dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 12/09/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
533
Lucrezia… a Carnevale
Un anno fa, Lucrezia, impiegata pavese, cinquantenne, bellissima e molto intelligente, era in crisi. Non era una crisi vera e propria, ma una “specie di confusione mentale”. Non riusciva più a capire ciò che era giusto e ciò che era sbagliato. L’intelligenza di Lucrezia era fuori discussione, ma le difficoltà di comprensione tra le persone, oggi, è aumentata. Per esempio. Lucrezia non riusciva più a capire il suo fidanzato, Alfredo, sessant’anni, il quale era diventato “assente”. La crisi, era lì, in quel rapporto che non solo era fermo… ma regrediva ogni giorno un po’. In occasione del Carnevale dello scorso anno, Lucrezia decise di frequentare un “Corso sul travestimento” a Milano. L’argomento sembrava di facile comprensione… invece, l’impiegata cinquantenne pavese ebbe una sorpresa. “Non è solo l’abito che fa il monaco, ma è spesso il monaco che fa l’abito” Al Corso erano presenti una decina di persone (cinque uomini e cinque donne) comprese tra i quaranta e i sessant’anni. Il Docente era un Attore / Regista, Il Dott. Luca il quale chiese di passare subito al confidenziale “tu”. “Vedete care amiche e amici” – disse Luca – “Parecchie persone pensano di affermare la propria personalità mantenendo le “distanze”. Sbagliato. La “distanza” non si mantiene con il distacco, con la superbia o l’arroganza. La distanza si mantiene e si conserva con la buona educazione, il rispetto e la stima. Ecco perché serve conoscere il “travestimento”. In ultima analisi vale il principio”sono… come tu mi vuoi”.” Il Dott. Luca, concluse la lezione dicendo. “Al prossimo appuntamento, ognuno di voi, si presenti con un proprio costume. Quello che vorrebbe essere… e non è”. Lucrezia ci pensò una settimana. Alla fine decise. Si presentò vestita da uomo. Un uomo qualsiasi, ma uomo. Il Dott. Luca si complimentò con Lucrezia e la sfidò sul campo. “Vedi, Lucrezia, ora che hai assunto l’identità di un uomo … vediamo come ti comporti nel corteggiamento di una donna.” Tutti i partecipanti si sentirono coinvolti. Sembrava un compito in classe. Ed in effetti lo era. Lucrezia si stava giocando la sua reputazione e intelligenza. Si rese conto che per prima cosa doveva “fingere”… e finse… Tra le partecipanti c’era Orfea, bellissima quarantenne, la quale si era travestita da Principessa, quindi aveva esaltato il suo ruolo sociale e mantenuto la sua identità sessuale. Lucrezia la avvicinò come se si trovasse sul palcoscenico della vita. “Principessa Orfea, le posso svelare un segreto?” – “Dica, dica pure.” Rispose la Principessa - “Sono il Principe Igor in missione speciale. Sono qui, per proteggere Lei e consegnare alla giustizia, il più grande malfattore di tutti i tempi.” Da quel momento Orfea si sentì coinvolta in gioco più grande di lei. Adagio, adagio… Lucrezia si insinuò nella testa di Orfea e la condizionò mentalmente e sentimentalmente. E’ stata talmente abile che lo stesso Dott. Luca ne rimase colpito. La volle al suo fianco come “collaboratrice fissa” ai suoi corsi sul travestimento. Adagio, adagio se ne innamorò…al punto da diventare lui stesso vittima… della sua arte. (533)
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ERBA TINTORIA IL GUADO
di
Teresa Ramaioli
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RICAMIAMO...
E
IL RACCONTO DI ELIDE E ALIDA
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AN520...
E
PENSIERI SPARSI
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DONADAM68...
E
I PENSIERI SPARSI
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DELIO TESSA
di
Teresa Ramaioli
DELIO TESSA----Nasce nel 1886 a Milano, in via Fieno, in casa di ringhiera. Milanesi sono entrambi i genitori; Arsenio, il padre, è un bancario. Il nome Delio è quello del nonno. Nel 1895 trasloca in via Olmetto e nel 1925, alla morte del padre, in viale Beatrice d'Este 17. Si laurea in legge nel 1911, con un po' di ritardo, un po' perchè spesso malaticcio, ma forse anche per il poco interesse a questi studi, rivolgendo invece le sue simpatie alla filosofia, al cinema, alla musica, alla poesia, cui si dedica già in età giovanile, muovendosi nella tradizione milanese di Maggi e Porta, ma innestandovi modi e spiriti della poesia francese decadentista e espressionista, rielaborati però in maniera del tutto personale e curando al massimo la musicalità e le sonorità dei versi. I temi preferiti della sua poesia sono quelli della vita quotidiana del cittadino, ma anche della drammatica realtà della prima guerra mondiale nonchè quella degli "emarginati della società" (prostitute, ladri ) Carlo Linati lo descrive così: "non molto alto, minutino, sorridente da una faccetta lievemente rosata, un dente d'oro nella bocca vizza e, dietro gli occhiali (era miope) ballettanti, un po' malsicuri nella loro orbita, quei suoi occhi grigi ed acquosi, da cordiale allucinato". Vestiva un po' "demodé": nella bella stagione: pantaloni di tela bianca, solino (colletto di camicia staccabile), cravatta, maggiostrina sulle ventitrè. Se era nuvolo, portava sempre sul braccio la vecchia ombrella di suo padre. D'inverno invece indossava un paletò color tané (tabacco) La sua carriera professionale non fu una gran carriera, poca la clientela, solo sufficiente a fargli sbarcare dignitosamente il lunario. E per arrotondare si dedicò anche ad una attività giornalistica prima in provincia, poi nel Canton Ticino, dove collaborò anche con la Radio della Svizzera italiana. E poi, nel '36 collaborò al quotidiano "L'Ambrosiano" che riuniva molte delle migliori firme della nostra letteratura, con scritti gustosi, malinconicamente umoristici su figure o scorci della città, poi raccolti sotto il titolo "Ore di città". Schivo di temperamento, e' vissuto da scapolo, appartato, dopo una delusione sentimentale, col conforto della famiglia e di pochi amici che gli sono stati vicini sino alla fine (purtroppo precoce poiché una setticemia, provocata da un ritardato intervento ad un'infezione ad un dente, lo portava via il 21 settembre 1939). Per sua volontà fu sepolto in un campo comune di Musocco, ma nel 1950 il Comune di Milano gli decretò gli onori del Famedio(Cimitero Monumentalel di Milano) e, successivamente, gli intitolò una strada, da corso Garibaldi a piazza delle Crociate. Oggi Delio Tessa è considerato il più grande poeta dialettale del '900. Buona giornata Teresa Ramaioli
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PENSIERO DEL GIORNO
“Meglio una decisione, subito, che l’attesa… di un domani che non arriverà mai” Dino
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
13
Laura… e il sogno di un’impiegata
Laura, cinquantenne impiegata single, non era soddisfatta della propria vita. Le cose erano andate… come erano andate, ma questo non voleva dire che (la vita) non dovesse riservare altre e piacevoli sorprese. Essere impiegata presso un ufficio di “commercialista” comporta spesso sacrifici pesanti… orari, scadenze e molto altro. Laura, tuttavia, era un tipo caparbio… una di quelle donne che non si lascia mai prendere dallo sconforto. Era sempre la prima ad entrare in ufficio … e l’ultima ad uscire. Spesso portava a casa il lavoro da completare. Questo non voleva dire che “desiderasse qualcosa di meglio…” Un venerdì di metà settembre dello scorso anno si convinse che era giunto il momento di agire, prendere “il proprio destino” tra le proprie mani . Al termine dell’orario d’ufficio (alle 18), anziché raccogliere la borsa con le pratiche inevase e rintanarsi nell’appartamentino nel centro di Pavia, si fermò in Piazza della Vittoria. Si sedette ad uno dei tavolini che fanno parte “dell’arredo cittadino” e ordinò un ottimo aperitivo … leggero. La settimana era terminata. Le cose erano andate abbastanza bene… Ora poteva pensare a sé stessa, alla propria vita e a come avrebbe utilizzato il tempo… fino a lunedì. L’aperitivo era veramente speciale … e Laura si sentì un’altra donna. Diede un’occhiata al solito settimanale femminile… ma non era quello il suo interesse. Aveva bisogno di parlare con qualcuno (un uomo… naturalmente). Si dice che “la vittoria arridere agli audaci”. Senza dare nell’occhio, Laura, si tolse l’inseparabile orologio che portava al polso. Dopo qualche minuto… si rivolse all’uomo seduto al tavolino accanto al suo. “Scusi, posso chiederle l’ora?” L’uomo era un bell’uomo … assorto nella lettura del giornale. Rispose immediatamente alla domanda di Laura. Fu l’inizio di un bel “dialogo” che continuò fino a sera inoltrata quando i due decisero di andare a mangiare in Pizzeria… Laura si sentì a suo agio. Aveva rotto gli indugi. Ora poteva pensare a completare l’opera… passare la serata… la notte… il sabato… e la domenica. In fondo basta poco per guardare al futuro in modo piacevole e positivo. Da un anno Laura fa coppia fissa con Paolo, il bel cinquantenne … che un venerdì pomeriggio di metà settembre dello scorso anno aveva risposto ad una domanda: “Potrebbe dirmi che ora è?”. … La risposta (anche oggi) è sempre la stessa… “è l’ora di incominciare una nuova vita” – Buona giornata a tutti. Dino (13)
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PENSIERI SPARSI DEL 12 SETTEMBRE 2014
“La vita è una corsa a tappe…
Non si corre per vincere…
ma per essere innamorati”
Dino
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12 SETTEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 12 Settembre 2014 – Venerdì - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconti di settembre
741
Elide e Alida
Ci sono momenti nella vita in cui una persona desidera darsi una mossa e avere prospettive nuove. Un anno fa, la Dott. Elide, quarant’anni, single, bellissima, impiegata presso un Ufficio a Milano, abitante a Pavia, era di quel parere. Aveva un bel lavoro. Un bell’appartamento in Pavia (merito anche dei suoi genitori). Sul piano sentimentale, però, era una frana. A quarant’anni non aveva ancora combinato nulla di buono (almeno…quel “buono” che pensava lei). Nel mese di settembre dello scorso anno, Elide era sul treno con la sua amica e coetanea Alida. Stavano tornando a Pavia da Milano al termine della giornata di lavoro. “Alida, ho bisogno di trovare idee nuove per darmi una mossa …” Alida comprese immediatamente il pensiero. “Elide, a chi lo dici. Anch’io sono alla ricerca di nuove idee… Però, vorrei qualcosa di speciale, di eccitante… Nel mio Ufficio mi hanno dato un depliant per un Incontro presso il Club il Castello dei Sogni. Non ho idea cosa possa essere. Se, però, vieni anche tu, possiamo prendere visione delle proposte” Ad Elide l’idea piacque. Piacque soprattutto il nome “Castello dei Sogni”. Ha immaginato che si riferisse ai sogni che una persona coltiva nella propria mente… in attesa di essere realizzati. Elide e Alida si accordarono per assistere all’Incontro. Milano è una grande Metropoli. C’è di tutto e di più… basta cercare. All’incontro mancavano ancora quindici giorni. Elide, però, era curiosa ed impaziente. Voleva sapere qualcosa di più riguardante il “Club il Castello dei Sogni”. Dal suo Collega Dott. Carlo era venuto a sapere che si trattava di un Club molto speciale. Anzi, conosceva il Presidente del Club. Poteva favorire un incontro in tempi brevi. Elide accettò e l’approccio avvenne in un Bar nella Galleria Vittorio Emanuele II. Elide, però, non voleva essere sola. Voleva che fosse presente anche la sua amica Alida. Così avvenne Un sabato pomeriggio di settembre di un anno fa, Elide e Alida incontrarono il Presidente del Club il Castello dei Sogni. Quando Elide e Alida lo videro rimasero allibite, senza parole. Non era un uomo… era un Dio greco … di quelli che si vedono riprodotti in certe statue nei Musei della Magna Grecia. Un cinquantenne, alto, fisico mozzafiato, capelli lunghi, ondulati, cadenti sulla schiena come fosse un attore del cinema. Una voce che da sola toglieva il respiro. Il suo nome era Onofrio, Dott. Onofrio. Elide e Alida avevano perso la parola. Per fortuna che il Dott. Carlo era presente e diede il suo aiuto. Anzi, è stato proprio il Dott. Carlo ad esporre il problema. “Dott. Onofrio, la mie amiche Elide e Alida sono interessate al Club il Castello dei Sogni… Anzi, se posso anticipare i loro desideri… devo dire che sono interessate ad incontrare l’uomo dei sogni… alto, bellissimo, ricchissimo … da far innamorare” Elide e Alida erano talmente affascinate dal Dott. Onofrio che non sentirono neppure ciò che aveva detto il Dott. Carlo. Desideravano solo conoscere il pensiero del Presidente del Club. La risposta non si fatta attendere. “Penso che i sogni di una donna, in ogni epoca, non sono mai cambiati. Quel che conta è, invece, la loro realizzazione. Ecco perché il Club è importante. Anzi, per avere un’idea della sua importanza, vi invito questa sera ad una cena. Non vi anticipo nulla. Questo è il biglietto di invito” Quando Elide e Alida ebbero il biglietto di invito tra le mani capirono subito che era giunto il loro momento magico. Per la serata si prepararono in modo perfetto. La cena era fissata in uno dei più noti Ristoranti di Milano. Una saletta riservata ad una decina di persone… tutte bellissime, tra i quaranta e cinquant’anni. Dopo le presentazioni, Elide si trovò in compagnia del Dott. Emanuele, mentre Alida ha avuto come compagno il Dott. Ernesto. Sia Emanuele, sia Ernesto erano campioni di fascino, eleganza, raffinatezza e dovevano essere ricchissimi. Avevano una voce che incantava. Elide si sentì talmente coinvolta che cercava di non perdere la concentrazione e di ricordare ogni cosa. La stessa cosa stava accadendo ad Alida. Del resto la vita ha bisogno di sogni e di emozioni. Sono proprio le emozioni che danno colore alla vita. Se ne accorse Elide quando Emanuele le propose di partire al suo fianco per il suo Castello in Svizzera. La stessa cosa stava capitando a Alida. Anche Ernesto era proprietario di un Castello in Svizzera. Quando le due quarantenni si resero conto che tutto ciò stava loro accadendo era veramente reale… persero completamente la parola. Solo la bravura del Dott. Onofrio, Presidente del Club il Castello dei Sogni, è stato in grado di riportarle alla realtà. “Elide e Alida… nella vita non c’è nulla di strano o di impossibile. Basta avere fiducia e coraggio. Fiducia nel futuro e coraggio nell’affrontare le prove quotidiane. Ogni giorno può essere quello buono per realizzare i propri sogni … Al resto ci pensa il Destino” Il Destino ci aveva già pensato. Il cinquantenne Dott. Emanuele cercava l’anima gemella, la donna dei sogni …e l’aveva individuata in Elide… Ma c’era una proposta in più. Cercava di rendere vivo il suo Castello ed aveva bisogno di una donna … una donna come Elide la quale, oltre ad essere alta, bionda, occhi azzurri, e gambe da fine del mondo… aveva una fantasia senza limiti. Solo con la fantasia si fa vivere un Castello. Anche Alida ha avuto la stessa fortuna. Il cinquantenne Dott. Ernesto era un patito dei cavalli. Cercava la donna dei sogni per rendere affascinante il suo Castello. Alida era la donna ideale…imprevedibile come nessuna altra al mondo. - Questo è il racconto 741, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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IL CEROTTO
di
Teresa Ramaioli
IL CEROTTO (1921)Morire d'infezione per ferite e tagli non era così raro fino a un secolo e mezzo fa. Un rimedio era stato individuato nell'utilizzo di garze imbevute di acido fenico, che però irritava la cute.,si era passati a prodotti sterili, per tenere lontani batteri e germi. Le prime forme di medicazioni sterili vennero brevettate nel 1845 da due medici americani Horace Harrell Day e William H. Shecut. Consistevano in preparati ricavati dalla nitrocellulosa, che venivano sciolti in etere etilico e poi applicati sulle ferite, applicandovi sopra bende di cotone. L'idea era venuta a due imprenditori Robert Wood Johnson e George Seabury, ma fu il primo a metterla a profitto dando vita nel 1886 a una propria azienda, la Johnson & Johnson. Circa trentacinque anni più tardi, un impiegato della stessa società, Earle Dickson, si presentò ai suoi capi con un'idea geniale. L'intuizione gli era venuta osservando sua moglie Josephine mentre lavorava in cucina. Per medicarle i piccoli tagli e le scottature gli era balenata una soluzione che permettesse di tenere la ferita in condizioni sterili, consentendo di continuare le sue faccende domestiche. Prese una striscia adesiva e vi posizionò al centro un tampone di garza, ricoperta con crinolina per mantenerla sterile e sicura. Aveva inventato il cerotto moderno. L'idea conquistò il presidente James Wood Johnson ,fratello di Robert, che la trasformò in pochi mesi in un prodotto su larga scala, lanciato nei negozi il 18 maggio del 1921. La nuova medicazione incontrò il favore della gente, diventando un oggetto irrinunciabile in qualsiasi armadietto domestico o cassetta di pronto soccorso sui luoghi di lavoro. Per la J&J fu un successo commerciale, per Dickson l'occasione di una promozione professionale, che lo portò alla poltrona di vicepresidente della società. Ciao Teresa
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ANNAMARIA...
E
UNA VITA AL BACIO
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ANNAMARIA ...
E
IL PROGRESSO VERO
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MARION...
PER
TERESA
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MARION ...
E
IL PENSIERO DEL GIORNO
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GIUSEPPE VERDI
di
Teresa Ramaioli
5 FEBBRAIO 1887—Giuseppe Verdi scelse, dal 1872 in poi, di soggiornare nella Suite 105 di quello che allora si chiamava “Albergo di Milano”, in modo da poter alternare la vita cittadina a quella più tranquilla della sua tenuta di campagna di Sant’Agata di Villanova d’Arda .Fu in questa suite che fu a lungo impegnato nella composizione dell’Otello e in seguito dal Falstaff. In occasione della prima di Otello, il 5 febbraio 1887, la carrozza che riportava Verdi dalla Scala all’albergo fu staccata dai cavalli e, come si usava allora per i trionfi teatrali, fu trainata a braccia dalla folla in delirio. Acclamato dal popolo adorante, il Maestro dovette affacciarsi al balcone del suo appartamento con il tenore Tamagno che, senza accompagnamento musicale, intonò alcune romanze dell’opera .Ciao ciao Teresa
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