dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 20/12/2014
20 DICEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 20 dicembre 2014 – Sabato - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
840
Edvige e l’Operetta
E’ noto che nella vita sono le sono le passioni che danno le maggiori soddisfazioni. Basta vedere le fatiche che fanno i ciclisti. Chilometri e chilometri sulle strade ... A volte al freddo, al gelo, all’acqua. Eppure. Chiedete ad un ciclista se è disposto a rinunciare ad una simile fatica. Mai! Mai e poi mai. La bicicletta è un specie di droga. Più la pratichi e più la praticheresti. Non c’è sport migliore. Corpo snello. Occhio vigile. Scatto da leopardo … E quale sarebbe la preda? La strada … i chilometri. Un ciclista sessantenne, un anno fa, era orgoglioso di aver fatto il giro del Globo. Come ha fatto a misurarlo? Semplice. Ha preso nota delle strade percorse da quando aveva quattordici anni. Tutto documentato da un paio di quaderni grandi con le località raggiunte … più e più volte. Anche la Dott. Edvige, trentacinque anni, bellissima, un anno fa, ha deciso di assecondare la propria passione … l’Operetta. Fino a trentacinque anni, Edvige ha puntato tutto sul lavoro e sull’amore. A trentacinque anni ha raggiunto il grado di Dirigente di una Agenzia Commerciale a Milano … Ma dell’amore … neanche l’ombra. C’era stato Alfredo … ma il rapporto non ha funzionato … Alfredo era troppo bambino per una donna estrosa e volitiva come Edvige. Dopo un po’ Edvige si era stufata di fare la mamma. Lei voleva un uomo … un uomo vero. Cosa fare? Ne parlò con la sua coetanea e amica Monica, una donna tutta sprint. “Edvige, non fartene un problema. Sapessi quante donne … fanno buon viso a cattiva sorte. Tu, però, sei libera. Puoi ancora decidere quale strada prendere. Se io fossi in te mi dedicherei alla tua passione ... l’Operetta. Hai una bella voce. Hai studiato all’insaputa di tutti. Ora è il tuo momento. Uscire alla luce del sole” Per Edvige è stato come la scossa che aspettava. Ci ha pensato un po’ (mica tanto) e poi si è lanciata anima e corpo nell’avventura. Milano offre tutto e di più. Basta aprire le porte giuste. Edvige ha fatto una breve ricerca su Internet e ha trovato l’Associazione Amici dell’Operetta. Iscriversi è stato un attimo. Entrare nell’ingranaggio ancora meno. Infatti l’Associazione dell’Operetta offriva ad ogni nuovo iscritto una serata di presentazione. Una specie di Serata di Gala, alla quale venivano invitate varie Personalità e amanti dell’Operetta. Lo stesso Presidente della Associazione si è offerto di fare da Presentatore. La serata è stato studiata in tutti i particolari … dalla scelta dei pezzi … alle luci … alle coreografie. Per Edvige è stato un successone. Sono iniziate gli inviti a partecipare a feste e ricorrenze. La Dott. Edvige ha scelto una strada più difficile: i Concerti in case private di alto livello. Una strada complessa da percorrere per la quale occorre tempo. Il tempo necessario per essere conosciuta ed apprezzata. Infatti, Edvige ha dovuto fare tutto da sola. Prendere nota dei Concerti. Trattare il tipo di programma secondo i gusti dei pochi ma particolari spettatori. Ci sono stati dei concerti nei quali gli spettatori erano due o tre. Questo, però, era l’idea di Edvige. Fare Concerti riservati a pochi intenditori, appassionati di un genere che non passa di moda e che ha fatto un’epoca. Un anno fa, la trentacinquenne ha avuto un’idea. Fare la presentazione di sé stessa e del brano che avrebbe cantato. E’ stato un successo. Le Famiglie ricche che l’avevano già invitata richiesero ancora la sua presenza. Per Edvige è stata una sorpresa. Non immaginava di avere una così bella voce e fosse così brava nel presentare i brani scelti. Qualche mese dopo aver iniziato l’attività, Edvige venne invitata due volte dal ricchissimo Proprietario di una Palazzo nel centro di Milano: il Dott. Camillo. Un cinquantenne patito dell’Operetta. Al Concerto di Edvige, il Dott. Camillo era l’unico spettatore. Non solo … volle che la trentacinquenne si fermasse a cena. E’ stato un primo approccio. Si vedeva lontano un miglio che il cinquantenne aveva preso una cotta per Edvige. Il Dott. Camillo prenotò tre Concerti per le tre settimane successive. Ogni volta Edvige si presentava con un programma diverso ed un vestito di colore diverso. E’ stato proprio il colore del vestito che ha estasiato il Dott. Camillo. Al termine del Concerto il cinquantenne non è più riuscito a controllarsi. “Edvige, questa volta hai superato te stessa. Hai cantato i miei brani preferiti e lo hai fatto in modo speciale. Vorrei che ti fermassi a cena da me questa sera” Cosa poteva fare Edvige? Aveva già capito tutto. Camillo era un po’ timido con le donne. Doveva fare qualcosa per farlo sentire a suo agio. Dopo una cena stupenda, il Dott. Camillo offrì del vino speciale … Forse il vino, forse il momento che era ideale … Il Dott. Camillo si è fatto coraggio. “Edvige non ce la faccio più. Mi sono innamorato di te. Dimmi soltanto che ho la possibilità di essere ricambiato” Per Edvige c’erano solo due strade, si e no. Optò per il si. E rispose con un bacio … un languido bacio sulle labbra di Camillo. Questi finalmente si sentì a suo agio. Rispose al bacio con una passione che ignorava di possedere. E’ noto che i baci sprigionano energia vitale. Il dopo cena è stato romantico per Edvige e Camillo. Non si accorsero neppure che, tra un bacio e l’altro era giunta l’alba. Come poteva Edvige lasciare il Palazzo nel centro di Milano? Ha preferito dormire nello stesso letto di Camillo … Peccato che il sonno non è mai arrivato. Avevano troppe cose da fare. Questo è il racconto 840, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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MILANO
di Teresa Ramaioli
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LAVERGINEMARIA1
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
183
Silvano… e le “idee della nonna”
Una persona può portarsi dietro le “idee della nonna”? Si. Silvano ne un esempio. A sessant’anni ha già realizzato tutti i suoi sogni (almeno quelli che gli sembravano tali). La nonna Delfina aveva fatto “centro”. Il padre e la madre di Silvano erano operai e non avevano tempo da dedicare al figlio. Del resto sessant’anni fa, l’economia era effervescente. Tutti volevano… tutto. Le nonne erano preziose molto come adesso. La nonna Delfina, oltre a stravedere per Silvano, non lo perdeva mai di vista. Non sapeva più cosa fare per il nipote. Silvano ricambiava perché sentiva di avere nella nonna un’alleata insostituibile. “Studia Silvano…” – diceva la nonna… e Silvano studiava. “Comportati bene Silvano… e impara un lavoro che dia da vivere a te e alla famiglia che formerai.” – Per la nonna era come aprire una porta aperta… A diciotto anni, Silvano, già, pensava alla “morosa” seria, l’amore con la “A” maiuscola, la donna con la quale fare i figli. Per Silvano, quello della donna è stato un mondo nuovo. Nonna Delfina, però, lo metteva in guardia. “Silvano, le donne non sono come gli uomini. Gli uomini sono ingenui… le donne no. Gli uomini si accontentano… la donna no. Gli uomini si accontentano di ciò che hanno… la donna no. La donna vuole sempre di più. Quando la donna ha una cosa, ne vuole subito un’altra…. Per fortuna che le donne non sono tutte così… Quando troverai la donna giusta… quella è… e quella sarà… qualunque cosa capiti.” Silvano non capiva cosa voleva dire la nonna, ma lo imparò presto. Fortuna volle che a diciannove anni, Silvano si innamorò della sua collega di lavoro, Anna. Svolgere la stessa attività aiuta… Due persone parlano la stessa lingua e affrontano gli stessi problemi. Per Silvano, il matrimonio è stato lo sbocco naturale e i due figli che sono venuti al mondo sono stati la conseguenza logica. Quando nascono figli, la vita comincia a correre all’impazzata. Silvano si è messo a correre con Anna sua moglie. I figli hanno seguito il ritmo dei genitori… Nonna Delfina è passata a miglior vita… ma le sue idee, le “idee della nonna” sono ancora vive e viaggiano nel tempo. (183)
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CALENDARIO DELL'AVVENTO
di Teresa Ramaioli
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO GISY ...
FERRARIO.GISELLA
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CIAO TINA ...
FAUSTINA.SPAGNOL
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ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO PAOLO ...
FRAGGINA
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CIAO PAOLO ...
FRAGGINA
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
182
Silvia
Ci sono idee che aiutano a vivere. Per esempio, l’idea di realizzare un proprio percorso di successo nella vita e nella società. E’ stato così anche per Silvia che molti anni fa iniziò come impiegata amministrativa e, nel corso degli anni ha continuato a progredire fino a raggiungere il massimo consentito. Oggi, Silvia è in pensione, dopo quarant’otto anni di servizio. Qualche lettore dirà che non è possibile… Invece, lo è stato. Silvia ha iniziato a sedici anni. Non aveva ancora ricevuto dalla Scuola l’Attestato di Tecnica Commerciale (il foglio di carta) che un Datore di Lavoro molto lesto la chiamò nel suo ufficio amministrativo. Naturalmente si trattava di iniziare dalla gavetta come si suole dire oggi. E’ stata una gavetta ben ripagata. Il merito è stato anche dell’impiegata che l’ha accolta accanto a sé e l’ha cresciuta. Se la Scuola è importante… la pratica quotidiana, lo spirito individuale, la voglia di fare e di imparare, lo è ancora di più. Quell’impiegata si chiamava Angela… e a quell’epoca si era fatta tutta da sé. Angela raccomandava a Silvia di imparare sempre e di fare i Corsi di Aggiornamento. Nel corso degli anni, i Corsi sono stati tanti… anche tre o quattro all’anno. Silvia non ricorda il numero, ma sono stati tantissimi. Nel corso della vita venne l’amore. Vennero due figli, cresciuti con soddisfazione. La battaglia quotidiana, però, era sempre dietro l’angolo. Certo, non furono tutte “rose e fiori”, ma oggi Silvia può dirsi soddisfatta. L’unico neo, essere rimasta sola in seguito alla morte del marito. Oggi, però, ci sono i nipotini che riempiono tutti gli spazi “vuoti” che la vita ha lasciato. (182)-
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