dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 21/09/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
26
Attilio … e la gita dei coetanei
C’è un proverbio che dice: “L’uomo propone … e Dio dispone”. Attilio, quarantasette anni, bancario, si era fatto promotore di una “rimpatriata”. Aveva scritto ai suoi coetanei (uomini e donne) per un bell’incontro presso un ristorante della Riviera Ligure per festeggiare insieme il “quarantasettesimo compleanno”. Siccome gli aderenti avrebbero dovuto essere una quarantina… la soluzione migliore era quella di organizzare un pullman in partenza da Pavia. Attilio si dette da fare. Scrisse e-mail dopo e-mail, fece telefonate… chiese notizie dei pochi coetanei di cui si era persa traccia. In particolare di Giuseppe e Maria. Dalle notizie raccolte, Attilio aveva appreso che erano emigrati all’estero… ma non era riuscito a conoscere l’indirizzo preciso. Quando nelle cose si mette entusiasmo … tutto diventa un gioco: l’importante è vincere! Sembrava che Attilio avesse il fuoco nelle vene… oppure, avesse altre ragioni... Il bancario, era così di carattere. Era talmente entusiasta che era riuscito a convincere tutti. Alcuni coetanei avevano chiesto di portare anche il coniuge (permesso accordato). Per Attilio, però, la sfida non sarebbe stata completa … senza Giuseppe e Maria. Alla partenza del pullman il risultato non era stato raggiunto. Un motivo c’era. Giuseppe era stato inseparabile compagno di scuola all’Istituto di Ragioneria e Maria era stata la prima “morosa” di Attilio. Quarantasette anni… sono sempre quarantasette anni! Si tratta di un bel pezzo di vita. E’ il momento in cui si cominciano a tirare le somme, a vedere quanti sogni si sono realizzati … e quanti no. Dopo “l’esperienza amorosa con Maria”, Attilio, non era più riuscito a “mettere la testa a partito”. Sua mamma Clelia lo incitava: “Non ti sembra che sia ora e tempo che ti faccia una tua famiglia? Guarda che io non sono eterna.” Per Attilio, quella era una “cantilena” nota e stranota. Il suo pensiero era sempre rivolto a lei: Maria. Ecco perché il bancario si era impegnato ad organizzare “la rimpatriata del quarantasettesimo anno”… anche se la ragione vera non l’aveva detta a nessuno. Al Ristorante sulla Riviera Ligure tutto era andato alla perfezione…anche, la sorpresa. …Al taglio della torta era comparso Giuseppe (strana coincidenza), il quale, aveva fissato nello stesso ristorante il pranzo di fidanzamento proprio il giorno e l’ora in cui Attilio aveva fissato “la rimpatriata”… Di Maria, invece, nessuna traccia… Nessuno sapeva niente. Il bancario cominciò ad andare in crisi. Aveva letto sul volto dei propri coetanei e coetanee molte ragioni di soddisfazione… Per Attilio, invece, c’era un grande vuoto nella testa: …mancava Maria. Nella vita non bisogna mai disperare. Infatti, la mamma di Attilio, Clelia, avendo scoperto “la segreta aspirazione” del figlio, si era data da fare. Attraverso le sue conoscenze e amicizie aveva rintracciato l’indirizzo di Maria (in Francia). L’aveva raggiunta, contattata e “consigliata” … Quando Attilio tornò mogio, mogio dalla rimpatriata … si trovò in casa Maria … ad attenderlo, per sempre… – Buona giornata a tutti. Dino (26)
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ZUPPA ALLA PAVESE
di
Teresa Ramaioli
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STEFANO BROCCA ...
E
I RACCONTI
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MENEGI53...
E
LA SPERANZA
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ALBA.ESTATE2012...
E
IL PENSIERO
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PENSIERO DEL GIORNO
“Ogni storia ha una sua ragione e giustificazione… Ecco perché un libro… deve essere letto fino all’ultima pagina” Dino
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LA BATTAGLIA DI PAVIA
di
Teresa Ramaioli
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
25
Enza … e il sogno di una sessantenne
Ad ogni età corrisponde uno “spirito” C’è lo spirito dei 30anni, dei quaranta, dei cinquant’anni… E c’è pure quello dei sessant’anni. Di tale spirito ne sapeva qualcosa Enza, l’impiegata di un ufficio assicurazioni, la quale, nonostante avercela messa tutta, non era riuscita a trovare la “strada giusta” e farsi una famiglia. Colpa del destino, degli eventi, delle circostanze… fatto sta che le cose sono andate come “hanno voluto”…e non era proprio quello che avrebbe desiderato. Enza, alta (tacchi a spillo), bionda, capelli lunghi, carattere socievole… ma un po’ sfigata. L’ultima volta che aveva avuto una relazione “di una certa consistenza” con l’uomo che le piaceva… era stato cinque anni prima. Tutto era finito in una “bolla di sapone”. Lei abitava e lavorava a Pavia … lui a Genova. Per i primi tempi … era stato lui a correre (si fa per dire) con il treno da Genova a Pavia… Dopo qualche tempo… è stata lei , una volta alla settimana, ad andare “su e giù”… a prendere il treno alla Stazione FS di Pavia il sabato pomeriggio e tornare con il treno di domenica notte. Alla fine, visto che la situazione non si sistemava (e c’era il rischio di un esaurimento nervoso), fu ancora Enza a mettere la parola fine. Fine di una storia… fine di un amore… Ecco, perché, a volte lo “spirito” viene a mancare… non a sparire. Infatti, Enza era una donna testarda… anche a sessant’anni suonati aveva ancora voglia di combattere… combattere per affermare la validità di un sogno, per ritagliarsi un “briciolo di felicità”. Le colleghe di Enza erano al corrente della situazione. Tra di esse c’era Fausta una 55enne “tutta fantasia”, allegra e soddisfatta della vita. Sabato e domenica sera … in sala da ballo… ballo liscio in una sala affollata di uomini e donne. “Il ballo unisce gli spiriti” – diceva Fausta. Più di una volta aveva proposto ad Enza di “uscire dal guscio”… gettarsi nella mischia (come faceva lei) e non farsi troppe domande. Dagli un giorno, dagli l’altro, Enza si convinse che, forse, una serata in Sala da Ballo non sarebbe stata poi… tanto male. Con Fausta aprì una porta aperta…Quel sabato sera Enza si divertì un mondo… ma non era quello che voleva. Le era sembrato che quella Sala fosse una “frenetica corsa alla ricerca di qualcosa” che non riusciva ad indovinare. Erano incontri, fugaci, frenetici tra uomo e donna, tra un lui ed una lei… il tempo di una canzone, di un ballo… e via. Nulla che potesse durare. Enza, ci andò ancora un paio di volte, poi, disse “Basta”! Meglio un film in TV… (non era quello il suo desiderio). Il sabato sera in casa sola… è lungo a passare…ma alle nove, Enza, ebbe la sorpresa. Il telefonino si era messo a strillare… numero sconosciuto. “Scusi chi parla?” – “Sono Franco. Sono Franco … non ti ricordi di me? Ho avuto il tuo numero di cellulare dal tuo Capo – Ufficio … che è anche amico mio”. Enza si ricordò di Franco… era stato la sua “fiamma” quando aveva vent’anni… Aveva avuto notizie di lui qualche mese prima. Era rimasto vedovo… senza figli… La testa di Enza cominciò a girare… “Enza, posso invitarti a cena? Se vuoi passo tra un’ora…” (le cose andarono di bene in meglio… e continuano tutt’ora) – Buona giornata a tutti Dino (25)
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PENSIERI SPARSI DEL 21 SETTEMBRE 2014
“L’amore è un gioiello…
che aumentata il suo valore nel tempo
Dino
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21 SETTEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 21 Settembre 2014 – Domenica - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconti di settembre
750
Il Prof. Stefano e l’anello di Re Francesco I
Settembre, un anno fa… La scuola era appena iniziata ed il Prof. Stefano, cinquant’anni, single, Docente di Storia in un Liceo del milanese, abitante a Pavia, era già stufo.. anzi, arcistufo. Le ragioni erano tante. Tutte importanti, ma in quel momento, una aveva il soppravvento… il disinteresse degli studenti per la storia. Il Docente cinquantenne cercava in tutti i modi di coinvolgere gli studenti nella sua materia…niente da fare. I ragazzi di quindici/sedici anni avevano in mente le ragazze… e le ragazze… i ragazzi. A loro della storia non gliene fregava niente (o ben poco)… e lo dicevano apertamente. Quando un Professore si sente “snobbato” nella sua materia… cade in depressione. Il fatto è che non era la sola delusione. Il Prof. Stefano si sentiva solo. Non aveva ancora trovato l’anima gemella. La donna con cui parlare e realizzare i suoi sogni d’amore. Ne parlò con la sua Collega del Corso parallelo, la Prof. Deodata, cinquant’anni, single, bellissima. “Non dirlo a me. Questi studenti mi fanno sgolare e disperare…Non ci cavo un ragno dal buco. Ho tentato tutte le strade. Note, interrogazioni a sorpresa… incontro con i Genitori… Niente da fare. Il disinteresse per la storia è totale. Ci vorrebbe una idea nuova… originale… accattivante” Il Prof. Stefano rizzò le orecchie. Era la prima volta che aveva captato qualcosa di nuovo. Quella notte il Prof. Stefano è rimasto sveglio. Non riusciva a prendere sonno. Nella sua testa c’era un chiodo fisso… “un’idea nuova per lo studio della Storia”. Il cinquantenne era affascinato da un’avventura che avrebbe potuto cambiare la sua vita… per sempre Il giorno successivo ne parlò con la Collega. “Deodata stanotte non ho dormito. Ho pensato alla tua idea nuova per lo studio della storia. Un’idea originale, accattivante…che coinvolgesse gli studenti” Deodata non si era neppure accorta di aver detto qualcosa di interessante. Assecondò il Collega. Anzi, per la prima volta, aveva visto il Prof. Stefano con occhi nuovi … un uomo che non pensava solo a tirare la fine del mese per prendere lo stipendio. Improvvisamente sentì un non so che nella testa … come se dentro di lei si fosse risvegliato qualcosa. L’amore … forse? Il Prof. Stefano continuò. “Deodata, ecco la mia idea. Perché non organizziamo una “campagna di studio” sulla Battaglia di Pavia del 24 febbraio 1525 ? Invitiamo gli studenti delle nostre classi sullo luogo stesso in cui il Re Francesco I è stato fatto prigioniero. Invitiamo gli studenti a immaginare e raccontare come si sono svolti gli avvenimenti… e le conseguenze che ha avuto. Inoltre, stando ad una leggenda… si racconta a Pavia, che il Re Francesco I, quando si è visto perduto, ha cercato di nascondere la propria identità. Per prima cosa si è tolto l’anello regale e l’ha gettato per terra…” La Prof. Deodata si è sentita coinvolta. “Vuoi dire che l’anello regale di Francesco I non è stato mai trovato?” – “Certo” – rispose il Prof. Stefano –“Nella nostra campagna di studio sulla Battaglia di Pavia, potremmo cercarlo. Far emergere anche tante altre cose. Per esempio. Com’era quell’anello, Qual è il suo valore attuale….e magari… avere la fortuna di ritrovarlo” La Prof. Deodata si sentì un’altra donna. Ora, aveva un obbiettivo comune con il Prof. Stefano. Quello stesso giorno ne parlò con gli studenti. L’interesse dei ragazzi e delle ragazze è stato immediato e totale. Gli studenti hanno subito chiesto quando sarebbe iniziata la campagna di studio sulla Battaglia di Pavia del 24 febbraio del 1525… e quali possibilità c’erano di ritrovare l’anello regale del Re Francesco I. Nelle classi del Prof. Stefano è accaduta lo stessa cosa. Stefano e Deodata hanno deciso di ritrovarsi quella stessa sera a cena per discutere l’attuazione della “campagna di studio”. Durante la cena, però, i due Docenti cinquantenni hanno scoperto molti punti di comune interesse. Per esempio. Per Deodata gli occhi di Stefano erano bellissimi, accesi e vivaci. La stessa impressione è stata per Stefano. Pavia è ancora la piccola città… come lo era il 24 febbraio del 1525. Ci sono ancora le mura che dividevano i soldati di Francesco I da quelli di Carlo V. Dopo la cena Stefano e Deodata decisero di fare una passeggiata romantica sul viale lungo le mura di Pavia dell’epoca della Battaglia. Il viale alberato è discretamente illuminato… sembra un invito alle coppiette per fugaci baci d’amore. Così è stato anche per i due Docenti cinquantenni. Dopo un bacio appassionato, Stefano e Deodata videro qualcosa brillare per terra… alla fioca luce della Luna… Era un anello… uno splendido anello con il sigillo reale di Francesco I. - Questo è il racconto 750, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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MILANO
REFETTORIO DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE
di
Teresa Ramaioli
MILANO---Nel Refettorio di Santa Maria delle Grazie, antica sede del Tribunale dell’Inquisizione, si trova uno dei capolavori assoluti dell’arte in Italia: il Cenacolo di Leonardo Da Vinci. Il refettorio si trova a pochi passi dalla chiesa dove i religiosi ascoltavano le Scritture e venivano alimentati dall’Eucarestia. La presenza di quest’opera, in mezzo al momento quotidiano del pranzo e della cena, era un richiamo continuo ai frati, come a ricordare che la vita della comunità religiosa è un prolungamento della vita di Cristo e degli apostoli. Per incarico di Ludovico il Moro Leonardo da Vinci realizzò negli anni 1494-1498 su una parete del refettorio del convento dei domenicani di Santa Maria delle Grazie uno dei più grandi dipinti della storia d'arte: L' Ultima cena, nel quale Gesù annuncio:"In verità vi dico: uno di voi mi tradirà". A questo progetto Ludovico Sforza teneva molto , perché qui il principe voleva collocare la propria sepoltura., doveva essere un’opera d’arte sacra e dare importanza alla sua città. Leonardo con l’Ultima Cena creò in Italia settentrionale un esempio della nuova prospettiva, (inaugurata nell’arte fiorentina), aprendo la parete di fondo del refettorio con l’illusione di una stanza spaziosa dal soffitto a cassettoni. I monaci avevano aperto una porta per arrivare prima dal refettorio alla cucina, abbattendo parte del dipinto, proprio dove ci sarebbero i piedi del Cristo. In origine, secondo quanto riportato da un disegno di Leonardo, la rappresentazione degli apostoli nell’Ultima Cena doveva essere diversa:con gli apostoli lungo la tavola come unità separate. Leonardo si rese conto che il dipinto, dava un’idea frammentata della realtà,e ha preferito unire i dodici intorno alla figura di Cristo, in quattro gruppi diversificati. Attorno a lui convergono gli apostoli sistemati a gruppi di tre, secondo le diverse reazioni alle parole di Cristo: di domanda, di timore, di commozione.. All’interno di ogni gruppo, infatti, si discute sul significato delle parole e al gesto di Gesù, mentre la scena converge tutta attorno alla Sua figura. Ciao Teresa
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ANNAMARIA ...
E
LE BELLEZZE DI PAVIA (E DINTORNI)
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FOGGIA
di
Annamaria Mennitti
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COMMENTO DI DALIAROSA10
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