dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 10/10/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
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Lo strano sogno …della Signora Flavia
E’ possibile avere due o più vite? Qualcuno pensa di si. Per alcuni è un desiderio… per altri una condizione. Proprio come la Signora Flavia donna fatta. Quarant’anni, sposata, senza figli. Un marito che l’adorava… Ma non era felice. Si sentiva incompleta. Siccome il marito aveva un bel posto in Banca, ben remunerato, Flavia, dopo il matrimonio, non aveva avuto bisogno di lavorare. Il marito Stefano era stato convincente: “Cosa ci vai a fare a lavorare? Puoi startene a casa tua… senza obblighi , senza orari… senza che nessuno ti soffi sul collo dalla mattina alla sera”. Flavia, convinta, ma non troppo, accettò. I primi tempi furono una pacchia. Flavia si alzava quando voleva. Per i mestieri di casa, Stefano suo marito, aveva pensato… a una colf a ore… a discrezione di Flavia. Meglio di così cosa avrebbe voluto pretendere una donna? Unico problema era la sera, la notte. Si, perché Stefano, a letto, era esigente. Alla sera desiderava che la moglie Flavia fosse sempre, su di giri, ben vestita (anzi, elegantemente vestita). La cena fosse un rituale… il preambolo “del letto”… per raffinatezza ed estrosità. Ogni tanto, il marito Stefano, per la cena, invitava a casa sua i personaggi più importanti della sua Banca. E, per il dopo cena, Stefano… amava i preamboli amorosi… molti… diversi …l’amore come apice della felicità. Cosa fa una moglie pur di accontentare il marito del quale è innamorata? Tutto! Non c’erano problemi di soldi… Flavia chiedeva … e Stefano metteva a disposizione quanto richiesto. Anche nelle migliori famiglie, però, c’è sempre qualcosa di misterioso, di inspiegabile. Dopo mesi e mesi che Stefano e Flavia andavano alla grande… “davano” spazio alle loro “fantasie”…la “donna” cominciò ad avere dei sogni. In un primo tempo…un sogno ogni tanto, poi con cadenza mensile, infine settimanale …e poi… un sogno ricorrente… sempre lo stesso. Ne parlò al marito Stefano il quale si fece raccontare più e più volte i particolari. Poi, la decisione comune dei due coniugi di interpellare uno Psicologo. Flavia, per l’ennesima volta, raccontò, al Professionista, il sogno ricorrente e descrisse un particolare. Nel sogno, “lei” rincorreva, un individuo (uomo o donna … non era in grado di dirlo) intorno ad una fontana al centro del cortile di un Palazzo del Cinquecento. Il professionista prese nota.. Chiese solo di essere autorizzato a svelare il particolare al marito Stefano. Flavia acconsentì. Da quel giorno il sogno ricorrente ebbe termine… Non era passato un mese, ed il marito Stefano, di notte, cominciò ad avere degli incubi. Poi un sogno ricorrente… tutte le notti. Svelò il sogno a Flavia. Nel sogno, “lui, Stefano, rincorreva un individuo (uomo o donna… non era in grado di dirlo) intorno ad una fontana al centro del cortile di un Palazzo del Cinquecento. (66)
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PAVIA
SAN PIETRO IN CIEL D'ORO
di
Teresa Ramaioli
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STEFANO BROCCA...
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LA PIAZZA DUCALE DI VIGEVANO
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PENSIERO DEL GIORNO
“Uno dei segreti per vivere felici è quello avere molte mete… in modo che i sogni non finiscano mai” Dino
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punto di vista
BLOG…
E CRESCITA CULTURALE
Il Blog è un Diario che se utilizzato bene, con costanza e continuità, aiuta a crescere culturalmente. Infatti, è il sapere il fine ultimo di ogni azione. Un vecchio detto diceva “Un uomo può … quanto sa”. Con il Blog, ogni persona può crescere culturalmente tutti giorni… perché tutti i giorni si imparano cose nuove. Buona giornata. Dino
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10 OTTOBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 10 ottobre 2014 – Venerdì - 12.00
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
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Il Dott. Nicola e la nuova casa
Oggi, ogni persona ha i suoi guai. Non solo oggi… anche ieri era così. Soltanto che oggi i guai delle persone cominciano presto. Dall’inizio della scuola. Un anno fa, questo era anche l’opinione del Dott. Nicola il quale alla bella età di cinquant’anni si è trovato “sbattuto fuori di casa dalla moglie”. Per fortuna che non c’erano figli e il Dott. Nicola, Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano, bella presenza e intelligenza vivace, non ne ha fatto una tragedia. Il Dott. Nicola si è fatto un po’ di meditazione. Si è ricordato che quando frequentava la scuola ha avuto parecchi dissapori (chiamiamoli così). Dopo la Laurea si è sposato ed è andato ad abitare nella casa di lei, di proprietà della moglie… e da quel momento il Dott. Nicola si è sentito come un ospite, una persona che abitava in quella casa solo temporaneamente. “Oggi, sono qui… domani chi lo sa” – pensava. Del resto quando due persone si sposano e la moglie è proprietaria della casa coniugale, è ovvio, che la moglie la faccia valere come titolo di merito e non solo. Dopo vent’anni di matrimonio, però, i nodi vengono al pettine e i rapporti tra i coniugi si logorano … E’ inevitabile che uno dei due (spesso l’uomo) dica, “Basta, non ne posso più di fare lo schiavo…” e se ne vada. Un anno fa, il Dott. Nicola è stato, invece, invitato ad andarsene… a lasciare il (così detto) tetto coniugale. Un tetto che, in realtà, non era mai stato suo…un “tetto” temporaneo…un ricovero “pro tempore”…dove spesso e volentieri risuonava il ritornello… “Per fortuna che c’è questa mia casa … altrimenti saremmo finiti a vivere sotto i Ponti del Ticino” Dagli oggi… dagli domani … anche un “Giobbe” perde” la pazienza. Il Dott. Nicola ha temporeggiato. Ha continuato a rimandare… Alla fine è stata lei, la proprietaria della casa…a dire … “quella è la porta… il soggiorno è finito”. Il Dott. Nicola, dopo la fine del proprio matrimonio, si è sentito rinato. Cinquant’anni è una bella età… gli anni non sono tanti… è l’età matura. Ha affittato temporaneamente un appartamento ammobiliato e dopo qualche mese ha deciso di avere una casa propria… una casa di proprietà. Quando una persona ha una casa di proprietà… si sente nella propria casa… è come se avesse acceso un fuoco … prima piccolo… poi, sempre più grande. Prima di tutto dentro la casa… che deve essere la rappresentazione di chi ci vive… poi fuori, se… come è stato per il Dott. Nicola… una casa con giardino… tutto al piano terra … come fosse un “piccolo Eden”. Non erano passati tre mesi e anche nell’Agenzia Commerciale di Milano se ne accorsero tutti, Dirigenti e dipendenti. “Il Dott. Nicola era rinato… rimesso nuovo”. Entrava in Ufficio sempre sorridente, elegante, cordiale… sempre disposto a dare una mano a tutti… Anche la Dott. Paola, single, cominciò a farci un pensierino… Il Dott. Nicola, però, aveva ritrovato la sua libertà… e non era disposto a perderla per un sorriso in più. Aveva la sua casa… il suo Eden… ecco ciò che voleva. Ma la natura umana è fatta come è fatta. Sei mesi fa, il Dott. Nicola, dopo aver assunto una colf per tenere la casa a specchio… ha cominciato a sentire il bisogno di compagnia. Di quale compagnia?… di una donna, naturalmente. Non una donna che vedeva tutti i giorni in Ufficio… come la Dott. Paola. Il Dott. Nicola voleva qualcosa di speciale… una donna da sogno. Una parola! Si affidò alla Fortuna. Ogni giorno il cinquantenne viaggiava in treno da Pavia a Milano per recarsi al lavoro. Giunto alla Stazione Centrale di Milano il Dott. Nicola si fermava in un Bar per prendere un caffè. Cominciò a guardarsi intorno. Ad osservare tutte le donne che passavano nel suo specchio visivo. Un mattina di quattro mesi fa, in un Bar di Piazza del Duomo a Milano ha visto la “donna più bella del mondo”. Era proprio il suo tipo. Non molto alta, portamento elegante, affascinante quanto bastava, sui trent’anni. Sola. Il Dott. Nicola non ha atteso neppure un secondo. “Adesso o mai più” – disse dentro di sé. L’avvicinò e, dopo essersi tolto l’orologio, chiese “Scusi, potrebbe dirmi che ora è…” Quando un uomo si avvicina ad una donna e pone una domanda del genere (specialmente a Milano) non è certo per sapere l’ora. La donna, che si chiamava Marta, si mise a ridere. “Non vorrà mica dire che vuole veramente sapere l’ora?” Il Dott. Nicola non aveva cinquant’anni per niente. “No. Non volevo sapere l’ora… Voleva parlare con lei e offrile un caffè” Marta guardò Nicola. Lo squadrò da capo a piedi. Lo vide perfetto, elegante, raffinato, gentile. Accettò il caffè. Dal caffè si passò al pranzo… poi alla cena… poi… poi… da cosa nasce cosa. Non era passata una settimana e la Dott. Marta aveva pronunciato la fatidica frase… “Siccome siamo fatti una per l’altro… cosa ne dici se ci sposassimo?” Il Dott. Nicola arricciò il naso. “Cara Marta… il matrimonio è una fortezza assediata… coloro che sono fuori vogliono entrare. Coloro che sono dentro vogliono uscire. Due persone possono vivere bene anche vivendo ognuno a casa propria”. - Questo è il racconto 769, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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PIAZZA DUCALE A VIGEVANO (Pavia)
di
Teresa Ramaioli
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STEFANO BROCCA...
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IL RACCONTO DI LETIZIA
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MENEGI53...
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IL RACCONTO DI LETIZIA
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VIGEVANO (Pavia)
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