dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 11/11/2014
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
130
La vita … non è un quiz
Oggi, i quiz sono di moda. Servono per fare spettacoli, libri, concorsi, ammissioni, valutazioni… Una vera e propria pacchia per tutti e per chiunque. Anche nei vari gradi della Scuola, i Docenti, si sbizzarriscono con … i quiz. Ma sarà poi una grande scoperta? Ne parlavano, al Bar della Valentina, i soliti quattro pensionati (Alfredo 80 anni – Michele 77 anni – Giovanni 70 anni – Rosolino 69 anni ). Il discorso lo ha iniziato Giovanni, 70 anni, il quale ha una nipotina che frequenta la Scuola Media. “Io, proprio, non capisco cosa vuol dire …rispondere a dei quiz. Mi spiego. Mia nipote, l’altro giorno, mi ha fatto vedere il suo quaderno dei quiz. Un quadernone con tante fotocopie incollate, sulle quali c’erano delle domande e delle risposte… e le risposte (giuste e sbagliate) di mia nipote. Non so niente di quelle materie, ma mi sembra che i “i quiz” vanno bene per le valutazioni in generale… non per la formazione. Per la formazione serve lo studio e la pratica. Collegare l’attività teorica (la mente) con quella manuale (le mani). Bisogna che le mani siano allenate a svolgere ogni e qualsiasi lavoro e compito. Dalla scrittura alla pittura, dall’uso del computer… all’uso della macchina fotografica … e sue applicazioni pratiche…” – Alfredo, 80 anni, non diceva una parola… ma friggeva. Rosolino, invece, che di anni ne ha undici in meno di Alfredo, ha voluto dire la sua. “Sono certo che il quiz ha moltissime applicazioni pratiche ed è molto utile. Tuttavia, occorre un uso oculato dei quiz. Parecchi anni fa si diceva che la Scuola … era troppo nozionistica. Oggi, a distanza di pochi decenni ci si avvale dei quiz… che è ripetizione un po’ più sofisticata del “nozionismo”. O si sbagliava ieri… oppure si sta sbagliando oggi. Il sapere vero… (passa anche attraverso i quiz)… ma passa, soprattutto, attraverso lo studio e la ricerca e la conoscenza in senso lato. Per conoscere una Regione come la Lombardia si può viaggiare in autostrada … Certamente, si viaggia comodi e con tutte le segnaletiche al loro posto. Ma per capire la Regione Lombardia… bisogna fare le strade comunali, di campagna… i sentieri. E’ proprio attraverso i sentieri che si impara di più…e cosa vuol dire realtà e varietà. E’ proprio calpestando i sentieri che si comprende cosa vuol dire la natura in tutte le sue manifestazioni… Lo studio e la ricerca vanno fatti sul terreno… a contatto con nuda realtà. Il quiz è soltanto un’esibizione … un sapere un po’ fatuo. Come dire: “Visto, quante cose so?”… Esiste sapere e sapere… ma la vita … non è un quiz!” (130)
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MILANO - IL NAVIGLIO GRANDE
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 10/11/14 alle 11:44 via WEB NAVIGLIO GRANDE- MILANO-----Fino al 1913 il Naviglio Grande era solcato dai «barchett», le barche corriere che partivano da Abbiategrasso, Boffalora, Gaggiano e Turbigo e trasportavano i passeggeri,bestie,merci e la corrispondenza fino alla darsena di Milano. L’antica “corriera” passava alle otto del mattino e nel pomeriggio partiva ad un’ora non ben definita. Per non rischiare di perdere la corsa la gente si preparava con molte ore di anticipo nelle osterie vicine all’approdo; qui aspettava di udire l’inconfondibile voce del barcaiolo che annunciava l’arrivo del barchett: “El vaa! El barchett, el vaa”…. Dalle cinque alle otto ore per raggiungere Milano! Il Berchett funzionava in tutte le stagioni, all’andata la barca era trasportata dalla corrente; al ritorno, per risalire il corso d’acqua, era trainata da un cavallo lungo la sponda. E ad aggiungere un altro tocco di …poesia il “Torototela”, un cantastorie che raccoglieva i soldi del biglietto suonando uno strumento costruito con uno spago teso e una zucca vuota che utilizzava come cassa di risonanza.---Ciao Teresa |
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ANTONELLA DI CREMONA ...
E L'AMORE
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SEMPLICELUCREZIA...
E LA BUONA SERATA
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DANIELINA07...
E LA PASSIONE
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ANTONELLA DI CREMONA ...
E IL RACCONTO DI RICCARDO A PRAGA
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STEFANO BROCCA ...
E L'ARTE
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ANTONELLA DI CREMONA ...
E IL BLOG
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DONATELLA DI MILANO ...
E IL RACCONTO DI RICCARDO
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ANTONELLA DI CREMONA ...
E L'AMORE
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DONATELLA DI MILANO ...
E I DOLCI PENSIERI
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PENSIERI SPARSI DEL 11 NOVEMBRE 2014
“L’amore è come l’avventura …
non ha inizio e non ha fine”
Dino
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11 NOVEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 11 novembre 2014 – Martedì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
801
Riccardo e il grande amore … a Praga
Un anno fa, la Signora Maria, impiegata di fiducia del Dott. Riccardo, cinquant’anni, single, Commercialista in Milano, era preoccupata. Non era preoccupata solo lei. Lo erano anche le dieci impiegate dell’Ufficio. Da parecchio tempo il Dott. Riccardo non era più lui. Non era più il Titolare dell’Ufficio sempre disponibile, premuroso, gentile, attento alle esigenze delle proprie impiegate che chiamava familiarmente “Colleghe”. Quando in un Ufficio le impiegate si trovano bene, a loro agio in ogni momento della giornata … cercano di conservasi il loro “bene prezioso”: il lavoro e la serenità. La Signora Maria aveva sessant’anni e sperava di arrivare alla pensione nello stesso Ufficio dove aveva incominciato a lavorare con il padre del Dott. Riccardo, il Dott. Francesco. Ora però, il Dott. Riccardo era giù di squadra. Non sembrava più lui. Non parlava più … come aveva sempre fatto fino a qualche mese prima. Secondo La Signora Maria doveva essergli successo qualcosa di grave. Per saperlo doveva farlo parlare. Si … ma come? Anche le altre impiegate sollecitavano la Signora Maria a fare qualcosa. Visto che il Dott. Riccardo diventava sfuggente, la Signora Maria si convinse che bisogna usare le maniere forti. Aspettò che il Dott. Riccardo fosse solo nel suo Ufficio e l’affrontò a muso duro. “Dott. Riccardo. Da qualche mese lei non è più lei. E’ totalmente cambiato. Non parla più. Non sorride più. Risponde a gesti … Non prende più il caffè alle ore dieci del mattino con le impiegate … Cosa le successo di così grave? Non sta bene? In questo Ufficio siamo undici impiegate in ansia. Non può tenerci tutte quante sulla corda … deve dirci qualcosa. Siamo pronte a fare qualsiasi cosa pur di vederlo felice” Ormai il Dott. Riccardo era in gabbia. Non poteva più sfuggire. Sapeva che quando la Signora Maria si metteva d’impegno non c’era scampo. Il cinquantenne decise di sputare il rospo. Anzi, cercò di dare la colpa ad una pratica (inesistente) di cui la Signora Maria non aveva mai sentito parlare. Ad un certo punto il Dott. Riccardo farfugliò il nome di una donna. Marisa. La Signora Maria capì tutto. Era il nome della sua convivente. La donna che da dieci anni condivideva il letto con il cinquantenne. Che tra i due ci fossero dei problemi non era una novità. Ora, però, doveva essere successo qualcosa di grave. Infatti, il Dott. Riccardo confermò che Marisa se ne era andata via … e lui era rimasto solo. Ecco l’origine del malessere. La Signora Maria fece un salto di gioia. “Dott. Riccardo, non si preoccupi. Cessato un Papa se ne elegge un altro. Lasci fare alle impiegate del suo Ufficio” Infatti, la Signora Maria non era sola a preoccuparsi. Con lei c’erano anche le altre dieci impiegate le quali erano disposte a tutto per aiutare il loro beneamato Titolare. Quando undici donne si mettono insieme … è come “l’armata Brancaleone” … e come diceva la nota canzone del film … “Branca, Branca … Leon. Leon”. Così è stato. La Signora Maria raccolse i suggerimenti delle College e stilò il programma. Il Dott. Riccardo, come parecchi cinquantenni, aveva i suoi gusti in fatto di donne. Per esempio. Il Commercialista aveva un debole per le donne bionde, alte, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. A Milano non è un problema. Ci sono tantissime donne bionde. Basta trovare la bionda … giusta. Inoltre il cinquantenne (come molti uomini) non amano le cose facili. Vanno sempre a complicarsi la vita da soli. La Signora Maria ebbe un’idea. “Dott. Riccardo, per risolvere il suo caso, abbiamo chiesto consiglio all’Indovina Iris la quale ci ha detto che lei, Dott. Riccardo, incontrerà il vero, grande amore sul Ponte Carlo a Praga … il primo sabato del prossimo mese … alle ore dodici. Però, dovrà portare una sciarpa azzurra intorno al collo. Faccia come ha detto l’Indovina Iris e sarà l’uomo più felice del mondo. L’Indovina Iris … non sbaglia mai” Chi è quell’uomo che rinuncia ad una occasione del genere? Meno che mai il Dott. Riccardo. Anzi, chiese subito alla Signora Maria di prenotare una vacanza a Praga nella quale fosse incluso il primo sabato del mese. Ormai era fatta. Il Dott. Riccardo era ritornato quello di prima. Allegro, sorridente … voglioso di incontrare la donna più bella del mondo. La Signora Maria e sue dieci colleghe si erano date da fare. Avevano trovato a Milano una trentenne, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo disposta ad incontrare il Dott. Riccardo alle ore dodici il primo sabato del mese a Praga. Le avevano anche pagato in anticipo il viaggio (andata e ritorno) in attesa di vedere cosa sarebbe successo. Il Dott. Riccardo, intanto, era ansioso di trovarsi a Praga … città magica e misteriosa. Il primo sabato del mese, alle ore dieci, di un anno fa, il Dott. Riccardo era sul Ponte Carlo a Praga. Camminava su e giù con la sua bella sciarpa azzurra avvolta intorno al collo. E’ vero che l’appuntamento con il Destino era fissato alle ore dodici, ma era meglio essere in anticipo. Quando si arriva ad un appuntamento con due ore di anticipo il tempo non passa mai. Il Dott. Riccardo decise guardare da vicino ogni statua che si trova sul Ponte. Ve ne sono tantissime. Alle ore undici, però, il Dott. Riccardo le aveva viste tutte … Mancava ancora un’ora all’incontro col Destino. Decise di far scorrere la mano sull’immagine di San Giovanni Nepomuceno sul bassorilievo che ogni turista non dimentica mai di toccare. Lo aveva appena fatto quando il cinquantenne si accorse di una bellissima donna mora che stava piangendo accanto a lui. Chiese quale fosse la causa. La donna, una trentenne di Milano, disse di aver perduto il portafogli e dentro c’erano dei documenti importanti. Il Dott. Riccardo offrì il suo aiuto. “Signora non si preoccupi. Ho un sistema infallibile. Lo uso sempre nel mio Ufficio di Milano quando non trovo qualche documento. Dico una preghiera a Sant’Antonio da Padova e prometto un’offerta. Immediatamente ritrovo ogni cosa” La Signora e il Dott. Riccardo in silenzio dissero la loro preghiera e subito trovarono il portafogli. Era in un angolo del Ponte Carlo sotto il bassorilievo di San Giovanni Nepomuceno. La Signora si presentò. “Sono la Signora Donatella di Milano … per sdebitarmi posso offrirle un caffè?” Gli occhi del Dott. Riccardo intanto avevano incrociato quelli della bellissima trentenne milanese. E’ stato in quell’attimo che è scattato il fluido magico dell’amore. Riccardo e Donatella presero il caffè. Pranzarono insieme in uno dei più bei Ristoranti di Praga. Quando il Dott. Riccardo si ricordò dell’appuntamento di mezzogiorno sul Ponte Carlo erano ormai le cinque della sera. Gli innamorati si erano già baciati lungamente, appassionatamente … ed avevano deciso di passare la notte nello stesso letto - Questo è il racconto 801, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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IL MUSEO DELLA BAMBOLA
di Teresa Ramaioli
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EST.LA.BELLE.EPOQUE ...
E IL RACCONTO
Buona serata, Liliana(Rispondi) (Rispondi)
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PASQUALINA2008...
E LA BUONA GIORNATA
(Rispondi) (Rispondi) (Rispondi)
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ANTONELLA DI CREMONA ...
E LA MAGIA DI VENEZIA
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DONATELLA DI MILANO ...
E LA MAGIA DI VENEZIA
(Rispondi) (Rispondi)
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ANGELHEART2014...
E IL RACCONTO DI MONIKA
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AGOSTINO FARAVELLI ...
E IL BEL TEMPO CHE FU
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