Messaggi del 17/06/2014

PENSIERI SPARSI DEL 18 GIUGNO 2014

Post n°14010 pubblicato il 17 Giugno 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 18 GIUGNO 2014

“Il grande amore

è un viaggio

che non a fine”

Dino

 

 
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IL VIAGGIO DI AMILCARE E ELVIRA racconto (655) di Dino Secondo Barili

Post n°14009 pubblicato il 17 Giugno 2014 da dinobarili
 

18 GIUGNO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 18 giugno 2014 – Mercoledì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Mercoledì

655

I racconti di Pavia

Il viaggio di Amilcare e Elvira

A cosa serve viaggiare? A niente …se il viaggiare non ha uno scopo. Era quello che pensava, un anno fa, Il Dott. Amilcare, cinquant’anni ben portati, Professione Commercialista a Milano. Qualche lettore dirà che si tratta di un’opinione strettamente personale del Dott. Amilcare, mentre il viaggio ha in sé infiniti significati, “fisici e metafisici”. Per esempio. Il Dott. Amilcare, fino ad un anno fa, è stato un viaggiatore instancabile. Non perdeva occasione per partire verso qualsiasi località. Viaggiare… solo per viaggiare. Raggiungere una meta e poi tornare da dove era partito. Siccome il Dott. Amilcare aveva lo Studio a Milano e abitava a Pavia… quando arrivava a Pavia… si sentiva finalmente a casa. Arrivato! Un anno fa, però, il cinquantenne è andato in crisi. Non se la sentiva più di affrontare viaggi. Alcune impiegate dello Studio si resero conto che il Dott. Amilcare era diventato improvvisamente “vecchio”. Non proprio “vecchio”, ma anziano. L’impressione poteva reggere… ma le cose non stavano esattamente così. Il Dott. Amilcare, fino a cinquant’anni, aveva impiegato tutto il suo tempo libero dall’Ufficio per viaggiare. Ogni località rappresentava una meta, un “luogo nuovo” che aveva il suo fascino segreto. Infatti, il Commercialista, prima di partire si documentava, faceva delle ricerche, leggeva, guardava fotografie. Insomma, viaggiare aveva uno scopo… ampliare il proprio orizzonte culturale. Inoltre aveva un amico coetaneo, Gianfilippo con il quale condivideva il viaggio. Entrambi erano dei fanatici viaggiatori. Se Amilcare cercava ogni notizia riguardante la meta da raggiungere, Gianfilippo ci metteva qualcosa in più, la “ciliegina” che faceva la differenza. Era un patito di ricerche storiche. Un anno fa, però, Gianfilippo, nel fare le sue minuziose ricerche storiche aveva conosciuto una Ricercatrice di una Università milanese, Rosalda, quarant’anni… fisico mozzafiato. Così Gianfilippo cominciò a seguire gli spostamenti di Rosalda (per le sue ricerche storiche)…e il Dott. Amilcare si trovò solo. Solo come un cane. No. No. Non proprio come un cane… perché nella nostra attuale società ogni cane ha il suo padrone (o quasi) e non rimane mai solo. Insomma, il Dott. Amilcare… se voleva continuare a viaggiare e seguire la sua passione… doveva farlo da solo. Per un paio di volte ci aveva provato. Aveva scelto la località. Studiato il programma…ma, alla fine era tornato a Pavia, deluso e insoddisfatto. Durante l’ultimo viaggio era tornato con i crampi allo stomaco. Dopo aver aperto il portone del Palazzo in cui abitava, il Dott. Amilcare, si era dovuto sedere sui primi gradini della scala per calmare gli spasmi. Proprio in quell’istante era entrata una nuova inquilina, la Dott. Elvira, trent’anni, alta, bionda, occhi azzurri, gambe da fine del mondo. Visto il Dott. Amilcare in difficoltà si offrì di aiutarlo. Al cinquantenne gli parve di vedere il Sole. A colpirlo è stato soprattutto la voce calma e gentile. Quel suo dolce porsi che distingue una donna da un’altra. Si, perché ci sono donne che affascinano al primo sguardo …e quando pronunciano la prima parola mandano l’uomo “al tappeto”. Dopo quel primo incontro, il Dott. Amilcare non è stato più lo stesso. I crampi sono passati in un istante. Ormai, il cinquantenne, aveva preso una “zuccata solenne”. Di notte sognava la Dott. Elvira. Sognava di fare con lei piacevoli passeggiate lungo le rive del Ticino a Pavia, nei pressi del Ponte Coperto. Nell’arco di una settimana il Commercialista aveva già preso la decisione e avanzato la sua proposta. “Dott. Elvira… le posso offrire un caffè in Galleria Vittorio Emanuele II … nei pressi della quale ho l’Ufficio?” Per la Dott. Elvira è stata “l’occasione” che aspettava. Sapeva che un giorno o l’altro… grazie al suo meraviglioso corpo… avrebbe colpito al cuore qualche cinquantenne con una solida posizione economica. Perché si ha un bel dire che basta l’amore… L’amore, si…ma con parecchi attributi. Il Dott. Amilcare di attributi ne aveva parecchi… quanti bastavano per soddisfare le aspettative della trentenne. Elvira, accettò. Si sa che si comincia sempre con un caffè… e si finisce per raggiungere altre mete… come in ogni viaggio che si rispetti. - Questo è il racconto 655, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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CHIGNOLO PO (PAVIA) di Teresa Ramaioli

Post n°14008 pubblicato il 17 Giugno 2014 da dinobarili
 

CHIGNOLO PO (PAVIA)

di

Teresa Ramaioli

Pavia--Chignolo Po è un comune di circa 4.000 abitanti della provincia di Pavia. Immerso nella campagna del Pavese, si trova il Castello Procaccini, splendida dimora patrizia, ottenuta dalla trasformazione di una fortezza del XII secolo appartenuta ai Pusterla, Visconti e Cusani. Per la sua grandiosità, il Castello di Chignolo Po venne denominato e conosciuto nel mondo come la “Versailles della Lombardia” e vi soggiornarono Papi, Imperatori, Principi e Re. La parte più antica del Castello, nato come fortezza su di un'altura, è la grande Torre, dalla quale si controllava un lungo tratto del Po. Si ritiene che essa fu fatta costruire dal Re Liutprando intorno al 740 d.C., (Pavia era capitale dei Longobardi), con lo scopo di servire da fortezza di difesa e di presidio sul Po e sulla Via di Monte Bordone, successivamente denominata via Francigena - Romea che collegava il Nord Europa con Roma. Davanti al fortilizio, verso settentrione, sorge il Borgo (Ricetto), che fu interamente riedificato nel 1600, protetto all'ingresso da un fossato e con quattro rivellini (torrioni) ai lati estremi. Il Castello, in poco tempo, a partire dal XIII secolo, divenne uno dei maggiori Feudi Lombardi. Nei primi decenni del 1700 fu ampliato e trasformato, dal Cardinale AgostinoCusani, da Fortezza medioevale in una vera e propria Reggia settecentesca , dove soggiornarono Papi, Imperatori, Re, Principi e Arciduchi. L’architetto romano Giovanni Ruggeri chiamò maestranze, scultori e pittori veneziani e francesi per far seguire la costruzione di giardini, gazebi, ninfei, statue e fontane a ridosso del Castello; mentre ad artisti venne affidata la realizzazione degli stucchi e dei dipinti che impreziosiscono le sale di rappresentanza.. Ciao Teresa

 
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ANNAMARIA ...E IL RACCONTO DI CAMILLA

Post n°14007 pubblicato il 17 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

IL RACCONTO DI CAMILLA

annamariamennitti
annamariamennitti il 17/06/14 alle 15:40 via WEB
e così la bella trentenne bionda dagli occhi azzuri con gambe la fine del mondo si è sistemata anche lei , come pure il Dott... Casimiro è stato un fulmine a ciel sereno....quando intervengono le amiche ce la mettono tutta che si risolve sempre in bene ...ciao
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 17/06/14 alle 18:00 via WEB
Ciao Annamaria - Bel commento. I racconti si prestano a molte interpretazioni. Alla fine, però, tutti devono essere contenti. Chi scrive deve soprattutto far contenti i lettori... vero patrimonio di questo Blog. Dino
(Rispondi)

 

 
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ANNAMARIA ...E UNA POESIA DI GABRIELE D'ANNUNZIO

Post n°14006 pubblicato il 17 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

UN POESIA DI GABRIELE D'ANNUNZIO

annamariamennitti
annamariamennitti il 17/06/14 alle 08:55 via WEB
annamariamennitti il 17/06/14 alle 08:47 via WEB Rimani Rimani! Riposati accanto a me. Non te ne andare. Io ti veglierò. Io ti proteggerò. Ti pentirai di tutto fuorchè d’essere venuto a me, liberamente, fieramente. Ti amo. Non ho nessun pensiero che non sia tuo; non ho nel sangue nessun desiderio che non sia per te. Lo sai. Non vedo nella mia vita altro compagno, non vedo altra gioia Rimani. Riposati. Non temere di nulla. Dormi stanotte sul mio cuore…
(Rispondi)

 
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GIOVANNA CATTANEO ...E GLIS CRITTI DI TERESA RAMAIOLI

Post n°14005 pubblicato il 17 Giugno 2014 da dinobarili
 

GIOVANNA CATTANEO ...

E

GLI SCRITTI DI TERESA RAMAIOLI

giocatta7
giocatta7 il 17/06/14 alle 08:50 via WEB
Ciao Teresa. Un grazie per tutte le cose interessanti che ci ricordi. Con i tuoi scritti dai lustro al blog di Dino.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 17/06/14 alle 17:49 via WEB
Ciao Giovanna - Teresa ti ringrazia per le gentili parole e l'apprezzamento per le sue ricerche. Il Blog di Dino ... è un "Blog corale"... con più voci. Ogni voce ha il suo valore e gli assidui lettori (come te) costituiscono... "la somma dei valori". Dino
(Rispondi)

 

 
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GABRIELE D'ANNUNZIO E LE DONNE di Annamaria Mennitti

Post n°14004 pubblicato il 17 Giugno 2014 da dinobarili
 

GABRIELE D'ANNUNZIO E LE DONNE 

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 17/06/14 alle 08:37 via WEB
annamariamennitti il 17/06/14 alle 08:31 via WEB Le In questo post desidero presentarvi le più belle poesie d’amore di Gabriele D’annunzio, poeta amato e odiato dalla critica, a volte considerato un vero ‘dilettante di sensazioni‘, personaggio controverso del novecento italiano, folle e spregiudicato, interpretò comunque l’amore come un’estasi capace di suscitate emozioni e sensazioni. Emblematico fu il rapporto che Gabriele D’Annunzio ebbe con le donne, non solo da seduttore incallito quale era, ma anche artisticamente. La seduzione nella concezione del poeta non è un esercizio da letteratura ma vita, devozione, consacrazione, che innalza la donna, rendendola unica e prescelta, al di sopra di ogni cosa

 
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ANNAMARIA ...E L'ISOLA DI CARLO E IRIS

Post n°14003 pubblicato il 17 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

L'ISOLA DI CARLO E IRIS

annamariamennitti
annamariamennitti il 17/06/14 alle 08:12 via WEB
E necessario staccare di tanto in tanto la spina non solo per i lavori faticosi ,ma anche con quelli meno faticosi purchè si cambia ...fare sempre le stesse cose giorno per giorno arriva il momento che una persona non sa cosa vuole realmente, si ha solo voglia di evadere ,,,dove ?In un isola deserta? lontano da tutto e da tutti...ma non è tanto facile ,solo Carlo se lo potuto permettere con l'aiuto di Iris .che poi hanno conosciuto Desiderio e desideria be... la conclusione è inevitabile tra il fiume Ticino e l'Isola deserta circondata da verde ,accompagnata da due violini ....a questo punto penso che la spina non l'attaccano più
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 17/06/14 alle 17:36 via WEB
Ciao Annamaria - Hai ragione. Carlo e Iris "la spina non l'attaccano più". Sono sempre sull'isola deserta al centro del fiume Ticino... con due violini che suonano a meraviglia. Di isole così ne esiste una sola... la loro. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°14002 pubblicato il 17 Giugno 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“Credere

non vuol dire

chiudere gli occhi…

ma aprirli”

Dino

 

 

 
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ESMERALDA racconto (441) di Dino Secondo Barili

Post n°14001 pubblicato il 17 Giugno 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

racconto del Sabato

Esmeralda (441)

Quando una persona ha un bel nome come Esmeralda non dovrebbe avere problemi. Così la pensavano e dicevano i genitori di Esmeralda quando era bambina. Infatti, alle elementari, medie e superiori non ha avuto problemi. Tutto è filato liscio. Anche all’Università era iniziata bene. Gli studi erano quelli che Esmeralda aveva scelto e voluto. Soltanto che l’età dell’Università si incrocia con quella “dei sentimenti”, dell’amore… Su quel versante, Esmeralda non era soddisfatta… Anzi, era decisamente delusa. Un primo amore, Franco, non era esattamente quello che voleva. Il giovanotto, aveva poca fantasia. Era sempre Esmeralda a proporre… “andiamo di qua… andiamo di là”. Franco era piuttosto pigro, indolente. Questo non era gradito a Esmeralda… la quale avrebbe voluto qualcosa di più frizzante. Anche per questo aveva scelto “scienza della comunicazione”, con la quale voleva sentirsi a contatto con il mondo… Dopo un anno di alti e bassi, il rapporto con Franco si era interrotto. Esmeralda, però, aveva bisogno di un compagno, di un uomo. Dopo poco tempo si presentò all’orizzonte Michele, suo compagno di corso. Bel ragazzo. Un patito del gioco del calcio. Per Esmeralda, “il gioco del calcio” era l’ultima spiaggia… Quel “gioco” non la divertiva affatto. Ovvio che, dopo poco, anche quel “fuoco di paglia” si spense. La giovane universitaria di “scienza delle comunicazione” capì che bisognava dare tempo al tempo. Attendere il “suono della campanella”, la campanella dell’amore. Ormai il pensiero di Esmeralda era solo per gli studi. La Laurea era giunto in un baleno. Intanto stava maturando in lei la passione per l’arte… anzi, la conoscenza degli artisti, della loro vita, del loro mondo. Oltre che visitare mostre e manifestazioni artistiche, Esmeralda iniziò a scrivere “intorno alle opere d’arte”… specialmente attuali. Cominciò a fare interviste ad artisti. Studiare le loro opere. Farsi raccontare dagli Autori come erano nate e perché. Insomma, la neo-laureata era sempre più affascinata dall’arte, dagli artisti, dal mondo che ruotava intorno al “pianeta arte”. Ma il mondo dell’arte è un mondo difficile, complesso. Un mondo in continua evoluzione. Quando una persona pensa di aver capito qualcosa… si trova disorientata, persa nella nebbia. “Per conoscere l’arte … bisogna viverla.” – diceva un pittore. Capire dove nasce, come e perché. Esmeralda, laureata in Scienza della Comunicazione, era ormai una donna. Un anno fa, ha incontrato un artista… un pittore: Gianfredo. Una testa matta… ma matto non era. Anzi. Gianfredo aveva quarant’anni… Esmeralda, ventisette… La ventisettenne aveva visitato la mostra di Gianfredo a Milano e aveva deciso di scrivere qualcosa… Chiese all’artista un’intervista … per il libro che stava scrivendo. I due si incontrarono in Galleria Vittorio Emanuele II. Era sabato. Gianfredo era elegantissimo, bellissimo come un dio greco… con un tocco in più. Uno sguardo magnetico che sembrava un fascio di raggi X… Vedeva ciò che nessun altro poteva vedere. Esmeralda si rese conto che il pittore non era solo un artista, ma anche e soprattutto un uomo. Aveva quel tocco di umanità, di equilibrio, di sapere…che affascinava Insieme passarono la giornata visitando la Milano splendida delle antiche vie. Dei palazzi che hanno segnato un’epoca. Visitarono un Museo. Esmeralda era ormai frastornata. Ad un tratto la ventisettenne fece una domanda: “Che cos’è l’arte?” Gianfredo la guardò… con gli occhi dell’innamorato. “L’arte è amore. Senza amore l’arte non esiste… è solo mera materialità”. In quell’istante… Esmeralda trovò la sua strada … la strada dell’amore vero… tra le braccia di Gianfredo. (441)

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°14000 pubblicato il 17 Giugno 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buon Mercoledì...a tutti"

DIARIO CORALE

 del

18 giugno 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 17 GIUGNO 2014

Post n°13999 pubblicato il 17 Giugno 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 17 GIUGNO 2014

“Amore e fantasia

vanno a braccetto”

Dino

 
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CAMILLA E IL PIANOFORTE racconto (655) di Dino Secondo Barili

Post n°13998 pubblicato il 17 Giugno 2014 da dinobarili
 

17 GIUGNO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 17 giugno 2014 – Martedì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Martedì

654

I racconti di Pavia

Camilla e il pianoforte

Un anno fa, la Dott. Camilla, bellissima trentenne, alta, bionda, occhi azzurri, gambe da fine del mondo, stava attraverso un periodo poco felice. Oltre al fatto che si era lasciata con il moroso… aveva avuto discussioni con il suo Dirigente dell’Ufficio di Milano presso cui lavorava. Se gli alti e bassi sentimentali creano complessi problemi, quelli lavorativi non sono da meno. Inoltre, il Dirigente dell’Ufficio, Dott. Casimiro, cinquant’anni, scapolo, cercava ogni occasione per farsi accettare dalla bellissima impiegata, la quale, però, non era disposta ad oltrepassare i limiti previsti dal lavoro. Vuoi per un verso vuoi per un altro, la Dott. Camilla stava male e non sapeva come uscirne. Ne parlò con la sua amica a collega Federica, la quale conosceva la simpatia del Dott. Casimiro per la Dott. Camilla. Non lo sapeva solo lei, ma tutto il e personale dell’Ufficio. Alle confidenze della trentenne seguirono le osservazioni di Federica. “Camilla, se fossi in te, manterrei dei buoni rapporti con il Dott. Casimiro pur restando nei dovuti limiti…” La trentenne si inalberò. “Federica e quali sarebbero i buoni rapporti? Quali i dovuti limiti? Siccome il Dott. Casimiro mi ha invitato a cena … cosa potevo fare? Ho rifiutato. Non penso che un invito a cena, rientri nei “dovuti limiti”. Anche perché, si incomincia con la cena… e si finisce in qualche altro luogo… che tu puoi immaginare” Federica fece finta di soffiarsi il naso. Era una scusa per trovare un’idea meno peregrina. Infatti, la trovò. “Camilla, visto che sai suonare il pianoforte benissimo, perché non organizzi un bel Concerto di Beneficenza presso la Parrocchia e nomini Presidente del Comitato Promotore proprio il Dott. Casimiro? Tu sai che il cinquantenne non aspetta altro che di mettersi in mostra. Sono certo che ne sarebbe felice. E tu, molto elegantemente, troveresti il modo per un corretto modus vivendi” La Dott. Camilla fece tesoro del suggerimento dell’amica Federica. La volle al suo fianco… affidandole il ruolo di Segretaria. Ormai era fatta. Quando Camilla fece la proposta al Dott. Casimiro, questi si esaltò. Volle sapere le finalità del Comitato per poter invitare Personalità dell’Arte e della Cultura. Federica, intanto, non era solo la Segretaria, ma una fantasiosa scenografa. Si diede da fare per preparare l’ambiente in cui si sarebbe tenuto il Concerto di Beneficenza. A tale scopo (e per coinvolgerla) invitò la Professoressa Giacomina, quarantenne, Docente di Lettere presso un Liceo del milanese la quale era alla ricerca (disperata) di un “principe azzurro”. Appena la quarantenne si sentì coinvolta volle conoscere il Presidente del Comitato, il Dott. Casimiro, il quale gradì la conoscenza e invitò la Professoressa a cena. Una cena che ha dato subito buoni frutti. Giacomina e Casimiro diventarono coppia fissa. Era proprio quello che la Dott. Camilla voleva. In Ufficio il vento era improvvisamente cambiato in meglio. Federica, però, non era solo una Segretaria super efficiente, ma una maneggiona di primo piano. Sapeva che a Pavia era di passaggio il Regista francese Pierre, un appassionato di Concerti per Pianoforte… sempre alla ricerca di nuove idee per fare film. Tenendo allo scuro Camilla, Federica invitò personalmente il Regista… e lo catapultò sul palco come Presentatore del programma. Nessuno aveva mai proposto al Regista Pierre di fare il Presentatore. Ne fu talmente felice ed affascinato che perse letteralmente la testa per la Dott. Camilla…per il suo dolce modo di suonare, per le musiche scelte, per le stupende persone presenti al Concerto… e da ultimo le finalità benefiche dello spettacolo. Anche Camilla era rimasta colpita dalla personalità del Regista. Accettò volentieri l’invito a cena. Siccome da cosa nasce cosa… se ne innamorò… apertamente ricambiata. Si sa che quando l’amore c’è… nascono nuove iniziative, nuove idee e la voglia di fare. Il Regista Pierre chiamò al telefono i Produttori dei suoi film e fissò le date entrò le quali sarebbero state girate le prima scene … Protagonista femminile del film… la dott. Camilla, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo - Questo è il racconto 654, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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L'ANTICA VIA DEL SALE - DA VARZI (PAVIA) A GENOVA di Teresa Ramaioli

Post n°13997 pubblicato il 17 Giugno 2014 da dinobarili
 

L'ANTICA VIA DEL SALE

DA VARZI (PAVIA) A GENOVA 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 16/06/14 alle 17:41 via WEB
L’Antica Via del Sale Percorrere oggi una via del sale non solo è piacevole, sano , ma è anche un percorso alla riscoperta delle nostre origini. Storie di mercanti si incrociano con la storia del nostro paese. Dal mare arrivava il sale e le merci provenienti dal mediterraneo, dalle alpi e dalla pianura arrivavano i prodotti artigianali, il riso, la canapa e le merci provenienti dal nord Europa. Un bellissimo percorso che ci riporta alle fatiche di uomini e muli, uniti nello sforzo per la sopravvivenza Con la definizione “Via del Sale” si indicano le antiche strade, le tante mulattiere, che in passato scendevano, attraverso l’Appennino, dalla pianura padana e dalle zone collinari dell’Italia settentrionale fino al litorale ligure. Queste antiche vie di comunicazione testimoniano l’importanza dell’Appennino nella vita delle antiche civiltà: attraversato dai Liguri Iriati (popolo dell'Iria l'attuale Voghera), che circa tremila anni fa salirono verso la pianura per colonizzare nuove terre, divenne infatti nel XII secolo raccordo importantissimo con il porto di Genova. La città ligure infatti, superata Venezia nello smercio di prodotti provenienti dall’Oriente, rappresentò il centro commerciale più importante durante tutto il Medioevo. Il nome di queste importanti vie di comunicazione e di scambio è legato a un minerale, il sale, di grande valore nel passato; questo elemento infatti era indispensabile nell’alimentazione e nella conservazione dei cibi. Il sale non era facilmente reperibile nelle regioni settentrionali ed era l’unico mezzo a disposizione per stoccare, conservare e mantenere in buono stato cibi che altrimenti si sarebbero deperiti. A partire dal Medioevo fino al XV secolo la rete di percorsi e di sentieri dalla pianura al mare divenne fitta ed importante. Non esisteva un’unica Via del Sale, perché tutti i popoli delle diverse regioni delle Terre Alte percorrevano i sentieri presenti sul loro territorio per raggiungere il mare e per recuperare i tanti prodotti utili alla sopravvivenza vendendo i propri oggetti di scambio, rappresentati soprattutto da lana e da armi. La Via del Sale “lombarda”, considerando il territorio dell’Oltrepo pavese, si addentrava nella Valle Staffora all’altezza di Voghera e raggiungeva Varzi. A partire dal Medioevo sino al XIV secolo il territorio appenninico pavese fu interessato dalle potenti famiglie feudatarie, prime fra tutte quella dei Malaspina; questi Signori, in accordo con la città di Pavia, intensificarono gli scambi commerciali, garantirono il flusso delle merci e imposero un sistema di tasse e di gabelle per il passaggio lungo in loro territorio: le tasse venivano richieste ai viandanti in cambio di sicurezza e di protezione. Varzi diventò centro commerciale di grande importanza, con nuove costruzioni, dotato di castello e cinto da mura per offrire un sicuro ricovero ai commercianti. Aumentarono i negozi, i magazzini per le merci in transito. Ciao Teresa

 
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I NAVIGLI DI MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°13996 pubblicato il 17 Giugno 2014 da dinobarili
 

I NAVIGLI DI MILANO 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 16/06/14 alle 13:56 via WEB
NAVIGLI---MILANO---Leonardo è sempre stato attirato dalle opere idrauliche e dall’acqua.Durante il primo soggiorno milanese, Leonardo disegna una pianta della città, annota le porte di Milano, con le loro distanze e appare nella cartografia anche il tratto del naviglio della Martesana, tra Porta Nuova e Piazza S. Marco. Tra tutti i navigli milanesi, quello a cui dedica maggiore attenzione, è il Naviglio Grande: « vale 50 ducati d’oro. Rende 125.000 ducati l’anno il Naviglio ed è lungo 40 miglia e largo braccia 20 ». Anche all’epoca di Leonardo, l’acqua di irrigazione veniva fatta pagare e per questo, una delle prime innovazioni (Leonardo che genio), fu quella di migliorare il funzionamento delle bocche, in modo da far corrispondere la quantità d’acqua erogata con il prezzo pagato. I navigli sono stati importanti anche per fornire energia alle molte ruote idrauliche che, nel XV secolo, contribuiscono a rendere il sistema produttivo milanese uno dei più sviluppati in Europa. Leonardo disegna e progetta numerose macchine utensili che sfruttano l’energia dell’acqua: basandosi sulle sue conoscenze di meccanica, produce movimenti sempre più complessi ed automatizzati applicando tali innovazioni, alle macchine tessili. In età sforzesca , l’industria tessile era molto sviluppata, e il commercio di tessuti aveva una grande importanza per l’economia del Ducato: è proprio grazie alle invenzioni di Leonardo, che si iniziano ad avere i primi telai automatici. Leonardo progettò una draga per “cavare la terra” dai fondali di conche e canali. La draga era costituita da quattro pale, le quali, mosse da una manovella, raccoglievano fango e detriti, per poi depositarli in una zattera ormeggiata al centro della draga. Leonardo realizzò due tipologie di ponte: il ponte-canale ed il ponte-mobile. I ponti-mobili (come spiega Leonardo) erano importanti per consentire la navigazione e isolare palazzi, borghi e città, avevano funzioni militari e venivano progettati per essere costruiti velocemente, utilizzando materiali di fortuna, come assi e barche. Leonardo apportò miglioramenti alla rete dei navigli, esempio al sistema delle conche, necessarie per permettere le comunicazioni fra bacini di diverso livello. La conca sfrutta il principio della chiusa che è uno sbarramento che separa due specchi d’acqua con differente livello. La funzione principale della conca è quella di consentire il passaggio di navi ed imbarcazioni tra due specchi d’acqua a quote diverse. Ciao Teresa

 
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