dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 01/10/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
49
…quelle notti folli a Marrakech (ventisette anni fa)
L’Architetto Andrea aprì la cassetta della posta e si meravigliò di trovare una sola lettera… contrariamente alla “marea” di fatture (da pagare). Lettera elegante… con l’indirizzo scritto da mano femminile. Riconobbe subito la calligrafica. Anche se erano passati parecchi e parecchi anni Andrea non aveva mai dimenticato quella calligrafica, quel volto, quella donna. Era lei, Rosilda, la donna di cui si era pazzamente innamorato subito dopo la Laurea in Architettura. Aprì la lettera senza esitare. Diceva. “Carissimo, ti invito alla mia mostra personale che si terrà il primo settembre a Milano presso la Galleria “Il Sogno”. Sono certo che non mancherai. Sarò felice di presentarti il mio unico e vero capolavoro. Non crederai ai tuoi occhi” firmato: Rosilda”. Quando l’aveva conosciuta era già una pittrice affermata…ed aveva dieci anni più di lui. Andrea non mancava mia alla “vernice” dei suoi dipinti… “primo”, per i dipinti …”secondo”, per il vestito che Rosilda indossava. Un vestito eccentrico…mai uguale uno all’altro… e tutti disegnati da lei, dalla donna di cui era pazzamente innamorato. Ventisette anni prima, però, ad una “vernice” di Milano, Rosilda, a giudizio di Andrea, aveva superato sé stessa. Aveva toccato il massimo dell’eccentricità… Era talmente bella, e bellissimo il suo vestito, che quasi non aveva osservato le opere esposte. Inoltre, Rosilda era visibilmente infatuata di Andrea che tutti presenti alla mostra se ne accorsero. In quell’occasione Andrea aveva fatto una proposta a Rosilda… “Perché non ci concediamo una vacanza a Marrakech?” La pittrice non aspettava altro. Detto fatto…la stessa sera della inaugurazione della mostra “i due innamorati” partirono da Linate e raggiunsero la “mitica città del Marocco”. Cosa fanno due persone innamorate, in una stupenda città immersa in un grande palmeto irrigato da acque captate da canali sotterranei? Si chiusero in Albergo… il più bell’Albergo di Marrakech … e ne uscirono sette giorni dopo. Così Andrea e Rosilda trascorsero i giorni e le “notti più folli” della loro vita… Andrea aveva ancora negli occhi quei giorni felici… e non vedeva l’ora che arrivasse il primo settembre per rivedere la donna che l’aveva fatto sognare e impazzire. E venne il primo settembre, il giorno della vernice. Andrea raggiunse Milano tre ore prima della inaugurazione… e quando vide Rosilda rimase senza fiato… era sempre la più bella donna che mai avesse conosciuto. Fu, però, ad “inaugurazione” avvenuta che Andrea chiese di vedere il capolavoro di cui la pittrice parlava nella lettera. Rosilda, con un misterioso sorriso, rispose tranquilla. “Aspetta e vedrai”… Non aveva ancora terminato la frase che sulla porta d’ingresso della Galleria, apparve una bellissima “fanciulla di ventisei anni”… Portava lo stesso vestito che Rosilda aveva indossato a Marrakech. Andrea rivide la stessa donna di allora… “E’ tua figlia Glory” – disse la Pittrice –“In tutti questi anni ha sempre chiesto di conoscere suo padre… Ora, è venuto il momento.” Andrea ebbe le vertigini… e convenne che nella vita “ le sorprese non finiscono mai”. (49)
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MARIO PAVESI
di
Teresa Ramaioli
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DONADAM68...
E
L'AMORE...VERITA' DEL CUORE
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DONADAM68...
E
LO STUDIO COME PALESTRA
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LE PATATINE FRITTE
di
Teresa Ramaioli
Le patatine fritte sono uno dei cibi più apprezzati, tutti, grandi e piccoli, amano le patatine. L'idea di friggerle venne allo chef statunitense George Crum non per la gioia del palato ma per ripicca verso un cliente noioso. Si narra che nel 1853 in un ristorante di New York, , un cliente esigente rimandò indietro per tre volte un piatto ritenendo che le patate, servite per contorno, erano tagliate in modo troppo spesso. Fu così che lo chef, per vendicarsi, affettò le patate sottili sottili e le fece friggere, convinto di disgustare l'indisponente cliente; che invece le trovò sublimi. Non ci volle poi molto tempo per arrivare alla conquista… del mondo. Ciao Teresa
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ALDO.GIORNOA64...
E
I COMPLIMENTI
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RICAMIAMO...
E
LE MAGIE DELLA LOMELLINA
(Rispondi) (Rispondi)
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
48
Le gite della Signora Piera
E’ noto che ogni persona è un mondo. Ed è pure noto che “ogni persona… forma una legge”. Un esempio. Tra i tanti “personaggi” che conosco, c’è sicuramente la Signora Piera, che, anche con i suoi sessantacinque anni (ben portati), è sempre… una “gran bella donna”. Bella donna e originale… fin da quando era una ragazza e attirava “i maschi” come fossero mosche … Parecchi anni fa, nei paesi, si organizzavano gite… Gli organizzatori per avere successo invitavano sempre la Signora Piera facendole dei prezzi di favore. La Signora Piera, però, ringraziava, ma non accettava mai. A suo dire, aveva sempre molte cose da fare e le gite le sembravano … tempo sprecato. Anzi, spiegava agli organizzatori le ragioni del suo “poco” interesse. “Devo fare, fare molte cose e le gite, secondo me, sono una grandissima perdita di tempo… Se devo andare in un posto, devo sapere perché ci vado. Quali sono le ragioni profonde che mi spingono in quella località.” Detto fatto… garbatamente rifiutava. Così, la Signora Piera non ha mai partecipato ad alcuna gita. Ma i tempi cambiano… e le persone pure. Dieci anni fa, la Signora Piera è rimasta vedova… Dopo il periodo “convenzionale” di lutto, ha cominciato a chiedere a destra e a manca quando e per dove si organizzavano gite. Da quel momento tutte le località erano interessanti… Gli organizzatori capirono subito le ragioni vere dell’interesse della Signora Piera. Gli “occhi della vedova” erano rivolti al Signor Luigi , suo primo moroso, il quale, non essendosi mai sposato era allo “stato libero” ed aveva un “unico interesse”: le gite. Sul pullman la Signora Piera faceva in modo di sedersi sempre accanto al Signor Luigi (Gigi, per gli amici) il quale, però, non aveva alcuna intenzione di legarsi a lei. Diceva il Luigi: “Libero sono… e libero voglio rimanere... per l’eternità”. Durante alcune gite… le “cose” tra i due andarono bene… avevano ancora qualcosa di cui parlare… Poi, il Signor Luigi ai stancò di avere accanto… la Piera. Per un po’ non partecipò più ad alcuna gita. La Signora Piera ci rimase male… Essendo, però, una donna forte, pratica, decisa e volitiva… non pensò nemmeno lontanamente di aspettare “colui che non arriva”. Alle gite partecipava sempre il Signor Amilcare un pensionato, scapolo, sempre alla ricerca della donna giusta. Visto che il Signora Luigi non era disponibile, la Signora Piera si adattò benissimo al Signor Amilcare che da quel momento divenne il suo “cavaliere fisso”, gentile e premuroso. A coloro che trovavano a ridire sulle “sue idee”, la Signora Piera rispondeva: “Bisogna aprire le porte che si aprono… e non perdere tempo con quelle che rimangono chiuse.” (48)
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PENSIERI SPARSI DEL 1 OTTOBRE 2014
“L’amore è come una battaglia…
c’è sempre chi vince e chi perde”
Dino
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1 OTTOBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 1 ottobre 2014 – Mercoledì - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
racconti di ottobre
760
Carmen e la Maga Iris
Ottobre è il mese nel quale le persone fanno i primi bilanci dell’anno. In tempi di crisi, come l’attuale, i bilanci non sono mai come una persona se li aspetta. Un anno fa è stato così anche per Carmen, una quarantenne, single, bellissima. Il bilancio di Carmen era completamente in rosso. Era commessa in uno dei più bei negozi di Milano. La crisi ha colpito senza pietà e, un anno fa, Carmen si è trovata senza lavoro. Cosa fare? Dopo un giro di telefonate a vuoto… pensò di fare una chiacchierata con la sua amica e coetanea Fernanda. Tra persone della stessa età è facile parlare di tutto e di più. A volte serve come valvola di sfogo. Questo volta,. Però, Carmen aveva una domanda precisa da porre all’amica. “Fernanda, ho perso il lavoro…e non so più da quale parte cominciare. Hai qualche idea da suggerirmi?” Non era la prima volta che le due amiche si incontravano per situazioni analoghe. Una volta era stata Fernanda a chiedere consiglio a Carmen… Ora era Carmen a chiedere consiglio a Fernanda. L’amica, dopo aver ascoltato la domanda rispose prontamente. “Carmen, nel tuo caso non so proprio cosa dirti. Se vuoi un mio consiglio… vai in Lomellina e chiedi della Signora Iris. La conoscono tutti… ma nessuno sa dove effettivamente abita. La chiamano anche la Maga per i suoi poteri divinatori” Carmen aveva frequentato i primi due anni di Università e, anche se, per ragioni familiari, non aveva preso la Laurea, non voleva passare per una persona “beona”… che prende tutto per buono. Inoltre, nella sua qualità di commessa aveva visto e sentito tante di quelle storie che le sembrava incredibile che in Lomellina ci fossero ancora dei personaggi simili. Per un po’, Carmen accettò il consiglio. Poi venne assalita dal dubbio… e stava quasi per abbandonare l’idea. Il Destino, però, è sempre presente… e mette a posto le tessere del puzzle. Il giorno stesso in cui Carmen ha avuto da Fernanda il consiglio… sentì il desiderio di prendere un caffè in Piazza della Vittoria a Pavia. Dopo aver ordinato il caffè, la quarantenne notò sul banco del Bar una pubblicità. La raccolse. Era la proposta di una conferenza di uno Psicologo presso un Circolo Culturale di Vigevano (Pavia) Titolo: “Il valore delle divinazioni oggi. Sarà presente la Maga Iris” Carmen era curiosa per natura… Quando, poi, c’è di mezzo un’amica, uno Psicologo… e il desiderio di dare uno sbocco alla propria vita… il gioco è fatto. La conferenza era programmata per il sabato pomeriggio. Mancava solo un giorno. Carmen era ormai decisa ad assistervi… anche solo per curiosità. Quel sabato mattina di un anno fa, la quarantenne non attese il pomeriggio per raggiungere Vigevano. Aveva voglia di vagabondare qualche ora con la sua automobile per le strade della Lomellina della quale era affascinata. Purtroppo, in Lomellina, la Carmen, ci era stata molti anni prima. Non aveva messo in conto i cambiamenti stradali intervenuti. Dopo aver girato per un’ora da una strada all’altra…cercando aiuto nella segnaletica … la quarantenne si accorse di aver smarrito il percorso e di non sapere più dove si trovasse. In questi casi è facilissimo lasciarsi prendere dal panico. Inoltre, in Lomellina, ci sono chilometri di strade diritte come se fossero tracciate con la riga….e senza un casa alla quale chiedere aiuto. Carmen, si impose la calma. Con l’automobile cercò di andare adagio per capire dove andare. Ad un incrocio, senza segnaletica, prese la prima strada che, secondo lei, andava per il giusto verso e… si trovò in un fondo chiuso… senza possibilità di andare avanti. E’ stato allora che Carmen invocò l’aiuto di tutti i Santi del Paradiso. Si fa presto a dire calma… bisogna trovarsi in un “imbuto” circondato da una marea verde di risaie. Chilometri e chilometri di risaie in attesa di maturazione. E’ stato, proprio in quel momento, che una gentile figura di donna sulla sessantina apparve… come sbucata dal nulla. “Tu sei Carmen… Io sono la Maga Iris. Stavo preparandomi per l’incontro di oggi a Vigevano, quando ho ricevuto, in via telepatica, il tuo messaggio di aiuto. Eccomi qui per darti una mano. So che hai perduto la strada ed il lavoro… e che ti è difficile trovarne un altro. Ti do un consiglio. Ritorna all’incrocio da dove sei venuta. Prendi la prima strada a destra… Al resto ci penserà il Destino” Carmen non ebbe neppure il tempo di ringraziare. Iris sparì. Con molta cautela, la quarantenne ritornò all’incrocio. Prese la strada come consigliato dalla Maga e raggiunse dopo pochi minuti una Antica Cascina a corte chiusa nella quale campeggiava un enorme Palazzo Padronale. Carmen stava per scendere dall’automobile, quando dal Palazzo usci un affascinante Signore sui cinquant’anni. Per Carmen è stato come vedere il sole. Mai visto un uomo così… straordinario. Il Signore si presentò. “Sono il Dott. Tarcisio, il Proprietario di questa Cascina. Il mio oroscopo di oggi dice che dovrei incontrare la donna che mi farà felice… Penso che quella donna è proprio lei” Carmen scese dall’automobile e il Dott. Tarcisio si trovò davanti una Dea… una di quelle Dee Greche, alta, bionda, occhi azzurri, e gambe da fine del mondo… che hanno fatto impazzire schiere di uomini. che hanno fatto scoppiare guerre decennali come quella di Troia …e che sono il grave disappunto degli studenti di oggi che sono costretti a studiarne le gesta. - Questo è il racconto 760, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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DUOMO DI MILANO
di
Teresa Ramaioli
Nel 1386 fu posta la prima pietra del Duomo di Milano, dedicato a Santa Maria Nascente, per decisione dell’arcivescovo Antonio Saluzzo. Il Duomo è alto 108 metri e mezzo, lungo 158 e largo 96, con 150 doccioni, e 135 guglie.Gli artisti influenzati da testi sacri scolpirono dei doccioni bestiali e affascinanti. Le caratteristiche degli animali immaginari furono reinterpretate in chiave cristiana. Alcuni studiosi hanno teorizzato che le gargolle siano state utilizzate come guardiani delle chiese per tenere lontano i demoni. Altri pensano che questi doccioni simboleggiassero demoni, da cui i passanti avrebbero trovato scampo in chiesa. A volere la costruzione gotica fu il signore di Milano, Gian Galeazzo Visconti. La cattedrale fu consacrata dall’arcivescovo Carlo Borromeo nel 1572. Fino alla metà del XIX secolo, gli orologi di Milano erano regolati dalla meridiana del Duomo. Un foro sul soffitto cattura un raggio di luce che cade sul pavimento: quando la luce segnava mezzogiorno si dava un segnale e la campana del Cordusio, vicino a Piazza Mercanti, suonava. Nel Duomo c’è un quadro che raffigura la Vergine, detto della Madonna delle Rose. Nel quadro non ci sono fiori raffigurati, il suo nome è legato a una leggenda. Nel 1409 Milano era assediata dagli eredi di Bernabò, in lotta con Giovanni Maria Visconti, signore di Milano. La gente, non avendo più armi per difendersi, decise di rubare tutto ciò che trovava nel cantiere del Duomo. Una donna ogni giorno si recava davanti al quadro della Vergine, pregando per il figlio ferito e portava un mazzo di rose. Un giorno trovò le rose ,di alcuni giorni prima, appassite, si mise a piangere, e le rose rifiorirono. Ciao Teresa
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ANNAMARIA ...
E
LA SAGGEZZA
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ANNAMARIA ...
E
IL RACCONTO DELLA SIGNORA FRANCA
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STEFANO BROCCA ...
E
IL MOVIMENTO DI CORRENTE
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MENEGI53...
E
IL RACCONTO DELLA SIGNORA FRANCA
(Rispondi)
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IL COMMENTO
DI
ALDO.GIORNOA64
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
47
Il Signor Guido … e la panchina del pensionato
Un anno fa, il Signor Guido non vedeva l’ora di andare in pensione. Sapeva di avere tutti requisiti, ma, causa la crisi in corso, ogni giorno era sulle spine. Dopo aver parlato con la Dott. Paola, responsabile del Patronato, si tranquillizzò. Capì che, la sua posizione era in regola ed era giunto il “suo” momento… quello di lasciar da parte le ansie ….e pensare al “suo” futuro di pensionato. Già… il “suo” futuro di pensionato! Una parola! Oggi come oggi, è molto difficile avere le idee chiare in merito. Per prima cosa … bisogna pensare alla salute. Seconda cosa … bisogna essere in armonia con sé stessi e con il mondo che ci circonda. Il Signor Guido, pertanto, pensò subito di iscriversi ad un “gruppo benessere”. Di “gruppi” ce ne sono ormai una varietà infinita. C’è solo l’imbarazzo della scelta. Il Signor Guido, però, aveva gusti piuttosto… difficili. Prima di lasciare l’Ufficio aveva sentito tante storie al riguardo. C’erano stati dei colleghi che, dopo la pensione, erano caduti in depressione… e questo il Signor Guido non poteva permetterselo. Il giorno stesso della pensione si alzò alla stessa ora in cui si alzava per andare in ufficio…Si mise un’elegante tuta da ginnastica e, con comode scarpe, si avventurò per la città… per Pavia. Pavia è una cittadina a misura d’uomo. Si può girare in lungo e in largo… in un “territorio” sempre vario, piacevole e interessante. Basta solo aver voglia di camminare. Il Signor Guido, però, era “attratto dalle panchine” che a Pavia, come in tutte le città, ve ne sono un po’ ovunque. A volte le panchine hanno una “loro” vita, un vita propria. Si racconta (secondo storie passate di bocca in bocca) che secondo la “panchina sulla quale ti siedi… possono accadere alcune cose … oppure no”. Il Signor Guido era a conoscenza di questa “leggenda cittadina-pavese”… ed ora che era in pensione voleva verificarne la veridicità. Vedovo da parecchi anni, il neo – pensionato Guido, era un uomo tranquillo… ma un’avventura (se fosse capitata) non l’avrebbe rifiutata. Si sa che quando la mente comincia a “macchinare” difficile fermarla. Ora, il Signor Guido aveva tutto il tempo per inseguire “le proprie fantasie”… Cominciò con le panchine del Parco del Castello Visconteo… ma non accadde nulla di ciò che sperava. La stessa cosa si verificò sulle panchine che si trovano lungo il viale che costeggia la riva del fiume Ticino… Ormai erano mesi che il Signor Guido camminava e si sedeva “su ogni panchina della città”… A dire il vero, aveva cominciato a dubitare della “leggenda delle panchine” di Pavia. Mise il cuore in pace e non ci pensò più. Ormai, aveva preso l’abitudine di passare la mattinata camminando per la città… sedendosi ora su una panchina, ora sull’altra. Alcune settimane fa… il Signor Guido, come faceva di solito, si sedette su una panchina in Piazza Leonardo da Vinci, sotto le Torri dell’Università… E fu lì che si accorse di una Signora che stava piangendo. La riconobbe. Era la Signora Flavia, sua coetanea al Liceo. Si fece spiegare le ragioni del pianto e cercò di consolarla… Fece molto di più. Raccontò a Flavia la “leggenda delle panchine” di Pavia… e da quel momento Guido e Flavia hanno trovato “un punto di incontro”… per una possibile felicità. - Buona giornata a tutti. Dino (47)
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il 19/01/2017 alle 13:35
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