dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 04/02/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
240
Il Prof. Giovanni … casalingo
A volte accadono le cose più strane… Come quella del Prof. Giovanni, 45 anni, Docente di Lettere in un Liceo di Milano. Per anni non era riuscito a legare con la sua Collega di Lettere del Corso parallelo. Due Professori, amanti della lingua italiana ed in particolare della poesia, i quali, sul piano umano, non riuscivano a trovare un “giusto compromesso”, “un corretto modus vivendi”. Per esempio. Il Prof. Giovanni amava Leopardi sopra ogni altro poeta, mentre la Professoressa Rosalinda, giudicava Leopardi troppo malinconico, autolesionista…un perdente, insomma. Per la Professoressa Rosalinda, al vertice dei poeti stavano Manzoni e Carducci, due poeti che sapevano cosa voleva dire vita… vita reale, con qualche eccesso, forse… ma sempre a fin di bene. Così, vuoi per la poesia, vuoi per il fatto che erano colleghi, coetanei e single… appena si incontravano, discutevano animatamente, avevano sempre qualcosa da ridire su questo o su quello. Gli anni, però, hanno la loro importanza. Due anni fa, al raggiungimento del quarantacinquesimo compleanno, il Prof. Giovanni, pensò che era giunto il momento di fare pace con la Professoressa Rosalinda. L’occasione è stata un volantino che il Prof. Giovanni, aveva trovato al Bar presso il quale era solito prendere il caffè. Il volantino diceva. “In occasione della Festa del Santo Patrono, la Professoressa Rosalinda, Docente di Lettere al Liceo, interpreterà (a modo suo) alcune poesie dedicate alla vita e all’amore. La manifestazione si svolgerà presso il teatro della Parrocchia. Per il pubblico amante della poesia è un’occasione da non perdere. Ingresso libero”. Il Prof. Giovanni raccolse il volantino e lo infilò in tasca con l’intenzione di non dimenticare “l’appetitosa” occasione. Quel pomeriggio di domenica, il Salone del Teatro parrocchiale era stracolmo di persone di ogni età. Lo spettacolo era stato preparato a dovere con accompagnamento musicale. Quando la Professoressa Rosalinda comparve sul palco, il pubblico “scoppiò” in una interminabile ovazione. Da grande e raffinata attrice, la Professoressa Rosalinda, coinvolse il pubblico presente fin dall’inizio dello spettacolo. Anche il Prof. Giovanni si commosse. Si sentì talmente emozionato e coinvolto che gli vennero le lacrime agli occhi. A fine spettacolo non resistette dal fare i complimenti alla Collega… schietti e sinceri. Anche la Professoressa Rosalinda si commosse. Mai e poi mai si sarebbe aspettata la presenza tra il pubblico del suo Collega di Lettere. Visto il clima che si era creato tra i due Docenti, al Prof. Giovanni venne un’idea. Siccome era appassionato di cucina… perché non approfittarne? Proposta. Una cena, quella stessa sera, a casa del professore… cuoco-casalingo. La Professoressa Rosalinda, era una bravissima attrice. Sapeva tutto della poesia, ma in fatto di cucina era una cuoca…negata. Era da parecchio tempo che non gustava una “cena” come meritava il titolo. Accettò, subito, volentieri (era il suo debole). La cena preparata dal Prof. Giovanni non aveva uguali… come lo era stato lo spettacolo di Poesia. Inoltre il Prof. Giovanni, era anche un esperto intenditore di vini. Accompagnò le portate con vini unici e raffinati. Risultato. La Professoressa, al termine della cena, volle ricompensare il Collega con un bacio… I baci, però, sono come le ciliegie… “un bacio tira l’altro…e non ci si ferma più”. Infatti, quella stessa sera, i due Colleghi decisero di mettersi insieme, vivere sotto lo stesso tetto. Rosalinda avrebbe allestito spettacoli di Poesia…e Giovanni avrebbe preparato pranzi e cene a volontà. E… (insieme) avrebbero “assaporato” lunghe e appassionate notti d’amore. (240)
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CARNEVALE
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 02/02/15 alle 11:08 via WEB Leggende di Carnevale--C'era una volta un bimbo tanto carino e buono, di nome Arlecchino, al quale tutti volevano un gran bene. Era il tempo di Carnevale e tutti i bambini pensavano alle loro mascherine. Le mamme cucivano e misuravano le belle stoffe lucide per preparare i costumi più belli ai loro figlioletti. Anche nella classe di Arlecchino tutti i compagni parlavano della loro prossima festa. --E tu, come ti mascheri?-- chiese uno di essi ad Arlecchino. --Io?...Io non non mi maschererò -- rispose il bimbo piegando la testa con tristezza. -- I miei genitori sono poveri e non posso spendere.-- Il giorno dopo ogni bambino portò un pezzetto di stoffa per aiutar a fare il vestito al bimbo più povero. Ma i pezzi erano di tanti colori perchè ognuno aveva portato pezzi diversi. --Non fa niente!-- disse Arlecchino. --La mia mamma è così brava che saprà farmi un bel vestitino, vedrete! E io sarò contento che sia di tanti colori, perchè ogni colore mi ricorderà un amico. Il giorno di martedì grasso, infatti, Arlecchino indossò il suo strano costume che piacque moltissimo a tutti. Essendo formato di tanti vivaci colori, fu il più allegro e il più ammirato dagli scolari. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa |
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CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI MILANO
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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PENSIERI SPARSI DEL 3 FEBBRAIO 2015
“L’amore è come la manna …
deve cadere dal cielo ogni giorno”
Dino
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3 FEBBRAIO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 3 Febbraio 2015 – Mercoledì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
885
Donatella e il Re dei Baci
Un anno fa, la Dott. Donatella, quarant’anni, single, bellissima, Dirigente di una Agenzia Commerciale nel milanese, abitante a Pavia, non era contenta della propria vita. Non aveva importanza che avesse un bel posto di lavoro ben retribuito. Che fosse rispettata, temuta, apprezzata … Donatella aveva bisogno di parecchie altre cose … Prima di tutto l’amore … Secondo l’avventura … Si fa presto a dire amore … Ma l’amore non è la mela che puoi cogliere dal melo quand’è matura. In amore non si sa mai quando è troppo presto … o troppo tardi. Molti Esperti danno consigli su come trovare l’amore … ma vorrei vedere loro, all’atto pratico, cosa sono capaci di fare. Secondo … l’avventura. Già, l’avventura … Ma quale? Non certo quella in cui il pericolo è tale per cui si tratta di una sfida, un gioco a testa o croce. E no. L’avventura che la Dott. Donatella sognava era di quelle originali … un po’ fuori del comune. Un anno fa, Donatella ne parlò con la sua amica pavese, Glorietta, una quarantenne sprint che ne sapeva una più del Diavolo. Donatella è stata chiara. “Glorietta, sogno l’amore ogni notte anche se ho pochissimo tempo a disposizione … e il lavoro mi toglie il respiro. Inoltre, amo l’avventura … il viaggio verso l’ignoto …” Glorietta aveva capito tutto. “Donatella come desiderio sei in perfetta linea. Mi complimento con te. A quarant’anni una donna vuole tutto … tutto subito … e al top in tutti i sensi. Io, ho un suggerimento da darti. Fare teatro …” Donatella si sentì interessata, coinvolta. “Glorietta mi hai dato un buon consiglio … faccio subito una ricerca si Internet e vedo cosa posso cavarci” A volte sono le idee semplici … difficili da realizzare. Donatella cercò su Internet, ma erano sempre le stesse proposte trite e ritrite. Corso di teatro, Corso di dizione e via di questo passo. E, no. Si era detta dentro di sé Donatella … E dopo che ho fatto un Corso di teatro che dura mesi e mesi, cosa ho concluso? Sono ancora da capo. Io voglio fare teatro, teatro vero … spontaneo, naturale … come il sole del mattino. Donatella si ricordò quand’era ragazza e viveva in Lomellina. Al suo paese c’era una Compagnia Teatrale Dialettale che ogni anno preparava lo spettacolo per la Sagra. Nulla di eccezionale. Due giorni alla settimana un gruppo di uomini e donne, ragazzi e ragazze si ritrovano al Teatro dell’Oratorio. C’era Domenico il Regista, autore, sceneggiatore, attore, costumista, truccatore … Insomma, il factotum della Compagnia. Ma quale Compagnia? Il canovaccio era sempre lo stesso. Cambiavano solo gli attori e le situazioni … Donatella ricordava quel periodo come uno dei più piacevoli e spensierati della sua vita. Ora, si trattava di ritrovare quel tempo, quello spirito e quell’età. Ritrovare quel tempo e quell’età sarebbe stato impossibile. Allora, aveva diciotto anni e viveva cullata da un mare di illusioni. Ma lo spirito? Lo spirito di quel tempo era ancora intatto nella mente di Donatella. Ora, a quarant’anni suonati, Donatella voleva, desiderava, sognava di fare teatro per incontrare l’amore … il grande amore … quello che capita una sola volta nella vita. E come? Facendo teatro con lo stesso spirito di quando aveva diciotto anni. Donatella ritornò al suo paese in Lomellina. La Compagnia Teatrale Dialettale c’era ancora. Il signor Domenico, però, il factum della compagnia si era ritirato. Donatella andò a trovarlo a casa sua mentre leggeva il giornale su una sedia a dondolo. “Domenico ho bisogno di te. Voglio incontrare l’amore e tu sei l’unica persona che può aiutarmi” Domenico era un teatrante nato … uno con il teatro nel sangue. E’ stato come un fiammifero. Appena sfregato si è subito incendiato. “Donatella ho già un’idea …” E’ bastata quella frase per far sognare la quarantenne. Domenico aveva tutto in casa. Preparò Donatella come una Principessa che andava incontro al suo Re … La quarantenne ha chiesto cosa stesse facendo. Domenico descrisse la scena. “Donatella, appena fuori del paese c’è una strada in mezzo alla campagna fiancheggiata da alberi secolari. Da sempre la strada si chiama “la strada del Re dei Baci”. Ora, che sei propro una Principessa ti accompagno su quella strada e vediamo cosa succede …” Domenico diede il braccio a Donatella e l’accompagnò lungo la strada. Ad un tratto si sentì una banda suonare e tanta gente arrivare … Tante persone in doppia fila per seguire la Principessa che andava incontro al Re dei Baci. Domenico intanto era sparito, non c’era più. Donatella si sentì persa. “Domenico dove sei? Non puoi lasciarmi ora” Intanto, in fondo alla strada stava arrivando un colonna di cavalli e cavalieri alla testa della quale c’era il Re dei Baci con la corona d’oro in testa. Il Re dei Baci fece salire sul suo cavallo Donatella la quale si sentì una Regina … La Regina dei Baci. Ormai la strada era affollatissima. C’erano persone anche nei campi … e tutti applaudivano. Donatella pensava che fosse tutto un sogno … un sogno che non poteva e non doveva finire. Oltretutto, il Re dei Baci era uno splendido cinquantenne che non aveva uguale. Baciava come solo i Re sanno baciare. In quell’istante scoppiò un furibondo temporale. Tutta la gente scomparve, si dileguò e Donatella rimase sola con il Re … sul cavallo … sotto la pioggia. La quarantenne si mise a tremare, ma il Re dei Baci aveva pensato a tutto. Sulla strada era apparsa una rossa Ferrari ultimo modello. Donatella e il Re dei Baci vi presero posto e partirono per una viaggio senza fine … verso l’amore e la felicità. Questo è il racconto 885 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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CAROSELLO
3 FEBBRAIO 1957
di Teresa Ramaioli
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CIAO GIOVANNI ...
MENEGI53
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CIAO STEFANO ...
STEFANO BROCCA DI PAVIA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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