dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 26/12/2014
26 DICEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 26 dicembre 2014 – Venerdì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
846
Gisella e il numero tre
E’ noto che il numero tre è un numero perfetto. Da qualsiasi punto di vista lo si guardi (storico, artistico, matematico) il “tre” lascia stupiti. Se poi, una persona ha personalmente a che fare con il numero tre … allora ci si può aspettare di tutto. Un anno fa, è stato proprio il problema della Dott. Gisella, quarant’anni, single … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Gisella non aveva nulla di cui lamentarsi ( … non proprio nulla). Per esempio. Gisella era nata il tre marzo … il terzo giorno del terzo mese dell’anno. Il tre di marzo si era laureata e quello stesso giorno (il tre del mese di marzo) aveva ricevuto la lettera di assunzione presso una Agenzia Commerciale a Milano. A Pavia, Gisella abitava in un Palazzo bellissimo in riva al fiume Ticino … al numero tre. A questo punto il lettore si chiederà cosa mancasse alla Dott. Gisella. … l’amore! … l’amore! Quando una donna arriva a quarant’anni e non ha l’amore si sente persa, inutile, incompleta. Un anno fa, Gisella si lamentava con la sua amica e coetanea Dott. Luisa, Psicologa con avviato Studio in Milano. “Luisa, dicono che il numero tre è un numero fortunato e magico. Nella mia vita ho tanti numeri tre da fare un libro … però, non sono soddisfatta. Tu lo sai cosa mi manca. L’uomo. L’amore. Veramente di uomini ne ho avuti due … ma, dopo alcuni anni di convivenza, mi sono accorta che non erano quelli che mi aspettavo …” La Dott. Luisa non era nuova a questi discorsi. Aveva sentito lamentarsi molte donne del loro attuale o passato compagno. Del resto … non esiste l’uomo perfetto (e neppure la donna). Dopo un po’ l’uomo si rivela per quello che è (anche la donna). Ciò che la donna si aspetta, spesso, non c’è … e poi, nella vita, accadono mille cose e come diceva il proverbio “… non sono tutte rose e fiori”. Gisella, però, a quarant’anni credeva ancora nell’amore. Nell’uomo perfetto, nell’uomo-immagine … con il quale passeggiare mano nella mano in Galleria a Milano. Prendere il caffè … gli occhi dentro agli occhi. Oppure fare quattro chiacchiere in estasi … Insomma una cosa un po’ fuori della realtà. Luisa cercò di far ragionare Gisella. “Senti Gisella. Non è per essere pedante, ma tu sei rimasta al primo amore? Al primo bacio? Quello che non si scorda mai? Dovresti renderti conto che la realtà è molto diversa dalle fantasie. Puoi avere nella tua storia personale tutti i tre che vuoi, ma la vita è la vita … Nella vita non siamo sul Palcoscenico della Scala, dove il tenore canta … il soprano gorgheggia” Gisella si sentì punta nel vivo. “Luisa, non fraintendere. So benissimo che la realtà è molto diversa della fantasia … tuttavia, sono convinta che nell’amore bisogna credere ad ogni età … specialmente a quarant’anni … quando pensi di aver capito tutto (o quasi) della vita. E, poi, sognare un amore trascendentale non costa niente … e da sapore alla vita” A questo punto la Dott. Luisa, Psicologa, non aveva più parole. Doveva solo trovare qualche argomento valido per accontentare l’amica … “Gisella, ho appena ricevuto una mail dall’Associazione Amici dei Castelli. Hanno organizzato un viaggio in Francia dal titolo … il Giro dei tre Castelli” All’annuncio di una simile gita, Gisella ebbe un sussulto. Una scossa elettrica. Era proprio ciò che voleva. Luisa voleva dare qualche informazione in più, ma Gisella non l’ha nemmeno lasciata parlare. “Luisa, posso aderire anch’io?” La Psicologa non ha avuto altro tempo. Si è limitata a riempire un modulo con qualche casella. La testa di Gisella era già in ebollizione. Quel numero tre l’affascinava … era come la “voce del Destino”. I giorni prima della partenza erano volati via. Gisella non vedeva l’ora di visitare il primo Castello. Uno di quei Castelli, che in Francia, sono fatti per sognare. La Guida Turistica che accompagnava i gitanti ha lanciato i suoi messaggi. “Se tra i gitanti ci sono persone nate il tre di marzo … si preparino alla sorpresa” Gisella non disse nulla. Il fatto di essere nata il tre marzo lo tenne per sé … Non voleva perdere l’incanto dell’attesa. Nel secondo Castello la Guida Turistica accompagnò i gitanti su per uno scalone di marmo che portava alla Stanza della Luna. L’unica stanza arredata sulla Torre più alta del Castello. Si sa che molti Castelli, in Francia sono stati costruiti per far contento la donna del cuore … la donna di cui il Proprietario si era innamorato. Prima di iniziare la visita del terzo Castello, la Guida Turistica ha raccomandato ai gitanti di fare attenzione ai gradini delle scale. Erano un po’ sconnessi. Inoltre, il Castello aveva una scala lunga 369 gradini che portava alla Stanza dell’Amore. Ed era alquanto dissestata. E’ stato proprio nell’ultimo tratto della scala che Gisella ha preso una lussazione al piede e si è messa ad urlare dal dolore. Tutti i gitanti si sono spaventati. In quell’istante comparve il Proprietario del Castello, il Conte Marcel, uomo raffinato ed affascinante, il quale ha preso tra le braccia Gisella l’ha portata su per la scala direttamente nella Stanza dell’Amore. Il Conte Marcel era anche medico ed ha ordinato subito a Gisella di non muoversi assolutamente. Lì c’era e lì doveva restare. Lo stesso Conte Marcel l’avrebbe curata e assistita per tutto il tempo necessario. Gisella ha capito subito che si trovava in buone mani. Si è lasciata curare. Tra una cura e l’altra il Conte Marcel si è innamorato di Gisella e ha fatto in modo di tenerla sempre con sé. Questo è il racconto 846, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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CORRIERE DEI PICCOLI
di Teresa Ramaioli
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
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Marisa …e il fidanzato immaginario
Ci sono persone che nascono fortunate…ed altre un po’ meno. E’ la legge della vita… Un motivo in più per reagire e darsi da fare. Marisa, venticinque anni, bella presenza, diplomata in ragioneria, bel posto come impiegata in un ufficio commerciale, aveva tutto… meno l’uomo che avrebbe voluto avere. Non è che, l’uomo, l’amico, il fidanzato… fosse indispensabile, ma per una donna è sempre un bel traguardo. Invece, Marisa, non solo ne era senza, ma non ne aveva ancora avuto uno… e nessun ragazzo l’aveva mia cercata. Quando una donna arriva a venticinque anni senza un ragazzo comincia a farsi dei problemi al punto da pensare che abbia subito il “malocchio”. Dopo diverse visite presso alcuni medici per controllare che, dal punto di vista fisico, fosse tutto a posto, Marisa si consigliò con una psicologa. Purtroppo, la visita non sortì alcun effetto… Anzi, fu la psicologa a sfogarsi… Anche lei aveva dei problemi di relazione con gli uomini in generale (che, secondo la psicologa…”non capiscono niente”). Marisa non si scoraggiò. Due anni fa, però, a venticinque anni, decise di fare ulteriori ricerche. Una sua coetanea si sposava. L’aveva invitata al matrimonio in una Chiesa della Lomellina. La Lomellina è una “terra” di tradizioni antiche e lontane nel tempo. Sul territorio, sono rimaste vive tradizioni di tre o quattromila anni fa, quando la Valle del Ticino era un “crocevia” di genti provenienti anche dal nord Europa. Marisa aveva accettato di partecipare al matrimonio dell’amica, ma aveva dovuto presenziarsi sola, e la cosa non le aveva fatto un bell’effetto. La cerimonia si svolgeva in una piccola Chiesa di campagna, poco fuori del paese. C’erano i promessi sposi, il prete e gli invitati. Unica persona estranea era una donna vecchia, malandata, un po’ strabica, vestita in modo dimesso, che chiedeva la carità davanti alla Chiesa. Marisa sentì il bisogno di fare una piccola offerta. Quando si avvicinò con l’euro tra le dita, la vecchia parlò. “L’aspettavo. Sapevo che sarebbe venuta. Ho una comunicazione da farle. Lei “non” ha il fidanzato e lo vorrebbe avere. Ebbene, si comporti come ne avesse uno… Un uomo bellissimo… proprio quello che desidera.” Marisa non riuscì a rispondere. Entrò nella piccola Chiesa con l’intenzione di parlare con la “vecchia” al termine della cerimonia. Al termine della cerimonia, però, la “vecchia” non c’era più. Marisa cominciò a pensarci. In fondo che male c’era immaginare di avere un fidanzato? Era un pensiero positivo. Un desiderio. Marisa si sentì rinascere. Forse, aveva trovato la strada per “vincere”. Ora, sapeva cosa fare. Vestirsi, parlare, atteggiarsi come se l’uomo della sua vita era presente vicino a lei. Il giorno successivo al matrimonio dell’amica, Marisa, entrò nel proprio ufficio con un spirito nuovo. Le colleghe furono le prime ad accorgersi…e, curiose, volevano sapere subito chi era il “fortunato”. Anche i colleghi maschi la guardavano con interesse. L’attenzione era tutta per Marisa la quale si sentì rinascere. Quella stessa sera, tornando a casa dall’Ufficio, inciampò in un sasso e cadde malamente procurandosi un male tremendo. A soccorrerla ci pensò un uomo, un quarantenne che sembrava uscito dalle pagine patinate di una rivista femminile. Proprio l’uomo che aveva immaginato di avere… L’uomo che, da quel momento, non lasciò più. (190)
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LA CHIESA SULL'AUTOSTRADA
di Teresa Ramaioli
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ANTONELLA DI CREMONA
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ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO DELIA ...
RICAMIAMO
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BUON NATALE
di Teresa Ramaioli
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