Messaggi del 29/06/2014

ANNAMARIA ...E LA PAVIA MAGICA

Post n°14162 pubblicato il 29 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

LA PAVIA MAGICA

annamariamennitti
annamariamennitti il 29/06/14 alle 15:37 via WEB
Io penso che lungo il Ticino non c'era nessuna Emilia e che il dott Camillo si è addormentato lungo il fiume Ticino e sognava la bella Emilia ritornando indietro con gli anni , appena la barca si fermerà Camillo si sveglierà più triste di prima Non bisogna pensare al passato,tu mi insegni che il passato non esiste più, ma che sarà di esempio al presente,...ciao
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 29/06/14 alle 19:17 via WEB
Ciao Annamaria - la tua analisi è stata un po' "cruda". Io, invece, penso che Emilia esista. E' esistita al tempo dell'Università. Era nell'elenco degli invitati alla Cena del Corso... E, poi, il fiume Ticino è un fiume magico. Senza il Ticino non potrebbe esistere Pavia e il suo Ponte Coperto... E poi, Annamaria, è bello sognare... sempre. Dino
(Rispondi)

 

 
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ANNAMARIA ...E LE SORPRESE DEGLI ARTISTI

Post n°14161 pubblicato il 29 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

LE SORPRESE DEGLI ARTISTI

annamariamennitti
annamariamennitti il 29/06/14 alle 15:48 via WEB
Giuseppe ormai sapeva che non doveva prendere nessuna iniziativa se non gli venisse la febbre...mi sa che è vero....per mia esperienza ..se sto male mi viene bene.....ciao
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 29/06/14 alle 19:09 via WEB
Ciao Annamaria - Giuseppe è un artista vero. Con gli artisti veri c'è sempre da aspettarsi sorprese. Dino
(Rispondi)

 
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ANNAMARIA ...E L'AMORE MOTORE DELLA VITA

Post n°14160 pubblicato il 29 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

L'AMORE MOTORE DELLA VITA

annamariamennitti
annamariamennitti il 29/06/14 alle 14:15 via WEB
...ma certo che l'amore è il motore della vita ,la macchina non parte senza motore.come si potrebbe procreeare.Si potrebbe anche senza amore va bene e sai perchè ti faccio un esempio..(.se no ritieni opportuno pubblicare non farlo) Se fuori al terrazzo io vedo uno scarafaggio e lo lascio stare la sera dopo ne trovo cinquanta perchè....mica conoscono l'amore ?......ciao
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 29/06/14 alle 19:05 via WEB
Ciao Annamaria -bel commento. "L'amore è il motore della vita"... e meno male che esiste ancora... Con i cambiamenti in atto... cominciano a sorgere dei dubbi. Dino
(Rispondi)

 

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°14159 pubblicato il 29 Giugno 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“Non sempre devono essere

gli altri a fare il primo passo”

Dino

 

 

 
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GIACOMO racconto (453) di Dino Secondo Barili

Post n°14158 pubblicato il 29 Giugno 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Giovedì

Giacomo (453)

Le persone cercano la felicità. La cercano ovunque. In ogni momento. Il fatto è che la felicità è come il bel tempo. Un giorno c’è… e un’altro giorno viene a mancare. Per Giacomo, cinquant’anni, la felicità mancava da un pezzo. Quando un cinquantenne lavora a Milano e abita a Pavia, impiega buona parte del suo tempo per il trasferimento da un posto all’altro. Inoltre, quando durante il giorno una persona ha passato parecchio tempo fuori casa…non vede l’ora di rifugiarsi nel suo “nido” e riprendere quel minimo di “privacy” di cui ha il bisogno… quasi fosse felicità. La felicità vera, però, è nel condividere. Ecco perché Giacomo, un anno fa, si è iscritto ad un Corso di Recitazione. Un anno fa, il cinquantenne aveva capito che “non” poteva limitare la sua vita al lavoro. Essendo single, non poteva trascorrere la vita tra casa e Ufficio. Ora, però, aveva scelto. Si era dato un programma. Due giorni alla settimana sarebbe uscito alla sera per seguire il Corso di Recitazione. Il primo mese era passato in un volo. Le lezioni erano anche un’occasione per condividere con altre persone nuove esperienze. Siccome Giacomo non si era mai occupato di Teatro aveva una curiosità particolare. Aveva l’interesse della scoperta. Comprese che se “il teatro è vita”… la vita è ovunque… anche sul treno che, ogni mattina, lo portava da Pavia a Milano e viceversa. Durante il Corso di Recitazione, un Docente, aveva raccomandato ai partecipanti di osservare le persone… Come si muovevano, come parlavano, come gesticolavano. Il suggerimento non era caduto nel vuoto. Giacomo, aveva cominciato a studiare le persone che viaggiavano con lui sul treno. Alcune erano veramente interessanti. tra queste c’era una quarantenne, Clementina. Pur essendo anni che viaggiava con Clementina, Giacomo non aveva mia sentito la necessità o il desiderio osservarla, di conversare con lei. Ora, però, che il Docente di Recitazione, aveva suggerito l’osservazione… il cinquantenne aveva scoperto qualcosa di interessante nella quarantenne. Per esempio. Clementina, aveva un fisico da favola. Una voce calma. Un gesticolare tranquillo. Giacomo era attratto dalle donne, ma… non aveva una grande pratica con il gentil sesso. Preferiva stare in guardia come gli aveva raccomandato sua madre. Ora, però, ecco Clementina che ogni mattina attirava la sua attenzione. Giacomo colse l’occasione per avviare una conversazione… tipo “Guarda che tempo oggi!” (e giù a parlare del tempo). Anche Clementina rispose cortesemente all’invito di chiacchierare. Anzi, è stata proprio lei a trovare sempre nuovi argomenti di conversazione. Venne così a sapere che Giacomo si era iscritto ad un Corso di Recitazione. Da sempre, Clementina avrebbe voluto fare la stessa cosa, ma non era mai arrivato il momento giusto. Ora, poteva essere l’occasione buona. Clementina chiese a Giacomo se anche lei poteva iscriversi al Corso. Il cinquantenne si informò e la risposta è stata affermativa. Così, da quel momento i due si sono ritrovati tutti i giorni sul treno Pavia – Milano e ritorno… e due volte alla settimana al Corso di Recitazione. Giacomo cominciò a sentirsi contento, quasi felice. Aveva trovato una persona con la quale dialogare, parlare, chiacchierare… Si sa che sono gli interessi (di qualsiasi tipo) che avvicinano le persone. Una volta può essere il gioco. Un’altra la passione per le Mostre di Pittura o, come nel caso di Giacomo e Clementina, il Corso di Recitazione. Erano passati alcuni mesi e, un sabato sera, Giacomo invitò Clementina a mangiare una pizza in Piazza della Vittoria a Pavia. Niente di impegnativo… un semplice incontro tra amici… Era proprio così? Clementina aveva risposto subito all’invito di Giacomo… quasi l’aspettasse… Dopo aver gustato la piazza, Giacomo propose a Clementina di passare la sera al Cinema… Nella penombra della sala il cinquantenne aveva preso la mano della quarantenne… così… tanto per sentirla vicino. Clementina era in attesa del passo successivo… e visto che Giacomo si faceva attendere, prese l’iniziativa. Finse di avere un colpo di sonno e si appoggiò alla sua spalla… e lì scattò la molla che fece “traboccare il vaso”. Il cinquantenne sfiorò la fronte di Clementina con un (quasi) bacio… Si sa che il “primo” bacio è sempre un “dico e non dico”, ma quelli che seguono … sono un fiume in piena. - (453)

 
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MUSEO DEL RISORGIMENTO DI PAVIA

Post n°14157 pubblicato il 29 Giugno 2014 da dinobarili
 

Viaggio in Lombardia

Il Museo del Risorgimento a Pavia

Il Museo del Risorgimento di Pavia  ha  la sua sede presso il Castello Visconteo ed è nato nel 1885 per volere della Municipalità. Grazie all’apporto di numerose donazioni, oggi, è un punto di riferimento della città per la conoscenza del contesto storico sociale, culturale, economico … nell’ambito locale. “Articolato in tre grandi sale ordinate cronologicamente, dalla Pavia asburgica alla prima guerra mondiale, offre un quadro di approfondimenti tematici di notevole interesse. La seconda sala è dedicata alla Famiglia Cairoli con la ricostruzione del “salotto, dove alla vita familiare, intima, si alternava quella politica.” C’è pure una vetrina dedicata al “mito” di Garibaldi… che a Pavia, in diversi periodi, ha trovato ospitalità. Buona giornata a tutti. Dino 

 
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MUSEO STORICO DI VOGHERA (PAVIA)

Post n°14156 pubblicato il 29 Giugno 2014 da dinobarili
 

Viaggio in Lombardia

Il Museo Storico di Voghera (Pavia)

A Voghera (Pavia) c’è un Museo Storico particolare. E’ dedicato a “Giuseppe Beccari” ed è stato istituito nel 1971, dall’Associazione Nazionale del Fante di Voghera su una superficie di 1200 mq  ...che era, una volta, l’antica Caserma di Cavalleria. E’ suddiviso in sale, ognuna dedicata a un’arma, un corpo o una specialità delle FF.AA. italiane o straniere. Uno spazio di 355 mq è dedicato alla storia locale e c’è pure una Sala dedicata alle Conferenze. Vi sono esposti numerosi cimeli… dal periodo napoleonico ai nostri giorni. Buona giornata a tutti. Dino

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°14155 pubblicato il 29 Giugno 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buon Lunedì ...a tutti"

DIARIO CORALE

 del

 30 giugno 2014 

 
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PENSIERI SPARSI DEL 29 GIUGNO 2014

Post n°14154 pubblicato il 29 Giugno 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 29 GIUGNO 2014

“L’amore è il motore della vita”

Dino

 
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IL DOTT. CAMILLO racconto (666) di Dino Secondo Barili

Post n°14153 pubblicato il 29 Giugno 2014 da dinobarili
 

29 GIUGNO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 29 giugno 2014 – Domenica - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto della Domenica

666

I racconti del benessere

Il Dott. Camillo

Un anno fa, Il Dott. Camillo, scapolo, quarant’anni ben portati, aveva deciso di mettere ordine nelle sue carte. Veramente, il suo “Studio – Biblioteca – Soggiorno” era quanto di più disordinato ci fosse sulla faccia della Terra. Lo era da sempre. Un anno fa, invece, il Dott. Camillo sentì il bisogno di mettere ordine almeno sulla sua scrivania dove si trovavano ammucchiate carte di ogni genere. Si sa che “carta… chiama carta”. Ne sanno qualcosa i “burocrati di professione” i quale sono “gli inventori delle carte”(da compilare). La carta è facile da ammucchiare… difficile da smaltire (…a meno che non si ricorra alla raccolta differenziata. Allora, basta uno scatolone… ed è tutto sistemato). Camillo era proprio in quelle condizioni. Doveva in qualche modo intervenire… decidersi. Iniziò dalle prime carte che si trovavano sotto i suoi occhi… e scoprì che non aveva ancora aperto una busta che era arrivata per posta qualche giorno prima. Il Dott. Camillo provvide immediatamente. Era la convocazione per una “cena fra coetanei del Corso di Laurea” che aveva frequentato all’Università. Nell’invito c’erano i nomi di tutti gli invitati con accanto il numero di telefono, tra i quali anche Emilia, una ex- compagna di Corso con la quale aveva avuto una relazione finita con l’esame di Laurea. Dopo aver letto e riletto l’elenco il quarantenne, decise di chiamare Emilia, la sua ex- morosa. L’avrebbe sentita volentieri. Stava per digitare il numero sul telefonino quando ebbe un ripensamento e rimandò. A quarant’anni un uomo ha alti e bassi dal punto di vista dell’umore. Camillo era proprio in quello stato. Avrebbe voluto scambiare quattro parole proprio con Emilia. Si ricordò di quando lui e Emilia si incontravano sul Ponte Coperto di Pavia…. Perché non andarci? Dopo tutto era sabato, sabato pomeriggio. La gente passeggiava per la città. Il Dott. Camillo aveva già dimenticato di mettere ordine sulla scrivania. Meglio lasciare il bell’appartamento che abitava e fare quattro passi per raggiungere il Ponte Coperto affollato di persone di ogni età. Era il posto ideale per lasciar libera la mente … e rivedere “il film dei ricordi”. Per “ricordare” non basta… “ricordare”… serve anche ritornare sul luogo dei ricordi. Il Ponte Coperto, per il Dott. Camillo era il luogo ideale. Sulla riva sinistra del fiume la città antica. Dall’altra parte Borgo Ticino, il borgo medioevale dei pescatori. Un luogo magico dove l’antiche atmosfere riemergono ad ogni passo. Specialmente lungo il fiume che scende a valle. Una delle passeggiate preferite da Emilia. Perché non tornare in quella parte della città? Il Dott. Camillo aveva deciso. Era proprio là che sarebbe andato… Camminare adagio. Senza fretta. Godere di ogni attimo per ricordare i bei momenti passati nel corso degli anni. Era la strada in cui Emilia e Camillo si fermavano per baciarsi. Ormai era fatta. Camillo camminava adagio lungo la riva del fiume. Il suo sguardo si perdeva sui tetti rossi di Pavia. Sulla facciata di arenaria di San Michele Maggiore. Sulle lisce pareti delle Torri. Sulla possente mole del cinquecentesco Palazzo del Collegio Borromeo. Un continuo su e giù sui tetti della città… Un dolce vagare tra sogni e ricordi. Ad un tratto il quarantenne si sentì stanco e voglia di sedersi. Cosa c’era di meglio di abbandonare sé stessi sull’erba molle della riva del fiume? Non esiste luogo migliore per riposare. Per chiudere gli occhi e abbandonarsi alle immagini della mente… Il Dott. Camillo si era da poco seduto… quando una barca… a motore spento si stava avvicinando alla riva. Per il Dott. Camillo è stato un colpo. Sulla barca c’era Emilia, la bellissima, raggiante Emilia. “Camillo, cosa fai tutto solo sulla riva del Ticino?” Il quarantenne cercò di darsi un contegno. Rispose con una scusa.”Stavo godendo un po’ di fresco” Emilia conosceva bene Camillo. Era il tipo che aveva bisogno di qualcuno che gli desse la sveglia. Lo tenesse sempre sulla corda, sul “chi vive”. “Dai, Camillo, so benissimo che ti stai lasciando prendere dai ricordi… Lascia perdere. Il passato è passato. Ognuno di noi deve vivere il presente. Deve correre come corre la corrente del fiume. Anzi, sai Camillo… noi siamo la corrente fiume. La corrente che va… che va e non si ferma. Ho una proposta da farti. Sto facendo un servizio fotografico per una Rivista Internazionale che si occupa di Milano EXPO’2015… perché non vieni con me a darmi una mano? Con questa barca dobbiamo raggiungere Venezia. Dobbiamo raccontare a modo nostro il viaggio di Carlo Goldoni da Pavia a Venezia quando venne scacciato dal Collegio Ghislieri perché aveva scritto una commedia sulle donne pavesi. Tu credi che Carlo Goldoni è stato sloggiato dal Collegio e da Pavia solo perché ha parlato male delle donne? Non facciamo ridere… Quella era la scusa… i motivi erano altri. Allora, Camillo, cosa dici? Vieni con me?” Il quarantenne che, qualche ora prima, voleva mettere ordine sulla sua scrivania capì che era meglio accettare. Le occasioni perdute… non tornano più. Emilia aveva un corpo bellissimo. Alta, bionda, occhi azzurri e gambe che erano un favoloso programma… Camillo prese posto sulla barca… Emilia accese il motore… e si mise a cantare… “Voglio vivere così. Col sole in fronte…felice canto… insieme a te” . - Questo è il racconto 666, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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LE BOCCE di Teresa Ramaioli

Post n°14152 pubblicato il 29 Giugno 2014 da dinobarili
 

LE BOCCE 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 28/06/14 alle 17:02 via WEB
LE BOCCE----Le prime tracce di questo gioco si incontrano nel 9000 a.C., a Catal Huyuk in Turchia. Il gioco delle bocce era conosciuto presso gli egiziani come testimoniano alcune rappresentazioni grafiche raffiguranti uomini intenti a praticarlo con oggetti di forma sferica o con pietre levigate. Oggi lo sport delle bocce è cambiato ma il filo conduttore del gioco è l’immutato obbiettivo di tirare un oggetto il più vicino possibile ad un punto fisso,da ciò nasce la regola base del gioco delle bocce. Dall’Egitto il gioco arriva in Grecia intorno all’800 a.C., dove Ippocrate lo consigliava per mantenersi in salute. Erano entusiasti anche gli antichi romani che lo appresero dai Greci e lo diffusero in tutto l’impero. L’influenza romana sulle bocce è testimoniata dal nome del gioco; “boccia” che deriva dal latino volgare “bottia”, che significava “palla”. Gli antichi romani usavano noci di cocco importate dall’Africa poi utilizzarono bocce costruite con duro legno d’ulivo. Le bocce diventano lo sport di uomini di stato e di sovrani. Nel medioevo arrivò il grande successo, si diffuse in Europa diventando lo sport di nobili . Si arrivò ad accusarlo di compromettere la sicurezza degli stati, perchè distoglieva dalla pratica del tiro con l’arco e da altri esercizi militari. Per questo re Carlo IV e V proibirono il gioco delle bocce, ed i medici dell’università francese di Montpellier lo screditarono asserendo che la sua pratica aveva effetto deleterio sulla cura dei reumatismi. Ciao Teresa

 
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BIANCA MARIA VISCONTI di Teresa Ramaioli

Post n°14151 pubblicato il 29 Giugno 2014 da dinobarili
 

BIANCA MARIA VISCONTI 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 28/06/14 alle 16:31 via WEB
BIANCA MARIA VISCONTI----Bianca Maria Visconti, nacque a Settimo Milanese, venne educata ad Abbiategrasso e morì a Melegnano. Ebbe una vita avventurosa e fu una delle donne protagoniste della storia in un’epoca, il ‘400, dominata da soldati di ventura, sovrani, guerre e combattimenti. Figlia illegittima del duca di Milano Filippo Maria Visconti, non aveva speranze di diventare duchessa di Milano. II padre la fece studiare, in modo da poter aspirare ad un buon matrimonio. A 16 anni convolò a nozze con Francesco Sforza, capitano di ventura, di 24 anni più anziano di lei, e lo seguì anche sui campi di battaglia di tutta la penisola. Quando Francesco Sforza marciò verso Milano e la conquistò, la folla acclamò il condottiero duca di Milano e Bianca Maria si trovò al suo fianco a gestire l’impegno. La donna mostrò tutte le qualità di cui era in possesso. Si prese a cuore le condizioni di vita dei sudditi. Milano si dotò di un ospedale pubblico, (il secondo in Italia dopo quello di Cremona, anch’esso realizzato da Bianca Maria) costruito sui resti di una personale proprietà, il palazzo che fu di Bernabò Visconti. Contribuì a stringere importanti alleanze con gli stati italiani, sanciti con la stipulazione della pace di Lodi nel 1454, e da quel momento la nostra penisola conobbe un lungo periodo di pace e tranquillità che permise l’affermarsi del Rinascimento. Nel 1466 Francesco Sforza morì, il figlio Galeazzo la spodestò. A quel punto Bianca Maria si ritirò a Cremona.. Nel viaggio per raggiungere la città, Bianca Maria passò da Melegnano, a quel tempo spersa nelle paludi. Bianca morì nel castello di Melegnano forse colpita dalla peste, forse avvelenata da un emissario del figlio, è solo un'ipotesi non ci sono prove, anzi sembra che Galeazzo le inviò un medico che però non riuscì a curare la duchessa, e nel giro di poco tempo morì. Ciao Teresa

 
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ANNAMARIA...E LA MISSIONE DEGLI ARTISTI

Post n°14150 pubblicato il 29 Giugno 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

LA MISSIONE DEGLI ARTISTI

annamariamennitti
annamariamennitti il 28/06/14 alle 21:06 via WEB
Mi dispiae ,ma l'arte della pittura non è una missione,per il semplice motivo che non è un medico Il pittore è un artigiano veniva un tempo pagato, perchè attraverso la pittura spiegava gli eventi dell'epoca....Dal 500 in poi liberi professionisti per una semplice decorazio o quadro si facevano pagare ...ecco gli artisti che io chiamerei liberi professionisti...ciao notte
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 29/06/14 alle 08:29 via WEB
Ciao Annamaria - hai ragione. I Pittori sono Professionisti ed è giusto che si facciano pagare perché devono pur vivere. Tuttavia, dal punto di vista filosofico, il Pittore, a volte, è anche "Artista"... creatore dell'opera d'arte (Leonardo da Vinci). Chi è la Madre di tutti gli Artisti? LA NATURA. la Natura che offre gratuitamente spettacoli incantevoli. Li offre ogni giorno... così...gratis... per "missione", per far contenti gli uomini e le donne. Si tratta naturalmente di una mia opinione del tutto personale. Dino
(Rispondi)

 

 
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CORTILE STORY

Post n°14149 pubblicato il 29 Giugno 2014 da dinobarili
 

Viaggio in Lombardia

Cortile … story

Una delle preoccupazioni maggiori delle mamme del Cortile di sessant’anni … che i figli crescessero “educati e capaci di resistere alle avversità” Come  regola… saper tenere la lingua a posto… e avere la certezza che nella vita non sono tutte rose e fiori. Con questi pochi principi, una persona poteva camminare per la propria strada… “fortuna permettendo”. Infatti, la fortuna era spesso un fattore determinante. Nel Cortile non c’era persona che non “credesse nella fortuna”. L’unica (che ho conosciuto io) che “non credeva nella fortuna” era Sandra… dei Ninnoli. (ogni persona aveva un soprannome). Sandra non credeva nella fortuna… Diceva: “La vita va affrontata a viso aperto…lottando.” Si era recata tre volte a Milano… ma era sempre tornata nel Cortile bastonata e delusa…Testarda, però, ricominciava… Poi, Amilcare, un suo coetaneo vicino di casa, rimasto vedovo, la chiese in sposa… Sandra, aveva già la valigia in mano per affrontare Milano per la quarta volta. Ci pensò. Sciolse i lacci della valigia … e si accasò. Dopo un anno, Amilcare, giocò al lotto. Fece un terno… e vinse una considerevole quantità di denaro. Amilcare e Sandra si concessero un viaggio a Parigi… e non tornarono più. Buona giornata a tutti. Dino

 
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