dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 17/06/2014
18 GIUGNO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 18 giugno 2014 – Mercoledì - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Mercoledì
655
I racconti di Pavia
Il viaggio di Amilcare e Elvira
A cosa serve viaggiare? A niente …se il viaggiare non ha uno scopo. Era quello che pensava, un anno fa, Il Dott. Amilcare, cinquant’anni ben portati, Professione Commercialista a Milano. Qualche lettore dirà che si tratta di un’opinione strettamente personale del Dott. Amilcare, mentre il viaggio ha in sé infiniti significati, “fisici e metafisici”. Per esempio. Il Dott. Amilcare, fino ad un anno fa, è stato un viaggiatore instancabile. Non perdeva occasione per partire verso qualsiasi località. Viaggiare… solo per viaggiare. Raggiungere una meta e poi tornare da dove era partito. Siccome il Dott. Amilcare aveva lo Studio a Milano e abitava a Pavia… quando arrivava a Pavia… si sentiva finalmente a casa. Arrivato! Un anno fa, però, il cinquantenne è andato in crisi. Non se la sentiva più di affrontare viaggi. Alcune impiegate dello Studio si resero conto che il Dott. Amilcare era diventato improvvisamente “vecchio”. Non proprio “vecchio”, ma anziano. L’impressione poteva reggere… ma le cose non stavano esattamente così. Il Dott. Amilcare, fino a cinquant’anni, aveva impiegato tutto il suo tempo libero dall’Ufficio per viaggiare. Ogni località rappresentava una meta, un “luogo nuovo” che aveva il suo fascino segreto. Infatti, il Commercialista, prima di partire si documentava, faceva delle ricerche, leggeva, guardava fotografie. Insomma, viaggiare aveva uno scopo… ampliare il proprio orizzonte culturale. Inoltre aveva un amico coetaneo, Gianfilippo con il quale condivideva il viaggio. Entrambi erano dei fanatici viaggiatori. Se Amilcare cercava ogni notizia riguardante la meta da raggiungere, Gianfilippo ci metteva qualcosa in più, la “ciliegina” che faceva la differenza. Era un patito di ricerche storiche. Un anno fa, però, Gianfilippo, nel fare le sue minuziose ricerche storiche aveva conosciuto una Ricercatrice di una Università milanese, Rosalda, quarant’anni… fisico mozzafiato. Così Gianfilippo cominciò a seguire gli spostamenti di Rosalda (per le sue ricerche storiche)…e il Dott. Amilcare si trovò solo. Solo come un cane. No. No. Non proprio come un cane… perché nella nostra attuale società ogni cane ha il suo padrone (o quasi) e non rimane mai solo. Insomma, il Dott. Amilcare… se voleva continuare a viaggiare e seguire la sua passione… doveva farlo da solo. Per un paio di volte ci aveva provato. Aveva scelto la località. Studiato il programma…ma, alla fine era tornato a Pavia, deluso e insoddisfatto. Durante l’ultimo viaggio era tornato con i crampi allo stomaco. Dopo aver aperto il portone del Palazzo in cui abitava, il Dott. Amilcare, si era dovuto sedere sui primi gradini della scala per calmare gli spasmi. Proprio in quell’istante era entrata una nuova inquilina, la Dott. Elvira, trent’anni, alta, bionda, occhi azzurri, gambe da fine del mondo. Visto il Dott. Amilcare in difficoltà si offrì di aiutarlo. Al cinquantenne gli parve di vedere il Sole. A colpirlo è stato soprattutto la voce calma e gentile. Quel suo dolce porsi che distingue una donna da un’altra. Si, perché ci sono donne che affascinano al primo sguardo …e quando pronunciano la prima parola mandano l’uomo “al tappeto”. Dopo quel primo incontro, il Dott. Amilcare non è stato più lo stesso. I crampi sono passati in un istante. Ormai, il cinquantenne, aveva preso una “zuccata solenne”. Di notte sognava la Dott. Elvira. Sognava di fare con lei piacevoli passeggiate lungo le rive del Ticino a Pavia, nei pressi del Ponte Coperto. Nell’arco di una settimana il Commercialista aveva già preso la decisione e avanzato la sua proposta. “Dott. Elvira… le posso offrire un caffè in Galleria Vittorio Emanuele II … nei pressi della quale ho l’Ufficio?” Per la Dott. Elvira è stata “l’occasione” che aspettava. Sapeva che un giorno o l’altro… grazie al suo meraviglioso corpo… avrebbe colpito al cuore qualche cinquantenne con una solida posizione economica. Perché si ha un bel dire che basta l’amore… L’amore, si…ma con parecchi attributi. Il Dott. Amilcare di attributi ne aveva parecchi… quanti bastavano per soddisfare le aspettative della trentenne. Elvira, accettò. Si sa che si comincia sempre con un caffè… e si finisce per raggiungere altre mete… come in ogni viaggio che si rispetti. - Questo è il racconto 655, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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CHIGNOLO PO (PAVIA)
di
Teresa Ramaioli
Pavia--Chignolo Po è un comune di circa 4.000 abitanti della provincia di Pavia. Immerso nella campagna del Pavese, si trova il Castello Procaccini, splendida dimora patrizia, ottenuta dalla trasformazione di una fortezza del XII secolo appartenuta ai Pusterla, Visconti e Cusani. Per la sua grandiosità, il Castello di Chignolo Po venne denominato e conosciuto nel mondo come la “Versailles della Lombardia” e vi soggiornarono Papi, Imperatori, Principi e Re. La parte più antica del Castello, nato come fortezza su di un'altura, è la grande Torre, dalla quale si controllava un lungo tratto del Po. Si ritiene che essa fu fatta costruire dal Re Liutprando intorno al 740 d.C., (Pavia era capitale dei Longobardi), con lo scopo di servire da fortezza di difesa e di presidio sul Po e sulla Via di Monte Bordone, successivamente denominata via Francigena - Romea che collegava il Nord Europa con Roma. Davanti al fortilizio, verso settentrione, sorge il Borgo (Ricetto), che fu interamente riedificato nel 1600, protetto all'ingresso da un fossato e con quattro rivellini (torrioni) ai lati estremi. Il Castello, in poco tempo, a partire dal XIII secolo, divenne uno dei maggiori Feudi Lombardi. Nei primi decenni del 1700 fu ampliato e trasformato, dal Cardinale AgostinoCusani, da Fortezza medioevale in una vera e propria Reggia settecentesca , dove soggiornarono Papi, Imperatori, Re, Principi e Arciduchi. L’architetto romano Giovanni Ruggeri chiamò maestranze, scultori e pittori veneziani e francesi per far seguire la costruzione di giardini, gazebi, ninfei, statue e fontane a ridosso del Castello; mentre ad artisti venne affidata la realizzazione degli stucchi e dei dipinti che impreziosiscono le sale di rappresentanza.. Ciao Teresa
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ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO DI CAMILLA
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ANNAMARIA ...
E
UN POESIA DI GABRIELE D'ANNUNZIO
(Rispondi)
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GIOVANNA CATTANEO ...
E
GLI SCRITTI DI TERESA RAMAIOLI
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GABRIELE D'ANNUNZIO E LE DONNE
di
Annamaria Mennitti
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ANNAMARIA ...
E
L'ISOLA DI CARLO E IRIS
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
racconto del Sabato
Esmeralda (441)
Quando una persona ha un bel nome come Esmeralda non dovrebbe avere problemi. Così la pensavano e dicevano i genitori di Esmeralda quando era bambina. Infatti, alle elementari, medie e superiori non ha avuto problemi. Tutto è filato liscio. Anche all’Università era iniziata bene. Gli studi erano quelli che Esmeralda aveva scelto e voluto. Soltanto che l’età dell’Università si incrocia con quella “dei sentimenti”, dell’amore… Su quel versante, Esmeralda non era soddisfatta… Anzi, era decisamente delusa. Un primo amore, Franco, non era esattamente quello che voleva. Il giovanotto, aveva poca fantasia. Era sempre Esmeralda a proporre… “andiamo di qua… andiamo di là”. Franco era piuttosto pigro, indolente. Questo non era gradito a Esmeralda… la quale avrebbe voluto qualcosa di più frizzante. Anche per questo aveva scelto “scienza della comunicazione”, con la quale voleva sentirsi a contatto con il mondo… Dopo un anno di alti e bassi, il rapporto con Franco si era interrotto. Esmeralda, però, aveva bisogno di un compagno, di un uomo. Dopo poco tempo si presentò all’orizzonte Michele, suo compagno di corso. Bel ragazzo. Un patito del gioco del calcio. Per Esmeralda, “il gioco del calcio” era l’ultima spiaggia… Quel “gioco” non la divertiva affatto. Ovvio che, dopo poco, anche quel “fuoco di paglia” si spense. La giovane universitaria di “scienza delle comunicazione” capì che bisognava dare tempo al tempo. Attendere il “suono della campanella”, la campanella dell’amore. Ormai il pensiero di Esmeralda era solo per gli studi. La Laurea era giunto in un baleno. Intanto stava maturando in lei la passione per l’arte… anzi, la conoscenza degli artisti, della loro vita, del loro mondo. Oltre che visitare mostre e manifestazioni artistiche, Esmeralda iniziò a scrivere “intorno alle opere d’arte”… specialmente attuali. Cominciò a fare interviste ad artisti. Studiare le loro opere. Farsi raccontare dagli Autori come erano nate e perché. Insomma, la neo-laureata era sempre più affascinata dall’arte, dagli artisti, dal mondo che ruotava intorno al “pianeta arte”. Ma il mondo dell’arte è un mondo difficile, complesso. Un mondo in continua evoluzione. Quando una persona pensa di aver capito qualcosa… si trova disorientata, persa nella nebbia. “Per conoscere l’arte … bisogna viverla.” – diceva un pittore. Capire dove nasce, come e perché. Esmeralda, laureata in Scienza della Comunicazione, era ormai una donna. Un anno fa, ha incontrato un artista… un pittore: Gianfredo. Una testa matta… ma matto non era. Anzi. Gianfredo aveva quarant’anni… Esmeralda, ventisette… La ventisettenne aveva visitato la mostra di Gianfredo a Milano e aveva deciso di scrivere qualcosa… Chiese all’artista un’intervista … per il libro che stava scrivendo. I due si incontrarono in Galleria Vittorio Emanuele II. Era sabato. Gianfredo era elegantissimo, bellissimo come un dio greco… con un tocco in più. Uno sguardo magnetico che sembrava un fascio di raggi X… Vedeva ciò che nessun altro poteva vedere. Esmeralda si rese conto che il pittore non era solo un artista, ma anche e soprattutto un uomo. Aveva quel tocco di umanità, di equilibrio, di sapere…che affascinava Insieme passarono la giornata visitando la Milano splendida delle antiche vie. Dei palazzi che hanno segnato un’epoca. Visitarono un Museo. Esmeralda era ormai frastornata. Ad un tratto la ventisettenne fece una domanda: “Che cos’è l’arte?” Gianfredo la guardò… con gli occhi dell’innamorato. “L’arte è amore. Senza amore l’arte non esiste… è solo mera materialità”. In quell’istante… Esmeralda trovò la sua strada … la strada dell’amore vero… tra le braccia di Gianfredo. (441)
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17 GIUGNO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 17 giugno 2014 – Martedì - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Martedì
654
I racconti di Pavia
Camilla e il pianoforte
Un anno fa, la Dott. Camilla, bellissima trentenne, alta, bionda, occhi azzurri, gambe da fine del mondo, stava attraverso un periodo poco felice. Oltre al fatto che si era lasciata con il moroso… aveva avuto discussioni con il suo Dirigente dell’Ufficio di Milano presso cui lavorava. Se gli alti e bassi sentimentali creano complessi problemi, quelli lavorativi non sono da meno. Inoltre, il Dirigente dell’Ufficio, Dott. Casimiro, cinquant’anni, scapolo, cercava ogni occasione per farsi accettare dalla bellissima impiegata, la quale, però, non era disposta ad oltrepassare i limiti previsti dal lavoro. Vuoi per un verso vuoi per un altro, la Dott. Camilla stava male e non sapeva come uscirne. Ne parlò con la sua amica a collega Federica, la quale conosceva la simpatia del Dott. Casimiro per la Dott. Camilla. Non lo sapeva solo lei, ma tutto il e personale dell’Ufficio. Alle confidenze della trentenne seguirono le osservazioni di Federica. “Camilla, se fossi in te, manterrei dei buoni rapporti con il Dott. Casimiro pur restando nei dovuti limiti…” La trentenne si inalberò. “Federica e quali sarebbero i buoni rapporti? Quali i dovuti limiti? Siccome il Dott. Casimiro mi ha invitato a cena … cosa potevo fare? Ho rifiutato. Non penso che un invito a cena, rientri nei “dovuti limiti”. Anche perché, si incomincia con la cena… e si finisce in qualche altro luogo… che tu puoi immaginare” Federica fece finta di soffiarsi il naso. Era una scusa per trovare un’idea meno peregrina. Infatti, la trovò. “Camilla, visto che sai suonare il pianoforte benissimo, perché non organizzi un bel Concerto di Beneficenza presso la Parrocchia e nomini Presidente del Comitato Promotore proprio il Dott. Casimiro? Tu sai che il cinquantenne non aspetta altro che di mettersi in mostra. Sono certo che ne sarebbe felice. E tu, molto elegantemente, troveresti il modo per un corretto modus vivendi” La Dott. Camilla fece tesoro del suggerimento dell’amica Federica. La volle al suo fianco… affidandole il ruolo di Segretaria. Ormai era fatta. Quando Camilla fece la proposta al Dott. Casimiro, questi si esaltò. Volle sapere le finalità del Comitato per poter invitare Personalità dell’Arte e della Cultura. Federica, intanto, non era solo la Segretaria, ma una fantasiosa scenografa. Si diede da fare per preparare l’ambiente in cui si sarebbe tenuto il Concerto di Beneficenza. A tale scopo (e per coinvolgerla) invitò la Professoressa Giacomina, quarantenne, Docente di Lettere presso un Liceo del milanese la quale era alla ricerca (disperata) di un “principe azzurro”. Appena la quarantenne si sentì coinvolta volle conoscere il Presidente del Comitato, il Dott. Casimiro, il quale gradì la conoscenza e invitò la Professoressa a cena. Una cena che ha dato subito buoni frutti. Giacomina e Casimiro diventarono coppia fissa. Era proprio quello che la Dott. Camilla voleva. In Ufficio il vento era improvvisamente cambiato in meglio. Federica, però, non era solo una Segretaria super efficiente, ma una maneggiona di primo piano. Sapeva che a Pavia era di passaggio il Regista francese Pierre, un appassionato di Concerti per Pianoforte… sempre alla ricerca di nuove idee per fare film. Tenendo allo scuro Camilla, Federica invitò personalmente il Regista… e lo catapultò sul palco come Presentatore del programma. Nessuno aveva mai proposto al Regista Pierre di fare il Presentatore. Ne fu talmente felice ed affascinato che perse letteralmente la testa per la Dott. Camilla…per il suo dolce modo di suonare, per le musiche scelte, per le stupende persone presenti al Concerto… e da ultimo le finalità benefiche dello spettacolo. Anche Camilla era rimasta colpita dalla personalità del Regista. Accettò volentieri l’invito a cena. Siccome da cosa nasce cosa… se ne innamorò… apertamente ricambiata. Si sa che quando l’amore c’è… nascono nuove iniziative, nuove idee e la voglia di fare. Il Regista Pierre chiamò al telefono i Produttori dei suoi film e fissò le date entrò le quali sarebbero state girate le prima scene … Protagonista femminile del film… la dott. Camilla, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo - Questo è il racconto 654, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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L'ANTICA VIA DEL SALE
DA VARZI (PAVIA) A GENOVA
di
Teresa Ramaioli
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I NAVIGLI DI MILANO
di
Teresa Ramaioli
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