. Stava dormendo tranquillamente nel suo letto quando, in sogno, sentì suonare il citofono del suo appartamento. Valentino, sempre in sogno, si precipita al citofono. Lo alza. Una voce femminile dice: “Sono Paola… nella tua cassetta delle lettere c’è un messaggio.” A quel punto Valentino si sveglia deluso. Il sogno si ripete sempre uguale... per sette notti. Passata una settimana, Valentino, cominciò a preoccuparsi. Ne parlò con il Signor Cesare del quale aveva una certa stima e confidenza. Il Proprietario del Negozio era un uomo sulla settantina, intelligente, con una lunga esperienza. Vista la situazione, il Signor Cesare, cercò di trovare una spiegazione logica al sogno ricorrente del suo migliore Operatore Commerciale. “Valentino, secondo me, tu hai preso “una sbandata” con qualcuna delle nostre clienti “alto locate”. Una di quelle che ritieni inavvicinabile e quindi… “un frutto proibito”. Non fartene un problema. Vedrai che passerà.” Valentino, si fece l’esame di coscienza. Nonostante le belle donne che frequentavano il negozio, non c’era “la donna proibita”. Cosa poteva essere? La notte stessa, Valentino ebbe nuovamente il sogno. La voce e le parole di Paola (la donna del sogno) erano cambiate. Diceva. “Valentino, questa mattina, prima di andare in Negozio… apri la cassetta delle lettere. Troverai un messaggio”. Il risveglio fu immediato. Il mattino successivo, Valentino aprì la “sua” cassetta delle lettere. Effettivamente c’era una lettera. Era del suo compagno di classe, Domenico, abitante sulla Riviera Ligure. La lettera di

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°13914 pubblicato il 09 Giugno 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buon Martedì ...a tutti"

DIARIO CORALE

del

10 giugno 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 9 GIUGNO 2014

Post n°13913 pubblicato il 09 Giugno 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 9 GIUGNO 2014

“L’amore è vita”

Dino

 
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GIANFILIPPO E DELFINA racconto (646) di Dino Secondo Barili

Post n°13912 pubblicato il 09 Giugno 2014 da dinobarili
 

9 GIUGNO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 9 giugno 2014 – Lunedì 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Lunedì

646

I racconti di Pavia

Gianfilippo e Delfina

Che cos’è un desiderio? E’ un sentimento di ricerca…che a volte dura anni. Almeno fino a quando tale desiderio/bisogno (perché di bisogno si tratta) non viene soddisfatto. Questo era appunto ciò che provava, un anno fa, Gianfilippo, un gagliardo cinquantenne, Commercialista a Milano, abitante a Pavia. Un anno fa… al compimento del suo cinquantesimo compleanno, aveva preso una decisione. Avrebbe, finalmente cercato la donna del cuore, la donna alla quale aveva pensato per tutta la vita. Fino a cinquant’anni, infatti, Gianfilippo si era dedicato al lavoro, anima e corpo. A Milano si era fatto la fama di Professionista serio e capace. Aveva organizzato un suo Ufficio di venti impiegate che avevano occhi e orecchie solo per lui, il Capo, il Dott. Gianfilippo. Questi, però, quando tornava nella sua casa a Pavia era solo… Solo nel suo lussuoso Attico affacciato sul fiume Ticino. Anche a Pavia, Gianfilippo aveva fatto le cose in grande. Più che un Attico, il suo lussuoso appartamento (ad una spanna dal cielo) sembrava una “reggia”(quadri ed opere d’arte di ogni genere)… e Lui, Gianfilippo, il Re… il Re Sole. A cinquant’anni, quel sentirsi soli, cominciava a pesargli. Un anno fa, cercava in tutti i modi di tornare tardi alla sera… e di partire presto al mattino… così (pensava il cinquantenne) per limitare il disagio. La verità, però, era un’altra. In Ufficio aveva assunto una nuova impiegata, La Dott. Delfina, trent’anni, alta, bionda, capelli lunghi che le inondavano la schiena, occhi azzurro mare… e gambe da fine del mondo. Il Commercialista Gianfilippo era ossessionato dalla gambe… Se non fosse stato perché era il Capo, il Professionista serio ed affermato, l’uomo che aveva sempre una risposta pronta, precisa, tecnicamente perfetta… avrebbe passato il suo tempo ad adorare… le gambe. L’essere Capoufficio, Capo “Assoluto”, il Responsabile di tutto… gli imponeva un inflessibile autocontrollo. Anzi, di più… perché, da quando la Dott. Delfina era entrata in Ufficio aveva sempre gli occhi addosso di tutte le venti impiegate. Bastava che Delfina rivolgesse lo sguardo al Dott. Gianfilippo …e tutte le venti impiegate erano su lei… come faine pronte a sbranarla se avesse fatto un passo falso. Anche il Dott. Gianfilippo sentiva di essere osservato. Era già accaduto dieci anni prima. Allora aveva quarant’anni. Aveva preso il discorso alla leggera con una nuova impiegata, Celestina… e si è visto rivoltare contro tutte impiegate dell’Ufficio. E Celestina, la nuova impiegata, era stata costretta a dare le dimissioni e andarsene. Ora, se il Dott. Gianfilippo voleva tenersi la Dott. Delfina non doveva sbagliare. Inoltre, Delfina era il tipo di donna che il cinquantenne aveva sempre sognato e desiderato. Un anno fa, il Dott. Gianfilippo, dopo aver assunto la Dott. Delfina, aveva cominciato ad avere un sogno ricorrente. Appena si addormentava nel suo lussuoso Attico, iniziava il sogno… Veniva svegliato da un rullo di tamburi. Davanti ai suoi occhi appariva una processione… Un interminabile susseguirsi di cavalli e carrozze… dame e cavalieri. Alla fine …su lussuosa carrozza scoperta trainata da quattro cavalli bianchi, vistosamente bardati a festa…c’era Delfina, splendida, spavalda, seducente. seduta su uno scranno d’oro. La Dott. Delfina… aveva un elegantissimo abito trasparente (si vedeva tutto o quasi). A quel punto il Dott Gianfilippo si svegliava di soprassalto…sudato e con un cerchione alla testa. Una, due, tre… cinque, sei, sette notti… tutte di seguito, sempre lo stesso sogno. Il cinquantenne cominciò a preoccuparsi. Aveva desiderato una donna, alta, bionda, capelli lunghi spioventi sulla nuda schiena, occhi azzurro mare, gambe da fine mondo… ma non così. Non come nel sogno (anche se ricorrente). La donna, Lui… Gianfilippo la voleva vera…in carne ed ossa… che parlava. Cosa fare? L’unica persona che poteva aiutarlo era il Dott. Felice, lo Psicologo più “in voga” di Milano. “Dott. Felice non ce faccio più. Ho un sogno ricorrente che mi perseguita…” E giù a raccontare il sogno nei minimi particolari. Il Dott. Felice aveva una risposta per ogni domanda e per ogni situazione. “Dott. Gianfilippo, per il suo caso non c’è che una soluzione: farsi crescere i baffitti…” Il Commercialista rimase scioccato. Pensava ad uno scherzo. “I baffitti? E perché? Io non ho mai portato i baffetti in vita mia. Li porto adesso che ho cinquant’anni?” – “E, si”-rispose candido il Dott. Felice – “La donne sono speciali nel riconoscere un “rubacuori”. Quando? Quando a cinquant’anni… un uomo si fa crescere i baffetti neri tipo Clark Gable… Le sue impiegate lo condanneranno perché ha perso la testa per una donna. Con i baffetti sarà un altro uomo, un “latin lover”, un avventuriero. In quel caso avrà campo libero per lanciarsi alla conquista della Dott. Delfina, alta, bionda, occhi azzurro mare, e gambe da fine del mondo… Le sue impiegate l’inciteranno nella conquista della sua Rossella O’Hara. Delfina, intanto, non vedrà l’ora di considerarla il suo Eroe… l’uomo dagli irresistibili baffetti da rubacuori.” Gianfilippo fece come suggerito dal Dott. Felice. In breve tempo si fece crescere dei baffetti neri, speciali. Le sue impiegate la presero come un affronto. Come uno schiaffo. Delfina si sciolse come neve al sole. Quando Gianfilippo e Delfina prendevano il sole nudi sull’Attico di Pavia, in riva al Ticino… la bionda dagli occhi azzurro mare ripeteva spesso … “Gianfilippo i tuoi baffetti neri … mi hanno conquistata … non posso più farne a meno” - Questo è il racconto 646, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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SAN GIOVANNI NEPOMUCENO di Teresa Ramaioili

Post n°13911 pubblicato il 09 Giugno 2014 da dinobarili
 

SAN GIOVANNI NEPOMUCENO 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 08/06/14 alle 19:55 via WEB
SAN GIOVANNI NEPOMUCENO-----Questo Santo è detto “Nepomuceno” perché nacque a Pomuk (antico nome di Nepomuk) in Boemia, tra il 1340 e il 1350. Già sacerdote, frequentò l'Università di Padova, e vi conseguì il dottorato in legge nel 1387.Ritornato a Praga, fu Parroco, quindi Vicario Generale e Arcidiacono.Nel 1393 il re Venceslao VI volle creare di suo arbitrio una nuova diocesi, e mettervi per Vescovo un suo favorito. L'Arcivescovo di Praga si oppose, e Giovanni Nepomuceno gli fu di aiuto con la sua competenza di avvocato, e la fermezza del suo carattere. Venne arrestato e sottoposto a tortura; anzi il Re medesimo si unì ai carnefici. In questa occasione, essendo stato parecchie volte confessore della regina Sofia, il Re pretese che Giovanni violasse il segreto della confessione, e rivelasse quel che aveva udito; il Santo oppose un energico rifiuto.Alla fine lo trascinarono sul ponte della Moldava a Praga, e lo gettarono nelle acque del fiume, dove annegò: era la notte tra il 19 e 20 marzo del 1393. MILANO--(all'incrocio di corso di Porta Romana con le vie Santa Sofia e Francesco Sforza).Il ponte che lungo il corso serviva a superare il naviglio era ornato con una statua che rappresentava san Giovanni Nepomuceno, un santo con un nome così particolare che i milanesi l’hanno sempre chiamato “San Giuàn né pü né men”. Giovanni (Jan) Nepomuceno, è stato un sacerdote boemo, canonico nella cattedrale di Praga e predicatore alla corte di re Venceslao, il quale lo fece uccidere per annegamento. È stato proclamato santo da papa Benedetto XIII nel 1729: è patrono della Boemia, dei confessori e di tutte le persone in pericolo di annegamento. La sua festa cade il 20 marzo. A Milano, dopo che il papa Innocenzo XIII riconobbe il culto di S. Giovanni Nepomuceno alll’inizio del diciottesimo secolo, vengono erette tre statue raffiguranti il Santo di cui una sul ponte di Porta Romana, mentre le altre due erano situate sul ponte di Porta Orientale (corso Venezia) e sulla piazza d’armi del Castello. Sembra che quella nel cortile maggiore del Castello, sia quella rimossa dal ponte di Porta Romana alla chiusura dei navigli, in realtà (quella del Castello )è l’unica delle tre statue sopravvissuta. Ciao Teresa

 
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