dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 29/08/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Sabato
518
Franco, il sogno di un barista
I sogni degli uomini non finiscono mai. E’ stato così anche per Franco, il quale, a vent’anni, dopo aver frequentato la Scuola Alberghiera, è stato assunto come barista presso un Bar di Milano. Allora, Franco aveva già le “sue idee” ben chiare in testa. “Appena possibile si sarebbe “comprato” un Bar, un Bar tutto suo… anzi, un “Caffè”. Si mise subito d’impegno e colse ogni occasione per imparare il mestiere. Tutti i mestieri hanno i loro segreti. Anche quello del barista. Franco ha avuto la fortuna di incontrare un collega molto più anziano di lui, Giuseppe, al quale mancavano pochi anni per andare in pensione. Giuseppe è stato ampio di consigli e informazioni. “Franco, ricordati che il cliente ha sempre ragione…anche quando ha torto. Quando arriva una coppia … servi subito e sempre la donna… e falle un “mare di complimenti”. A te non costano niente… e la donna sarà contenta … Sarà contento anche il suo compagno il quale ne trarrà beneficio (con baci e abbracci)… e così saranno contenti in due. Impara a fare il caffè…perché il caffè è una bevanda magica. Da quando è nato il caffè ha sempre trionfato. Per esempio. Nel 1683, Kara Mustafà con la sua immensa armata turca assedia Vienna. In soccorso della città assediata accorrono Carlo di Lorena e Giovanni Sobieski. I viennesi, però, devono far pervenire un importante messaggio a Carlo di Lorena. Per farlo bisogna attraversare le linee nemiche. Vi riesce il polacco Kulczyski il quale è stato interprete a Costantinopoli dove, oltre alla lingua, aveva imparato ad apprezzare il caffè turco. Quando i 200 mila turchi tolgono l’assedio a Vienna… abbandonano 500 sacchi di chicchi di caffè. La Municipalità dona a Kulczyski, per riconoscenza, lo stock di caffè… con l’autorizzazione ad aprire “il primo caffè” a due passi della Cattedrale. I Viennesi, però, non apprezzano il gusto del caffè turco. Kulczyski ha un’idea geniale… filtra il fondo del caffè turco, vi aggiunge due cucchiaini di latte … ed ecco nato il “caffè viennese”. Ricordati, Franco, che le persone amano ascoltare le storie… ma… solo quelle positive, allegre, che, insieme al caffè, danno il buon giorno…a tutto il giorno.” Franco ha fatto tesoro dei consigli e delle informazioni di Giuseppe. Un anno fa, all’età di trent’anni, Franco ha aperto il “suo” primo Bar… Per prima cosa ha cambiato il nome al locale. Lo ha chiamato il … “Caffè di Franco” in modo che si sapesse che non era un “caffè” come gli altri … era proprio quello di Franco. Si fa presto a dire che i caffè sono tutti uguali. Non è vero. Si fa presto a dire che tanto è la macchina che fa il caffè… non è vero niente. Dietro alla macchina c’è sempre l’uomo. Franco aveva capito che per fare un buon caffè servono molte cose. La miscela, l’acqua, la temperatura della macchina…e la mano dell’uomo. Franco oltre ad essere un barista… è anche un artista “del caffè”. Il caffè di Franco si sente dal profumo, da quell’invisibile colonnina di vapore che si alza impalpabile dalla tazzina …e arriva fino alle narici del cliente. La pubblicità si è sbizzarrita ad elencare la “virtù” del caffè. Una di queste virtù è quella… che “il caffè fa innamorare”. Si racconta a Pavia che il cinquantenne, Prof Casimiro, Docente di Educazione Fisica presso un Liceo milanese, si è invaghito della sua Collega di Lettere, Prof. Desideria, trentenne. Desideria, però, non voleva assolutamente saperne del cinquantenne perché lo riteneva troppo” vecchio”. Casimiro, dopo aver studiato la Prof, si accorse che era una patita del caffè. La convinse che solo in un determinato Caffè si beveva il migliore. Dopo solo tre caffè… Desideria si innamorò di Casimiro ... si fidanzarono e “consumarono i loro baci e abbracci” tra un caffè e l’altro. Sei mesi fa, il barista Franco, memore della storia di Casimiro e Desideria, ha cambiato il nome del suo Caffè… Ha fatto dipingere la seguente insegna: “Franco … il Caffè delle tre fortune”-. Oltre al caffè… il clienti chiedono sempre di “quali fortune” si tratta… e Franco passa molto del suo tempo ad elencare “le fortune… del caffè di Franco”. - (518)
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PAVIA
SANTA MARIA ALLE PERTICHE
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO DI GISELLA E LORENZA
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ANNAMARIA ...
E
LA DOMANDA...
"I BACI CONTINUERANNO AD ESISTERE?"
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PAVIA
SANTA MARIA DELLA ROSA
di
Teresa Ramaioli
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GIRAMONDO595...
E
L'ALMANACCO DEI PROVERBI
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29 AGOSTO 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 29 agosto 2014 – Venerdì - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconto del Venerdì
727
I racconti dell’estate
Gisella, Lorenza e i “fioretti”
Un anno fa, la Dott. Gisella, quarant’anni, bellissima, impiegata presso un Ufficio di Milano, abitante a Pavia, era giunta alla fine del mese di Agosto quasi sfinita. Qualche giorno di ferie lo aveva fatto… ma il suo appartamento aveva fatto i capricci. L’impianto idraulico aveva avuto una perdita e dopo vari e ripetuti interventi l’Operatore incaricato non era riuscito a trovare il guasto. Giorni e giorni con l’impegno e l’assillo del lavoro che non trovava soluzione. Ferie irrimediabilmente sprecate. Una persona avrebbe avuto più di un motivo per arrabbiarsi. Gisella ha mantenuto i nervi saldi. Non voleva aggiungere altro dissapore a ciò che aveva già ingoiato durante l’anno. Un anno a dir poco… da cancellare. Infatti, il moroso Federico se ne era andato senza un perché… e senza dare una giustificazione. Anche in questo caso Gisella non ha voluto indagare. Quando una relazione ha termine ci sono mille motivi (o nessuno)… Tutti validi… Nessuno valido… preso in sé. “Così va il mondo” diceva dentro di sé Gisella, quarant’anni portati alla grande con un fisico da far invidia ad una ventenne. Quando un persona si trova a dover vivere tra le contrarietà cerca aiuto dove po’. Gisella aveva un’amica, Lorenza, coetanea, con la quale si trovava spesso in un Bar di Piazza della Vittoria a Pavia. Un caffè veloce… Quattro chiacchiere… Minuti rubati a chissà quale incombenza. Un anno fa, Gisella era in Piazza della Vittoria e si stava sfogando. “Lorenza, quest’anno il mese di Agosto non l’ho visto. Tra i problemi dell’impianto idraulico del mio appartamento e l’Operatore che ha fatto cento sopralluoghi senza cavare un ragno dal buco… non ne posso più” Lorenza era a conoscenza dei guai dell’amica e cercava di aiutarla come poteva. La lasciava parlare in modo che potesse sfogarsi. Quel giorno, invece, a Lorenza venne un’idea. “Gisella… una volta le persone erano meno apprensive. Avevano più fiducia. Ricordi quando eravamo alle Scuole Media? Quando c’era un esame difficile, entrambe facevano “il fioretto”. Tre giorni prima dell’esame ci recavamo alla Chiesa di San Francesco Maggiore in Pavia. Bastava tenere fede a quel “fioretto” e l’ansia spariva. Si cominciava a vedere la luce. Perché non riproviamo lo stesso sistema? Io vengo con te a tenerti compagnia” Per Gisella l’idea non era da scartare…anche se era diventata un po’ scettica” Si sa che “necessità non vuol legge”. Inoltre, Gisella, aveva una voglia matta di superare il periodo negativo che stava passando e, possibilmente, incontrare un nuovo amore. Anche Lorenza era alla ricerca di un nuovo amore in quanto il moroso che aveva da tre anni aveva abbandonato il campo. Agosto è un mese strano. Si aspetta un anno perché arrivi …ed è subito terminato. Il 29 agosto di un anno fa, Gisella e Lorenza si trovavano, dopo molti anni, alla Chiesa di San Francesco Maggiore in Pavia. Avevano colto l’occasione per fare una prima visita a titolo esplorativo. Non era più la Chiesa che dei loro ricordi. Molti lavori erano stati eseguiti e la Chiesa “dei fioretti prima di un esame importante” non c’era più. In compenso avevano notato molte ricerche (diciamo così) archeologiche… alla ricerca di un passato lontano. Gisella e Lorenza si sono sentite coinvolte. Entrambe non perdevano occasione per seguire le vicende archeologiche di Pavia. Dopo la visita, le due amiche stavano per uscire dalla Chiesa… Erano già sul Sagrato quando hanno incontrato lo sguardo di due ex - compagni delle Scuole Medie. In un primo tempo hanno fatto fatica a mettere a fuoco i due volti. Erano passati quasi trent’anni (ventisette, per la precisione). Eppure erano loro: Goffredo e Giambattista, due primi della classe che venivano additati come esempio dai Professori. Anche Goffredo e Giambattista riconobbero Gisella e Lorenza. Baci (sulla guancia) e abbracci a volontà. Come se fosse avvenuto il miracolo. Ed il miracolo è avvenuto. Anche i quarantenni Goffredo e Giambattista, Ricercatori presso una Università di Madrid, erano alla ricerca dell’anima gemella. Ora l’avevano trovata. Goffredo perse il lume della ragione con Gisella… mentre Giambattista stravide per Lorenza. Anzi, è stata Lorenza a lasciarsi prendere dalla passione… Tenne talmente stretta la mano di Giambattista che questi si sentì invogliato a sfiorarle il volto con un leggero bacio. Si sa che l’esempio trascina. A Goffredo non era sfuggito nulla… e sentì un desiderio irrefrenabile: baciare Gisella sulla bocca… Il bacio è stato gradito. Si sa che “chi ben inizia …è a metà dell’opera” Questa volta nessuno dei quattro era a metà… ma solo all’inizio di appassionate storie d’amore…- Questo è il racconto 727, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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LEONARDO DA VINCI
IN FRANCIA
di
Teresa Ramaioli
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ANNAMARIA ...
E
I CASI DELLA VITA
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MESSAGGIO DI MARION ...
PER
TERESA
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NAPOLI
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Annamaria Mennitti
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