Messaggi del 28/06/2014

ANNAMARIA ...E IL GIOCO DELLE BOCCE

Post n°14148 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

IL GIOCO DELLE BOCCE

annamariamennitti
annamariamennitti il 28/06/14 alle 14:23 via WEB
Non ho mai praticato il gioco delle bocce ,però qualche idea ce l'ho.....ho spesso assistito e quindi posso benissimo paragonarlo alla vita.....Tiro la boccia se va ... va ..se non dovesse andare,,,,ripetere l'operazione e cercare di non farsi superare ,,,come ha fatto Silvano con la trentenne , ha dovuto prima farle girare la testa visitando poi le città più belle e opere d'arte per raggingere il suo scopo infatti è arrivato al dunque L'amore è anche un gioco di bocce ..ciao
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 28/06/14 alle 18:35 via WEB
Ciao Annamaria - hai fatto una bella descrizione del gioco delle bocce. E la conclusione mi piace... "L'amore è anche un gioco delle bocce".. dove vince chi arriva primo alla meta. Dino
(Rispondi)

 
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AGOSTINO FARAVELLI ...E I DUE PALLINI

Post n°14147 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

AGOSTINO FARAVELLI...

E

I DUE PALLINI

agostinofaravelli
agostinofaravelli il 28/06/14 alle 17:26 via WEB
La figurazione è perfetta: le 2 bocce le avrei individuate, ma perchè il pallino è uno solo? Di norma dovrebbero essere due anche loro, o no! Ciao, e cerca di stare bene.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 28/06/14 alle 18:30 via WEB
Ciao Agostino - bel commento. Secondo me, era troppo semplice avere anche "due pallini". Il bello è proprio lì... cercare di averlo tutto per sé. (così... è la pace in famiglia). Dino
(Rispondi)

 
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ANNAMARIA ...E LA FELICITA'

Post n°14146 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

LA FELICITA'

annamariamennitti
annamariamennitti il 28/06/14 alle 17:44 via WEB
si fa per se stesso.....esclusivamente per proprio decoro ciao
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 28/06/14 alle 18:25 via WEB
Ciao Annamaria - hai ragione. la felicità è prima di tutto un fatto personale... poi viene il resto. Dino
(Rispondi)

 

 
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OSCAR TURATI ...E IL REBUS DELL'AMORE

Post n°14145 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

OSCAR TURATI ...

E

IL REBUS DELL'AMORE

oscar_turati
oscar_turati il 28/06/14 alle 10:05 via WEB
Nel gioco della bocce si deve dichiarare il punto e lo stesso vale solo se lo si raggiunge attraverso quelle traiettorie o parabole o lanci dichiarati. Nell'amore? E' tutto più semplice o più complicato? A saperlo! Ciao Oscar
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 28/06/14 alle 18:22 via WEB
Ciao Oscar - bel commento. E, bella domanda. "Nell'amore? E' tutto più semplice o più complicato?"... Dal mio punto di vista ... PIU' COMPLICATO. MOLTO PIU' COMPLICATO. L'amore è e sarà sempre un rebus... da qualsiasi parte lo si guardi. Dino
(Rispondi)

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°14144 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“Se si vuole vivere bene …

bisogna sempre

 avere dei sogni nel cassetto”

Dino

 

 

 
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GIUSEPPE racconto (452) di Dino Secondo Barili

Post n°14143 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Mercoledì

Giuseppe (452)

Novembre è il mese delle “influenze”. Per quanto una persona cerchi di proteggersi… qualche malanno arriva nel momento meno opportuno. Come a Giuseppe, sessantadue anni, ben portati… e, ancora, tanti sogni nel cassetto. Già. I sogni. Giuseppe è l’esempio di come una persona dovrebbe vivere. Quando Giuseppe era un ragazzo aveva la passione della pesca. Nei momenti liberi,cioè tutti i giorni, era a Ticino, il suo fiume preferito. Era anche il solo fiume che conoscesse (detto tra noi). Poi è cresciuto e ha intrapreso un’altra attività: la pittura. La pittura è un’arte difficile. Se una persona si lascia prendere la mano (per esempio, dal desiderio di diventare ricco vendendo quadri) non riuscirà mai a diventare un “pittore” vero. Infatti, (come si diceva una volta) la pittura non è solo un’arte, ma una “missione”. Essere affascinati dalla pittura è come essere innamorati… si è sempre pronti ad andare in estasi. A sessantadue anni, però, Giuseppe si sentiva ancora inesperto come pittore. Pur avendo dipinto centinaia di soggetti, centinaia di tele… si sentiva come un principiante. Nel mese di novembre di un anno fa, Giuseppe doveva preparare il bozzetto di un soggetto per un concorso di pittura. La scadenza era vicina, ma il sessantaduenne, non aveva ancora focalizzato le idee. Aveva una vaga idea del bozzetto da proporre, ma nulla di concreto… Si ricordò che quando era un ragazzo amava andare a pescare. Il Ticino era la sua vita, o meglio, pensava lo fosse. Infatti, all’età di sedici anni, Giuseppe, andava a pescare… ma si era innamorato di Giuditta, una ragazzina tredicenne che abitava in una casa lungo la strada che portava al fiume. Ogni volta che Giuseppe passava vicino alla casa con la lenza in mano, la tredicenne Giuditta, usciva per farsi notare. Una volta con una scusa. Un’altra volta con un’altra. Era una ragazzina bellissima… Chiunque si sarebbe innamorato di lei … immaginarsi Giuseppe (a sedici anni!). Era il periodo in cui aveva cominciato a prendere confidenza con disegni, tele e colori. Un giorno, Giuseppe chiese a Giuditta: “Posso farti un quadro? Voglio ritrarti come sei ora…” Giuditta si schernì, ma non si oppose. Da quel momento il sedicenne, partiva da casa per andare al fiume a pescare… ma arrivato alla casa di Giuditta, si fermava. Prendeva dalla borsa attaccata alla bicicletta, matite, fogli da disegni e si metteva a ritrarre la ragazzina tredicenne. Impiegava tutto il tempo a disegnare e a correggere… e non era mai soddisfatto. Il volto di Giuditta non era mai quello che, Giuseppe, “vedeva” nella sua mente e voleva ritrarre. A sedici anni, gli uomini (specialmente se innamorati) sono dei sognatori, degli ingenui… parlano, parlano, ma non arrivano mai al dunque. Giuditta era una donna (anche se aveva solo tredici anni). Non si accontentava solo delle belle parole, del “ti amo” sottinteso… avrebbe voluto almeno un bacio. Dopo parecchie settimane, Giuditta si stancò di farsi ritrarre da Giuseppe e non si fece più vedere. Per parecchi giorni, il sedicenne partiva da casa per andare al fiume (o meglio alla casa dell’innamorata) , ma Giuditta non c’era più. Giuseppe capì che le donne sono “un altro mondo”. Capirle è difficile. Ormai, aveva perduto il piacere di andare a pesca. Aveva preso mano al disegno. Ai volti, alle espressioni delle persone… specialmente ai volti femminili. Era affascinato da quel mistero che si chiama “donna”… un mistero che non finisce mai di stupire….di incantare un uomo, un artista, un pittore. Un anno fa, all’età di sessantadue anni, Giuseppe voleva partecipare ad un concorso per un “volto di donna”. Si ricordò di Giuditta, la sua prima “morosina”… Stava per mettere a fuoco quell’immagine mediata dal ricordo di tanti anni prima, quando ebbe un “attacco influenzale”. Il medico ordinò tre giorni a casa, al caldo, ben riguardato. Giuseppe voleva portare a termine il “bozzetto”, ma si accorse di avere qualche lineetta di febbre. Scelse proprio quel momento per tentare il capolavoro. Infatti, che cos’è un innamoramento? La febbre del cuore… una “alterazione” del sentimento? Una volta si diceva che “essere innamorati è come avere la febbre”. Per Giuseppe era giunto il momento magico… il momento del “capolavoro”… Così, fu. Vinse il primo premio. (452)

 
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PUNTARE...

Post n°14142 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

Viaggio in Lombardia

Puntare…

1

Non c’è alternativa.

Bisogna puntare alla qualità…

2

…puntare al sapere,

3

…puntare all’eccellenza,

4

…puntare ad una vita migliore.

§

Buona giornata a tutti. 

 
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CORTILE STORY

Post n°14141 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

Viaggio in Lombardia

Cortile … story

Anche nel Cortile capitavano personaggi eccezionali. Una delle storie tramandate di bocca in bocca era quella “dell’Isola di Giuseppe”. Trivolzio è a pochi chilometri dal fiume Ticino. Mi ricordo quand’ero un ragazzo, di un sentiero in mezzo alla campagna… A piedi, con passo normale, in un quarto d’ora, si era sulla riva del fiume...il fiume più bello del mondo: il Ticino. Giuseppe era un ragazzino sveglio, un po’ timido e sensibile.  Aveva una qualità: sapeva disegnare e dipingere. Per disegnare usava qualsiasi mezzo … anche un bastone … disegnava sulla terra. Per dipingere è stato un po’ più difficile: ha dovuto imparare a “farsi” i colori. Poi, ormai adulto e snobbato dalle donne, si diede alla pittura…Dipinse molte “Madonne” (forse tutte le ragazze che lo avevano respinto). Poi, un giorno, si ritirò su un “isolotto nel mezzo del fiume Ticino”… e fu l’uomo più felice della terra. Buona giornata a tutti. Dino

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°14140 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buona Domenica ...a tutti"

DIARIO CORALE

 del

29 giugno 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 28 GIUGNO 2014

Post n°14139 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 28 GIUGNO 2014

“L’amore è spesso come una partita a bocce…

I componenti la coppia

cercano in tutti i modi

di raggiungere la meta”

Dino

 
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SILVANO E LA PARTITA A BOCCE racconto (665) di Dino Secondo Barili

Post n°14138 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

28 GIUGNO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 28 giugno 2014 – Sabato - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Sabato

665

I racconti del benessere

Silvano e la partita a bocce

Si sa che il modo migliore per raggiungere il benessere è quello che mantenersi attivi. Un anno fa, ne sapeva qualcosa, il Dott. Silvano, cinquant’anni, fisico da atleta. Un anno fa, però, il Dott. Silvano, Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano, abitante a Pavia, era giù di corda. Era ugualmente attivo, ma aveva perso quello “smalto” che lo aveva contraddistinto per anni. Per esempio. Il Dott. Silvano era un abilissimo giocatore di bocce. Il suo programma settimanale prevedeva una serata alla settimana dedicata alle bocce. Le bocce erano state la sua prima grande passione perché ogni partita era una sfida. Una sfida da vincere o perdere. Il Dott. Silvano preferiva vincere…e vinceva sempre… Magari per il “rotto della cuffia”… ma vinceva. Per il cinquantenne era valido il principio che… nella vita… è meglio vincere anziché perdere. Un anno fa, il Dott. Silvano era andato in crisi perché aveva cominciato a perdere… e non era un “perdere” qualunque. Infatti, il cinquantenne aveva cominciato a perdere quando si era “affacciata” sul campo di gara del Bocciodromo la Dott. Enrica, una trentenne bellissima… alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. La Dott. Enrica si era presentata come una principiante… una alle prime armi… una che aveva tutto da imparare. Poi… in brevissimo tempo… si messa a sfidare via via i vari campioni locali… fino ad arrivare al Dott. Silvano. Il cinquantenne aveva preso la sfida sottogamba, come fosse una passeggiata. Le prime partite a bocce con la Dott. Enrica sembravano un gioco da ragazzi… Dopo un po’ di tempo, però, le sfide sono diventate sempre più complicate e impegnative. Si vedeva che la Dott. Enrica era un “osso duro”, di quelle che fanno sudare “sette camice”. Per un po’ il Dott. Silvano si limitava a giocare, a impegnarsi, e a vincere… Ma venne il giorno in cui… per la prima volta in vita sua … aveva dovuto arrivare… secondo. Per quindici giorni, il Dott. Silvano, non si era fatto più vedere sul campo di gara. Poi, su insistenza del Presidente del Bocciodromo, ricomparve con l’intenzione di sfidare la Dott. Enrica. Prima di entrare nel Bocciodromo, però, il Dott. Silvano incontrò la Zingara Lacanterina, la quale, molto gentilmente, le svelò un segreto. “Dott. Silvano, se mi da un Euro, le spiego come si fa a vincere con la Dott. Enrica”. Chi è quell’uomo che per un Euro non si sarebbe lasciato tentare? Il cinquantenne estrasse dal portafogli cinque euro e li porse alla Zingara Lacanterina con una frase.”. Un Euro per la consulenza…e quattro Euro… uno per il caffè… e il resto per le future consulenze… se saranno ritenute all’altezza della fama della Zingara più scaltra di Pavia” Lacanterina si sentì orgogliosa del titolo e dopo aver estratto dall’enorme tasca del grembiule un sasso bianco lo presentò al cinquantenne. “Dott. Silvano, metta la mano destra su questo sasso. Sentirà del calore. Mi dica quando non riesce più a resistere” Il cinquantenne, dopo un po’, sentì la mano bruciare. Fece per toglierla… ma non vi riuscì. La Zingara parlò “Dott. Silvano, prima di affrontare in una nuova gara a bocce la Dott. Enrica… dovrebbe invitarla a vedere la sua Collezione di Quadri nel suo Attico sulle rive del fiume Ticino” La mano del Dott. Silvano divenne subito fredda …e il cinquantenne comprese l’antifona. Entrò nel Bocciodromo. Incontrò la Dott. Enrica e, anziché parlare di gara di bocce… l’invitò a visitare la sua Collezione di Quadri nel suo Attico sulle rive del fiume Ticino. Naturalmente la Dott. Enrica accettò. Era, infatti, una patita delle Mostre d’Arte. La trentenne, dopo aver visto la Collezione di Quadri del cinquantenne… divenne pallida come una “pezza bianca… asciugata al sole”. Perse completamente la parola. Pensò immediatamente alla partita a bocce e prese una decisione. “Avrebbe lasciato vincere il Dott. Silvano” Nella vita, le partite, però, sono molte …e non tutte determinanti per avere successo. Nello stesso istante in cui la trentenne aveva deciso di dedicarsi “ad altre partite”… il Dott. Silvano aveva preso una decisione. ”Avrebbe fatto la corte alla bellissima trentenne, alta, bionda, la quale era proprio il suo tipo. La decisione, però, non era da prendere a cuor leggero. Il cinquantenne preferì prendere tempo… Invitò la Dott. Enrica a fare un viaggio nelle Grandi Capitali Europee… Parigi, Londra, Roma, Vienna, Mosca. Nulla di impegnativo… Una specie di partita a bocce… dove c’era un “pallino” sul campo di gara… e il Dott. Silvano e la Dott. Enrica lanciavano bocce con l’intenzione di arrivare… vicini alla meta. - Questo è il racconto 665, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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METTERE SUL PALCO di Teresa Ramaioli

Post n°14137 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

METTERE SUL PALCO 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 27/06/14 alle 12:46 via WEB
Mettere sul palco-----Soddisfatti i bisogni primari legati alla sopravvivenza, l’uomo ha da sempre avuto il desiderio di conoscere, comunicare, lasciare un segno, riprodurre la realtà, esprimere emozioni, desideri, scrivere, disegnare, rappresentare. Il teatro è frutto della curiosità, molto interessante interpretare una personalità di un’altra epoca o di cui non si approvano comportamenti e pensieri, o dell’altro sesso, o comunque diversa da sé almeno in apparenza. La recitazione permette l’espressione di parti di sé meno visibili e spesso meno accettate, con un effetto di crescita personale per l’attore ,il ragazzo stesso. Ecco quindi i ruoli del cattivo, del ladro, del bugiardo, dell’opportunista i quali ( seppur socialmente non accettati) rappresentano parti che probabilmente ognuno di noi possiede che vengono esteriorizzate, esasperate e portate in scena. L'esperienza teatrale fa combattere contro quei comportamenti che ci siamo autoimposti: quello della ragazza perfezionista, quello dell'uomo "che ha mai paura" e molti altri. Quante volte nella vita si dice "avrei sempre voluto ma non posso"? Moltissime, e con il teatro (adulti e bambini) si combatte proprio contro i propri codici di comportamento autoimposti. La personalità si arricchisce e non si avrà più paura di vivere le proprie emozioni e di esprimerle con il proprio corpo. Ciao Teresa

 
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L'ERBA CARLINA di Teresa Ramaioli

Post n°14136 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

L'ERBA CARLINA

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 27/06/14 alle 12:38 via WEB
ERBA CARLINA---Il nome generico deriva da Carlo Magno: la leggenda dice che l'imperatore, in viaggio verso Roma con l’esercito in pessime condizioni di salute, nelle vicinanze del monte Amiata ebbe un sogno, durante il quale un Angelo gli rivelò che la radice tostata di questa erba spinosa, ridotta in polvere e mescolata al vino, sarebbe stata un rimedio efficace per curare i suoi soldati colpiti dalla peste. Il primo a descrivere e a classificare la specie fu Carl von Linné (Linneo),il padre della moderna classificazione biologica e scientifica degli organismi viventi, così come la conosciamo oggi. Sembra che lo stesso Linneo, attribuisse e dedicasse tale pianta all’imperatore. Altri ipotizzano un riferimento a Carlo V, in realtà appare più probabile, una banale deformazione della parola "carduncolos", diminutivo di cardo e il nome starebbe quindi, per piccolo cardo. Acaulis perché generalmente priva del gambo. Le brattee che circondano come un'aureola il grande capolino fiorale della carlina, a seconda dell’umidità atmosferica, funzionano da igrometro naturale, chiudendosi nel caso in cui il tempo stia mutando verso il brutto, ma comunque sempre nelle ore notturne, per poi riaprirsi al mattino successivo. Nel passato la carlina era un’erba importante ed era classificata come antidoto ai veleni, proprio per questo era coltivata nei giardini dei monasteri, gli antichi Sassoni la consideravano un amuleto contro il malocchio e ogni malattia. Ciao Teresa

 
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ANNAMARIA ... E I DOLCI

Post n°14135 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

I DOLCI

annamariamennitti
annamariamennitti il 27/06/14 alle 20:45 via WEB
Veramente proprio i dolci stancano ,di tanto in tanto una bella scarpacciata non fa male, ma le altre cose dolci sono sempre piacevoli.....e ben accetti...senza avere problemi di dieta ,colestero ecc... ciao.Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 28/06/14 alle 08:35 via WEB
Ciao Annmamaria - a parte che il troppo stroppia... ma ogni tanto qualche dolcetto non fa male... e rallegra la vita. Dino
(Rispondi)

 

 
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ANNAMARIA ...E IL DOLCE DI ALESSIA

Post n°14134 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

IL DOLCE DI ALESSIA

annamariamennitti
annamariamennitti il 27/06/14 alle 20:40 via WEB
Se non le fosse venuta la voglia di mangiare dolci in quantità Alessia avrebbe parlato all'infinito , e l'organismo sarebbe diventato amaro.....l'unica soluzione andare in pasticceria, e dopo essersi fatta una bella abbuffata..accompagnato da un bicchierino di limoncello....potevano benissimo tornare a casa senza parlare più degli uomini....Alessia con na voglia di vedere il suo amore.....ciao
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 28/06/14 alle 08:32 via WEB
Ciao Annamaria - bel commento... Però, devi ammettere che qualcosa di dolce, ogni tanto, fa bene. Dino
(Rispondi)

 

 
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FELICITA' E'...

Post n°14133 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

Viaggio in Lombardia

Felicità è…

1

Felicità è anche nelle piccole cose…

2

…come lavare i piatti,

3

…tenere in ordine l’ambiente in cui si vive…

4

…purché fatto con coscienza di ciò… e perché si fa.

§

Buona giornata a tutti. Dino

 
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ANNAMARIA ... E IL PIATTO DI GABRIELE

Post n°14132 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

IL PIATTO DI GABRIELE

annamariamennitti
annamariamennitti il 27/06/14 alle 20:57 via WEB
Immagino quei poverini dei fratelli di Gabriele si erano stufati di mangiare pesce a pranzo , cena e forse anche per colazione la mattina......Dino chiedi un po che fine facevano i soldi che Gabriele incassava con la vendita del pesce?Mistero ciao
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 28/06/14 alle 08:27 via WEB
Ciao Annamaria - altri tempi. Allora, nei cortili non c'erano le nostre attuali comodità. le mamme poi avevano molte bocche da sfamare... E' la fame che fa piacere ciò che si mette nel piatto. Dino
(Rispondi)

 

 
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UNA CARTOLINA DA FOGGIA di Annamaria Mennitti

Post n°14131 pubblicato il 28 Giugno 2014 da dinobarili
 

UNA CARTOLINA DA FOGGIA 

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 27/06/14 alle 21:12 via WEB
Sai Dino mi sento in colpa per aver trascurato la mia città eccomi.....UNA CARTOLINA DA FOGGIA d annamariamennitti il 08/02/13 alle 13:24 via WEB Tra i foggiani quello più apprezzato fu Umberto Giordano compositore di opere liriche come la Fedora e Andrea Chènier poi ci fu Mariateresa di Lascia 1954 1994 nata a Rocchetta Sant'Antonio la cui opera "Passaggio in Ombra" vinse il Premio Strega- fu attiva in molte battaglie politiche nel partito radicale e insieme al marito Sergio D'Elia l'associazione contro la pena di morte Gli appassionati di fumetti ricordiamo Pazienza nato a San Benedetto del Tronto vissuto a San Severo Da Cerignola Nicola Zingarelli autore del dizionario della lingua italiana italiano

 
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