dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 01/01/2015
1 GENNAIO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 1 gennaio 2015 – Giovedì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
852
Gianfilippo, Aurora e Genia
L’Architetto Gianfilippo non aveva altra scelta … E poi, il cinquantenne si riteneva fortunato. Essere invitato al Ristorante da Aurora, di cui aveva preso una cotta tremenda. In più c’era Genia, sorella gemella di Aurora. Erano gemelle. Si assomigliavano come due gocce d’acqua, ma non potevano essere identiche. Ogni persona ha la sua identità. Il suo fascino. Gianfilippo conosceva benissimo la differenza: la voce. Aurora aveva una voce calda, sensuale, appassionata, come lei stessa non immaginava di avere. Genia, invece, aveva una voce professionale. Un po’ distaccata. Come se non gliene fregasse niente di niente. Ora, invece, i tre era diretti al Ristorante e Aurora guidava la compagnia. Anzi, cominciò a parlare e non la smise più. “Gianfilippo, lo sai perché ti ho fatto incontrare Genia? Perché, ha quarant’anni come me e non ha il fidanzato. E’ libera come l’aria. Anche tu sei libero e sei un bell’uomo, serio e posato. Ebbene, cosa c’è di strano se due persone come voi facessero amicizia e condividessero parte della loro vita?” Gianfilippo ha cercato di parlare. “No. Gianfilippo non ho ancora finito. Un uomo solo è sempre un uomo solo. Si mette in mente un realtà che non esiste. Se ha una sua donna, invece, comincia a mettere i piedi per terra. Lo so per esperienza che gli Architetti sono prima di tutto artisti … quindi portati a volare. La vita, però, è fatta di tanti giorni e avere una compagna è la cosa migliore” A questo punto Genia si mise a ridere. “Aurora, Gianfilippo è un bell’uomo … ma pensavi che un bell’uomo non fossi stata capace di trovarlo?” Aurora fece finta di non aver sentito e tirò dritto per la sua strada. “Genia, io non credo niente. Ma tu hai sempre avuto la testa tra le nuvole. Infatti, ho sempre dovuto ricordarti un sacco di cose. Ora, ti ricordo che il tempo passa … e non puoi rimandare tutto a domani. Gianfilippo è il miglior amico che ho incontrato fino a questo momento. Potrebbe essere, tanto per cominciare, anche amico tuo” Gianfilippo si sentì inorgoglito, ma non parlò. Intanto, il cinquantenne aveva cominciato ad osservare Genia come donna … ed aveva notato un fascino strano … di quelli difficili da decifrare. Aurora, intanto aveva scelto il Ristorante adatto di cui conosceva il Proprietario, il Dott. Callisto, un tipo originale che conosceva le persone come le sue tasche. Aurora fece un cenno a Callisto il quale ha capito subito cosa doveva fare. Nel Ristorante c’erano delle salette riservate a tema. “Parlami d’amore” … “La Luna e tu” … “Forse, ma chissà” era una delle salette più esclusive. Era riservata, a richiesta, alle persone che si incontravano per la prima volta. Proprio il caso di Genia e Gianfilippo. Si dice che a Milano … metà delle decisioni si prendono a tavola. La tavola è il luogo dove le persone sono prese dal cibo. Per coloro che conoscono il cibo … non c’è niente di impossibile e il Dott. Callisto era un “mago del cibo”. Aurora sapeva tutto del Ristorante di Callisto. Del resto Gianfilippo era una persona troppo importante perché Aurora se lo lasciasse sfuggire. Da donna furba e intelligente sapeva che come donna sposata non poteva incasinarsi la vita con un amante … Meglio averlo come cognato … ed una sorella felice (forse) … certamente non sola. La saletta “Forse, ma chissà” era fatta apposta per il primo incontro tra un uomo e una donna che non si erano mai viste … Al resto ci avrebbe pensato il Destino (o Callisto). Infatti, dopo i primi antipasti squisiti Aurora ricevette una telefonata. Si allontanò quanto basta e rispose a voce alta. “Dimmi amore … “ e dopo una breve pausa “Ma certo … ma certo … sarò tra le tue braccia tra due minuti” Gianfilippo e Genia si ritrovarono improvvisamente soli … Soli in una saletta magica … dove ogni tanto compariva un cameriere con una nuova pietanza. Intanto, Gianfilippo e Genia si erano messi a parlare. Gianfilippo parlava delle bellezze di Milano sollecitando l’interesse di Genia. La sorella di Aurora, comprese che aveva a che fare con una persona originale, interessante … forse un po’ timida con le donne. Un uomo che aveva bisogno di essere conquistato, affascinato, sedotto … Una magia che solo poche danne conoscono. Nella saletta funzionava un impianto Wi-Fi con un’infinità di proposte musicali. Complice il vino speciale proposto dal Dott. Callisto, Genia sentì il bisogno di sgranchirsi le gambe … ballare. Anzi, un ballo sensuale: il tango. Anche Gianfilippo era un patito del tango. E’ stato come mettere il fuoco accanto alla paglia. Un incendio. I due hanno trovato il loro comune terreno. Gianfilppo si lanciò in una di quelle performance superlative da lasciare a bocca aperta. Anche Genia si sentì all’altezza. Anzi, Gianfilippo cominciò a sbirciare nella generosa scollatura che evidenziava i seni stupendi della sorella di Aurora. Per il cinquantenne i seni erano tutto. Se quelli Aurora li aveva solo immaginati … ora, con Genia, poteva sperare in qualcosa in più. Anzi, ci pensò Genia a farlo impazzire. Ogni tango era una sorpresa … Gianfilippo cercava di darsi un contegno, ma un uomo è un uomo … e sotto quell’aspetto, molto sensibile. Così guarda lì, guarda là, il cinquantenne si è arreso. “Genia, se continui così … finirò “cotto e mangiato” Era quello che Genia aspettava. Le sue carnose labbra si incollarono su quelle di Gianfilippo e non si staccarono più. Il Ristorante di Callisto era parte di un Albergo. Dalla saletta magica “Forse, ma chissà” Genia e Gianfilippo passarono ad una delle più belle stanze dell’Albego al dodicesimo piano. Una vista meravigliosa di Milano …. Ma non era quello che interessava il cinquantenne. La meraviglia l’aveva accanto a sé. Si chiamava Genia. Questo è il racconto 852, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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CURIOSITA'
di Teresa Ramaioli
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STEFANO BROCCA DI PAVIA
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
197
Vivere di ricordi o di rimpianti?
Anacleto e le amiche
Che cos’è il rimpianto? Il Dizionario della lingua italiana dice chiaramente: “Ricordo profondamente rammaricato di ciò che irrimediabilmente s’è perduto ed è scomparso”. E che cos’è che si “perde e scompare per sempre”? Il tempo! Il tempo a nostra disposizione. Quello che abbiamo davanti al mattino quando ci svegliamo. Quando apriamo le imposte della camera ed il sole appare all’orizzonte… Da quel momento, siamo noi, gli autori della scelta, e i protagonisti o meno del “rimpianto”. Vivere o non vivere il giorno che ci sta davanti? Qualche giorno fa, sotto i portici dell’Università di Pavia, la Prof.ssa Gloria, cinquantadue anni ben portati si confidava con la sua amica da lunga data Prof.ssa Venus, ottantenne ormai in pensione, ma dalla mente attiva. Gloria era un po’ giù di squadra. “Non sono più convinta che inseguire sogni sia una buona idea. Da quando ho iniziato a studiare non ho più smesso. Dopo un esame… un altro esame. Dopo una prova un’altra prova… Mettendo sempre davanti l’obiettivo da raggiungere…ai miei problemi personali. A cinquantadue anni, dopo alcuni traguardi conseguiti e molte rinunce sono qui a chiedermi. Ho fatto bene? Ho fatto male? E se avessi studiato di meno ….e amato di più?” L’ottantenne Prof.ssa Venus, una vita per gli studi, nubile per scelta (o forse, no) non ci ha visto più. “Non dirlo a me. A distanza di tempo e dopo un’attenta riflessione, posso dirti che nella vita si prendono troppi abbagli. Io ho preso i miei. In casa mia mi incitavano a studiare e a dedicarmi agli studi perché ero portata. Così, ho rinunciato a tutto (compreso la famiglia) per inseguire un sogno. Ho posto negli studi “la ricerca della felicità”… E questo è stato l’abbaglio. L’abbaglio è passato e la felicità non è stata raggiunta. Ho fatto come i cavalli. Mi sono messa da sola “il paraocchi”. Ho rinunciato a vedere la vita a trecentosessanta gradi. Quando vedo le giovani mamme che portano i propri bambini a scuola mi chiedo. E se, alla loro età, avessi snobbato gli studi e mi fossi fatto una famiglia? Avuto dei figli” In quell’istante, sotto i portici dell’Università di Pavia, accanto alle due amiche, passava il Prof. Anacleto, che aveva appena pubblicato un libro dal titolo “Alla ricerca della felicità”. Gloria non resistette. “Anacleto, abbiamo bisogno di te.” Anacleto era in attesa di qualche interlocutore che parlasse bene del suo libro. “Posso essere utile?” –“Certo!” rispose Gloria. “Anacleto, che cos’è la felicità?” L’Autore del libro appena pubblicato si sentì inorgoglito. Un esperto. Si sentì l’unica persona al mondo in grado di rispondere alla domanda. “La felicità non è nelle passate cose… neppure in quelle che verranno. La felicità è il modo di sentirsi appagati… adesso…nell’istante stesso in cui ci si pone la domanda. Felicità è… come un bacio… un’apostrofe rosa tra le parole t’amo.” Gloria e Anacleto, senza accorgersi, avevano scoperto la nuova “frontiera”… Venus, la Professoressa ottantenne, capì che era di troppo… e tolse il disturbo. (197°)-
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LA CAFFETTERIA
di Teresa Ramaioli
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FAUSTINA SPAGNOL
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PAPERINOPA 1976
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31 DICEMBRE 2014
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 31 dicembre 2014 – Mercoledì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
851
Gianfilippo e Aurora
Un anno fa, l’Architetto Gianfilippo, cinquant’anni, single, si era pentito di aver detto no ai tre Colleghi che avevano prenotato una vacanza sulla Costa Azzurra. Aveva del lavoro arretrato e voleva tirarsi a pari. Si sa, però, che quando la testa non è a posto il lavoro non corre, non fila. Anzi, è tutto … un fare e disfare … senza concludere nulla. Ogni tanto Gianfilippo guardava fuori dalla finestra del suo Studio di Architettura al decimo piano di un Palazzo in Milano e vedeva la città svuotarsi. Sembrava che tutti avessero fretta di uscire dalla città … andare al mare o ai monti. D’altro canto i tre Colleghi, Giansiro, Claudio e Pierangelo, glielo avevano detto. “Gianfilippo non ti illudere. Si lavora quando c’è il clima adatto. Quando tutti lavorano … altrimenti è meglio prendersi una pausa e fuggire come facciamo noi … sulla Costa Azzurra” Giansiro, Claudio e Pierangelo erano tre single come Gianfilippo. Sulla Costa Azzurra andavano alla ricerca dell’anima gemella. Mentre Gianfilippo, negli ultimi mesi, aveva preso una cotta solenne per la sua Collega Aurora, quarant’anni, bellissima. Unico problema. Aurora era sposata. Ogni tanto Gianfilippo e Aurora si incontravano al Bar in Galleria. Mai un discorso diverso da quelli strettamente legati alla professione … eppure. Gianfilippo vedeva in Aurora la donna ideale. Quando un single prende una cotta per una donna sposata finisce per perdere la ragione. D’altro canto il cinquantenne era sempre stato timido con le donne. Mai e poi mai si sarebbe permesso di fare della avances con Aurora. Negli ultimi tempi, però, anche Aurora cercava ogni occasione per parlare con Gianfilippo. Lo scambio di lavori tra Colleghi è più che normale. Aurora cercava l’occasione giusta per trovare un lavoro comune per entrambi. Un lavoro in cui tutti e due erano impegnati sullo stesso obbiettivo. Ecco, perché Gianfilippo aveva detto di no a Giansiro, Claudio e Pierangelo. Perché, Aurora – a suo dire – non si sarebbe mossa da Milano. Infatti, era in parola con un Costruttore il quale aveva alcune proposte di lavoro. Risultato. Gianfilippo si era inventato che doveva sistemare del lavoro arretrato, ma non era vero. Il cinquantenne Architetto, aveva la testa nel pallone … e il suo più grande sforzo era quello di recarsi alla finestra del suo Studio … guardare la piazza sottostante … e vedere le persone che si affrettavano a lasciare la città. Gianfilippo avrebbe voluto accampare una scusa e telefonare ad Aurora … ma perché? Come si sarebbe giustificato? E se avesse risposto suo marito? Che figura avrebbe fatto? Meglio non fare imprudenze. Dopo alcune ore che Gianfilippo si rodeva il fegato nel suo Studio … ebbe una illuminazione. Sentì il desiderio di andare a prendere un caffè in Galleria. Era il suo luogo preferito … e poi, in Galleria c’è sempre gente. Quando non c’è nessuno … ci sono frotte di Giapponesi che si affollano intorno al toro al centro della Galleria. I Giapponesi hanno una predilezione per toro. O meglio, hanno una passione “a schiacciare con il tallone del piede sinistro le palle del toro” al punto che lì si è formato un buco nel pavimento. Ora, però, Gianfilippo aveva deciso. Doveva scaricare la tensione che si era accumulata nel suo cervello e un caffè in Galleria era il toccasana di tutti i mali. Quattro passi per Milano, poi, sono tutta salute. Gianfilippo non si accorse neppure di andare così in fretta. In Galleria non aveva alcun appuntamento. Avrebbe potuto andare anche adagio, come fanno i pensionati che devono ingannare il tempo. Questo volta Gianfilippo aveva fretta. In brevissimo tempo, il cinquantenne entrò nel Bar e rimase di stucco. C’era la sua Collega Aurora seduta al tavolino. Sembrava che i due avessero un appuntamento … Che si fossero telefonati per trovarsi lì, in quel punto, a quell’ora. Gianfilippo arrossì. L’incontro era nei suoi desideri. Il volto di Aurora invece era allegro. Sorrideva soddisfatta. “Gianfilippo sono contento di vederti. Si vede che noi due siamo telepatici. Ci comunichiamo per telepatia. Avevo proprio bisogno di te. Devo presentarti una persona … “ Gianfilippo non sapeva cosa rispondere. Era la prima volta che Aurora voleva presentarle una persona. In quell’istante accanto ad Aurora prese posto un'altra donna, perfettamente identica ad Aurora. “Gianfilippo, ecco la persona che volevo presentarti. Mia sorella gemella Genia. E’ Architetto ed ha lo Studio di Architettura a Roma …” Gianfilippo cominciò a sorridere. Ora, sapeva cosa dire. Poteva fare i complimenti a Genia … mentre avrebbe voluto farli ad Aurora. Guardava Genia … ed avrebbe voluto guardare Aurora. Insomma, Gianfilippo aveva la testa più incasinata che mai. Per fortuna che Aurora ha avuto una geniale idea. “Gianfilppo perché non andiamo al Ristorante tutti e tre. Così ti spiego cosa ho in mente” Quando un donna sposata comincia a fare simili discorsi non si sa mai dove vanno a finire. Gianfilippo ornai era nella rete. Un pesce quando è nella rete ha due possibilità … o fuggire … oppure abbandonarsi al Destino. Gianfilippo cercò di capire in quale inghippo si trovasse … Ed i lettori di questo Blog dovranno aspettare domani per sapere il seguito del racconto. Questo è il racconto 851, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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