dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 16/06/2014
ANNAMARIA ...
E
LA STORIA DEL DOTT. GREGORIO
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Venerdì
Carlo (440)
Chi è colui (o colei) che almeno una volta all’anno non hanno sentito la necessità di staccare la spina e di recarsi in un’isola deserta lontano da tutto e da tutti? Niente televisione, niente giornali…e per il telefono… appena lo stretto necessario per dire che si è vivi… alle persone care. Un anno fa, è stato così anche per il Signor Carlo, cinquant’anni, fisico da atleta, impegnato nel campo della pubblicità … sempre alle ricerca di nuove idee. Era tanta la passione per il lavoro che non aveva avuto tempo per nient’altro. Nemmeno per fare la morosa. Un anno fa, però, ebbe un calo di entusiasmo. La situazione economica in generale lasciava a desiderare ed era difficile inseguire i nuovi gusti delle persone e colpire nel “punto giusto”. Carlo ne aveva parlato con il suo Dirigente il quale aveva capito il problema. Anzi, era stato proprio lui, il Dirigente, a fare la proposta. “Carlo, perché non stacchi la spina almeno per un po’? Ti rechi in un’isola deserta e ti ricarichi psicologicamente.” – “Solo?” – aveva risposto Carlo – Il Dirigente accennò ad un sorriso malizioso. “E, no. Soli non si combina nulla.” Milano è un città frenetica. Le persone si sentono immerse in un ingranaggio “infernale”. Prima di prendere una decisione ci pensano due volte. Quello che non fai tu (o non riesci a fare) è subito fatto dal concorrente che ti soffia il lavoro sotto il naso. In un simile clima, una persona ci pensa due volte prima di prendere l’aereo e fuggire in un’isola deserta… L’isola deserta finisce così per rimanere un sogno…un sogno irrealizzabile … fino a quando non interviene il Destino. Già il Destino! Per molti non esiste. Mentre per altri è il “folletto” che mescola le carte e combina le situazioni più impensate. Un anno fa, Carlo era in Piazza del Duomo a Milano. Doveva andare in un Ufficio di Consulenza quando gli si slacciò una scarpa. Operazione semplice. Carlo si abbassò per riallacciarla quando notò accanto a sé una bellissima ragazza. In un primo tempo non l’aveva riconosciuta. Era Iris, una modella conosciuta ad un party-moda e abitante a Pavia. Dopo i convenevoli, Carlo, propose alla ragazza un caffè in Galleria. Iris, trent’anni, accettò… anche perché aveva voglia di sfogarsi. “Per me è un periodo nero. Non riesco ha infilare un’operazione giusta. Sembra che tutto il mondo sia contro di me.” . Carlo raccontò che anche lui aveva bisogno di mettere ordine nella propria mente. Disse anche che aveva bisogno di “staccare la spina”. Iris suggerì allora una vacanza sul fiume Ticino a Pavia. Il Ticino offre angoli verdi dove il riposo è garantito. Per un operatore della pubblicità era proprio quello che voleva per ritornare a vivere. Avere un luogo vicino al posto di lavoro … ma abbastanza lontano da Milano dove sentirsi come in “un’isola deserta”. Detto fatto Iris e Carlo si diedero appuntamento a Pavia per la domenica mattina. Iris avrebbe fatto da “esploratrice” dei luoghi misteriosi del Ticino. Quando le persone vogliono… possono tutto. Carlo, in gioventù aveva fatto il pescatore… per passione. Sapeva che nel fiume Ticino, tra Pavia e Torre D’Isola c’erano alcune isole, deserte, ammantate di verde, nelle quali si provava la sensazione di trovarsi ai tropici. Affittò una barca e partì con Iris alla ricerca dell’isola “misteriosa”. La tarda mattinata era bellissima. Cielo azzurro, tiepido sole… Tutto perfetto per una vacanza da sogno. Quando Carlo e Iris giunsero “all’isola del Cucù” (quello è il soprannome dell’isola) sentirono dei violini suonare… Si guardarono in faccia per convincersi che non stavano sognando. Approdarono. Si addentrarono nella folta vegetazione. Effettivamente, in un piccolo spiazzo erboso, c’erano due persone che stavano suonando il violino. Erano un ragazzo ed una ragazza, sui quarant’anni, bellissimi, fratello e sorella, gemelli, che avevano trovato il posto giusto per suonare il violino e gustare la musica. Si chiamavano Desiderio e Desideria. Carlo e Iris si presentarono e fecero amicizia. Anzi, Carlo si innamorò immediatamente di Desideria… e Iris di Desiderio. Quando il Destino vuole può tutto. Anche l’amore. - (440)
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16 GIUGNO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 16 giugno 2014 – Lunedì 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Lunedì
653
I racconti di Pavia
Gregorio e il sentiero del Destino
Ci sono uomini che non sono disposti a rinunciare alle loro passioni… per una donna. A meno che non siano costretti… dal Destino o da qualche altro imprevisto della vita. Un anno fa, la pensava così anche il Dott. Gregorio, cinquantenne, fisico da atleta… camminatore infaticabile. Infatti, il Dott. Gregorio non si era mai sposato perché amava camminare. Ogni giorno una camminata… Ogni giorno una camminata sempre più lunga… per sfidare le proprie forze e realizzare “un sogno”. Il sogno del filosofo Nietzsche il quale aveva teorizzato la “marcia come atto poetico”… un modo per raggiungere la sublime meta dell’incontro dell’uomo con la natura. Sarà, pure “un atto poetico”, un piacevole andare… ma a cinquant’anni il Dott. Gregorio, dopo aver macinato chilometri e chilometri, non aveva ancora raggiunto il sogno “suggerito” dal filosofo. Ogni sabato mattina, al solito Bar di Piazza della Vittoria in Pavia, il cinquantenne raccontava ai soliti amici e a qualche curioso avventore, le sue avventure di “infaticabile camminatore”. Le farciva con parole come trekking per renderle più alla moda e concludeva il discorso con la fatidica frase “un giorno di cammino… dieci giorni di salute”. Naturalmente il Dott. Gregorio non aveva mai pensato a farsi una morosa. Non aveva avuto tempo. All’inizio di ogni anno, compilava con metodica precisione, la lista dei sentieri da percorrere. Da quel giorno non perdeva un appuntamento. Nell’Ufficio di Milano presso cui lavorava era considerato l’uomo più preciso della Terra. Qualche Collega aveva malignato in proposito … “Il Dott. Gregorio non è un uomo … è un computer munito di gambe per camminare”. Essendo un bell’uomo (e ricco), le Colleghe cercavano di circuirlo per renderlo sensibile al matrimonio. Niente da fare. Una decina di anni fa ci aveva provato la Collega Silvia… Dopo diverse stancanti camminate vi aveva rinunciato. A farla desistere definitivamente è stato la camminata “del Lago Maggiore” detto Verbano. Un giorno Silvia si offri di accompagnare Gregorio nella camminata panoramica di quasi otto chilometri che dalla Stazione di Maccagno risale lungo il fiume Giona per arrivare alla collinetta dei Motti dei Ronchetti da dove si gode una vista a picco sul Lago Maggiore. Il sentiero tocca le località di Torretta, Ronchi, Colmegna e Bonga per scendere nel centro storico di Luino. Era la prima volta che Silvia partecipava ad una camminata del genere. A poco erano serviti le frasi di incitamento che Gregorio pronunciava ad ogni istante…”Guarda che Lago… che panorama…che scorci…”. Niente da fare. Silvia si sentiva sempre più stanca, anzi, sfinita. Quando giunse a Luino, si sedette su un masso e pronunciò la fatidica frase “Da qui, non mi muovo più. Mi devono venire a prendere”. Gregorio comprese che la Silvia aveva esaurito le batterie. Chiamò un taxi e la riportò direttamente al suo domicilio. Da quel giorno Silvia rinunciò ad inseguire un uomo… anche se possibile marito. Troppa fatica…- diceva lei - ”Meglio soli… che faticosamente accompagnati”. Anche altre Colleghe avevano fatto un pensierino sul Dott. Gregorio, ma preferivano aspettare l’occasione propizia… e meno faticosa. Un anno fa, a cinquant’anni , il Dott. Gregorio decise di affrontare da solo il famoso “sentiero del Destino” nell’Oltrepò Pavese. Ormai, nessuno era in grado di stare al suo pari. Altri amanti della camminata ci aveva provato, ma dopo un po’ avevano dichiarato fortait. Ora, ecco il baldanzoso cinquantenne che affrontava “da solo” l’impervio sentiero tra i boschi … con discese e risalite continue…con difficoltà di ogni genere… Dopo un avvio da gran camminatore, Gregorio affrontò le prime difficoltà. Stava per attraversare un facile tratto pianeggiante quando sentì una grandissima fitta al piede sinistro. Aveva appoggiato male il piede ed aveva preso una storta. Un dolore lancinante saliva dal piede alla testa. Il Dott. Gregorio si mise ad urlare per il dolore… Chi poteva sentirlo? Non c’era anima viva per chilometri. Il Dott. Gregorio continuò ad urlare …come fosse una richiesta di aiuto. Nessuno, però, era in grado di aiutarlo …Nessuno sentiva la sua richiesta. Così, il cinquantenne si convinse che doveva fare tutto da solo. Cosa? Si diede una calmata. Riprese il controllo delle proprie azioni. Cercò una posizione possibile e fece riposare il piede acciaccato. Così, il Dott. Gregorio, facendo tesoro dell’esperienza di camminatore, raggiunse il posto più vicino per essere “recapitato a casa sua” in taxi. Per fortuna che Gregorio aveva una vicina di casa, la Dott. Armanda, cinquantenne, bellissima, medico di professione,che sembrava l’angelo della bontà. Si interessò subito dell’infortunato. Prestò le prime cure. Comprese che la storta al piede “non” era solo dovuta all’aver fatto un movimento brusco, ma aveva un “risvolto psicologico”. Il Dott. Gregorio aveva bisogno di coccole, di compagnia. La Dott. Armanda abbondò in carezze, coccole e dolci parole. Il cinquantenne si riprese alla grande. Da un anno a questa parte, anziché pensare alla marcia come “atto poetico”, Gregorio ed Armanda passeggiano tranquillamente per Corso Cavour e Strada Nuova a Pavia. Mano nella mano… come due fidanzatini. Il sogno del filosofo può attendere. Meglio le coccole, le carezze e le dolci parole …(e tutto il resto)… per la felicità del corpo e dello spirito. - Questo è il racconto 653, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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I NAVIGLI A MILANO
di
Teresa Ramaioli
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MADDALENA ...
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IL RACCONTO DI GIACOMO (438)
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IL RACCONTO DI CARLO E DESIDERIA
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IL RACCONTO DI JENNY
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