dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 10/07/2014
ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO DI LILIANA
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MADDALENA ...
E
L'ACQUA DELLE SETTE FONTI
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ANNAMARIA ...
E
L'AMORE COME DIRITTO
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DONADAM68...
E
L'AMORE COME PALPITO
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D'ANNUNZIO
di
Annamaria Mennitti
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Martedì
L’Ufficio di Clara (465)
Ci sono Uffici dove gli impiegati sono come una famiglia, anzi meglio. Tutti si sentono coinvolti in un progetto comune il cui fine ultimo è “il piacere di tutti”. Anche nell’Ufficio di Clara, trent’anni, bella ragazza, single, vigeva lo stesso principio. Tutti per uno… uno per tutti. Gli impiegati maschi erano tre e le impiegate dodici. Totale quindici persone che lavoravano all’unisono… come fosse una sola persona. Il Titolare dell’Ufficio ne era orgoglioso e non cessava mai di sottolinearlo. In realtà, in quell’Ufficio di Milano, c’era un segreto. Una volta al mese, tra gli impiegati si svolgeva una specie di “rito”. Ogni impiegato scriveva il proprio desiderio su un biglietto che veniva posto in un scatola. Ogni mese veniva sorteggiato “un desiderio” …e tutti quanti concorrevano e davano il proprio contributo per realizzarlo. Un anno fa il sorteggio ha favorito Clara, appunto, l’impiegata trentenne, la quale oltre ad essere bella e single, aveva una voce che incantava. Nel biglietto aveva scritto: “Desidererei cantare”. Il desiderio sembrava uno dei tanti, ma suscitò subito interesse di tutti componenti dell’Ufficio. Una volta la gente si sfogava…cantando. Cantava per il piacere di cantare, di sentire la propria voce, di udire le parole che pronunciava. Ed il piacere era doppio quando le persone che ascoltavano erano soddisfatte. Poi, sono arrivati soldi, il successo, la fama, il lusso e, oggi, le persone che hanno qualità vocali “non cantano più”… se “non” sono pagate. Per Clara, invece, era come se il tempo “non” fosse passato. Fosse rimasta… a cento anni fa. Clara sapeva di avere una bella voce, di amare le canzoni italiane, quelle degli anni cinquanta, sessanta … e prima (tipo “Portami tante rose”). Non chiedeva altro che di poter cantare. Cantare è un dono di Dio. I suoi Colleghi dell’Ufficio ne erano consapevoli. Inoltre, il canto è contagioso. Quando una persona sente cantare… è invogliata a fare altrettanto. Ecco perché, quando il desiderio di Clara venne sorteggiato, tutti, impiegati e impiegate, si offrirono di dare una mano. Michele, uno degli impiegati, aveva una Cascina in Lomellina nella quale c’era spazio per fare le prove di canto. Si poteva cantare liberamente a squarciagola. Detto fatto venne fissato l’appuntamento. Ogni domenica mattina alle ore dieci… prove di canto. Quando le attività si fanno per il puro e semplice “piacere”… lo spazio e il tempo si trova sempre. Infatti, oltre alle canzoni cantate da Clara in modo sublime, si formò “un coro” che cantava le stesse canzoni di Clara … con qualche variante in più. L’appuntamento della domenica mattina era ormai diventato un appuntamento irrinunciabile. La compagnia di canto si dette un nome… “L’Ufficio di Clara”… Dell’Ufficio non c’era niente… o meglio c’era solo il personale impiegatizio. Quando il Titolare dell’Ufficio venne a conoscenza dell’iniziativa volle prendervi parte. Incoraggiò l’idea con contributi in denaro per l’acquisto di eventuali “strumenti di lavoro”. Non solo. Tutte le domeniche, il primo ad arrivare in Cascina era proprio il Titolare , il cinquantenne, single, Dott. Roberto, il quale, segretamente, era innamorato della voce di Clara (solo della voce?). Siccome, il Dott. Roberto, conosceva “mezza” Milano, cominciò a portare nella Cascina della Lomellina, Registi, Produttori e Giornalisti. La voce di Clara e il “suo Coro” hanno cominciato a ricevere offerte di spettacoli. In poco tempo, il Gruppo “L’Ufficio di Clara” ha avuto bisogno di un Agente. E chi poteva essere? Il Dott. Roberto, il quale aveva, non solo l’Ufficio vero, ma anche quello “canoro”. Naturalmente la Compagnia passò di successo in successo. Il Dott. Roberto, un giorno prese coraggio e dichiaro il proprio amore per Clara… la quale non aspettava altro. Infatti, è giusto “cantare per piacere”… ma se poi, c’è pure “il piacere di qualcos’altro”… tanto meglio. (465)
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Viaggio in Lombardia
Imprigionare… i ricordi
Oggi, molte persone sono in possesso di macchine fotografiche sempre più perfezionate e facili da manovrare. E’, quindi, facile cogliere ogni momento “interessante” della vita quotidiana. E’, quindi, anche il momento di “imprigionare i ricordi”… Come fare? Non c’è che l’imbarazzo della scelta: una cena tra amici, il compleanno di … senza contare tutti gli avvenimenti che, nell’arco dell’anno, si annoverano in famiglia. E’ nella famiglia, infatti, che “l’evento” è programmato… Gli anniversari e i compleanni non si contano e vanno tutti “festeggiati” con una “bella foto ricordo” da mettere, in ordine cronologico, nella “collezione privata”. Buon pomeriggio a tutti. Dino
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Viaggio in Lombardia
Cortile … story
Uno dei più bei momenti del Cortile di sessant’anni fa era il periodo dei “coscritti”. Bastava che nel Cortile ci fosse una bella ragazza che compiva diciotto anni e... Il cortile era una famiglia allargata nel vero senso della parola… cioè tutti partecipavano alle “vicende” di tutti. Quando una bella ragazza compiva 18 anni … era come “il miele” … tutte le api (i maschi del circondario) erano attratti… come da una calamita. Il Cortile risentiva di questa aria di festa… di domani… di futuro e tutti vivevano il “momento magico” … di “come sarebbe andare a finire” (con un bel matrimonio?). Buona giornata a tutti. Dino
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10 LUGLIO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 10 Luglio 2014 – Giovedì - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Giovedì
677
I racconti delle vacanze
LILIANA E LA SPIAGGIA DEL CAPITAN TAYLER
Milano è una Metropoli… Cosa vuol dire Metropoli? Città di cui è riconosciuto un particolare dinamismo, inventiva, capacità di superare ogni e qualsiasi difficoltà. Milano è proprio così…la città che non “dorme mai”. Città nella quale c’è sempre qualcuno che pensa, che crea, che fa. Una città, però, è sempre costituita da persone, uomini e donne che agiscono, vivono, godono, si arrabbiano… vanno in crisi. Già. Non sempre le cose vanno per il verso giusto. Un anno fa, ne sapeva qualcosa la Giornalista, Dott. Federica, cinquant’anni ben portati, mente vivace ed estrosa… con un bel posto di Redattrice in un settimanale Femminile. Il solo fatto che ogni settimana compariva il suo volto sulla pagina della Rubrica di cui era titolare ne faceva il simbolo di successo. Successo assicurato che durava da anni. Molte lettrici avevano in Federica una “valvola di sfogo”. Scrivevano lettere appassionate con i problemi più disparati. Dall’educazione delle figlie quindicenni, alla pipì del cane… motivo di attrito tra marito e moglie… a problemi più seri quali gli inevitabili addii della coppia. Era in questo campo che la Dott. Federica era una specialista. Finché si trattava dei primi screzi la regola era di “ricomporre l’equivoco”. Quando la situazione era più seria. Cioè c’era di mezzo un’altra donna. Il consiglio era di “mantenere la calma”. “Aspettare che il temporale passasse” Quando, invece, la crisi era acuta e non c’era più verso ad uscirne… il sistema migliore era di “dare un taglio netto e farla finita”… Tanto, ripeteva spesso la Dott. Federica … “morto un Papa… se ne elegge un altro”. Certo…Il fatto è che… “quel Papa” non era una frittella che è rimasta sullo stomaco… dove bastava un digestivo per farla passare. I sentimenti sono sentimenti. Un anno fa, La Dott. Federica era in crisi. Qual’era l’origine della crisi? La frattura tra la Giornalista cinquantenne e suo “Lui”… il sessantenne dagli occhi di ghiaccio che da un po’ di tempo si esprimeva a gesti… La crisi tra i due aveva raggiunto il “punto di non ritorno”. Quel “non” ben definito punto che…non sa mai … “se superato oppure no”. Ed è proprio lì che comincia il dramma. Sarà la fine? Non sarà la fine? Finché una persona è dietro alla “cattedra” e pontifica (come la Dott. Federica dalla sua Rubrica)… è tutto facile, tutto comodo. Tanto un consiglio ha sempre un buon fine. Il problema è quando i fatti avvengono sulla propria pelle… quando la pelle brucia… quando non sai più che pesci prendere. Anzi, di pesci da prendere… non ce ne sono più. Allora si comprende quanto sia facile dare i consigli… agli altri. La Dott. Federica era in crisi profonda. Non aveva consigli da dare a sé stessa. A Milano, poi, tutti hanno fretta, hanno problemi. Una persona deve arrangiarsi da sola. E, nella Redazione? Di male in peggio. Mai dire alle Colleghe delle crisi con il proprio “Lui”. In apparenza tutte Colleghe sono consolatrici della “malcapitata”. Intimamente corre il fluido magico della soddisfazione… “Visto? Quella che dava a tutte le donne (del mondo) consigli sul modo di tenersi un uomo? Adesso c’è lei sulla graticola… la Professoressa dei miei stivali” Intanto c’erano già Colleghe alla spasmodica ricerca del maschio … Già intravedevano nelle loro aspettative un “nuovo maschio” da accalappiare… Cose che capitano nella grande città. Nella Metropoli lombarda… Intanto la Dott. Federica era alle prese con il suo dramma personale. Cosa fare? Ogni “tre per due” la cinquantenne era alla macchinetta del caffè interno alla Redazione. Non per prendere il caffè, ma per “parlare d’altro” in modo da non farsi scoppiare la testa. Poi, aveva un’amica del cuore, la Dott. Margherita, una donnona tutto pepe, prossima alla pensione, che considerava sua madre “putativa”. Margherita, nella sua vita e nella sua carriera, ne aveva viste di cotte e di crude. Oltre a lasciar sfogare Federica, cercava di aiutarla. Come possibile? In certi momenti non servono le chiacchiere. Servono i fatti. Margherita ne aveva parlato con la Portinaia del Palazzo in cui abitava. In genere le Portinaie sono “la bocca della verità” Nel senso che parlano con tutti e da tutti ricevono notizie e informazioni. La Portinaia della Dott. Margherita, dopo aver saputo della crisi della Dott. Federica ha avuto subito la risposta pronta. “Ho il rimedio. La Dott. Federica dovrebbe recarsi all’Isola d’Elba. Rivolgersi alla Signora Liliana e chiedere “l’acqua delle sette fonti”. E’ un’acqua che la Signora Liliana raccoglie tre volte l’anno in sette fonti diverse. L’effetto è garantito. La Dott. Federica ne riceverà benefici effetti” La Dott. Margherita era restia a dare per buono il consiglio di una Portinaia… ma, vista la situazione, ha fatto buon viso a cattiva sorte. “Federica non ti prometto nulla… ma la Portinaia del mio Palazzo mi ha dato quel consiglio. Fanne il miglior uso” Una mattina di luglio, di un anno fa, la Dott. Federica era sull’Isola d’Elba al cospetto della Signora Liliana la quale, con infinita gentilezza ha illustrato l’effetto “dell’acqua delle sette fonti”. “Dott. Federica non le prometto nulla. Se, però, seguirà il mio consiglio… avrà la sorpresa. Deve bere sette gocce d’acqua per sette giorni al mattino al sorgere del sole. L’acqua delle sette fonti ha, però, maggior successo se bevute alla spiaggetta del Capitano Tayler alle sette del mattino, per sette giorni… In quel caso, il settimo giorno avrà un risultato immediato” Chi è che trovandosi sull’Isola D’Elba non è tentato di bere l’acqua delle sette fonti? per sette giorni? Alle sette del mattino? alla spiaggetta del Capitano Tayler? L’Isola d’Elba ha 118 km di costa, per la maggior parte alte e rocciose….con numerosissime spiaggette che sono un incanto. La Dott. Federica ha bevuto l’acqua delle sette fonti per sette giorni. Il settimo giorno, alle sette del mattino, dopo il rito dell’acqua, la cinquantenne si è accorta, che poco lontana da lei, addormentato sulla spiaggia c’era un signore dal fascino inconfondibile. Ne è stata irresistibilmente attratta. Era un sessantenne vestito da marinaio. Il suo nome era “Capitano Tayler”. Ricchissimo proprietario di navi da crociera… e di un Castello in Scozia. Nella notte aveva voluto circumnavigare l’Isola in solitario. Verso mattino ha sentito il bisogno di fare un pisolino sulla sua spiaggia. Si era addormentato e la barca era andata alla deriva. E’ stato tanto il piacere dell’incontro con la Dott. Federica che il Capitano Tayler si ne è innamorato subito. L’ha invitata nel suo Castello in Scozia … e non bisogna essere indovini per capire come sono andate le cose tra i due. - Questo è il racconto 677, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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PETER PAN
di
Teresa Ramaioli
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Viaggio in Lombardia
Il Ponte Coperto di Pavia
Il Ponte Coperto di Pavia ha una storia veramente romanzesca… E’ stato costruito sui ruderi di un ponte romano in soli tre anni dal 1351 al 1354 con sei piloni e sette arcate differenti… ma era scoperto. Poi vennero i Visconti (1359) e arricchirono il Ponte di Pavia con un “tetto” … e da quel momento si chiamò: PONTE COPERTO. Fino ad allora si chiamava solo “Ponte Vecchio”… quando si dice la storia! Buona giornata a tutti. Dino
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Viaggio in Lombardia
Meglio essere che… apparire
Siamo nella società dello spettacolo… e quindi l’importante è apparire… in mezzo ai propri simili, alle persone che contano, davanti alla TV. Tuttavia… anche in una società come questa dove tutto corre… sul filo dell’immagine, ogni persona deve fare i conti sé stessa… Non deve illudersi di essere quella “che non è” …solo perché riceve “qualche pacca sulle spalle”… in fondo, immagine o non immagine… apparire o non apparite… quello che conta veramente è essere. Essere tosti. Apparire è assolutamente secondario. Il prodotto… si fa la pubblicità da solo. Buona giornata a tutti. Dino
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