dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 28/08/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Venerdì
517
Katia e il collezionismo
Ogni persona ha il diritto/dovere di stare bene. O meglio, dovrebbe fare in modo di stare bene “con e per sé stessa”… e con gli altri. Ne parlava l’altro giorno al Mercato di Piazza Petrarca la Signora Giuseppina, sessantacinque anni, neo pensionata, con l’amica Piera. “Ogni persona deve fare ogni sforzo per stare bene. Io, per esempio, non ho avuto problemi con la pensione. Dopo quarant’anni passati a rincorrere il treno Pavia – Milano, non vedevo l’ora di essere libera da tale impegno e di potermi godere un “attimo” di libertà. Non ho mai goduto Pavia così tanto come da quando sono in pensione… Non come la Katia … che, quando è andata in pensione, ci ha fatto un malattia. Lo scorso anno, al momento di lasciare l’Ufficio, è andata in crisi. Ha detto che le mancava l’orario stabilito, le colleghe, il Capo Ufficio (che era un bell’uomo). “Si, può?” dico io, avere simili problemi. E vero. La Katia non ha mai avuto una famiglia da seguire. Dei figli da allevare. Capisco che “l’Ufficio era la sua casa”. Comunque, dopo un po’ che era in pensione ha cominciato ad andare dal “suo” Medico il quale aveva già capito “la malattia della Katia”. Lo ha “quasi costretta” ad iscriversi ad una Associazione dove “giocavano a briscola”. Anche in questo caso la Katia non si è trovata bene. “Giocare per giocare … non mi piace” diceva. Il Medico si è arrabbiato (caso strano) e le ha detto che se non si metteva in riga “finiva male”. I Medici fanno bene a mettere in riga “certi malati immaginari”…” L’amica Piera, aveva ascoltato, ma non aveva detto una parola. Ora, però, era il momento di parlare. “Certe donne non dicono mai la verità.” – disse la Piera – “In Ufficio, la Katia, si sentiva una regina perché il Capo Ufficio la lasciava fare. L’aveva nominata Vice Capo Ufficio. Ho incontrato la Katia proprio ieri pomeriggio in Corso Cavour. Era contenta e giuliva. Sembrava rinata. Capelli in ordine… anzi, pettinatura interessante. Vestita in modo elegante. Abbiamo preso un caffè insieme e mi ha parlato di lei. Mi ha detto che, dopo la crisi dei primi momenti dopo il pensionamento, ha trovato la “sua” strada. Si è iscritta al “Club dei Collezionisti Pavesi” e ne è diventata Segretaria. Ha elencato un sacco di attività. Alle otto del mattino è già in servizio presso la Sede del Club per sbrigare la corrispondenza (e-mail ecc.). Alle dieci arriva il Presidente con il quale ha il colloquio di un’ora e stende il programma del giorno. Da mezzogiorno all’una, mangia un panino (a volte in piedi per non perdere tempo). Nel pomeriggio arrivano gli “Associati” per la presentazione delle loro “collezioni”. La Sede del Club si chiude alle diciannove. Solo allora, torna a casa ….e a volte si porta anche “del lavoro”… per non lasciare arretrati. Giuseppina, dopo una simile descrizione sono rimasta di stucco. Ho chiesto alla Katia… “ma allora non sei in pensione!” Mi ha guardato con stupore “…e no! Sono in pensione … ma lavoro più di prima. E, poi, se devo dire la verità, ho trovato il Presidente ideale… l’uomo che ho sognato per tutta la vita.” - (517)
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MILANO
PALAZZO DELLE STELLINE
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO DI TOMMASO
(Rispondi) (Rispondi)
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ANNAMARIA ...
E
I PENSIERI SPARSI
(Rispondi) (Rispondi)
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28 AGOSTO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 28 agosto 2014 – Giovedì - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Giovedì
726
I racconti dell’estate
Tommaso e la Nuova Guida
La fine delle ferie di Agosto coincide con l’inizio di nuovi progetti e voglia di fare. Un anno fa ne sapeva qualcosa il Dott. Tommaso, sessantacinque anni in procinto di andare in pensione. Qualche lettore dirà? A sessantacinque anni? Certo. Per una persona che ha incominciato a lavorare a quattordici anni… Tommaso è un sessantacinquenne che si è fatto da sé: Anche la Laurea l’ha presa in ritardo … mentre lavorava. Così ha potuto accedere a nuove responsabilità e nuovi traguardi. A sessantacinque anni, però, (dopo aver lavorato tanto) una persona è arcistufa del lavoro. Non ne può più. Non vede l’ora di chiudere definitivamente con un passato che pur avendo dato molte soddisfazioni… ha raggiunto il limite. “Basta” diceva dentro di sé il Dott. Tommaso… ed aveva ragione. Per il lavoro aveva tralasciato tutto… anche la prima morosa quando aveva trent’anni. Allora, causa impegni di lavoro, la relazione era andata a pallino. A distanza di tanti anni, il Dott. Tommaso se ne faceva una colpa. Ormai era troppo tardi. “Acqua passata…(diceva il proverbio)… non macina più”.Un anno fa, in attesa di vedere accolta la sua pensione, il Dott. Tommaso era pensieroso. Se ne accorse anche il suo amico e compagno di scuola, il Dott. Gianbattista. “Tommaso, da un po’ di tempo a questa parte ti vedo pensieroso. Cosa vuol dire? Sei preoccupato perché sei in procinto di andare in pensione?” Il sessantenne ha cercato di dire qualcosa… L’amico non aveva capito niente. Si fece ripetere la risposta. Tommaso parlò. “Vedi, Giambattista. Non è la pensione che mi preoccupa… è il dopo. Abituato come sono scattare al mattino presto … dovrò cercarmi un impegno” Giambattista si inalberò. “Calma. Calma. Non vorrai mica rimetterti a lavorare? Ti do io un impegno quotidiano. Ogni mattina ci troviamo alla stessa ora e facciamo il giro della città. Il giro per Pavia… cambiando ogni volta itinerario. Vedrai che ti troverai bene. Non rimpiangerai il lavoro” Tommaso si calmò. Volle sapere le ragioni di quell’andare per la città. “Semplice” - risposte Giambattista – “Camminare fa bene alla salute… ma bisogna “anche” tenere la mente sveglia. Avere interessi culturali. Solo con una mente viva e vivace è possibile avere una vita sana” Il sessantacinquenne comprese che nella vita non c’è solo il lavoro. Ci sono anche altre cose interessanti. Anzi, siccome il Dott. Tommaso era pratico nell’uso del computer ha fatto una ricerca su Internet per vedere se c’era qualcosa di interessante su Pavia. La sorpresa è stata immediata. Parecchi pavesi hanno un Blog su Internet… e su Libero. Perché non prendere contatto con i relativi Blogger? Ne parlò con l’amico Giambattista il quale ne è stato entusiasta. “Perché non comunichiamo agli amici Blogger pavesi i nostri giri in città?” Tommaso ormai non pensava più al lavoro… ma al dopo pensione. Pensava a come sarebbe stato piacevole raccontare “le avventure in città”. Erano passati pochi mesi e già il sessantacinquenne era alle prese con la redazione di una “Nuova Guida della Città di Pavia”… piazza per piazza, via per via, monumento per monumento… Insomma un’opera impegnativa la cui realizzazione avrebbe richiesto molto tempo. Tommaso e Giambattista hanno unito la loro forze in vista del nuovo progetto… E’ proprio vero che la vita non finisce mai di stupire. - Questo è il racconto 726, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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MILANO
IL CAVALLO DI LEONARDO DA VINCI
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO DEL DOTT. CESARE
(Rispondi) (Rispondi)
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MARION ...
E
L'AMORE COME SALE
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NAPOLI
di
Annamaria Mennitti
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MARION ...
E
I DISEGNI DI TERESA RAMAIOLI
(Rispondi) (Rispondi)
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I PENSIERI DI MARION
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Viaggio in Lombardia
Cortile … story
Il Cortile di sessant’anni fa era una piccola comunità nella quale tutti si riconoscevano, si sentivano parte, protetti, compresi, ascoltati… e ognuno poteva sviluppare le proprie aspirazioni. Non era una società “anonima”(senza nome) … anzi, era una “società” reale… aperta al contributo di tutti… dalla quale, tutti, traevano benefici. Come per il caso di Clara, una ragazza balbuziente, la quale aveva due manine d’oro… una sarta superlativa. Nel cortile tutti potevano affidarle indumenti da rammendare … e Lei, con le sue manine d’oro, li faceva diventare… come nuovi. Ma per Clara, il cortile era troppo stretto, troppo limitato. Fu Anselmo a darle una mano. Era amico del Conte di Trivolzio il quale aveva amicizie importanti a Milano. Clara trovò presto servizio, lavoro, e … gloria, nella grande città. Così andava il mondo... sessant’anni fa. E, adesso? Forse che “una buona parola” non apre molte porte? Buona giornata a tutti. Dino
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