dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 03/08/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Lunedì
Goffredo e Debora (492)
Due anni fa, due noti Architetti, Goffredo e Debora, hanno avuto la proposta per un ricchissimo progetto di ristrutturazione di un Palazzo in Milano. Goffredo e Debora lavoravano nello stesso Studio da parecchi anni. La Proprietà del Palazzo aveva dato loro ampio mandato per una ristrutturazione fuori da ogni norma, mai vista nel capoluogo lombardo. Goffredo, cinquant’anni, fisco atletico, estroso fino all’estremo limite, prese la proposta come una sfida. Debora, quarantacinque anni, fisico mozzafiato, intelligenza vivacissima aveva inteso la proposta come la realizzazione di un’idea “di arte”. I primi incontri tra di due Architetti furono dei semplici scambi di opinioni. Nessuno dei due voleva mettere sul tavolo la prima “carta”. Anche se Goffredo e Debora erano colleghi da anni … c’era sempre stata tra i due una certa diffidenza (di mestiere) e concorrenza… per non dire gelosia. Goffredo aveva in maggioranza clienti donne… Debora, clienti uomini. Dopo qualche mese di tira e molla, Goffredo e Debora cominciarono a proporre alcune soluzioni. Si vedeva lontano un miglio che erano solo dei test per saggiare l’altra parte. Dopo altri mesi passati a raccontarsi “favole”, Debora e Goffredo presero atto che, insieme, non avrebbero fatto alcune proposta reale. Ci pensarono un po’ e da colleghi, decisero di presentare due progetti distinti. Uno di Goffredo e uno di Debora… con l’intesa (e il rischio) che uno dei due venisse “bocciato”. Da quel momento i due Architetti si misero d’impegno e ci diedero l’anima. Goffredo non dormiva più di notte… Si svegliava di soprassalto e scriveva appunti su appunti. Debora (pur essendo una donna) era molto più razionale. Aveva il “suo progetto” in testa. Studiava ogni aspetto…e con meticolosa continuità realizzava ogni singola variante della ristrutturazione. Dieci mesi fa, la Proprietà diede l’ultimatum. Entro una settimana dovevano essere presentate le proposte. Goffredo era sulle spine. Il progetto era finito… ma poteva essere ancora migliorato. Debora lo aveva terminato da settimane. Ormai, non c’era più tempo. La data era fissata… e quel che doveva succedere …sarebbe successo. Il progetto di ristrutturazione del Palazzo, presentato da Debora (solo la parte interna) era di una linearità sconcertante, con una logica unica e assoluta. Come se l’arte per Debora fosse un modo per cogliere l’essenziale … persino nei colori… tenui e monocromi. Goffredo, invece, aveva creato tante nicchie, come se l’interno del Palazzo fosse costituito da tante “aree di libertà”. I colori la facevano da padrone dando la sensazione a colui che l’avrebbe abitata di passare da un “mondo” ad un altro, da un luogo da sogno …ad un altro incredibilmente irreale. La Proprietà del Palazzo era di due persone, fratello e sorella. Giacomo, il fratello, cinquant’anni, era “una mente” tutta numeri… più, meno, per, diviso. La sorella, Desy, quarant’anni, donna bellissima e romantica… era ancora alla ricerca dell’uomo dei sogni. Quando la Proprietà ricevette le due proposte degli Architetti si verificò una immediata diversità di opinioni tra fratello e sorella. Per evitare discussioni che non avrebbero approdato a nulla, Giacomo e Desy decisero di ristrutturare anche un secondo Palazzo identico al primo. Giacomo scelse il progetto di Debora. Desy quello di Goffredo… Desy, però, fece molto di più. Volle farsi piegare le motivazioni e le finalità di ogni singola soluzione proposta e dalla marea di colori adottata. Goffredo si sentì finalmente a suo agio. Dopo alcune premesse di carattere generale, l’Architetto Goffredo, esordì con una frase. “Ogni ambiente è una nicchia a sé stante. Un sogno d’amore… che si realizza tra alcune pareti. I colori sono i colori dell’amore… infiniti e mai uguali da un ambiente all’altro.” Desy capì di aver incontrato l’uomo giusto, l’uomo della sua vita. E, per Goffredo , la vita… si illuminò d’immenso.-(492)
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BALLO DI FAMIGLIA
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO DEL DOTT. FRANCESCO
(Rispondi) (Rispondi)
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EST.LA.BELLA.EPOQUE ...
E
LA BUONA DOMENICA
(Rispondi) (Rispondi)
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NAPOLI
di
Annamaria Mennitti
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NAPOLI
di
Annamaria Mennitti
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Viaggio in Lombardia
Nei momenti di crisi…
Ci sono dei momenti nella vita della società in cui “non” tutte le cose vanno per il verso giusto. Avviene nella società, quello che avviene anche nella vita degli individui… momenti di crisi. Ma le crisi servono per riflettere e mettere a posto alcune idee. Per esempio. Attualmente nella nostra società, complice i media, si “chiacchiera troppo” e si conclude poco. Quando si chiacchiera troppo è facile sconfinare “nel ciacolare includente”. Ecco perché, oggi, serve una riflessione a cominciare dalle singole persone. Per esempio. In Lombardia ci sono un milione di orti… Basterebbe che il “milione” diventasse… due milioni e una buona fetta di persone migliorerebbe il proprio tenore di vita… Avrebbe un motivo in più per stare bene. Infatti: orto = meno chiacchiere e + natura. Buona giornata a tutti. Dino
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LE COMMEDIE DI EDUARDO
di
Annamaria Mennitti
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PENSIERI SPARSI DEL 3 AGOSTO 2014
“L’amore non è un gioco…
ma può diventarlo se i giocatori…
giocano a carte scoperte”
Dino
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3 AGOSTO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 3 agosto 2014 – Domenica - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto della Domenica
701
I racconti dell’estate
I dubbi del Dott. Francesco
Agosto è il mese delle ferie, ma anche il mese dei nuovi progetti. Il tempo vola via in un attimo e il Dott. Francesco, un anno fa, si è trovato a compiere cinquant’anni… senza quasi averli visti. Si fa presto a dire cinquant’anni, ma quando una persona comincia dalle Scuole Elementari (oggi, Primaria) a correre come un pazzo … arriva a cinquant’anni in un baleno. Inoltre… non tutti nascono ricci sfondati… con soldi da buttare davanti e di dietro. La famiglia del Dott. Francesco era una famiglia di impiegati statali e i figli da far studiare erano due. Un anno fa, il Dott. Francesco era orgoglioso di essere diventato uno stimato Commercialista a Milano, abitante a Pavia. Tuttavia, per potersi fare una posizione … (un Ufficio con venti impiegate) ha dovuto sudare sette camice e rinunciare a farsi una famiglia. Qualche lettore dirà che questa è una scusa bella e buona… Intanto il Dott. Francesco, al compimento del cinquantesimo anno, era scapolo. Un anno fa, in agosto, il cinquantenne era in crisi. Aveva dei dubbi. La sua impiegata di fiducia, la Signora Maria, stava per andare in pensione e il Dott. Francesco cercava di convincerla a restare. In fondo… era anche la sua unica confidente. Quando il cinquantenne aveva bisogno di sfogarsi… c’era sempre lei, la Signora Maria, a fare da spalla. Una donna ben piantata (come fisico), memoria elefantiaca, sorriso per tutti… dinamica e decisa. “Non tiriamola tanto vecchia … Qui c’è da lavorare” era il suo motto. Con un’impiegata così … il Dott. Francesco non aveva neppure il tempo per fiatare. Un anno fa, però, il cinquantenne doveva pensare al dopo Signora Maria. Nel suo Ufficio c’erano un paio di impiegate in grado di subentrare nella parte, ma non avevano il carisma della “quasi pensionata”. E, poi, nella testa del cinquantenne si stava facendo strada l’idea di avere una compagna (nel letto) nel suo “buon ritiro” di Pavia. L’idea non era nata per caso. Da qualche mese, accanto alla sua villa alla periferia di Pavia, il Dott. Francesco aveva avuto la gradita sorpresa di una nuova confinante, la Dott. Lidia. Trent’anni, bellissima… alta, bionda, occhi azzurri, e gambe da fine del mondo…due Lauree … e una carriera da Commercialista (in prospettiva). I primi approcci sono stati positivi… anzi immediati. La Dott. Lidia sembrava “il cacio sulla pastasciutta”. Siccome il cinquantenne non nascondeva nulla alla Signora Maria, l’impiegata di fiducia è stata la prima a saperlo. Quando le donne, oltre ad essere impiegate modello, sono mamme e nonne… ne sanno una più del diavolo. In un primo tempo la Signora Maria incoraggiò il Dott. Francesco a farsi avanti. “Dott. Francesco…ha cinquant’anni… si dia da fare. Si butti. Questa è l’occasione buona” Quando, poi, il cinquantenne cominciò a parlare della Dott. Dott. Lidia come possibile sostituta (della Signora Maria) in Ufficio… le cose cambiarono improvvisamente. “E no. Dott. Francesco … cominciamo male. Non cominciamo a confondere l’Ufficio … con il letto. Lei a cinquant’anni. Ha il diritto di vivere il suo grande amore. Però, ha creato insieme alle sue impiegate, compresa la sottoscritta, questo Ufficio ed è giusto che lei sia il solo ed unico Titolare. Se entra in Ufficio, in qualità di Dirigente, anche la Dott. Lidia con quale divide il letto … è finita. Lei perde l’uno e l’altro. Qui tutte le impiegate dipendono da lei… dal suo modo di operare… e la considerano il solo ed unico Capo. Il giorno in cui entrasse in questo Ufficio sua moglie o compagna … è finita. Lei sarebbe il primo a pagarne lo scotto” Dopo la presa di posizione della Signora Maria , il Dott. Francesco è entrato in crisi. Crisi nera. A mano a mano che il rapporto tra Francesco e Lidia andava avanti la testa del cinquantenne andava in confusione. Alla fine è stata ancora la Signora Maria a trovare la soluzione del problema: “Dott. Francesco… la migliore soluzione per suo caso è… che la Dott. Lidia, apra un suo Ufficio, nel quale lei sola è la Titolare. Lei ovviamente potrà aiutarla, consigliarla… ma quello è il suo Ufficio di cui è la sola Responsabile. Così facendo, lei, Dott. Francesco, mantiene la sua area di libertà… nella quale decide cosa fare. Anzi… per darle una mano. Ho deciso di aspettare ancora un anno prima di andare in pensione e dare la possibilità alla Gina e alla Gisella di prendere il mio posto” Una mattina di fine agosto di un anno fa, il sole sorgeva su Pavia, città del fiume Ticino. Il Dott. Francesco si stava stiracchiando mentre apriva le imposte della camera da letto nella sua bella villa. La Dott. Lidia era placidamente distesa nel letto ancora addormentata. La mente della trentenne, però, stava già meditando come organizzare il suo nuovo Ufficio di Commercialista in Milano”- Questo è il racconto 701, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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ERMENEGILDO E L'OROLOGIO
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA...
E
IL RACCONTO DI
DESIDERIA E GIOVANNA
(Rispondi) (Rispondi)
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NAPOLI
di
Annamaria Mennitti
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Viaggio in Lombardia
Come risparmiare il cibo…
E’ noto che in una società come la nostra…molto cibo va sprecato Questo avviene nelle singole famiglie… come nei piccoli e grandi negozi (come gli Ipermercati, ecc.). Questo è uno spreco bello e buono. La sensibilità delle persone già tenta varie soluzioni, ma sarebbe giusto che il discorso si allargasse e diventasse comunitario. Infatti, perché sprecare tanto cibo? Basterebbe che ci fosse un “centro di raccolta in ogni Comune” e potremmo evitare di vedere gente che chiede la carità con dei cartelli (tutti uguali) “Ho fame, datemi qualche aiuto”, oppure “Ho figli da mantenere”. Una volta che “il problema fame” risulta risolto … si potrebbe pensare al resto. Buon lavoro a tutti. Dino
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