Messaggi del 14/06/2014

ANNAMARIA ... SILVIA E IL DESTINO

Post n°13971 pubblicato il 14 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA...

SILVIA E IL DESTINO

annamariamennitti
annamariamennitti il 14/06/14 alle 12:59 via WEB
Veramente pensavo che il racconto terminasse coll'innamorasi del nano...anche perchè nulla di male," nelle boccette piccole c'è la medicina efficace" ma non è stato così..come fotografo era quello che ci voleva per Silvia ...bene le borsette verdi....erano la speranza di una vita diversa che la facesse sentire bene...Il colore verde è la speranza ,anzi la certezza infatti ne ha dato motivo il dott Goffredo....ti pare niente una foto per sette capitali....ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 14/06/14 alle 19:29 via WEB
Ciao Annamaria - tutte le fortune sono capitate a Silvia... ma il Destino ci ha messo una mano. Dino
(Rispondi)

 
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D'ANNUNZIO GIORNALISTA di Annamaria Mennitti

Post n°13970 pubblicato il 14 Giugno 2014 da dinobarili
 

D'ANNUNZIO GIORNALISTA

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 14/06/14 alle 14:25 via WEB
D'Annunzio si era dovuto adattare al lavoro giornalistico soprattutto per esigenze economiche, ma attratto alla frequentazione della Roma "bene" dal suo gusto per l'esibizione della bellezza e del lusso, nel 1883 sposò, con un matrimonio "di riparazione" (lei era già incinta del figlio Mario), nella cappella di Palazzo Altemps a Roma, Maria Hardouin duchessa di Gallese, da cui ebbe tre figli (Mario, deputato al parlamento, Gabriele Maria, attore, e Ugo Veniero). Il matrimonio finì in una separazione legale dopo pochi anni (anche se il poeta e la moglie rimasero in buoni rapporti), per le numerose relazioni extraconiugali di D'Annunzio, tra cui quella con Maria Gravina, da cui ebbe la figlia Renata. Tuttavia, le esperienze per lui decisive furono quelle trasfigurate negli eleganti e ricercati resoconti giornalistici. In questo rito di iniziazione letteraria egli mise rapidamente a fuoco i propri riferimenti culturali, nei quali si immedesimò fino a trasfondervi tutte le sue energie creative ed emotive.

 
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ROMAPLACIDO61...E IL BLOG

Post n°13969 pubblicato il 14 Giugno 2014 da dinobarili
 

ROMAPLACIDO61...

E

IL BLOG

romaplacido61
romaplacido61 il 14/06/14 alle 10:35 via WEB
ciao, interessante ciò che leggo perchè non vieni nel mio Forum e li scrivi anche la? Ne sarei molto onorato... Placido.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 14/06/14 alle 19:21 via WEB
Ciao Placido - passo dal tuo Blog. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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GABRIELE D'ANNUNZIO di Annamaria Mennitti

Post n°13968 pubblicato il 14 Giugno 2014 da dinobarili
 

GABRIELE D'ANNUNZIO 

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 14/06/14 alle 08:17 via WEB
Gabriele D'Annunzio nacque a Pescara il 12 marzo 1863 da famiglia borghese benestante. Terzo di cinque figli, visse un'infanzia felice, distinguendosi per intelligenza e vivacità. Dalla madre, Luisa de Benedictis (1839-1917), erediterà la fine sensibilità; dal padre, Francesco Paolo Rapagnetta (1831-1893) (il quale acquisì anche il cognome D'Annunzio da un ricco parente che lo adottò, lo zio Antonio D'Annunzio, il temperamento sanguigno, la passione per le donne e la disinvoltura nel contrarre debiti, che portarono la famiglia da una condizione agiata a una difficile situazione economica. Reminiscenze della condotta paterna, la cui figura è ricordata nelle Faville del maglio e accennata nel Poema paradisiaco, sono presenti nel romanzo Trionfo della morte. Ebbe tre sorelle, cui fu molto legato per tutta la vita, e un fratello minore

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°13967 pubblicato il 14 Giugno 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“A volte …

serve una vacanza”

Dino

 

 

 
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GIACOMO racconto (438) di Dino Secondo Barili

Post n°13966 pubblicato il 14 Giugno 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

racconto del Mercoledì

Giacomo (438)

Quando un uomo subisce una delusione d’amore (piantato!) ci rimane male. Specialmente se ha cinquant’anni ed ha visto spuntare (all’improvviso) alcuni capelli bianchi. Giacomo era in quello “stadio” della vita. Veramente, i capelli bianchi non erano spuntati da un giorno all’altro. Era da alcuni mesi che il cinquantenne l’aveva fatto notare al suo parrucchiere di fiducia, Enrico “il Grande” (come parrucchiere). Enrico, sessant’anni, persona di assoluta fiducia aveva detto la sua. “Quando un uomo vede spuntare i primi capelli bianchi … deve guardarsi dalle donne. Loro (le donne) ne sono letteralmente attratti. Sanno che sotto i capelli bianchi …c’è una capacità amatoria da far invidia.” Detta da Enrico… non poteva essere una battuta. Doveva esserci qualcosa di vero. Intanto, Giacomo, Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano, ma abitante a Pavia, era stato letteralmente “piantato!” Piantato dalla donna (Flaminia, quarant’anni) con la quale conviveva da cinque anni. Il cinquantenne ci era rimasto male. Si rendeva conto che dopo cinque anni di convivenza il piacere della scoperta è finito… ma essere piantato… No! Flaminia era stata chiara: “A letto sei proprio una frana… Per il resto… peggio!” Quando le donne si mettono in mente delle “idee” sanno benissimo come far sentire un uomo… “un verme”. Flaminia ci era riuscita. Un anno fa, Giacomo era in quelle condizioni. Distrutto nel morale e psicologicamente a rischio depressione. Il cinquantenne si buttò nel lavoro. In ufficio c’era lavoro da vendere. Anche al sabato, Giacomo era in ufficio… Il suo superiore, Proprietario dell’Agenzia Commerciale, lo notò. Volle conoscere da Giacomo i motivi di un tale “accanimento”. Il cinquantenne “spifferò” ogni cosa… come se il Proprietario, Dott. Gianmichele, fosse diventato il suo psicologo personale. Il Dott. Gianmichele, però, da navigato settantenne, aveva capito l’antifona. Chiese a Giacomo maggiori informazioni. Alla fine parlò. “Giacomo… non farne una tragedia. Le donne sono difficili da capire. Nella vita… “per una porta che si chiude … si apre una finestra”. Sabato prossimo ti invito per una cena a casa mia. Mia moglie è una brava padrona di casa. Riesce a cucinare pietanze ineguagliabili. Inoltre, è Presidentessa del Club “Amici della Cucina”. Mi raccomando. Puntuale alle ore 20.” Giacomo si sentì meglio. L’essere invitato per una cena a casa del Proprietario dell’Agenzia non era casa da poco. Significava entrare in “un mondo” che fino ad allora gli era stato escluso. Giacomo si presentò puntuale all’appuntamento elegantemente vestito… Non prima di aver inviato un grandioso mazzo di fiori alla padrona di casa. Alla cena oltre al Proprietario dell’Agenzia e sua moglie, c’erano alcune donne. C’era pure Gabriella, quarant’anni, single, ex-segretaria di Giacomo la quale era diventata Dirigente di un’altra Agenzia. Gabriella era una donna splendida. Giacomo, a suo tempo, ci aveva fatto un pensierino… ma lei non aveva mai accettato l’invito. Ora, però, all’alba dei quarant’anni… anche Gabriella si sentiva sola. Dopo l’avanzamento di carriera sentiva il bisogno di avere un uomo… un uomo accanto. Gabriella e Giacomo si guardarono come se entrambi cercassero la stessa cosa. Il Dott. Gianmichele era espertissimo nel scegliere i collaboratori… Sapeva anche assecondare le loro segrete aspirazioni. Fece di tutto per mescolare “sentimenti e affari”. Chiese a Gabriella e Giacomo di attivare un “progetto di ricerca su nuovi prodotti”. Fu come aprire un varco … nel futuro di due persone. Non era passato un mese e Giacomo e Gabriella si frequentavano assiduamente. Si sa che “la paglia vicino al fuoco”…provoca l’incendio. (438)

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°13965 pubblicato il 14 Giugno 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buona Domenica ...a tutti"

DIARIO CORALE

del

15 giugno 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 14 GIUGNO 2014

Post n°13964 pubblicato il 14 Giugno 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 14 GIUGNO 2014

“Nessuno riuscirà mai

a rappresentare le mille facce

dell’amore”

Dino

 
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SILVIA E LE BORSETTE VERDI racconto (651) di Dino Secondo Barili

Post n°13963 pubblicato il 14 Giugno 2014 da dinobarili
 

14 GIUGNO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 14 giugno 2014 – Sabato 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Sabato

651

I racconti di Pavia / Londra

Silvia e le borsette verdi

Silvia, una splendida quarantenne, alta, bionda, occhi verdi, gambe da fine del mondo, un anno fa, ha deciso di dare una svolta alla propria vita. Quando una donna compie quarant’anni e si accorge di “non” avere mai avuto un attimo di respiro… tranne correre… si rende conto che è il momento di cambiare registro. Infatti, Silvia, correndo prima per raggiungere la Laurea, poi, per il posto di lavoro… infine per il ruolo di Dirigente di una Agenzia Commerciale di Milano…era arrivata …ad una crisi di nervi. La quarantenne, oltre a correre, cosa aveva fatto? Nulla o quasi. Nulla di ciò che avrebbe voluto fare. Avere un amore, per esempio, e farsi una famiglia con dei figli. Invece, no. Ecco perché a vent’anni aveva rinunciato a coltivare l’amicizia con Fausto, suo compagno di scuola. Fausto era uno splendido ragazzo… ma aveva un difetto. Era intelligente, aveva tanti sogni… e nemmeno un soldo. A vent’anni, i sogni abbondano (i soldi, no). La vita è una scommessa… una puntata al tavolo verde. Solo dopo che il tempo è passato tutto ritorna in mente … come in un film. Silvia, a quarant’anni si era fatto l’esame di coscienza ed aveva rivisto il film della sua vita. L’unica scena che si ripeteva all’infinito era… correre. Un anno fa, però, ha detto “basta”. Una mattina di sabato si è guardata allo specchio… e non si è piaciuta. Si è chiesta “…ed io sarei questa donna? E no. Io non sono la donna che vedo allo specchio. Quella che vedo dentro di me… è un’altra” Chiamò la sua amica Parrucchiera, Elisa, che ne sapeva una più del Diavolo, e spiegò il suo problema. Bisogna sempre avere una amica fidata. Elisa era troppo sveglia per non aver capito. Intervenne. “Silvia… ci penso io. Prima di tutto nuova acconciatura e nuovo look… poi, un passo alla volta” Dopo il trattamento… Silvia non era più la stessa donna di prima. Si era guardata alla specchio e si era vista nei panni di una nuova donna pronta a spiccare il volo. Dove? Verso nuovi lidi. Non certamente ad inacidire tra le quattro mura di un Ufficio, oppure a discutere le stesse cose cento volte. Silvia aveva ripreso a sognare. La Parrucchiera Elisa sembrava il trombettiere che suonava la carica… con una fantasia senza limiti. “Silvia ora preparati ad incontrare il tuo Pigmalione. Colui che ti farà diventare una Diva” Silvia si immaginava di trovarsi di fronte ad un uomo da far perdere i sensi. Invece, no. Si trovò di fronte a un nano, alto uno e cinquanta o poco più. Più piccolo di lei di venti centimetri. Brutto come la notte…con una macchina fotografica più grande di lui… e tre a tracolla. Si chiamava proprio Pigmalione e quando parlò, Silvia, rimase di sasso. “Fanciulla, lascia fare a me… Per te ho in tasca il contratto per un servizio fotografico per la pubblicità di una marca di borsette per donna. Non devi fare altro che seguirmi, stare ai miei ordini, fare ciò che ti dico e non chiedere mai il perché” Per una quarantenne, Dirigente di un Ufficio Commerciale a Milano, è stata come una doccia fredda. Nemmeno i suoi Capi l’avevano mai trattata cosi. Eppure, da donna avveduta, Silvia sapeva che quello era il personaggio che l’incuriosiva, l’attraeva, l’affascinava. Pigmalione aveva qualcosa di magico nelle sue parole e nei suoi gesti che meritavano attenzione e considerazione. Del resto il fotografo aveva bisogno di trasformare Silvia, “nell’oggetto del desiderio” di molte donne. Sette Capitali: Roma, Parigi, Madrid, Lisbona, Vienna, Berlino, Londra. E perché? Per un pieghevole stampato in milioni di copie. Cosa c’era di più magico? Pigmalione sapeva come fare. Silvia, chiese un mese di ferie …. chiuse la bocca e non parlò più. Voleva solo vedere come si sarebbe svolta l’avventura. Il “nanetto” aveva vinto ancora una volta. Nella sua carriera di fotografo nessuna donna aveva mai detto di no. Dopo una mese dove Silvia aveva fatto tutto ciò che le era stato ordinato… ecco il risultato. Centinaia e centinaia di fotografie una più bella dell’altra dove sullo sfondo comparivano i luoghi simbolo delle sette Capitali e Silvia… con una borsetta tra le mani. Il fotografo si era divertito a ritrarla nelle posizioni più originali, nei momenti più impensati. Per esempio… mentre osservava una borsetta verde. Cosa aveva di magico quella borsetta? Si sarebbe potuto scrivere un libro sulle emozioni che quella borsetta esprimeva. Un mese dopo, però, era tutto finito. Pigmalione ha “tirato le somme” presente Elisa. Parlò. “Silvia, sei stata brava. Hai fatto tutto ciò che ti ho ordinato in modo perfetto e questo è il risultato. Ricordati una cosa. Questo è il ricordo che rimarrà di ciò che è stato un mese nelle sette Capitali più belle del Mondo. Potrai sempre rivedere te. La vita, però, è vita …La vita continua giorno dopo giorno. Se vuoi immortalare te stessa e dare un senso alle fotografie delle borsette… dipende da te. Dalla tua voglia di vivere… Domani, io Pigmalione, partirò con una nuova Silvia… perché questo è il mio mestiere. A te non resta che innamorarti di un uomo splendido. Ho voluto farti una sorpresa. Questa sera sarai mia ospite al Ristorante delle Sette Leghe. Oltre a me, Elisa e te … ci sarà anche il Dott. Goffredo… il cinquantenne che mi ha ordinato il servizio fotografico. Quello che accadrà questa sera …dipende tutto da te”. Nessuno dei tre parlò. (I lettori di questo Blog, ormai abituati ai colpi di scena… possono immaginare cosa è avvenuto quella sera stessa. Anzi, potrebbero scriverlo a commento del presente racconto). …- Questo è il racconto 651, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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MILANO CASA VERDI di Teresa Ramaioli

Post n°13962 pubblicato il 14 Giugno 2014 da dinobarili
 

MILANO

CASA VERDI 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 13/06/14 alle 10:09 via WEB
CASA VERDI ---MILANO----“Delle mie opere, quella che mi piace di più è la Casa che ho fatto costruire a Milano per accogliervi i vecchi artisti di canto non favoriti dalla fortuna, o che non possedettero da giovani la virtù del risparmio. Poveri e cari compagni della mia vita!”. Sono queste le parole che Giuseppe Verdi utilizza per descrivere: la Casa di Riposo per Musicisti a Milano. Voluto da Giuseppe Verdi fra il 1896 e il 1899 e realizzato dall'architetto Camillo Boito, questo edificio in stile neogotico fu l'ultimo grande sforzo del maestro di Busseto poco prima che morisse a Milano. La Casa di Riposo per Musicisti, meglio conosciuta come "Casa Verdi" è una struttura, un museo che ripercorre non solo la vita di Verdi e di sua moglie Giuseppina Strepponi, ma anche di tutti coloro che in questa casa risiedettero e portarono omaggio al Maestro. Vi si trovano dagli oggetti personali agli arredi monogrammati GV, da collezioni d'arte,come i busti di Vincenzo Gemito o il ritratto di Verdi di Giovanni Boldini, fino ai calchi in gesso del volto e della mano di Giuseppe Verdi. Il maestro, morto all'Hotel de Milan il 27 gennaio del 1901, ricevette funerali solenni che lo accompagnarono provvisoriamente al Cimitero Monumentale, da dove la salma venne poi traslata per riposare insieme alla moglie nella cripta della Casa di Riposo per Musicisti, decorata da grandi artisti dell'epoca. L’ambiente, suggestivo, è decorato a mosaico su disegni di Ludovico Pogliaghi. La sontuosa sistemazione fu frutto della devozione di Teresa Stolz che dedicò gli ultimi anni della sua esistenza (e una somma in denaro importante) alla sistemazione del tempio funerario. Al centro del grande mosaico la Stolz volle due figure di geni che levano alta una corona ornata da bacche d’oro e un medaglione con il ritratto di Verdi fuso in bronzo da Giovanni Lomazzi. Sotto quest’immagine, un’iscrizione riporta il verso di D’Annunzio dedicato al grande bussetano: “pianse e amò per tutti”. Le due tombe, realizzate da Lomazzi, sono sobrie ed austere e riflettono pienamente il carattere del Maestro. Alla parete sono appoggiate due corone che ricordano la visita di Vittorio Emanuele III l’8 ottobre 1901. Su suggerimento della regina Margherita venne aggiunta una targa in ricordo della prima moglie del Maestro, Margherita Barezzi e dei suoi due figli: “Dolce consorte a lui vicina nelle prime lotte della vita, lo fece padre di Igino e Virginia, desiderati e pianti ancora piccoli”. I primi ospiti entrarono in casa Verdi nel 1902 e da allora, la struttura ha accolto più di mille persone fra musicisti, coristi, direttori, orchestrali e cantanti, avvalendosi oltre ai contributi dei tanti donatori, proprio dei proventi dei diritti delle opere di Verdi, che il maestro stesso per volere testamentario destinò al mantenimento ed al funzionamento della propria Casa di Riposo per Musicisti. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa

 
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LA BELLA ADDORMENTATA di Annamariamennitti

Post n°13961 pubblicato il 14 Giugno 2014 da dinobarili
 

LA BELLA ADDORMENTATA 

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 13/06/14 alle 21:56 via WEB
annamariamennitti annamariamennitti il 13/06/14 alle 21:34 via WEB La Bella Addormentata è il profilo del massiccio del Gran Sasso d’Italia visto al tramonto da Pescara e Montesilvano, dove la prospettiva consente di ammirare il Corno Grande e il monte Camicia allineati a formare rispettivamente il viso e il seno di una immaginaria donna distesa supina.

 
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IL VATE di Annamaria Mennitti

Post n°13960 pubblicato il 14 Giugno 2014 da dinobarili
 

IL VATE 

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 14/06/14 alle 07:46 via WEB
annamariamennitti il 13/06/14 alle 22:13 via WEB Firma di D'Annunzio Soprannominato il Vate, cioè "il profeta", occupò una posizione preminente nella letteratura italiana dal 1889 al 1910 circa e nella vita politica dal 1914 al 1924. Come letterato fu «eccezionale e ultimo interprete della più duratura tradizione poetica italiana e come politico lasciò un segno sulla sua epoca e una influenza sugli eventi che gli sarebbero succeduti
(Rispondi)

 
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GABRIELE D'ANNUNZIO di Annamaria Mennitti

Post n°13959 pubblicato il 14 Giugno 2014 da dinobarili
 

GABRIELE D'ANNUNZIO 

di

 Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 14/06/14 alle 08:17 via WEB
Gabriele D'Annunzio nacque a Pescara il 12 marzo 1863 da famiglia borghese benestante. Terzo di cinque figli, visse un'infanzia felice, distinguendosi per intelligenza e vivacità. Dalla madre, Luisa de Benedictis (1839-1917), erediterà la fine sensibilità; dal padre, Francesco Paolo Rapagnetta (1831-1893) (il quale acquisì anche il cognome D'Annunzio da un ricco parente che lo adottò, lo zio Antonio D'Annunzio, il temperamento sanguigno, la passione per le donne e la disinvoltura nel contrarre debiti, che portarono la famiglia da una condizione agiata a una difficile situazione economica. Reminiscenze della condotta paterna, la cui figura è ricordata nelle Faville del maglio e accennata nel Poema paradisiaco, sono presenti nel romanzo Trionfo della morte. Ebbe tre sorelle, cui fu molto legato per tutta la vita, e un fratello minore
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