Messaggi del 24/08/2014

SINGLE... E' BELLO ? racconto (513) di Dino Secondo Barili

Post n°15071 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto del Lunedì

513

Single… è bello?

Secondo una recente statistica dell’ ISTAT il 33 per cento delle famiglie italiane è formata da una sola persona… uomo o donna non ha importanza. Nessuno mette in dubbio un simile dato. Basta guardarsi intorno. E le altre? Escluse le coppie giovani con figli piccoli e qualche coppia non più giovanissima… il panorama è variegato. Ci sono famiglie formate da madre anziana e figlio o figlia tra i 40 e i 60 anni. Più che una coppia … sono due single. Ci sono famiglie formate da marito, moglie e due figli o figlie sui 40, 45 anni . Più che una famiglia (come vuole la statistica) si tratta di una coppia, più due single… i quali non hanno alcuna intenzione di lasciare il “nido” nel quale sono nati e cresciuti e hanno trovato (e trovano) tutte le comodità. L’altro giorno in un Bar di Piazza della Vittoria a Pavia, uno di questi quarantenni è stato interrogato da amici. “Perché non ti sposi?” la risposta è stata immediata. “Sposarmi? Non se ne parla neanche… di donne ce ne sono tante… di mamme, una sola.” Di fronte a certe risposte non c’è possibilità di replica. Del resto la pensano così anche molte ragazze tra i venti e i trent’anni. “Sposarmi? Perché dovrei farlo? La libertà non ha prezzo.” Effettivamente la nostra attuale società offre infiniti punti di osservazione. In tempo di crisi, poi, sono emerse numerose tendenze. La Signora Maria, sessantasei anni, vedova, ha trovato il suo equilibro con le amiche Franca (65 anni) e Giovanna (64 anni). Insieme hanno formato un gruppo consolidato…di mutua assistenza. Quando una bisogno … le altre due corrono in soccorso…e danno una mano. Inoltre, a Maria, Franca e Giovanna, un anno fa, si è aggregato Francesco, settant’anni, uomo dalle mille risorse. Francesco sa fare di tutto: giardiniere, idraulico, falegname, pittore… Ecco… pittore è un po’ troppo. Francesco si limita a imbiancare le pareti che hanno bisogno di una rinfrescata e a fare qualche ritocco qua e là. Un anno fa Francesco si è invaghito di Giovanna, 64 anni. Uno di quei colpi di fulmine a ciel sereno che lasciano il segno. Il fatto non poteva sfuggire alle amiche le quali sono andate subito in fibrillazione. “Giovanna, non penserai mica di portarci via il Francesco…Per noi è una manna del cielo. Le nostre case hanno sempre bisogno di piccoli lavoretti… e Francesco è l’uomo ideale. L’uomo sempre pronto ad intervenire.” Giovanna, ci teneva all’amicizia di Maria e Franca … e pure quella di Francesco per il quale stravedeva. Otto mesi fa, al gruppo delle tre donne (più Francesco) si è aggregato Giovanni, sessantasei anni, single pure lui. L’aggregazione è avvenuta al Mercato di Piazza Petrarca. Il banchetto era quello delle mele. Maria stava trattando il prezzo quando Giovanni le ha chiesto un consiglio. Da cosa nasce cosa. I consigli sono diventati due, poi tre. Alla fine Maria ha capito tutto. Non era il consiglio la cosa importante. Importante era lei, la sessantaseienne Maria, la quale ha fatto in modo di inserire nel gruppo la “nuova fiamma”. Da quel momento Franca stava per cadere in depressione…Si sentiva sola… tra due “coppie”. Ci pensò Giovanni che aveva un amico… Raffaele suo coetaneo. In breve, le tre amiche hanno fatto centro. Ora, sono tre coppie che giocano “briscola” (ogni tanto). La maggioranza del tempo, le tre amiche, la passano a “limonare”. Alla domanda: “Single è bello?” Maria, Franca e Giovanna rispondono all’unisono. “Soprattutto quando si è accoppiati.” (513)

 
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IL MONTE RUSHMORE di Teresa Ramaioli

Post n°15070 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

IL MONTE RUSHMORE 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 22/08/14 alle 08:44 via WEB
IL MONTE RUSHMORE---Il 31 ottobre del 1941, venne completato uno dei monumenti più celebri degli Stati Uniti: le sculture dei volti degli ex presidenti degli Stati Uniti George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln, nel granito del monte Rushmore. Il monumento richiese 14 anni di lavorazione, dal 1927 al 1941. Le tribù indiane Sioux della zona, che consideravano le Black Hills come un territorio sacro, chiamavano il monte Rushmore “i Sei Nonni”, mentre i coloni bianchi della zona utilizzavano diversi nomi, come “la montagna del puma”. Il nome attuale venne stabilito solo nel 1930 dalla Commissione degli Stati Uniti per i Nomi Geografici in onore di Charles Rushmore, un avvocato e imprenditore di New York che aveva fatto una spedizione nella zona nel 1885. L’idea di un monumento nel Sud Dakota venne a Doane Robinson, uno studioso della storia dello stato americano. L’anno successivo Robinson riuscì a convincere lo scultore Gutzon Borglum a farsi carico del progetto. A partire dall’inizio di ottobre del 1927, Borglum lavorò con 400 operai per scolpire gli enormi ritratti degli ex presidenti Washington, Jefferson, Roosevelt e Lincoln, alti 18 metri e scelti per rappresentare i primi 150 anni della storia americana. Inizialmente le sculture erano pensate per essere ancora più grandi, ritraendo i soggetti fino alla cintola, ma problemi di finanziamento limitarono il progetto. Il ritratto di Thomas Jefferson era pensato, in origine, per stare alla destra di Washington, ma dopo diciotto mesi di lavoro la roccia si crepò in modo irreparabile: l’abbozzo venne spianato con la dinamite e il ritratto venne ricominciato sull’altro lato del primo presidente. Il primo ritratto ad essere completato fu quello di George Washington, inaugurato il 4 luglio 1934. Seguirono quello di Jefferson, inaugurato nel 1936, Lincoln (1937) e Theodore Roosevelt (1939). Borglum morì nel marzo 1941 e fu il figlio Lincoln a ultimare il complesso monumentale. Nessun operaio morì durante la realizzazione delle sculture: ed è un caso raro per sculture di quella grandezza e per la pericolosità della lavorazione, visto che gli operai lavoravano per la maggior parte del tempo appesi a corde e che gli interventi più massicci erano fatti con la dinamite. Ciao Teresa Ramaili

 
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ANNAMARIA ...E IL TEATRO DI RACHELE

Post n°15069 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

IL TEATRO DI RACHELE

annamariamennitti
annamariamennitti il 24/08/14 alle 13:25 via WEB
Tutto vero ciò che dice il tuo racconto .Il teatro aiuta a conoscerci meglio ad immedesimarsi a tal punto che una volta toltersi la maschera non si sentono più a loro agio Il teatro è un divertimento condiviso appena si apre il sipario è necessario essere attivi perchè siamo noi i protagonisti della nostra vita , perchè la vita è un teatro AMILCARE E RACHELE LO SANNO MOLTO BENE ciao DINO
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 24/08/14 alle 18:15 via WEB
Ciao Annamaria - bel commento. Il racconto è un omaggio alle attività che danno un grande contributo alla cultura. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 
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RICAMIAMO...E IL RACCONTO DI RACHELE

Post n°15068 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

RICAMIAMO ...

E

IL RACCONTO DI RACHELE

RicamiAmo
RicamiAmo il 24/08/14 alle 12:15 via WEB
Ciao Dino serena domenica , come semprem un racconto emozionante Delia
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 24/08/14 alle 18:10 via WEB
Ciao Delia - grazie del commento e del giudizio. Il racconto vuole essere una "ventata di aria fresca". Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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ANNAMARIA ...E I PENSIERI SPARSI

Post n°15067 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA ...

E

I PENSIERI SPARSI

annamariamennitti
annamariamennitti il 24/08/14 alle 13:33 via WEB
SI certo si può manifestare l'amore recitando e cantando , ma non è da tutti ci sono anche quelli che non sanno recitare inoltre sono anche stonati...come si fa Dimo ......è un compito molto arduo...lasciamo i fatti come procedono..va è meglio.ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 24/08/14 alle 18:06 via WEB
Ciao Annamaria - ogni manifestazione piacevole concorre a mantenere un clima sereno. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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VIAGGIO IN LOMBARDIA

Post n°15066 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

Viaggio in Lombardia

Cortile … story

Nel cortile di sessant’anni fa, i divertimenti erano limitati. Alcuni, però, avevano largo successo… Il divertimento tra le donne era leggere. Nei pochi libri a disposizione, c’erano i libri di Liala (al secolo… Liana Negretti nata nel 1902) e di Luciana Peverelli (milanese, nata nel 1902). Le donne del cortile si scambiavano i libri fino alla loro completa “distruzione” fisica. Del resto “non erano solo” libri… ma simboli di “un mondo diverso”… di una fuga nell’irreale (rispetto alla vita reale del cortile). Tra i titoli di Liala ricordo “Trasparenze di pizzi antichi” … e “Signorsì”. I libri di Liala non erano solo una piacevole lettura, ma una scuola di buona educazione (allora… le donne non si mettevano i percy nelle parti intime del corpo). Di Luciana Peverelli ricordo, invece, “Il baraccone dell’amore”… Altri tempi!!! dirà qualche lettore…ma piacevoli da ricordare. Buona giornata a tutti. Dino

 
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PROCIDA di Annamaria Mennitti

Post n°15065 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

PROCIDA 

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 23/08/14 alle 16:53 via WEB
La ricerca Procida, l’isola più piccola dell’arcipelago campano, è stata scelta da grandi registi come sfondo ideale per capolavori cinematografici. Di origine vulcanica, è collegata da un sottile ponte alla vicina isola di Vivara. Non solo mare. I vicoli e le chiese che caratterizzano il territorio di Procida permettono di abbinare il relax della spiaggia alla conoscenza degli edifici del centro storico risalenti a epoche anteriori. Degna di rilievo è l’Abbazia di San Michele Arcangelo che sorge sul promontorio di Terra Murata, a picco sul mare, e testimonia il ruolo che aveva in passato quale centro religioso e culturale dell’isola. Due le spiagge da raggiungere "a tutti i costi": la spiaggia del Pozzo Vecchio protagonista in alcune scene del film “Il Postino”, e la spiaggia della Chiaiolella, la più frequentata dell’isola. Da Procida, nell’arco di mezz’ora, si raggiunge Ischia, la più grande isola della Campania. Ischia accoglie oltre 6 milioni di visitatori l’anno, attratti da un territorio vasto e morfologicamente variegato. Tra i sei comuni che la compongono, quello di Ischia è il più esteso e diviso in due parti: Ischia Ponte è il suggestivo centro storico contraddistinto da vicoli e botteghe antiche, mentre Ischia Porto è un piccolo borgo di pescatori. Il castello Aragonese, ad Ischia Ponte, il monumento più visitato dell’intera isola, fu costruito dal tiranno Gerone di Siracusa nel 474 a.C. Giunti sulla sommità della rocca, da non perdere la Cattedrale dell'Assunta che vide nel 1509 le fastose nozze tra Ferrante d'Avalos e Vittoria Colonna, con la cripta che custodisce gli affreschi della scuola di Giotto. Ricca di sorgenti salubri e salutari, Ischia conta numerosi centri termali, apprezzati in tutto il mondo. non ha prodotto alcun risultato.

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°15064 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“Per la compagnia…

anche un frate ha preso moglie”

Dino

 

 

 
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NAPOLI di Annamaria Mennitti

Post n°15063 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

NAPOLI 

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 24/08/14 alle 13:47 via WEB
Scuola Napoletana Dai quattro Conservatori della città trae la sua linfa creativa la punta di diamante del mondo musicale europeo e vivace nutrimento artistico per il San Carlo: la Scuola Napoletana. A questa rivolsero il proprio sguardo attento e curioso artisti come Händel, Haydn e un giovane Mozart, affascinato nel 1778 da una Napoli “che canta e incanta” tanto da voler ambientare il primo atto del suo così fan tutte tra le ridenti atmosfere di una storica “bottega del caffè” della città. Incommensurabili maestri della Scuola Napoletana sono Domenico Cimarosa e Giovanni Paisiello a cui, nel 1787, viene dato il compito di “sovrintendere all'Orchestra del San Carlo”, procedendo ad una radicale riforma. Nello stesso anno, su commissione di Ferdinando IV, scrive l'”Inno Nazionale delle Due Sicilie”. Il San Carlo e la Rivoluzione Partenopea del 1799 L'anno 1799 rappresenta per Napoli una parentesi breve ma che diffonderà alto il suo grido in tutta l'Europa: pochi mesi di fervore giacobino in cui donne e uomini, dal palco militante del Lirico, ribattezzato Teatro Nazionale di San Carlo, si fanno promotori gli ideali di libertà, fraternità e uguaglianza. Scrive il “Monitore”, in data 27 gennaio, in riferimento all'Inno composto da Cimarosa sulle infiammate liriche di Luigi Rossi “Nel Teatro Nazionale di San Carlo fu cantato un inno patriottico in mezzo a' più lieti evviva alla Libertà”. In scena, in quei giorni, c'è il Nicaboro in Jucatan di Giacomo Tritto. Soltanto pochi mesi più tardi la parentesi libertaria sarà soffocata nel sangue e i Borbone torneranno sul trono, non potendo però impedire ad intellettuali come Eleonora Pimentel Fonseca, Luisa Sanfelice, Domenico Cirillo, Francesco Caracciolo, Melchiorre Delfico e lo stesso Cimarosa di lasciare un'impronta indelebile e ineludibile nel faticoso processo di costruzione dell'identità italiana.

 
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DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

Post n°15062 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

DISEGNO DI TERESA RAMAIOLI

"Buon Lunedì ... a tutti"

DIARIO CORALE

 del

25 agosto 2014

 
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PENSIERI SPARSI DEL 24 AGOSTO 2014

Post n°15061 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 24 AGOSTO 2014

“L’amore si manifesta in moltissime forme…

Anche cantando e recitando”

Dino

 
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IL TEATRO DI RACHELE racconto (722) di Dino Secondo Barili

Post n°15060 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

24 AGOSTO 2014

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 24 agosto 2014 – Domenica - 12.00

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

racconto della Domenica

722

I racconti dell’estate

Il Teatro di Rachele

La ripresa del lavoro dopo le ferie di Agosto è sempre difficile e pesante. Non per tutti... Per esempio… Per coloro che hanno degli obbiettivi la ripresa delle attività è facile e piacevole. Un anno fa, la Dott. Rachele, trent’anni, bellissima, impiegata presso un Ufficio di Milano, abitante a Pavia, non vedeva l’ora di riprendere il lavoro. Le ferie non le aveva neanche viste. Aveva fatto dei lavoretti nel suo appartamento di Pavia e aveva riempito il suo “studio” di appunti delle “cose da fare”. La sua passione era il Teatro. Non il Teatro con la T maiuscola… quello che richiede grandi investimenti e un’organizzazione all’altezza dei tempi. Il Teatro… come vita quotidiana, da fare casa per casa, ambiente per ambiente. Il Teatro, secondo la Dott. Rachele, è la vita stessa delle persone, delle cose che hanno vissuto, amato, desiderato. La trentenne aveva le idee chiare. Entrare in simpatia… con le persone. Creare “un ponte”… per creare un nuovo stile di vita. Detta così sembrava una cosa facile, ma di facile, a questo mondo, non c’è nulla… neanche il Teatro. Quando, però, una persona vuole… può fare tutto. La Dott. Rachele, negli anni precedenti, aveva frequentato parecchi Corsi di Teatro a Milano, ma non era quello che voleva lei. Rachele voleva il contatto umano… far sognare. Dopo aver scelto e studiato parecchi testi… ha deciso di scrivere lei stessa i copioni da recitare. Le difficoltà non sono mancate, ma alla fine si è sentita soddisfatta. Un anno fa, poteva iniziare l’avventura: recitare in case private. Come fare? Semplice… attraverso il passa parola. Facile? Niente affatto. Ogni “produzione teatrale” ha bisogno di un pubblico utilizzatore. Per quello della Dott. Rachele era indispensabile un “pubblico maturo”… dai quarant’anni in su, possibilmente appassionato di teatro. Dopo i primi esperimenti, la trentenne ha avuto la fortuna di conoscere una Signora del milanese, la Dott. Matilde, una settantenne … con la spirito di una quarantenne. La stessa Matilde, in gioventù aveva fatto “l’attrice” in una Compagnia di provincia…Una di quelle che mettevano in scena uno spettacolo all’anno e lo fanno girare per i teatri del territorio. Appassionati… dunque… di quelli che hanno il teatro nel sangue. La Signora Matilde, ha capito subito di quale pasta era la Dott. Rachele e l’ha assecondata in tutte le sue necessità. Anzi, è stata proprio lei, la settantenne a incitare la trentenne a spingersi nella realizzazione dei suoi sogni. Siccome la Dott. Matilde era proprietaria di Appartamento di grandi dimensioni, con un Salone nel quale si potevano organizzare feste da ballo, si preoccupò di dare una mano alla trentenne. Ogni sabato pomeriggio invitava nel suo Salone delle Feste parecchie amiche settantenni. Offriva loro the e pasticcini…e poi le invitata ad assistere al “Teatro di Rachele”, una performance nella quale la trentenne dava il meglio di sé. La voce intanto aveva cominciato a diffondersi tra amici, parenti, conoscenti. Tutti volevano capire e vedere dove stava la novità… e la bellezza di un esperimento del genere. Anche parecchi cinquantenni che in gioventù avevano amato il Teatro cominciarono ad incuriosirsi. Tra questi, il Dott. Raffaele, Presidente di un Club “Amici del Teatro” il quale si è messo in contatto con la Dott. Matilde. Insieme, i due organizzarono meglio il lavoro della Dott. Rachele creando un circuito di appassionati di teatro. Anzi, il Dott. Raffaele creò lo slogan… “Sabato pomeriggio…tra the, pasticcini …e Teatro”. Si sa che le idee nuove fanno presto ad attecchire e ad attirare nuovi adepti. Al punto che è stato necessario creare una “lista d’attesa”. Infatti, il “Teatro di Rachele” per avere effetto doveva rimanere un’operazione amatoriale… destinata a far piacere alle persone senza secondi fini. La stessa Dott. Rachele, voleva mantenere il suo lavoro di impiegata Milano e continuare a divertirsi a fare Teatro. Si sa, però, che quando una persona realizza i suoi sogni … finisce sempre per incontrarne un’altra che ha le sue stesse idee. Durante una rappresentazione nel Salone delle Feste della Dott. Matilde, l’impiegata trentenne, ha fatto la conoscenza del Dott. Amilcare della Lomellina, un Signore benestante, cinquantenne, dal fascino superlativo, il quale ha preso una cotta solenne per “l’attrice amatoriale. Il Dott. Amilcare, tenore di buon livello e discreta fama, era anche il Presidente di un Club “Amici della Lirica” con la disponibilità di una vecchia Cascina disabitata in Lomellina. Cosa c’era di meglio di iniziare una nuova attività ricreativa teatrale? Così è stato. Si sa, però, che da cosa nasce cosa… e Rachele e Amilcare si sono pazzamente innamorati l’un dell’altro… al punto che hanno deciso di sposarsi e vivere felici … cantando e recitando, per amici, parenti e conoscenti. - Questo è il racconto 722, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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IL FOULARD di Teresa Ramaioli

Post n°15059 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

IL FOULARD

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 23/08/14 alle 16:22 via WEB
FOULARD---Foulard, accessorio antichissimo visto che appare in Oriente, già in sculture cinesi della dinastia Chu mille anni prima di Cristo mentre sono le statue di terracotta dell'esercito dell'imperatore Qin Shihuang a ricordarci come già nel III secolo a.C. la loro divisa comprendesse una specie di sciarpa morbida. A Occidente è la Colonna Traiana del II secolo d.C. a informarci di come i soldati romani si proteggessero la gola dal freddo mediante il "focale"( striscia di tessuto fermata da passanti). I romani portavano anche il sudarium infilato alla cintura per detergersi il viso e il collo e l'orarium legato al polso sinistro per applaudire i campini e manifestare tripudio al Circo Massimo. I più bei foulards venivano importati dalla Spagna, secondo quanto ci tramanda Catullo. I foulard erano elementi indispensabili nelle funzioni religiose, nel Quattrocento le donne erano solite ricoprirsi il capo con un semplice telo quadrato( fino a pochi anni fa era impensabile che le donne partecipassero ad una messa senza velo). Nel rinascimento, i fazzoletti erano molto usati : per raccogliere la capigliatura, nei costumi tradizionali e per ripararsi. Si mitteva al collo, e serviva alle signore per nascondere la scollatura. Il foulard trae ispirazione dal foulard indossato dai soldati di Napoleone. Il foulard nasce nel 1937, a Lione, grazie al genio di due produttori di sellerie e di accessori per l'equitazione, Emile Hermès e Robert Dumas. Ciao Teresa Ramaioli

 
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LA QUERCIA DI PINOCCHIO di Teresa Ramaioli

Post n°15058 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

LA QUERCIA DI PINOCCHIO 

di

Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 23/08/14 alle 15:35 via WEB
ALBERI MONUMENTALI---Alcuni hanno un’importanza particolare per essere eccezionalmente vecchi, per esser stati al centro di episodi storici o per essere legati a episodi della vita di uomini illustri. Monumenti della natura, che si collocano accanto a quelli creati dall’uomo e costituiscono un patrimonio di grande valore, da conoscere e tutelare. Quercia di Pinocchio -Parco di Villa Carrara, San Martino in Colle (Toscana) In località San Martino in Colle al confine con Gragnano,nel Parco di Villa Carrara,(provincia di Lucca), vive una delle più spettacolari querce d’Europa, un’enorme roverella (Quercus pubenscens, anche se secondo altri si tratterebbe di Quercus robur o peduncolata). Il possente albero è vissuto così da 600 anni. I suoi rami si estendono per 40 metri e cadono pesanti verso il basso. La leggenda narra di riti che si officiavano intorno a quest’albero. Si dice che i rami della pianta siano curvi verso il suolo proprio perché vi danzavano sopra le streghe. Dalla fine del secolo in poi è stata ribattezzata Quercia di Pinocchio, essendo secondo molti proprio questo l’albero citato nel suo libro da Carlo Collodi (che in effetti passava qui le sue vacanze, da bambino). È a quest’albero che impiccano il burattino, ed è sempre sotto la sua chioma che Pinocchio incontra il gatto e la volpe, una volta uscito dalla casa della Fata Turchina, che l’autore dice essere non molto distante dalla pianta. Ciao Teresa Ramaioli

 
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ANNAMARIA...E IL CAFFE' SULLA COSTA AZZURRA

Post n°15057 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

ANNAMARIA...

E

IL CAFFE' SULLA COSTA AZZURRA

annamariamennitti
annamariamennitti il 23/08/14 alle 20:22 via WEB
... ma Dino possibile addirittura sulla Costa Azzurra...quanta strada per un caffè E vai!!!1 da cosa nasce cosa ,,,ogni occassione è buona ciao Dino
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 24/08/14 alle 09:23 via WEB
Ciao Annamaria - E si, certe volte ci vuole proprio la Costa Azzurra per prendere il caffè. Si tratta di un caffè speciale... come in certe scene di film del tempo che fu... Oggi, il caffè lo vanno a prendere a Londra... in aereo. Dino
(Rispondi)

 

 
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MESSAGGIO DI ANNAMARIA... PER TERESA

Post n°15056 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

MESSAGGIO DI ANNAMARIA...

PER

TERESA

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 23/08/14 alle 15:40 via WEB
Ciao Annamaria,se ti piace,puoi usare l'articolo "Penna e calamaio"per il tuo libro. Grazie,Ciao Teresa
(Rispondi)
 
annamariamennitti
annamariamennitti il 23/08/14 alle 20:06 via WEB
Grazie Teresa è bellissimo ciao un abbraccio
(Rispondi)

 

 
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PENSIERO DEL GIORNO

Post n°15055 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

PENSIERO DEL GIORNO

“Il tempo che passa…

 non torna più”

Dino

 

 

 
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GIRAMONDO595...E IL RACCONTO 512

Post n°15054 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

GIRAMONDO595...

E

IL RACCONTO 512

giramondo595
giramondo595 il 24/08/14 alle 07:28 via WEB
buona domenica, un abbraccio. Bello questo racconto
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 24/08/14 alle 09:14 via WEB
Ciao - Buona domenica a te. Grazie per ... "bello questo racconto" (512). Dino
(Rispondi)

 
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TOTO' SAPORE di Annamaria Mennitti

Post n°15053 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

TOTO' SAPORE 

di

Annamaria Mennitti

annamariamennitti
annamariamennitti il 23/08/14 alle 21:10 via WEB
La storia inizia nel 1700 e vede una Napoli devastata dalla fame con la popolazione sempre più disperata e depressa. Tra questa gente ogni giorno passa il giovane Totò Sapore, un allegro e spensierato cantastorie senza il becco di un quattrino che, con chitarra e tamburo canta nei vicoli e nelle piazze della città e allieta gli animi della povera gente, che ogni giorno aspetta con impazienza lo spettacolino dell'esuberante ragazzo. Ma un giorno la vita di Totò cambia, accade quando Pulcinella gli dona quattro pentole magiche Le pentole magiche hanno la capacità di trasformare qualsiasi cosa, anche una scarpa vecchia, in un cibo goloso e squisito. Grazie a queste pentole Totò realizza il suo sogno: diventare il più grande cuoco di Napoli. Ed è a questo punto che la storia diventerebbe noiosa se non entrassero in scena i Cattivi. 'unica pecca che gli si può imputare è che per essere un film d'animazione italiano (bellissimo, alla faccia dei giapponesi), è un è pò troppo napoletanizzato e può risultare un pò difficoltoso per i bambini che non sono di Napoli. Tuttavia credo che questo sia stato necessario altrimenti la storia, ambientata tra i vicoli di Napoli, non avrebbe avuto molto senso. Inoltre i risultati parlano chiaro, Totò Sapore è stato apprezzato in tutta Italia, indifferentemente dal modo di esprimersi che i personaggi utilizzano

 
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VIAGGIO IN LOMBARDIA

Post n°15052 pubblicato il 24 Agosto 2014 da dinobarili
 

Viaggio in Lombardia

Cortile … story

Anche nel Cortile di sessant’anni fa, ogni tanto, capitava “il tipo strano”… colui che non accettava le “regole comuni” seguite dalla maggioranza delle persone. Si chiamava Alfredo e fin da bambino aveva avuto dei problemi con la maestra la quale, fin dalla prima classe elementare, si era messa in testa di farlo scrivere con la mano destra… mentre Alfredo usava, “appena poteva”, la sinistra. Risultato: Alfredo riuscì a malapena ad arrivare alla quinta elementare ….e, non visto, continuava a scrivere con la mano sinistra. Crebbe, ma il lavoro dei campi non l’attirava… In casa lo chiamavano “scansafatiche” perché, quando c’erano lavori pesanti, in cambio dei soldi, li faceva fare ai due fratelli più grandi. Dopo il militare trovò la sua strada. Si era messo a frequentare i mercati di Pavia, il mercoledì e il sabato… di Garlasco e Mortara. Alfredo fu il primo ad entrare nel Cortile di sessant’anni fa con un’automobile rossa fiammante in compagnia di una bionda alta tre metri. Stupore, gelosia, invidia… chiacchiere a non finire. Ma Alfredo era diventato “mediatore d’affari”. Da “mancino” (nel senso che scriveva con la mano sinistra)… ad astuto conoscitore del mondo degli affari. Non si sposò mai. Era sempre in giro con delle “fanciulle” da capogiro… con automobili rosse fiammanti ultimo modello. Si diceva che avesse combinato anche parecchi matrimoni. Poi, un giorno scomparve dalla scena… La voce comune diceva che Alfredo si era ritirato dagli “affari”… e “convertito” alla “meditazione” in un’isola “luminosa” dell’Egeo in compagnia di due amazzoni… una bionda… ed una mora. Buona giornata a tutti. Dino   

 
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