dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 28/06/2014
ANNAMARIA ...
E
IL GIOCO DELLE BOCCE
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AGOSTINO FARAVELLI...
E
I DUE PALLINI
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ANNAMARIA ...
E
LA FELICITA'
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OSCAR TURATI ...
E
IL REBUS DELL'AMORE
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Mercoledì
Giuseppe (452)
Novembre è il mese delle “influenze”. Per quanto una persona cerchi di proteggersi… qualche malanno arriva nel momento meno opportuno. Come a Giuseppe, sessantadue anni, ben portati… e, ancora, tanti sogni nel cassetto. Già. I sogni. Giuseppe è l’esempio di come una persona dovrebbe vivere. Quando Giuseppe era un ragazzo aveva la passione della pesca. Nei momenti liberi,cioè tutti i giorni, era a Ticino, il suo fiume preferito. Era anche il solo fiume che conoscesse (detto tra noi). Poi è cresciuto e ha intrapreso un’altra attività: la pittura. La pittura è un’arte difficile. Se una persona si lascia prendere la mano (per esempio, dal desiderio di diventare ricco vendendo quadri) non riuscirà mai a diventare un “pittore” vero. Infatti, (come si diceva una volta) la pittura non è solo un’arte, ma una “missione”. Essere affascinati dalla pittura è come essere innamorati… si è sempre pronti ad andare in estasi. A sessantadue anni, però, Giuseppe si sentiva ancora inesperto come pittore. Pur avendo dipinto centinaia di soggetti, centinaia di tele… si sentiva come un principiante. Nel mese di novembre di un anno fa, Giuseppe doveva preparare il bozzetto di un soggetto per un concorso di pittura. La scadenza era vicina, ma il sessantaduenne, non aveva ancora focalizzato le idee. Aveva una vaga idea del bozzetto da proporre, ma nulla di concreto… Si ricordò che quando era un ragazzo amava andare a pescare. Il Ticino era la sua vita, o meglio, pensava lo fosse. Infatti, all’età di sedici anni, Giuseppe, andava a pescare… ma si era innamorato di Giuditta, una ragazzina tredicenne che abitava in una casa lungo la strada che portava al fiume. Ogni volta che Giuseppe passava vicino alla casa con la lenza in mano, la tredicenne Giuditta, usciva per farsi notare. Una volta con una scusa. Un’altra volta con un’altra. Era una ragazzina bellissima… Chiunque si sarebbe innamorato di lei … immaginarsi Giuseppe (a sedici anni!). Era il periodo in cui aveva cominciato a prendere confidenza con disegni, tele e colori. Un giorno, Giuseppe chiese a Giuditta: “Posso farti un quadro? Voglio ritrarti come sei ora…” Giuditta si schernì, ma non si oppose. Da quel momento il sedicenne, partiva da casa per andare al fiume a pescare… ma arrivato alla casa di Giuditta, si fermava. Prendeva dalla borsa attaccata alla bicicletta, matite, fogli da disegni e si metteva a ritrarre la ragazzina tredicenne. Impiegava tutto il tempo a disegnare e a correggere… e non era mai soddisfatto. Il volto di Giuditta non era mai quello che, Giuseppe, “vedeva” nella sua mente e voleva ritrarre. A sedici anni, gli uomini (specialmente se innamorati) sono dei sognatori, degli ingenui… parlano, parlano, ma non arrivano mai al dunque. Giuditta era una donna (anche se aveva solo tredici anni). Non si accontentava solo delle belle parole, del “ti amo” sottinteso… avrebbe voluto almeno un bacio. Dopo parecchie settimane, Giuditta si stancò di farsi ritrarre da Giuseppe e non si fece più vedere. Per parecchi giorni, il sedicenne partiva da casa per andare al fiume (o meglio alla casa dell’innamorata) , ma Giuditta non c’era più. Giuseppe capì che le donne sono “un altro mondo”. Capirle è difficile. Ormai, aveva perduto il piacere di andare a pesca. Aveva preso mano al disegno. Ai volti, alle espressioni delle persone… specialmente ai volti femminili. Era affascinato da quel mistero che si chiama “donna”… un mistero che non finisce mai di stupire….di incantare un uomo, un artista, un pittore. Un anno fa, all’età di sessantadue anni, Giuseppe voleva partecipare ad un concorso per un “volto di donna”. Si ricordò di Giuditta, la sua prima “morosina”… Stava per mettere a fuoco quell’immagine mediata dal ricordo di tanti anni prima, quando ebbe un “attacco influenzale”. Il medico ordinò tre giorni a casa, al caldo, ben riguardato. Giuseppe voleva portare a termine il “bozzetto”, ma si accorse di avere qualche lineetta di febbre. Scelse proprio quel momento per tentare il capolavoro. Infatti, che cos’è un innamoramento? La febbre del cuore… una “alterazione” del sentimento? Una volta si diceva che “essere innamorati è come avere la febbre”. Per Giuseppe era giunto il momento magico… il momento del “capolavoro”… Così, fu. Vinse il primo premio. (452)
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Viaggio in Lombardia
Puntare…
1
Non c’è alternativa.
Bisogna puntare alla qualità…
2
…puntare al sapere,
3
…puntare all’eccellenza,
4
…puntare ad una vita migliore.
§
Buona giornata a tutti.
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Viaggio in Lombardia
Cortile … story
Anche nel Cortile capitavano personaggi eccezionali. Una delle storie tramandate di bocca in bocca era quella “dell’Isola di Giuseppe”. Trivolzio è a pochi chilometri dal fiume Ticino. Mi ricordo quand’ero un ragazzo, di un sentiero in mezzo alla campagna… A piedi, con passo normale, in un quarto d’ora, si era sulla riva del fiume...il fiume più bello del mondo: il Ticino. Giuseppe era un ragazzino sveglio, un po’ timido e sensibile. Aveva una qualità: sapeva disegnare e dipingere. Per disegnare usava qualsiasi mezzo … anche un bastone … disegnava sulla terra. Per dipingere è stato un po’ più difficile: ha dovuto imparare a “farsi” i colori. Poi, ormai adulto e snobbato dalle donne, si diede alla pittura…Dipinse molte “Madonne” (forse tutte le ragazze che lo avevano respinto). Poi, un giorno, si ritirò su un “isolotto nel mezzo del fiume Ticino”… e fu l’uomo più felice della terra. Buona giornata a tutti. Dino
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PENSIERI SPARSI DEL 28 GIUGNO 2014
“L’amore è spesso come una partita a bocce…
I componenti la coppia
cercano in tutti i modi
di raggiungere la meta”
Dino
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28 GIUGNO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 28 giugno 2014 – Sabato - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Sabato
665
I racconti del benessere
Silvano e la partita a bocce
Si sa che il modo migliore per raggiungere il benessere è quello che mantenersi attivi. Un anno fa, ne sapeva qualcosa, il Dott. Silvano, cinquant’anni, fisico da atleta. Un anno fa, però, il Dott. Silvano, Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano, abitante a Pavia, era giù di corda. Era ugualmente attivo, ma aveva perso quello “smalto” che lo aveva contraddistinto per anni. Per esempio. Il Dott. Silvano era un abilissimo giocatore di bocce. Il suo programma settimanale prevedeva una serata alla settimana dedicata alle bocce. Le bocce erano state la sua prima grande passione perché ogni partita era una sfida. Una sfida da vincere o perdere. Il Dott. Silvano preferiva vincere…e vinceva sempre… Magari per il “rotto della cuffia”… ma vinceva. Per il cinquantenne era valido il principio che… nella vita… è meglio vincere anziché perdere. Un anno fa, il Dott. Silvano era andato in crisi perché aveva cominciato a perdere… e non era un “perdere” qualunque. Infatti, il cinquantenne aveva cominciato a perdere quando si era “affacciata” sul campo di gara del Bocciodromo la Dott. Enrica, una trentenne bellissima… alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. La Dott. Enrica si era presentata come una principiante… una alle prime armi… una che aveva tutto da imparare. Poi… in brevissimo tempo… si messa a sfidare via via i vari campioni locali… fino ad arrivare al Dott. Silvano. Il cinquantenne aveva preso la sfida sottogamba, come fosse una passeggiata. Le prime partite a bocce con la Dott. Enrica sembravano un gioco da ragazzi… Dopo un po’ di tempo, però, le sfide sono diventate sempre più complicate e impegnative. Si vedeva che la Dott. Enrica era un “osso duro”, di quelle che fanno sudare “sette camice”. Per un po’ il Dott. Silvano si limitava a giocare, a impegnarsi, e a vincere… Ma venne il giorno in cui… per la prima volta in vita sua … aveva dovuto arrivare… secondo. Per quindici giorni, il Dott. Silvano, non si era fatto più vedere sul campo di gara. Poi, su insistenza del Presidente del Bocciodromo, ricomparve con l’intenzione di sfidare la Dott. Enrica. Prima di entrare nel Bocciodromo, però, il Dott. Silvano incontrò la Zingara Lacanterina, la quale, molto gentilmente, le svelò un segreto. “Dott. Silvano, se mi da un Euro, le spiego come si fa a vincere con la Dott. Enrica”. Chi è quell’uomo che per un Euro non si sarebbe lasciato tentare? Il cinquantenne estrasse dal portafogli cinque euro e li porse alla Zingara Lacanterina con una frase.”. Un Euro per la consulenza…e quattro Euro… uno per il caffè… e il resto per le future consulenze… se saranno ritenute all’altezza della fama della Zingara più scaltra di Pavia” Lacanterina si sentì orgogliosa del titolo e dopo aver estratto dall’enorme tasca del grembiule un sasso bianco lo presentò al cinquantenne. “Dott. Silvano, metta la mano destra su questo sasso. Sentirà del calore. Mi dica quando non riesce più a resistere” Il cinquantenne, dopo un po’, sentì la mano bruciare. Fece per toglierla… ma non vi riuscì. La Zingara parlò “Dott. Silvano, prima di affrontare in una nuova gara a bocce la Dott. Enrica… dovrebbe invitarla a vedere la sua Collezione di Quadri nel suo Attico sulle rive del fiume Ticino” La mano del Dott. Silvano divenne subito fredda …e il cinquantenne comprese l’antifona. Entrò nel Bocciodromo. Incontrò la Dott. Enrica e, anziché parlare di gara di bocce… l’invitò a visitare la sua Collezione di Quadri nel suo Attico sulle rive del fiume Ticino. Naturalmente la Dott. Enrica accettò. Era, infatti, una patita delle Mostre d’Arte. La trentenne, dopo aver visto la Collezione di Quadri del cinquantenne… divenne pallida come una “pezza bianca… asciugata al sole”. Perse completamente la parola. Pensò immediatamente alla partita a bocce e prese una decisione. “Avrebbe lasciato vincere il Dott. Silvano” Nella vita, le partite, però, sono molte …e non tutte determinanti per avere successo. Nello stesso istante in cui la trentenne aveva deciso di dedicarsi “ad altre partite”… il Dott. Silvano aveva preso una decisione. ”Avrebbe fatto la corte alla bellissima trentenne, alta, bionda, la quale era proprio il suo tipo. La decisione, però, non era da prendere a cuor leggero. Il cinquantenne preferì prendere tempo… Invitò la Dott. Enrica a fare un viaggio nelle Grandi Capitali Europee… Parigi, Londra, Roma, Vienna, Mosca. Nulla di impegnativo… Una specie di partita a bocce… dove c’era un “pallino” sul campo di gara… e il Dott. Silvano e la Dott. Enrica lanciavano bocce con l’intenzione di arrivare… vicini alla meta. - Questo è il racconto 665, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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METTERE SUL PALCO
di
Teresa Ramaioli
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L'ERBA CARLINA
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
I DOLCI
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ANNAMARIA ...
E
IL DOLCE DI ALESSIA
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Viaggio in Lombardia
Felicità è…
1
Felicità è anche nelle piccole cose…
2
…come lavare i piatti,
3
…tenere in ordine l’ambiente in cui si vive…
4
…purché fatto con coscienza di ciò… e perché si fa.
§
Buona giornata a tutti. Dino
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ANNAMARIA ...
E
IL PIATTO DI GABRIELE
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UNA CARTOLINA DA FOGGIA
di
Annamaria Mennitti
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