Messaggi del 27/01/2015

EMANUELA racconto (229) di Dino Secondo Barili

Post n°17645 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

…a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere,

sono frutto di fantasia,

pertanto non hanno  nulla a che vedere

con persone reali o fatti realmente avvenuti)

229

Emanuela e il mare di Bordighera

Emanuela aveva bisogno di cambiare aria. Ad ogni inizio primavera era sempre stato così. Il lungo inverno lasciava il segno. Emanuela, sessant’anni, sentiva il peso della vita dell’Ufficio. Il suo Principale, il Dott. Manfredo, conosceva il desiderio della sua impiegata (principale collaboratrice) e non metteva ostacoli. Lo scorso anno, però, anche il Dott. Manfredo, coetaneo di Emanuela, era in crisi. Era rimasto vedovo e aveva perso quel suo smalto nel lavoro che lo distingueva dai Colleghi della sua età. Quando Emanuela avanzò il desiderio di cambiare aria, il dott. Manfredo cercò di essere schietto e sincero. “Emanuela, non è che io voglia vietarti di andare a passare qualche giorno a Bordighera … Il fatto è che non sono troppo in forma neppure io. Ho bisogno della tua esperienza per non perdere il controllo delle attività dell’Ufficio. Non ho bisogno di spiegarti molte cose. Ogni persona ha i suoi guai.” Emanuela capì al volo come stavano le cose. Eppure, c’era qualcosa che la disturbava. In Ufficio aveva assistito a delle “manovre” non troppo chiare. Per esempio. La Dott. Michela, dirigente di una Agenzia commerciale, che per molti anni era stata “una grande rompiscatole”, improvvisamente, era diventata mansueta come un agnello. Quando telefonava, e telefonava più volte al giorno per le più assurde banalità, voleva sempre parlare con il Dott. Manfredo. La Dottoressa inventava i “casi” più strampalati per passare quarti d’ora al telefono. Ad Emanuela, la cosa non andava ne per il diritto e neppure il rovescio. Non era gelosa… ma in tutta la sua vita, aveva visto solo il Dott. Manfredo, uomo corretto, perfetto e brillante. Ora, che il suo Principale era rimasto vedovo, allo stato libero, lei, Emanuela, ci stava facendo un pensierino. Lei si riteneva la donna giusta …e non la Dott. Michela! Qualche giorno di vacanza a Bordighera, tuttavia, avrebbe chiarito le idee ad Emanuela …ed anche al suo Principale. Il Dott. Manfredo, aveva capito le “manovre” della Dott. Michela. Quel suo “fare” diventato improvvisamente mieloso. Fino a non molto tempo prima, la Dottoressa, quarant’anni, bellissima donna, era una donna superba. “Guardatemi …e non toccatemi. (anzi, non rivolgetemi neppure lo sguardo)”. Ora, invece, tutto era cambiato. Il Dott. Manfredo aveva “sentito dire” che la Dott. Michela era stata “piantata” dal Conte della Valle dei Riccioli d’Oro. Ora, libera, aveva rivolto gli occhi sul Principale di Emanuela. Le telefonate erano diventate un’ossessione. Una notte il Dott. Manfredo ebbe un sogno…sconvolgente. Aveva sognato di essere a Bordighera. Era in auto con la sua impiegata Emanuela. Una vigilessa aveva fatto segno di fermarsi per una infrazione al Codice della Strada. Nel sogno, la vigilessa era la Dott. Michela, la quale, dopo una violenta ramanzina ai due, multò sia il Dott. Manfredo, sia Emanuela … perché viaggiavano sulla stessa automobile.” La reazione dei due si era trasformata in una zuffa incredibile… sedata da alcuni passanti. Dopo quel sogno (ammonitore?), il Dott. Manfredo non volle più ricevere telefonate dalla Dott. Michela …e parti, con la sua impiegata Emanuela, per qualche giorno di vacanza al mare. (229)

 
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LA PIAZZA DUCALE DI VIGEVANO (PAVIA) di Teresa Ramaioli

Post n°17644 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da dinobarili
 

LA PIAZZA DUCALE DI VIGEVANO (PAVIA) 

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 26/01/15 alle 12:39 via WEB
PIAZZA DUCALE di VIGEVANO---Lunga 134 metri e larga 48 metri, rappresenta uno dei migliori esempi di piazza rinascimentale. Il salotto di Vigevano venne costruito tra il 1492 e il 1494 per volere di Ludovico Maria Sforza, detto "il Moro", abbattendo le case della contrada mercantesca. L'attuale aspetto non rispecchia totalmente il progetto rinascimentale originale. Infatti a livello della Torre del Bramante invece dell'attuale scalone costruito alla fine del XVII secolo da Juan Caramuel Lobkowitz, i portici si interrompevano per far posto ad una rampa fiancheggiata da due scalinate e che permetteva così l'ingresso in Castello sia in carrozza, a cavallo sia a piedi. Il ruolo della rampa, durante il periodo della dominazione spagnola, perde il suo valore per questo il Vescovo - Architetto decide di sostituirla con l'attuale scalone e aggiungere le colonne per uniformare il porticato. Le otto nuove colonne aggiunte negli anni ottanta del seicento, pur cercando di imitare i capitelli del xv secolo, sono un poco più piccoli, non variano nella decorazione come quelli più antichi, con un'eccezione: infatti due capitelli "nuovi" presentono il riccio di pastorale, quasi come firma del vescovo.. Ma Juan Caramule Lobkowitz è soprattutto ricordato per l l'erezione della nuova facciata in stile barocco del Duomo. Anche la pavimentazione della Piazza,con ciottoli provenienti dal fiume Ticino e con lastre in serizzo fu effettuata a metà dell'ottocento; mentre la statua dedicata a San Giovanni Nepomuceno fu collocata nel 1731 dall’'esercito austriaco cha all'epoca era di stanza a Vigevano. Gli affreschi che decorano i tre lati della piazza furono realizzati da Luigi Bocca e Casimiro Ottone nei primi anni del XX secolo I due pittori rifecero la decorazione seguendo affreschi quattrocenteschi ritrovati sotto gli intonaci ,durante i restauri, e integrando con nuove decorazioni in stile rinascimentale. Ciao Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DI CREMONA

Post n°17643 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 27/01/15 alle 11:05 via WEB
Carissimo Dino, Il ballo è il segreto per vivere l'Amore.. Che meravigliosa storia d'amore.. Silvia e Gilberto.. volteggiano felici sul manto vellutato di fiori profumati.. Un abbraccio e serena giornata, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 27/01/15 alle 15:12 via WEB
Ciao Antonella - Vivere e ballare è un mezzo per sognare. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO (DA PALERMO) ... PAPERINOPA1974

Post n°17642 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da dinobarili
 

CIAO (DA PALERMO) ...

PAPERINOPA1974

paperinopa_1974
paperinopa_1974 il 27/01/15 alle 13:34 via WEB
saluti da Palermo tante belle cose Dino ciauuu
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 27/01/15 alle 15:08 via WEB
Ciao - Grazie dei saluti da Palermo. Ricambio. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DI CREMONA

Post n°17641 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 27/01/15 alle 10:55 via WEB
Quando ardente è l'amore... quanto più ami la vita, un abbraccio, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 27/01/15 alle 15:05 via WEB
Ciao Antonella - hai ragione. Per vivere bene bisogna sempre essere innamorati. Buona serata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DI CREMONA

Post n°17640 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 27/01/15 alle 10:54 via WEB
Ciao Dino! Un abbraccio affettuoso per augurarti una giornata serena, Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 27/01/15 alle 15:02 via WEB
Ciao Antonella - grazie per il "buona giornata". Anche a te. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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MILANO di Teresa Ramaioli

Post n°17639 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da dinobarili
 

MILANO 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 26/01/15 alle 12:37 via WEB
La Barbajada di Milano deve il suo nome all’inventore, Domenico Barbaja nato a Milano nel 1778 che iniziò la sua carriera come cameriere in un Caffè milanese e grazie alle sue capacità diresse diversi teatri tra i quali La Scala, il San Carlo. Fondò il Caffè dei Virtuosi che sorgeva a fianco del Teatro alla Scala, e, forse in memoria delle sue umili origini di cameriere, creò la Barbajada che si diffuse nella prima metà dell’Ottocento. Molto diffusa a Milano fino agli anni Trenta era una bevanda che accompagnava i dolci che oggi si è quasi del tutto persa. Bevanda storica a base di cioccolata, latte e caffè in eguali dosi, zucchero e lavorata con la frusta fino a schiumare. Si prepara mettendo nella cioccolatiera in egual dosi un terzo di cioccolata liquida,un terzo di caffè e un terzo di latte o panna e frullando il tutto sul fuoco in modo che faccia la schiuma. La cioccolata deve essere sciolta in acqua e non latte. D’estate è ottima anche fredda. Zona di produzione: Milano e provincia La ricetta: Ingredienti per 2 persone 2cucchiai di cacao amaro Zucchero ¼ di l. di latte freddo 2 tazzine di caffè appena fatto. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa Ramaioli

 

 

 

 
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SALUTI DA PAVIA

Post n°17638 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da dinobarili
 

SALUTI DA PAVIA

BUON MARTEDI'

27 GENNAIO 2015

 
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PENSIERI SPARSI DEL 26 GENNAIO 2015

Post n°17637 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da dinobarili
 

PENSIERI SPARSI DEL 26  GENNAIO 2015

“Quando ardente è l’amore …

 più interessante è la vita”

  Dino

 
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GILBERTO E IL BAR DEL SORRISO racconto (877) di Dino Secondo Barili

Post n°17636 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da dinobarili
 

26 GENNAIO 2015

ALMANACCO DI STORIA PAVESE

Trivolzio – 26 gennaio 2015 – Lunedì - 12.00

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

877

Gilberto e il “Bar del Sorriso”

Un anno fa, il Dott. Gilberto, cinquant’anni, single, Commercialista in Milano era particolarmente arrabbiato. Ogni volta che entrava nel suo  Ufficio aveva il muso lungo … e la brutta certa. La sua “impiegata di fiducia”, la Signora Maria, non sapeva più cosa fare. Le aveva tentate tutte. Il clima nell’Ufficio del Dott. Gilberto era diventato irrespirabile. Un’impiegata, la Signora Marisa, stava pensando di trovare un altro posto di lavoro. Intanto la Signora Maria, sessant’anni ben portati, cercava di capire in quale pasticcio si fosse cacciato il “suo Capo”. Il Dott. Gilberto fino ad allora si era sempre comportato bene. Cordiale, affabile. Anche quando ha avuto la fidanzata Carmela con la quale litigava spesso e arrivava in Ufficio con gli occhi velati di pianto. Per fortuna che dopo c’è stata la fidanzata Luigina. Durante tale fidanzamento il Dott. Gilberto entrava in Ufficio raggiante, sorriso a trecentosessanta gradi, come la persona più felice del mondo. Peccato che tale periodo è durato poco. La Signora Maria cercava nella memoria il periodo più nero del “suo Capo”. E’ stato quello in cui la fidanzata Adelina ha avuto una crisi di nervi … e ha rotto un Vaso della Dinastia Ming (1368 – 1644) … Peccato che tale Vaso sia finito, per caso (poteva andare peggio), sul piede del Dott. Gilberto ... il quale, oltre alla perdita del Vaso di incalcolabile valore, ha avuto il piede ingessato per tre mesi. Ora, però, il Dott. Gilberto non aveva niente di rotto (almeno alla apparenze) e la Signora Maria non riusciva a spiegarsi un periodo così nero e prolungato. Quando le cose si trascinano per troppo tempo e non si conoscono i motivi è necessario intervenire in maniera forte. E’ quello che ha pensato di fare la sessantenne la quale aspettò il momento buono. Le impiegate di fiducia sanno sempre prendere e … sorprendere il loro “Capo”. La Signora Maria attese che, a fine giornata, l’ultima impiegata lasciasse l’Ufficio e fece cadere un pesante faldone dalla sua scrivania. Il fracasso provocato è stato udito in tutto il palazzo come un terremoto. Il Dott. Gilberto si spaventò. “Signora Maria cosa è successo?” La sessantenne guardò il “suo Capo” come leonessa ferita. “Dottore … questo è niente … se non mi dice perché entra in Ufficio sempre arrabbiato come una vipera che le hanno morsicato la coda” Il Dott. Gilberto comprese che “la corda quando si tira troppo … si rompe” Sputò il rospo. “Sono arrabbiato con il mio Bar” – “Con il suo Bar? Il Bar dove si ferma a prendere il caffè prima di entrare in Ufficio?” Chiese la Signora Maria … e le caddero le braccia. Intanto il Dott. Gilberto aveva ritrovato il suo antico, abituale sorriso … “Signora Maria, mi scusi per il periodo nel quale mi sono comportato un po’ da burino, ma sono arrivato al punto di non prendere più il caffè prima di entrare in Ufficio” La Signora Maria stava per perdere la pazienza, ma si trattenne. Cercò di parlare per allentare la tensione. “E lei, Dott. Gilberto, è venuto in Ufficio per un mese con lo sguardo da cane bastonato … per il Bar? Che cosa le ha fatto di così grave … il Bar?” Sembrava una domanda kafkiana … fatta tra il disperato, il deluso e il consolatorio. Il Dott. Gilberto spiegò.”Signora Maria, lei non ci crederà. Una persona, al mattino, va al suo solito Bar per prendere un caffè. Per vedere altre persone allegre che prendono il caffè e mangiano brioche … e invece cosa ci trova? Amici che litigano per la partita di calcio, pensionati che se la prendono con il Governo perché non aumenta le pensioni, Imprenditori che si lamentano per le tasse … A quel punto, quella persona che voleva prendere un buon caffè in santa pace  prima di entrare in Ufficio … si innervosisce. Si arrabbia. Rinuncia al caffè ed entra in Ufficio più arrabbiato di un cane al quale hanno pestato la coda … “ La Signora Maria non sapeva più se ridere, piangere o dare i numeri. Preferì usare la diplomazia e astuzia in abbondanza. “Dott. Gilberto, perché non prova ad andare al Bar del Sorriso? Sono certa che non avrà più nulla di cui lamentarsi …” Il Dott. Gilberto si fece dare l’indirizzo. L’impiegata di fiducia aveva tutto a portata di mano. Quella stessa sera il Gilberto volle vedere di persona il “Bar del Sorriso” Effettivamente si trattava di un Bar eccezionale. Immerso nel verde della campagna … appena fuori Milano. C’era il Bar vero e proprio e tutt’intorno, campi di bocce con gente allegra, piste da ballo … una delle quali frequentata da coppie di ballerini di valzer e tanghi. Il Dott. Gilberto, appassionato ballerino delle musiche del tempo che fu, si sentì attratto. Senti il bisogno di avere accanto una ballerina che fosse anche la sua donna del cuore. Non aveva ancora finito di pensare … che accanto si materializzò una trentenne bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Il Dott. Gilberto non ha dovuto neppure chiedere. E’ stata la trentenne a parlare. “Mi chiamo Silvia … cosa ne dice se ci facessimo questo tango?” Il Commercialista di Milano si sentì vent’anni di meno … Con uno slancio impetuoso si lanciò sulla pista da ballo. Il Dott. Gilberto aveva trovato la ballerina giusta. La donna che aveva sempre sognato. Sono bastati alcuni balli per vedere le compatibilità. Era un coppia perfetta … poteva fare molta strada. Dopo molti balli e qualche pausa per una bibita, Gilberto e Silvia, decisero di passare la notte insieme. La Luna era alta nel cielo. Al Dott. Gilberto sono bastate le ardenti labbra di Silvia per volare sulle ali della fantasia … e planare su un manto vellutato di fiori profumati. - Questo è il racconto 877 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino

 
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PIAZZA DUCALE DI VIGEVANO (PAVIA) di Teresa Ramaioli

Post n°17635 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da dinobarili
 

PIAZZA DUCALE DI VIGEVANO (PAVIA) 

di Teresa Ramaioli

iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 26/01/15 alle 12:39 via WEB
PIAZZA DUCALE di VIGEVANO---Lunga 134 metri e larga 48 metri, rappresenta uno dei migliori esempi di piazza rinascimentale. Il salotto di Vigevano venne costruito tra il 1492 e il 1494 per volere di Ludovico Maria Sforza, detto "il Moro", abbattendo le case della contrada mercantesca. L'attuale aspetto non rispecchia totalmente il progetto rinascimentale originale. Infatti a livello della Torre del Bramante invece dell'attuale scalone costruito alla fine del XVII secolo da Juan Caramuel Lobkowitz, i portici si interrompevano per far posto ad una rampa fiancheggiata da due scalinate e che permetteva così l'ingresso in Castello sia in carrozza, a cavallo sia a piedi. Il ruolo della rampa, durante il periodo della dominazione spagnola, perde il suo valore per questo il Vescovo - Architetto decide di sostituirla con l'attuale scalone e aggiungere le colonne per uniformare il porticato. Le otto nuove colonne aggiunte negli anni ottanta del seicento, pur cercando di imitare i capitelli del xv secolo, sono un poco più piccoli, non variano nella decorazione come quelli più antichi, con un'eccezione: infatti due capitelli "nuovi" presentono il riccio di pastorale, quasi come firma del vescovo.. Ma Juan Caramule Lobkowitz è soprattutto ricordato per l l'erezione della nuova facciata in stile barocco del Duomo. Anche la pavimentazione della Piazza,con ciottoli provenienti dal fiume Ticino e con lastre in serizzo fu effettuata a metà dell'ottocento; mentre la statua dedicata a San Giovanni Nepomuceno fu collocata nel 1731 dall’'esercito austriaco cha all'epoca era di stanza a Vigevano. Gli affreschi che decorano i tre lati della piazza furono realizzati da Luigi Bocca e Casimiro Ottone nei primi anni del XX secolo I due pittori rifecero la decorazione seguendo affreschi quattrocenteschi ritrovati sotto gli intonaci ,durante i restauri, e integrando con nuove decorazioni in stile rinascimentale. Ciao Teresa Ramaioli

 

 
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CIAO DONATELLA ... DONATELLA DI MILANO

Post n°17634 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da dinobarili
 
Tag: DoNna.S

CIAO DONATELLA ...

DONATELLA DI MILANO

DoNnA.S
DoNnA.S il 26/01/15 alle 20:53 via WEB
Interessante racconto. Illustrando il panorama economico-sociale che ci si prospetta è bene adattarsi cambiando stile di vita e soprattutto importante insegnarlo anche ai figli. Intanto oltre a utili economie come nel tuo racconto ogni arte è buona da imparare e metterla da parte. A tal proposito mi ricordo di mio nonno, che ha dovuto imparare diversi mestieri oltre ad essere andato in guerra, e queste erano le parole che ripeteva, impara l'arte e mettila da parte. Tutto nella vita può essere utile.
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 27/01/15 alle 09:06 via WEB
Ciao Donatella - sagge parole quelle di tuo nonno ... "impara l'arte ... e fanne buon uso". Un volta le persone si lamentavano di meno ... ed erano più intraprendenti. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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CIAO ANTONELLA ... ANTONELLA DI CREMONA

Post n°17633 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da dinobarili
 

CIAO ANTONELLA ...

ANTONELLA DI CREMONA

 
alba.estate2012
alba.estate2012 il 26/01/15 alle 15:25 via WEB
Carissimo Dino, è una bellissima storia di vita quotidiana, fare il pane in casa da molta soddisfazione, lo faccio sempre anch'io, pane e focacce di ogni tipo, l'ho imparato da Delia, dal suo blog " 1000 ricette di Delia" In quanto alla pittura, sono una frana, non ho il tocco magico. Pazienza! Un abbraccio e buon pomeriggio. Antonella
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 27/01/15 alle 08:58 via WEB
Ciao Antonella - bel commento. Il profumo del pane ... una fragranza che vale una vita. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 

 

 
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CIAO ... ILSOGNODIUNADONNA1

Post n°17632 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da dinobarili
 

CIAO ...

ILSOGNODIUNADONNA1

 
ilsognodiunadonna1
ilsognodiunadonna1 il 26/01/15 alle 17:49 via WEB
una frase che mi ha fatto riflettere oggi....Non c’è cuscino più morbido di una coscienza tranquilla. dolce serata....
(Rispondi)
 
dinobarili
dinobarili il 27/01/15 alle 08:54 via WEB
Ciao - bellissima frase. Il cuscino è il luogo dei sogni ... troppo spesso dimenticato. Buona giornata. Dino
(Rispondi)

 

 
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