Messaggi del 23/06/2014

ANNAMARIA ...E L'EFFETTO VINO AL PRANZO DI MASSIMO

Post n°14075 pubblicato il 23 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

L'EFFETTO VINO

AL PRANZO DI MASSIMO

annamariamennitti
annamariamennitti il 23/06/14 alle 13:19 via WEB
Questi sono i risultati di chi cerca di rallegrare la cena specie tra amici,con del vino speciale, al dott Massimo gli è venuta bene,poteva venire diversamente..La prima cosa che fanno prima di iniziare a mangiare "bevi tu che bevo anch'io"...e non credo che solo MAssimo e janete si sono abbracciati ....com/que grazie al vino speciale si ritrova in compagnia ..ciao DINO
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 23/06/14 alle 18:19 via WEB
Ciao Annamaria - bel commento. Mi piace perchè hai messo in luce il fatto che "non solo Massimo e Janette si sono abbracciati e baciati"... ma anche tutti gli altri... Beh... come inizio pranzo non è male. In fondo erano adulti... Massimo, poi, aveva una voglia matta di Janette (forse perchè era francese?) Cosa ne dici? Dino
(Rispondi)

 

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°14074 pubblicato il 23 Giugno 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“Sognare

 è come andare

in vacanza...

Serve

 una sola cosa:

 la gioia di vivere””

Dino

 

 

 
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CARLA racconto (447) di Dino Secondo Barili

Post n°14073 pubblicato il 23 Giugno 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Venerdì

Carla (447)

Un anno fa, Carla era preoccupata. Se ne accorse anche Giovanna, la sua Parrucchiera di fiducia e amica intima. “Carla, che cosa hai? Ti vedo preoccupata.” Carla, ha fatto fatica ad aprirsi, ma sentì il bisogno di sfogarsi. Cercò il linguaggio migliore. “Giovanna… il mio Capo Ufficio va in pensione. E’ in arrivo il nuovo Dirigente. Siccome sono la Segretaria… sono vivamente preoccupata. Dopo tanti anni passati con una persona che mi trattava come figlia e consideravo come padre… ora mi devo confrontare con una persona nuova… che non conosco. Forse la mia è solo una preoccupazione inutile, ma intanto di notte mi vengono gli incubi.” Effettivamente, Carla, bella donna di quarantacinque anni, di notte aveva incubi veri. Si svegliava dopo aver sognato un uomo burbero, vecchio, brutto che entrava nel suo Ufficio e gridava: “Se ne vada. Se ne vada…Incapace.” In quell’istante, Carla, si svegliava e non riusciva più ad addormentarsi. Raccontò il fatto alla Parrucchiera Giovanna la quale cercò di tranquillizzare l’amica. Lo fece, ma aggiunse un particolare …”Carla, hai provato a parlarne con il tuo Medico di Fiducia?” Carla non ci aveva pensato. Telefonò al Dott. Giuseppe per un appuntamento. Il Medico di Fiducia conosceva Carla da una vita (si fa per dire). Dopo aver ascoltato l’incubo si concentrò un attimo e disse la sua. “Purtroppo, sono un medico e non uno psicanalista… Posso azzardare qualche ipotesi…” Il Dott. Giuseppe proseguì il discorso. “Vedi, Carla. Tu hai quarantacinque anni e sei nubile. Nel senso che “non” sei sposata e da quanto mi hai sempre detto non hai un compagno o un fidanzato. Il tuo incubo potrebbe essere generato da una tua “inconscia” paura degli uomini in generale. Non ho consigli da darti, ma la ragione profonda del tuo incubo la conosci tu, e tu sola.” Carla lasciò l’Ambulatorio del Dott. Giuseppe più tranquilla. Ora doveva mettersi calma ed aspettare l’evoluzione della situazione. Effettivamente, Carla, riconobbe che aveva una “certa paura” degli uomini. Quando compì vent’anni, ha avuto uno scontro verbale in Ufficio proprio con un Dirigente. Il Dirigente aveva messo gli “occhi addosso” a Carla, la quale lo aveva decisamente rifiutato. Da quel momento il Dirigente in questione aveva cominciato a disprezzarla… fino ad offenderla pubblicamente per un errore che “non” aveva commesso. Il fatto aveva lasciato il segno. Ora, Carla stava per avere un nuovo Capo Ufficio. Cosa sarebbe successo? Un sabato mattina di un anno fa, Carla era in Strada Nuova a Pavia nei pressi dell’Università. “Non” vide una buccia di banana per terra. Vi pose il piede sopra…e..ecco un volo non programmato. Un volo? No, perché proprio dietro di lei c’era un Signore alto, biondo, capelli lunghi ondulati… occhi penetranti (come raggi X), sui cinquant’anni. Fulmineo, il Signore, l’aveva afferrata… salvandola da sicure fratture. Carla, ne rimase affascinata. Non sapeva come ringraziare. Il Signore, assomigliante ad un “divo del cinema”, salutò e se ne andò. La quarantacinquenne, però, non era rimasta indifferente a quello sguardo magnetico che le aveva evitato di finire all’Ospedale. Quella notte stessa l’aveva sognato. Niente incubi… e neppure la notte successiva. Il Lunedì mattina, Carla si presentò in Ufficio pimpante come non le capitava da parecchio tempo. Notò qualcosa di nuovo. Era arrivato il nuovo Capo Ufficio. Quando la segretaria quarantacinquenne mise a fuoco il Signore che si era affacciato alla porta dell’Ufficio si accorse che era lo stesso che l’aveva “salvata da sicure fratture” in Strada Nuova a Pavia. Aveva gli occhi penetranti (come i raggi X), i capelli biondi lunghi e ondulati. Uno sguardo che incantava… Per la prima volta Carla aveva capito che “con” un uomo così … sarebbe potuto accadere qualsiasi cosa… E accadde! -(447)

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°14072 pubblicato il 23 Giugno 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buon Martedì ...a tutti"

DIARIO CORALE

del

25 giugno 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 23 GIUGNO 2014

Post n°14071 pubblicato il 23 Giugno 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 23 GIUGNO 2014

“L’amore è anche compagnia”

Dino

 
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IL DOTT. MASSIMO racconto (660) di Dino Secondo Barili

Post n°14070 pubblicato il 23 Giugno 2014 da dinobarili
 

23 GIUGNO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 23 giugno 2014 – Lunedì - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Lunedì

660

I racconti del benessere

Il Dott. Massimo e il Giardino di Pavia

Un anno fa, il Dott. Massimo, quarantacinque anni, scapolo Dirigente di una Agenzia a Milano, abitante a Pavia, ne era più che convinto: il benessere deve essere conquistato ogni giorno. Non basta avere una dieta ferrea, un tipo di vita regolare… ci vuole “quel quid in più” che da alla vita “il senso della piacevole passeggiata”. Sul posto di lavoro il Dott. Massimo dava il meglio di sé, ma non voleva strafare. Preferiva un ritmo regolare e produttivo. I Collaboratori erano dello stesso parere. Il bello, però, avveniva nei weekend, quando il quarantacinquenne poteva finalmente vivere nella sua bella villa a Pavia, con tutti i confort possibili e immaginabili. L’unico neo… essere scapolo. Per ovviare a tale situazione, il Dott. Massimo, ogni sabato organizzava … “un evento”. Invitava nel suo Giardino di Pavia, dodici invitati. Veramente non erano proprio invitati… erano dodici persone che si erano messe in lista per essere invitate dal Dott. Massimo, il quale era un Mago della Cucina. Partecipare ad un simile evento era come fare un viaggio nel “paradiso dei piaceri della gola”. Il quarantacinquenne sapeva tutto… di tutte le pietanze. Quando erano nate, chi, come e perché. Avere a che fare con un simile Mago non era solo piacevole, ma affascinante. Un anno fa, la voce degli eventi del Dott. Massimo erano giunti fino in Francia. Dalla Costa Azzurra, erano arrivati dodici invitati, sei uomini e sei donne. Tra le donne c’era una trentenne di nome Janette, bellissima… alta, bionda, occhi azzurri, gambe da fine del mondo. Di fronte ad un simile presenza, il Dott. Massimo, ha cercato di mantenere i nervi saldi e un professionale autocontrollo. Dopo aver illustrato il programma, il quarantacinquenne ha accompagnato i dodici ospiti a raccogliere le verdure nell’orto dell’amico Giancarlo. Il signor Giancarlo aveva infatti una sua teoria. “La buona tavola incomincia dall’orto… da come si produce” Ecco perché il Dott. Massimo si serviva solo ed esclusivamente dell’amico Giancarlo perché sapeva come preparava il terreno, seminava e curava la crescita della verdura. Janette è rimasta estasiata dal modo in cui Giancarlo curava l’orto e volle fargli i complimenti. Il Dott. Massimo ha, poi, voluto far conoscere agli amici francesi Angelo, l’amico panettiere che preparava il miglior pane di Pavia…fragrante, unico e ineguagliabile. E’ stato da quel momento che il gruppo di invitati si è insediato nello stupendo Giardino di Pavia, il luogo dove il Dott. Massimo avrebbe preparato l’evento. E’ stato a questo punto che il quarantacinquenne ha fatto la sua scelta. Ha scelto come collaboratrice della serata proprio Janette, la bionda dagli occhi azzurri. Tutti i presente scoppiarono in una fragorosa ovazione. Infatti, l’evento del sabato sera era anche l’occasione per dare colore e calore alla vita. Le persone non amano solo mangiare bene, amano anche “condire” gli eventi con qualcosa di eccezionale e irripetibile. Il Dott. Massimo ha dato il meglio di sé. Ha preparato ogni pietanza sotto gli occhi attenti degli invitati. Ha elencato tutte le virtù di ogni singola pietanza. Alla fine ha preparato la tavola ed ha offerto il miglior pranzo che una persona possa attendersi. Da sempre, però, una buona pietanza è sempre accompagnata da un ottimo vino… il nettare degli Dei. Massimo, quel sabato di un anno fa, ha voluto strafare. Ha offerto alcune bottiglie di un vino speciale… prodotto nell’Oltrepò Pavese dall’amico Giampiero. Un Bonarda… da fine del mondo. E’ stato proprio il vino a mandare in estasi i dodici invitati. Un vino così non lo avevano mai assaggiato… neppure in Francia. Il fatto è che il vino ha prodotto uno strano effetto su Massimo e Janette. Dopo aver assaggiato la Bonarda di Giampiero… i due hanno cominciato a guardarsi negli occhi, a fissarsi, ad essere attratti l’un l’altro… alla fine si sono abbracciati e si baciati lungamente davanti a tutta la compagnia. L’evento del sabato, di quel sabato, non poteva prendere piega migliore. Da quel momento il Dott. Massimo non è più stato solo… Acconto a lui c’è Janette, la bionda dagli occhi azzurri - Questo è il racconto 660, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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DELITTI A MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°14069 pubblicato il 23 Giugno 2014 da dinobarili
 

DELITTI A MILANO 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 22/06/14 alle 19:57 via WEB
MILANO----Nel cuore del centro storico di Milano, a ridosso di via Torino, si trova via Bagnera, un tempo chiamata "Stretta Bagnera", un budello dove ci passa a malapena un' auto. Da via Santa Marta, la «stretta Bagnera» si allunga fino a via Nerino, a ridosso di via Torino. Tutto ebbe inizio intorno alla seconda metà dell’Ottocento con la denuncia della scomparsa di Ester Maria Perrocchio, madre del pittore Maurier. Unico indizio il suo nuovo uomo di fiducia, il capomastro Antonio Boggia. Boggia nato a Urlo sul Lago di Como, si trasferì a Milano. Vedovo e con figli cercava di mantenersi con piccoli lavori di manutenzione. Frequentava spesso la chiesa e dai vicini era considerato una brava persona sempre pronto ad aiutare il prossimo. Nulla di sospetto, ma dalle varie indagini risulta in archivio una denuncia per tentato omicidio verso un anziano contabile. Dagli scritti risulta che il Boggia, con la scusa di farsi controllare i conti, si recò dall’uomo, mentre era intento nel suo lavoro gli sferrò un colpo di scure in testa. Sanguinante riuscì a scappare, grazie l’incontro di un suo amico finanziere riuscì a far arrestare il Boggia. Ma fu dichiarato in stato di follia, rinchiuso in manicomio venne sottoposto a cure mediche e dopo qualche anno rilasciato. Antonio Boggia cominciò a uccidere nel 1849, il cadavere della prima vittima venne smembrato e nascosto nel suo scantinato. La seconda vittima e la terza , uccisi sempre per denaro intorno al 1850. Nel 1861 invitò Ester Maria Perrocchio a casa sua, la uccise con l’ascia e poi la decapitò. Un’incubo durato quasi 10 anni, le persone venivano scelte e assassinate, fatte a pezzi e nascoste in uno scantinato in via Bagnera. Nel novembre del 1861 dopo un processo durato cinque giorni Antonio Boggia venne condannato a morte per impiccagione, fu l’ultima condanna a morte su un civile a Milano. La testa venne data in custodia al gabinetto Anatomico dell’Ospedale Maggiore così da poter essere studiata da medici e scienziati come il Lombroso, che ne giudicò la fisionomia tipica dell’assassino. Buona lettura ,ciao Teresa

 
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ANNAMARIA ...E IL RACCONTO DI ANTONELLA

Post n°14068 pubblicato il 23 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

IL RACCONTO DI ANTONELLA

annamariamennitti
annamariamennitti il 22/06/14 alle 18:39 via WEB
....è proprio vero che la vita è simile ad un viaggio in treno.....se sbagli treno non scendere continua dove ti porta il vento li troverai l'amore. La vita le ha dato l'opportunità Per Antonella si presentano giorni belli e nuova vita con Matteo nella bella città di Roma....ciao
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 23/06/14 alle 08:29 via WEB
Ciao Annamaria - bel commento. La vita è come un treno... (non esiste un altro treno) è proprio quello il treno della vita. Dino
(Rispondi)

 

 
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LA FIGLIA DI IORI DI D'ANNUNZIO di Annamaria Mennitti

Post n°14067 pubblicato il 23 Giugno 2014 da dinobarili
 

LA FIGLIA DI IORIO DI D'ANNUNZIO 

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 22/06/14 alle 16:28 via WEB
L’immagine di Mila (quadro La Figlia di Iorio del 1895) è ispirata a quella della donna che, in un’estate a Tocco Casauria di qualche anno prima, era apparsa all’improvviso in mezzo alla piazza, sconvolta, inseguita da un gruppo di contadini ubriachi; La Majella è quella osservata, maestosa, durante il suo soggiorno ad Orsogna; l’immagine della caverna dove i due innamorati si rifugiarono è ispirata a quella della Grotta del Cavallone: il Michetti, curioso e appassionato, la visitò più volte. Le scene della tragedia all’interno della caverna sono tutte ambientate nel grande antro d’ingresso della Grotta del Cavallone, poi rinominato per questa ragione Sala di Aligi. D’Annunzio non visitò mai le Grotte del Cavallone ma grazie al lavoro del Michetti ed al successo della tragedia, queste rappresentano uno dei luoghi dannunziani per eccellenza. Molti poeti, soprattutto abruzzesi, si ispirarono alla magia della grotta per comporre versi. Ne citiamo uno su tutti: Cesare De Titta, di Sant’Eusanio del Sangro.

 
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