dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 03/01/2015
3 GENNAIO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 3 gennaio 2015 – Sabato - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
854
(foto di Cremona da Wikipedia)
Goffredo e la Maga di Cremona
L’Architetto Goffredo ha sempre avuto una fortuna sfacciata con le donne. Un anno fa, però, si accorse che la fortuna era finita. La Fortuna (con la F maiuscola) le aveva voltato le spalle. Cosa fare? L’Architetto Goffredo era un bell’uomo. Un cinquantenne sprint. Uno di quelli che non si arrendono mai. Ci pensò qualche giorno, poi decise di parlarne con il suo amico, coetaneo e collega Federico il quale, invece, era sulla cresta dell’onda (con le donne). “Federico … non riesco più ad agganciare una donna. Prima bastava che chiedessi ad una fanciulla “Andiamo sulla Costa Azzurra?” e la risposta affermativa arrivava prima che avessi terminato la domanda. Ora, invece … una ha il mal di testa … l’altra aspetta sua sorella. Sono negli affanni. Non mi riconosco più. Penso di aver perduto il mio sex appeal … Tu cosa dici?” L’Architetto Federico era un tipo ottimista. Vedeva sempre il bicchiere mezzo pieno. “Goffredo, sarà una tua impressione … Fai una bella dormita e vedrai che tutto passa … e ti ritrovi più nuovo di prima” Goffredo ci dormì, ma nella notte ebbe un incubo. Dopo essersi addormentato a fatica … nel sogno, vide la Zia Clementina, sorella di sua nonna Rachele, la quale lo apostrofò di brutto. “Goffredo, hai cinquant’anni. E’ ora e tempo che metti la testa a posto. Io e tua nonna aspettiamo di vederti sposato e con un bel nipotino …” Alla parola sposato il cinquantenne si svegliò di soprassalto. Si trovò tutto sudato come se avesse fatto chissà quale sforzo. Il resto della notte la passò contando le pecore. Effettivamente era anche quello che gli raccomandava sua madre Ersilia. “Goffredo, adesso hai fatto il giovanotto fin troppo. Hai cinquant’anni. E’ ora che metti la testa a posto e pensi ad un erede …” A quel punto il discorso si interrompeva bruscamente. In effetti, Goffredo, aveva si cinquant’anni, ma pensava di averne trenta … e di essere un galletto impenitente. Parlò del sogno all’amico Federico il quale disse la sua. “Goffredo, pensavo di essere il solo a subire la predica quotidiana … Vedo che sono in buona compagnia. Anzi, mia mamma, insiste perché vada dalla Maga di Cremona … la sola capace di risolvere il mio problema. Per far contenta mai madre ho cercato la Maga, ma non l’ho ancora trovata …” Goffredo non rispose. Il nome Maga di Cremona, però, gli era rimasto impresso nella mente. Oggi, ci sono esperti in tutte le materie, ma le Maghe sono sempre in voga anche perché sono rimaste poche. Senza dare nell’occhio, Goffredo ha fatto un rapida ricerca su Internet. Della Maga di Cremona neanche l’ombra. Si ricordò allora che, da un anno, nel suo Studio di Architettura di Milano, aveva assunto un nuovo Architetto. Antonella di Cremona … trent’anni, bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Goffredo con Antonella aveva sempre mantenuto un corretto rapporto per il timore di sollevare la gelosia degli altri Architetti dello Studio. Ora, però, aveva bisogno di conoscere la Maga di Cremona e Antonella poteva essere di grande aiuto. Con molta discrezione Goffredo chiese alla trentenne se era possibile conoscere la Maga di Cremona. Antonella, oltre che bellissima … era anche furbissima. Aveva capito subito che Goffredo era in crisi … e che il vero problema del cinquantenne era la donna … la donna in grado di fargli perdere il ben dell’intelletto. Aderì alla richiesta. “Architetto Goffredo so come trovare la Maga di Cremona. Quand’ero all’Università ho condotto delle ricerche sugli antichi usi e costumi di Cremona. Nel corso della ricerca ho incontrato proprio la Maga. Spero di avere ancora il suo indirizzo” Per Goffredo è stato un sollievo. Alcuni giorni dopo Antonella arrivò nello Studio di Architettura di Milano con un foglietto con scritto un numero di telefono. “Ecco, Architetto Goffredo, la Maga di Cremona mi ha dato questo numero di cellulare … Può contattarla quando vuole” Goffredo ringraziò. Appena solo chiamò la Maga . Rispose una voce gentilissima di donna avanti negli anni … Dopo aver ascoltato i problemi del cinquantenne sentenziò “Architetto Goffredo il suo caso è molto particolare. Purtroppo devo vederla per parlarle a quattrocchi. In questo momento mi trovo sulla Costa Azzurra. Se vuole vedermi si faccia accompagnare dall’Architetto Antonella. Lei sa dove trovarmi” Per Goffredo è stato un sollievo. Ora poteva parlare direttamente con la Maga. Chiese ad Antonella se era disposta ad accompagnarlo sulla Costa Azzurra dalla Maga di Cremona. La trentenne accettò a condizione che fosse lei stessa a guidare l’automobile. Per Goffredo è stato un piacere. Non amava molto guidare. Antonella, invece, aveva fatto il corso di pilota di formula uno. Non solo conosceva la Costa Azzurra come le sue tasche. Per Goffredo è stata una vacanza da sogno. I più bei Alberghi. I migliori Ristoranti. Goffredo doveva solo esprimere un desiderio ed era subito soddisfatto. Antonella sembrava la “fata turchina” che esaudiva ogni desiderio. Goffredo comprese che non poter più fare a meno di Antonella della quale si stava innamorando pazzamente. Alla fine sbottò. “Antonella non capisco più niente. Mi sono innamorato di te … “ Antonella accarezzò il viso di Goffredo e accennò ad una domanda. “Ma, non eravamo venuti sulla Costa Azzurra per incontrare la Maga di Cremona?” Goffredo, ormai fuso, cercò di rispondere. “Forse, la Maga che stavo cercando sei tu” Antonella baciò Goffredo … come il cinquantenne non avrebbe mai immaginato. Questo è il racconto 854, scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per… il piacere di chi scrive… e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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CIBI FATTI IN CASA
di Teresa Ramaioli
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CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI MILANO
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LADYAMIRA1
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CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI MILANO
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI MILANO
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(foto di Vigevano da Wikipedia)
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
202
Giansiro e il momento fortunato
Era la terza volta che l’Architetto Giansiro presentava un progetto per la sistemazione di un grande salone in un antico Palazzo di Vigevano. Le prime due volte erano state un fallimento… No, no… non un vero fallimento, ma … correggi qua, correggi là, il progetto era stato tutto da rifare. Ora, per la terza volta, l’Architetto Giansiro era a Vigevano… un po’ deluso, fermo vicino alla Statua di San Giovanni Nepomuceno, nella bellissima Piazza Ducale, in attesa dell’ora dell’appuntamento. Si guardava intorno come per cercare di indovinare “a quale Santo poteva affidarsi”… In Piazza Ducale a Vigevano c’è, appunto, la Statua di San Giovanni Nepomuceno (il Santo che è stato gettato nel fiume Moldava dal Ponte Carlo a Praga e fatto annegare). Giansiro guardò la Statua e gli venne spontaneo un pensiero. “Mio caro, Giovanni, nella vita ci vuole sempre un po’ di fortuna … altrimenti, si lavora, si lavora tanto, ma si conclude poco. Per non finire, magari, come hai fatto tu, annegato nel fiume Moldava.” Dopo tale sospiro, Giansiro si sentì un po’ meglio. Per completare l’opera fece un lento giro sotto i portici di una delle Piazze più belle e famose d’Italia. Dopo lo sfogo, sentì che qualcosa era cambiato. Si sentì sereno, rilassato, quasi ottimista. Una di quelle sensazioni strane che sembrano giungere da chissà dove. Il telefonino dell’Architetto squillò. Dalla voce della Proprietaria del Salone, Giansiro capì che qualcosa era cambiato. La Signora Nice (quello era il nome) aveva un piacevole tono di voce, quasi confidenziale. Cosa poteva essere successo? L’Architetto raggiunse il più rapidamente possibile il luogo dell’appuntamento. Il “clima”, rispetto all’ultima volta, era totalmente cambiato.. La Signora Nice, da burbera che era sempre stata, aveva un bel viso disteso, quasi sorridente. “Allora, Architetto, cosa ci presenta, oggi, di bello?” In quell’istante nel grande Salone si affacciò una bellissima figura di donna che più affascinante non poteva essere. La Signora Nice prese la palla al balzo. “Architetto Giansiro, le presento mia nipote Evelina, figlia di mia sorella. Si è laureata in Architettura e vorrebbe fare il suo stesso lavoro. Cosa ne dice di assumerla nel suo Studio? Sicuramente, la “mia” piccola, avrà molto da imparare da un professionista di grande reputazione come Lei.” L’Architetto Giansiro, cominciò ad andare in confusione. Da una parte ascoltava la Signora Nice per via del progetto. Dall’altra non riusciva a togliere gli occhi dalla bellissima, affascinante Evelina. Si rendeva conto (per esperienze passate) che stava per prendere un “improvviso colpo di sole”. Cercava di ragionare e mantenere il controllo dei nervi. Si rendeva conto, inoltre, di avere cinquant’anni. Di avere sempre resistito alle “lusinghe femminili” che finivano per declinare una sola parola: matrimonio. Tuttavia, il fascino di Evelina era indiscusso ed irresistibile… Giansiro pensò, che se proprio doveva “morire d’amore” … quelle braccia, erano il luogo migliore. La Signora Nice, da navigata donna della società bene, si era resa subito conto che l’impenitente scapolo cinquantenne aveva avuto “un colpo”. Rincarò la dose. “Architetto Giansiro, volevo dirle che, la mia Evelina, compie oggi ventotto anni. Ha avuto, come regalo di compleanno, dallo zio Filippo che si trova in America, un antico Palazzo a Genova. Tale Palazzo ha parecchi Saloni che meritano un adeguato restauro. Evelina è rimasta affascinata dai suoi progetti e vorrebbe affidarle la sistemazione dell’intero Palazzo.” Per poco, Giansiro non svenne. Si ricordò allora di aver parlato (col pensiero) con San Giovanni Nepomuceno in Piazza Ducale… il quale sicuramente doveva averci messo lo “zampino” A Praga, infatti, sul Ponte Carlo, c’è una targa marmorea che ricorda il punto in cui il Santo è stato gettato nel fiume Moldava e fatto annegare. I turisti non dimenticano mai di toccarla più volte … perché, toccandola, la “fortuna” è assicurata per almeno dieci anni. (202)
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LEONARDO DA VINCI
di Teresa Ramaioli
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ALDO ...
ALDOGIORNOA64
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