dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 02/12/2014
PENSIERI SPARSI DEL 2 DICEMBRE 2014
“Amore è una parola magica.
Comincia con la A…
e tocca tutte le lettere dell’alfabeto”
Dino
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2 DICEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 2 dicembre 2014 – Lunedì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
822 (racconto di Natale)
Nonna Tina e il regalo di Natale per Aurora
Natale arriva in fretta. Dopo i Santi … è subito Natale. I Negozi si affrettano a preparasi alla grande “abbuffata” delle Feste di fine anno. Primo, fra tutti: Natale. Oggi, poi, ci sono i Supermercati che suonano la carica. Basta vedere le montagne di giocattoli … I giocattoli sono i primi ad occupare i posti migliori negli spazi espositivi. Perché? Perché dove arrivano i piccoli … arrivano anche i grandi. A metà novembre nonna Tina era negli affanni. Era già arrivato il 15 di novembre e non sapeva cosa regalare alla nipotina Aurora di dieci mesi … Si fa presto a dire regalo … Ma quale? La nonna Tina ha cominciato a girare per diversi Negozi e Supermercati. Guardare con attenzione tutti i giocattoli esposti … specialmente le novità. Da dove arrivano … e i margini di sicurezza. Tuttavia non c’era il “regalo” che voleva lei. Ne parlò con il marito, il nonno di Aurora, il quale, come tutti gli uomini, non si faceva alcun problema. “Tina, dove sta il problema? … Un regalo, vale l’altro … L’importante è … che sia sostanzioso (con quel caratteristico fregamento della punta del pollice e dell’indice). Aurora, ha dieci mesi … e non si fa tutti i problemi che ti fai tu” Il ragionamento non faceva un grinza. Le nonne, però, stravedono per le loro nipotine. Nella mente di nonna Tina, da dieci mesi c’è un solo pensiero: Aurora. Non è una novità. La nonna oltre a stravedere per la nipotina … fa di tutto per farsi ricordare, per rimanere impressa nella sua mente. Così Tina ha cominciato a prendere appunti. Scrivere il nome dei possibili regali … e poi cancellarli. Alla fine ha scritto e cancellato quasi un quaderno. Nell’elenco dei giocattoli (scritti e cancellati) … rimaneva sempre fisso solo un nome “cestino” Cestino? … ma che regalo è un cestino? Ne parlò con il marito, il nonno di Aurora. “Nell’elenco dei possibili regali per Aurora … mi rimane scritto “cestino” … Tu cosa dici?” Il nonno di Aurora, si è messo a ridere. “Bella trovata. Sono settimane che giri per Negozi e Supermercati … Hai visto, montagne di giocattoli … Hai letto decine e decine di spiegazioni … e sei arrivata alla conclusione di un … “cestino”? … e magari vuoto?” La nonna Tina, non si è scomposta. “Certo che ho pensato ad un cestino … vuoto … e cosa c’è da ridere?” Il nonno di Aurora non è il tipo da darsi per vinto. “Tina non penserai veramente ad un cestino? Guarda che siamo nel 2014. Certe cose non si fanno più. Oggi, ci sono i computer, i tablet … e chi più ne ha, più ne metta … E tu, Tina, sei rimasta al cestino? … pure vuoto. Non dirlo alle tue amiche altrimenti si mettono a ridere anche loro. Diranno … alla Tina, Aurora ha incendiato il cervello” L’argomento principale dei nonni, (ieri, oggi, domani) sono i nipoti … (in questo caso la nipotina Aurora). Alla nonna Tina piace veder chiaro nelle cose. Se ha scritto “cestino” … doveva esserci una ragione. E … rivolta al marito. “Senti, tu puoi dire quello che vuoi … Io voglio fare ad Aurora, un regalo di Natale speciale … e forse il cestino è il miglior regalo. Oggi, i bambini hanno tutto. Possono scegliere tra mille e mille giocattoli … Purtroppo i bambini di oggi non giocano più. Dopo un giocattolo ne vogliono un altro … e poi un altro ancora. Invece, un cestino, no. Nel cestino, Aurora può mettere tutto ciò che vuole (con l’immaginazione e la fantasia) … e prendere tutto ciò che desidera. Può introdurre la sua manina … ed estrarre un gattino … un cagnolino … un cavallino … secondo le preferenze del momento. Può guardarmi e dire “Nonna Tina, hai visto il mio gattino? ... si chiama Tino come te” Oppure … “Nonna Tina, hai visto il mio cavallino? … si chiama Valentino … corre di qua, corre di là … Non sta fermo neppure un’ora / perché è il cavallino di Aurora” Se c’è una cosa che manda in estasi una nonna … sono le prime parole della nipotina. E’ musica per le sue orecchie … per le orecchie di Tina. E’ come il gioco dei ricordi ... Anche per Tina, quand’era piccina, la sua nonna andava in brodo di giuggiole. Ora, è lei, la nonna Tina ad andare in estasi per Aurora. E il cestino? Nonna Tina, dopo averci a lungo pensato … ha deciso per il cestino. E’ il miglior regalo di Natale. Il cestino crescerà con Aurora. A mano a mano che la nipotina crescerà potrà mettere le sue mani nel cestino … ed estrarre ciò che vuole … sogni, aspirazioni, desideri. E’ il cestino della nonna Tina sempre a sua disposizione. Una volta si diceva … “Ogni bambino nasce con il suo cestino ..” Quest’anno, Aurora, oltre al suo cestino … ricevuto in dono insieme alla vita … avrà un altro cestino. “il cestino della nonna Tina” … E’ un cestino magico che solo le nonne sanno regalare. Contiene amore per la vita e per il sapere. Un’iniezioni di fiducia nel domani che solo le nonne sanno trasmettere alle nipotine. Perché la vita è un “cestino” … che passa da una generazione all’altra. - Questo è il racconto 822, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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LA STORIA DELL'ALBERO DI NATALE
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 01/12/14 alle 15:46 via WEB La storia dell'albero di natale----Sembra che l'albero di Natale, così come viene usato oggi, sia nato a Tallin, in Estonia nel 1441, quando fu eretto un grande abete nella piazza del Municipio, attorno al quale uomini e donne, ballavano insieme alla ricerca dell'anima gemella. Questa usanza venne poi ripresa in Germania: una cronaca di Brema del 1570 racconta di un albero che veniva decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta. Anche la città di Riga (in Lettonia) è fra quelle che si proclamano sedi del primo albero di Natale: vi si trova infatti una targa scritta in otto lingue, secondo cui "il primo albero di capodanno" fu addobbato in questa città nel 1510. Un'altra notizia sull'uso dell'albero di Natale viene dell'Alsazia: una cronaca di Strasbourgo annota nel 1605: "Per Natale i cittadini si portano a casa degli abeti ('Dannebaum' nel tedesco dell'epoca),addobbati con rose di carta di vari colori, mele, zucchero". Un'antecedente dell'albero potrebbe essere l'antico rito pagano di portare in casa, prima del nuovo anno, un ramo beneaugurante. Nel Medioevo si diffonde la tradizione degli "Adam und Eva Spiele" (giochi di Adamo ed Eva) che prevedevano la ricostruzione nelle chiese dello scenario del paradiso in terra, proprio il 24 dicembre, vigilia di Natale, con tanti di alberi di frutta, simboli dell'abbondanza del mistero della vita. Poi, a questi alberi di frutta si preferirono sempre di più gli abeti. L'abete, il "Tannenbaum", ha la caratteristica "magica" di essere sempreverde, che, secondo una favola, ha avuto come dono da Gesù stesso, per avergli offerto rifugio mentre era inseguito dai suoi nemici. Così non stupisce che l'abete, con la sua sagoma triangolare che rispecchiava anche bene la struttura piramidale e gerarchica della società medievale, diventa nel folclore tedesco anche l'albero cicogna dal quale la levatrice scuote i neonati. Per molto tempo, la tradizione dell'albero di Natale rimase tipica delle regioni a nord delle Alpi. I cattolici la consideravano un uso protestante e solo nel '900 questa tradizione si diffuse anche nel mondo cattolico. Johann Wolfgang Goethe, pur non essendo propriamente di fede cattolica o protestante, amava moltissimo questa usanza e grazie a lui l'albero si impose a Weimar che era il centro culturale dell'epoca. Nella sua famosa opera "I dolori del giovani Werther" l'albero di Natale compare per la prima volta anche nella grande letteratura. Anche i romantici che cercavano di valorizzare le tradizioni popolari non potevano non apprezzare questa antica usanza. In quell'epoca nasce anche la famosissima canzone "Oh Tannenbaum, oh Tannenbaum" che fino ad oggi è la canzone natalizia più cantata in tutta la Germania. Nel nostro secolo assistiamo a una diffusione di questa usanza. Ma anche la festa di Natale non poteva certo fuggire al crescente consumismo. Molte tradizioni natalizie sono ormai quasi sparite ( la recitazione di poesie natalizie da parte dei bambini, il cantare insieme le canzoni di natale, il biglietto che i bambini dovevano inviare a Babbo Natale o Gesù Bambino - a seconda della regione della Germania - elencando i regali desiderati, la preparazione in famiglia dei dolci tipici di Natale.).Ciao Teresa Ramaioli |
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO GISY...
FERRARIO GISELLA
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
163
Miki e Giovanni… in gita a Firenze (un anno fa)
Miki non era mai stata a Firenze. Aveva sempre desiderato visitare la città dei Medici, ma ogni volta c’era stato un intoppo. L’ultima occasione era stata un decina di anni prima. Un Gruppo di Volontariato di Pavia aveva organizzato una gita a Firenze. Miki aveva aderito… poi sopraggiunsero delle difficoltà all’interno del Gruppo e la gita è andata in fumo. Ora, però, c’era Giovanni che aveva in mano la situazione. Miki era certa che avrebbe visitato Firenze. In ogni situazione, deve sempre esserci una persona che prende “le redini” tra le mani. Giovanni era il tipo di cinquantenne che non aveva bisogno di “lezioni”. Era impiegato in una Società di trasporti…e conosceva “vita, morte e miracoli” delle città e dei paesi d’Italia. Firenze, poi, era la sua città preferita. “Vedi, Miki. Visitare una città è come un gioco… Bisogna essere appassionati. Prendiamo il treno superveloce a Milano e in poco più di un’ora siamo nella città dei Medici. Visita alla città… senza fretta. Firenze è relativamente piccola. L’importante è documentarsi prima … oppure, avere una guida … come me” Giovanni sorrise … Miki, pure. Un sorriso spontaneo, completo. Miki sapeva che Giovanni non si sarebbe fermato al sorriso. Infatti, andando a Milano, il bel cinquantenne, la prese sottobraccio e non la lasciò più. Lei, Miki, stessa età, aveva trovato l’uomo giusto, quello che non lascia nulla al caso. Frutto dell’esperienza? Esperienza con altre donne? Non era il caso di farsi domande … Miki era l’ultima (in ordine di tempo)… Ma quale importanza aveva? A cinquant’anni un uomo è un uomo, un uomo fatto…Se non ha fatto certe esperienze … il tempo perso… non torna più. Il treno superveloce è un vero piacere. Hai la sensazione della “culla”… di essere cullato. Miki si sentì “cullata” da Milano a Firenze. Non solo dal treno, ma anche da Giovanni. Quando si ha la compagnia della persona giusta, che piace…e della quale ci si sta innamorando… tutto sembra un sogno… un sogno a lungo atteso. Per Miki, gli anni passati non contavano più… Solo il presente contava. Contavano le parole di Giovanni, i suoi gesti, le sue gentilezze, il caffè sorseggiato come fosse un liquore… Miki faceva fatica a seguire le descrizioni di Giovanni. Particolari, aneddoti, storie raccontate sul filo della storia. “Miki, vedi quel portone? Si racconta che Leonardo da Vinci trovandosi qui a Firenze per impegni ha visto uscire un bel ragazzo da quel portone. Subito si sentì attratto. Cominciò ad osservarlo. A seguirlo come … calamitato. Per ore … per giorni … Poi, tutto ad un tratto, il grande pittore, ha perso ogni interesse … Il ragazzo non l’attraeva più. L’incantesimo era finito.” Miki, guardava Giovanni mentre raccontava… Ne era incantata. Nella sua mente si stava facendo strada una domanda. “Questi momenti… quanto tempo durano?” In quell’istante…Giovanni l’abbracciò. La strinse forte …e la baciò (163) -
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IL CALENDARIO DELL'AVVENTO
di Teresa Ramaioli
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CIAO GIOVANNI ...
MENEGI53
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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