dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 25/01/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
227
La “ricetta” del Dott. Tommaso
Il sole fa bene alla salute fisica e mentale. I primi giorni di sole, dopo l’inverno, aiutano a ritrovare sé stessi e la vita. Con il sole la vita sembra un’altra cosa. In alcune persone, il sole, fa esplodere la gioia e la voglia di vivere. In altre, provoca un “effetto contrario”. Veramente non è il sole ha provocare “l’effetto contrario”. La provocazione dipende dalle brutte notizie della TV, dei media e le situazioni di disagio sociale. L’anno scorso, a Valentina, una bella ragazza trentenne è capitato un fatto emblematico. Una mattina si è svegliata con un cerchione alla testa. Ha pensato bene di andare subito dal suo Medico di Famiglia, il Dott. Tommaso. Valentina non era una di quelle persone che aspettava che un “disturbo” diventasse un’ossessione. Il Dott. Tommaso, appena l’ha vista nel suo ambulatorio l’ha accolta con un ampio sorriso. “Come mai da queste parti? E’ dalla primavera scorsa che non ti vedo. Cosa posso fare per te?” Valentina si sentì a suo agio. Parlò del suo “cerchione alla testa”. Il Dottore fece una smorfia. “Valentina hai il moroso?” La ragazza si aspettava la domanda. “No, Dottore. E dopo la brutta esperienza dello scorso anno, non voglio sentirne parlare…” Il Dott. Tommaso, fece finta di sfogliare delle ricette per cercare cose… che non cercava affatto. “Eppure, cara Valentina. Una donna come te, della tua età, deve avere il suo uomo. Meglio fare qualche litigata per cose da nulla che sfogliare i petali delle margherite… senza combinare niente.” A Valentina la chiacchierata andava a meraviglia. Il cerchione alla testa stava passando. “Allora, Dottore, non mi scrive la ricetta per qualche pastiglia?” Il Dott. Tommaso era restio a prescrivere medicine che riteneva superflue. Preferiva ragionare, capire le ragioni di certi malesseri. “Vedi, Valentina. Io potrei anche consigliarti qualche pastiglia, tanto per farti contenta, ma non è nel mio stile. Tu sei una bella ragazza, sana, piena di vita. La primavera, a volte, su alcune persone, provoca delle temporanee depressioni. Alcuni medici lo chiamano cambio di stagione. Per me è la primavera che vuole la sua parte. A primavera la vita rinasce. E’ il momento di uscire di casa, di parlare con le persone, di allacciare o riallacciare dei buoni rapporti. Posso darti un suggerimento?” – Valentina mosse la testa, come dire… “Se proprio vuole.” Il Dott. Tommaso, prese una cartolina che teneva sulla scrivania. “Questa cartolina ritrae Lisbona, la Capitale più atlantica dell’Europa. L’ho ricevuta, ieri, da un mio ex-compagno di Università, il Dott. Antonio Maria, una Personalità che vive e lavora, ormai da anni, in quella bellissima città. Valentina, metti la mano su questa cartolina… “potrebbe essere un modo” per esprimere il desiderio di un viaggio o dell’incontro più bello della tua vita. Me lo ha insegnato “uno stregone africano” lo scorso anno a Malindi (Kenya).” Valentina pose la mano sulla cartolina …tanto per far contento il Dott. Tommaso. Valentina era impiegata presso un’importante Società di Milano. Quella stesso giorno venne chiamata al telefonino dal suo Capo Ufficio. Ordine. “Rientrare subito a Milano e partire subito per Lisbona, con la Delegazione del Direttore Generale della Società per un indifferibile incontro con il Dott. Antonio Maria.” (227)-
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LA CERNIERA LAMPO
di Teresa Ramaioli
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CIAO ANTONELLA ...
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PENSIERI SPARSI DEL 25 GENNAIO 2015
“L’amore è un mistero …
ecco perché è giusto
conoscere i misteri dell’amore”
Dino
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24 GENNAIO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 24 gennaio 2015 – Sabato - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
875
Edvige e l’isola del Fauno
Chi è quella persona che a cinquant’anni non ha dei bei ricordi da ricordare? Tantissimi. Tutti. Chi è quella persona che a cinquant’anni non vorrebbe riviverli … almeno una volta? Tantissimi. Tutti. Un anno fa, tra coloro che avrebbero voluto rivivere il suo più bel ricordo c’era la Dott. Edvige, cinquant’anni, single, bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo, Dirigente di una Agenzia Commerciale di Milano, abitante a Pavia. La Dott. Edvige, ne parlò con la sua coetanea e amica del cuore, Dott. Dorina, Ricercatrice delle antiche tradizioni pavesi presso un’Università milanese. A dire la verità, la Dott. Dorina non era solo Ricercatrice. Era un po’ eccentrica, fantasiosa … e alle ricerche aggiungeva molto di suo. Edvige aveva cercato di essere chiara. “Dorina … chissà cosa pagherei per rivivere il mio più bel ricordo con Federico. Allora, avevo vent’anni e lui ventidue … Un giorno di maggio ci eravamo addentrati in un’isola del Ticino poco a monte di Pavia. L’Isola del Fauno. Purtroppo, ora, Federico si trova a New York, in America … A me, però, quel ricordo è rimasto piantato in testa” La Dott. Dorina assunse un aspetto cattedratico ( … solo per darsi un po’ di arie). Trovò l’argomento di piacevole gradimento e parlò. “Edvige … con lo sviluppo degli studi attuali, non è più un problema. Basta volere …” Edvige si meravigliò. “Cosa dici? Lo credi possibile?” Dorina in forza della sua Autorità e dei suoi studi continuò. “Certo! Basta volere … e osservare alcune regole. Edvige, tu ti vesti com’eri a vent’anni. Porti con te un oggetto di quel giorno (un fiore appassito, un anello avuto in regalo). Vai sul luogo dove è avvenuto il fatto … ed il gioco è fatto” Edvige fece suo il suggerimento giunto “dall’Autorità” rappresentata dall’amica Dorina. La cinquantenne si ricordò di quando aveva vent’anni ed era innamorata pazza di Federico suo splendido fidanzatino con il quale filava alla grande. Allora, erano sempre insieme. Appena potevano prendevano la barca a Pavia. Risalivano il fiume verso Torre D’Isola e si fermavano “all’Isola del Fauno” … Sembrava un cespuglio verde in mezzo al fiume. Un inestricabile vegetazione di rami, rametti che impedivano a chiunque di accedervi. Era proprio il posto ideale degli amanti per appartarsi e fare all’amore … lontano da occhi indiscreti … per dare corpo alle loro fantasie. Per Edvige e Federico era un gioco raggiungere l’Isola del Fauno. Attraccare la barca. Legarla al tronco di una delle tante piante … e raggiungere il centro dell’isola. In quel luogo c’era uno spiazzo libero coperto da un manto di viole e mughetti. Racconta la leggenda che, millenni prima, in quel punto c’era “l’Ara del Fauno” un’antica Divinità dei boschi … appunto Fauno, che se ne andava in giro nudo con un semplice straccio legato all’altezza dell’inguine. Si racconta anche che proprio in quel punto il Dio Fauno si mostrava in persona … a coloro che desideravano fare quattro chiacchiere. Un giorno di maggio di un anno fa, la Dott. Edvige, cinquantenne bellissima, su suggerimento dell’amica Dorina, tutta sola si avventurò sull’Isola del Fauno … per rivivere uno dei suoi più bei ricordi. Fece esattamente come quando aveva a vent’anni … Prese la barca a Pavia. Risalì la corrente del fiume. Attraccò all’Isola del Fauno. Legò la barca ad una delle tante piante … e si avventurò al centro dell’Isola. C’era ancora lo spiazzo erboso costellato di viole e mughetti … Tutto, però, era silenzio. Anche il cinguettio dei passeri era assente … Edvige provò una brutta sensazione … come qualcosa di passato … qualcosa che non torna più. A quel punto, un po’ delusa e disperata, Edvige sospirò … “Fauno, se ci sei, fatti vedere” Non l’avesse mai detto. In quell’istante il Dio Fauno si presentò. “Edvige, eccomi qua. Mi hai chiamato?” La cinquantenne non era il tipo da tenere la bocca chiusa. Notò che il Dio Fauno era un tipo bizzarro con due cornini sulla testa … nudo … ed uno straccio all’altezza dell’inguine … Edvige parlò “Fauno, tu lo sai perché sono qui. Vorrei rivivere il mio più bel ricordo con Federico quand’io avevo vent’anni e lui ventidue …” Il Dio Fauno non si scompose. “Edvige, non c’è problema. Sono un Dio … mica un modesto umano. Sono qui per questo. Ogni tuo desiderio è un ordine” Fauno si trasformò immediatamente in Federico quando aveva ventidue anni ed era bellissimo. Anche Edvige si guardò e si vide nuda … bellissima come quando a vent’anni aveva vissuto uno dei suoi più bei ricordi con Federico. Come per incanto tutto ritornò come allora … Edvige e Federico riprovarono le stesse emozioni e sensazioni. Si baciarono lungamente sopra un manto di viole e mughetti mentre tutti gli uccellini dell’Isola si riunirono per il concerto del Fauno. Dopo alcuni giorni. Edvige e Dorina si incontrarono in piazza della Vittoria a Pavia. Inevitabile la domanda. “Allora, Edvige … come è andata la tua avventura sull’Isola del Fauno?” Edvige aveva ancora negli occhi lucenti il magico momento vissuto “Dorina, meglio di così non poteva andare … E’ proprio vero …. Sono le idee pazze che fanno girare il Mondo … Conoscendo, però, il meccanismo … ora, posso a farlo ogni volta che lo desidero. L’Isola del Fauno è sempre là … che mi aspetta” - Questo è il racconto 875 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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PAVIA
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 24/01/15 alle 12:30 via WEB Il Borgo Ticino di Pavia -In fondo a Strada Nuova, superato il Ponte Coperto, si può ammirare il caratteristico quartiere del Borgo Ticino. Detto semplicemente il “Borgo” dei pavesi, è l’espansione meridionale oltre il fiume della città e ha mantenuto nei secoli l’aspetto di villaggio di pescatori e renaioli. I bombardamenti dell’ultimo conflitto che si abbatterono sul ponte demolirono anche gli edifici immediatamente adiacenti ad esso. Le pittoresche case del borgo, specialmente quelle poste sulla riva del fiume, sono frequentemente invase dalle acque, come ricorda la lapide posta sulla facciata della chiesa di Santa Maria in Betlem in via dei Mille, su cui sono riportati i livelli delle piene più rovinose. Il nome esotico della parrocchia richiama il passaggio dei pellegrini medievali diretti in Terrasanta che a Pavia si imbarcavano lungo il Ticino e il Po alla volta di Venezia. Fondata verso la fine del XIII sec. su una preesistente chiesa carolingia, nonostante le modifiche e i restauri, conserva soprattutto nella facciata le caratteristiche originarie del romanico pavese: sagoma a capanna, tripartita e coronata da arcatelle, portale a tutto sesto e inserti decorativi di arenaria. Sul fianco della chiesa è il portico cinquecentesco dell’ospedale, eretto alla fine dell’XI sec. e intitolato a S. Antonio, che nel 1808 venne soppresso e alienato. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli |
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ANTONELLA DI CREMONA
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MENEGI53
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