dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 05/02/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
241
Desy e il Cavaliere del Mistero
Tre mesi fa, Desy, 40 anni, cassiera del Supermercato era giù di corda. Da due settimane aveva lasciato il suo fidanzato. Passando davanti alla cassa, una cliente ed amica aveva notato la brutta cera ed aveva cercato di rincuorarla. “Desy, non prendertela. Le crisi sono come le stagioni … dopo un po’… passano e si dimentica ogni cosa.” – “E, no.” – aveva reagito Desy – “Questa mia crisi non passerà più. Ormai ho raggiunto i quarant’anni. Certe esperienze lasciano i segni.” Alla cassa, c’era la “coda” e la cliente non aveva potuto continuare il discorso. Pagò, salutò e se ne andò. Il successivo cliente era un gentile Signore, con un vestito originale, il quale aveva ascoltato la conversazione. Preso il posto della cliente si rivolse alla cassiera.. “Scusi Signorina. Ho ascoltato tutto. Posso farle un omaggio?” Desy, alzò gli occhi con interesse. “Bisogna vedere di quale omaggio si tratta…” – Il gentile Signore estrasse dalla tasca una busta gialla sigillata con la ceralacca rossa. “Questa busta contiene un premio a sorpresa. Io sono di passaggio a Pavia. Lei potrà aprire la busta solo dopo che io mi sarò allontanato dal Supermercato.” Desy, accettò la busta ed il gentile Signore, dopo aver pagato la spesa e ritirato lo scontrino, si allontanò senza voltarsi. La curiosità di Desy aumentò improvvisamente, ma non poteva aprire la busta davanti ai clienti. Dopo una decina di minuti, si inventò un improvviso mal di pancia e chiese di essere sostituita. Finalmente sola, Desy aprì la busta. Diceva. “La titolare di questa busta potrà recarsi all’Agenzia Turistica (completa di indirizzo e numero di telefono) per il ritiro del primo premio messo in palio dal Cavaliere del Mistero.” Desy, pensò ad una delle “solite bufale”. Siccome, però, si avvicinava la fine del turno di lavoro, si riservò di controllare. Per un attimo, Desy dimenticò totalmente la “crisi” (sua e quella economica). Ormai la sua mente era rivolta alla sorpresa, al primo premio del Cavaliere del Mistero. Comunque fosse andata, si sentiva già meglio. Quando la cassiera del Supermercato entrò nell’Agenzia Turistica venne accolta come una “miracolata”. “Venga, venga, Signorina.” l’accolse il Titolare “Comunque vadano le cose, lei è nata fortunata. Deve solo scegliere tra una di queste tre buste. Le dico subito che due buste non contengono nulla. A Desy vennero i sudori freddi. Però non poteva più tirarsi indietro. Aveva accettato il gioco…e doveva giocare. Scelse a caso una delle tre buste. L’aprì. Dentro c’era il primo premio: “una settimana di vacanza a Parigi” in compagnia del Signor Marcel, Regista della Compagnia Teatrale Parigina.” Lo stesso Titolare dell’Agenzia Turistica era rimasto di stucco. Le precedenti concorrenti non avevano mai vinto. Fu prodigo di dettagli e si offerse di accompagnare Desy all’Aeroporto della Malpensa. Ad attendere Desy a Parigi c’era il Signore Gentile che al Supermercato le aveva offerto la busta gialla sigillata con la ceralacca rossa, ma non era il Regista della Compagnia Teatrale Parigina. Il Signor Marcel si presentò, qualche ora dopo, in Albergo. Era l’uomo più affascinante e corteggiato dalle donne di Parigi, il quale, dopo aver osservato bene Desy, se ne innamorò. L’accolse nella sua Compagnia per una tournee in molti paesi del Mondo. Il titolo della commedia era: “La busta gialla del Cavaliere del Mistero” (241)-
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5 FEBBARIO 1887
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 04/02/15 alle 17:41 via WEB 5 FEBBRAIO 1887—Giuseppe Verdi scelse, dal 1872 in poi, di soggiornare nella Suite 105 di quello che allora si chiamava “Albergo di Milano”, in modo da poter alternare la vita cittadina a quella più tranquilla della sua tenuta di campagna di Sant’Agata di Villanova d’ Arda .Fu in questa suite che fu a lungo impegnato nella composizione dell’Otello e in seguito dal Falstaff. In occasione della prima di Otello, il 5 febbraio 1887, la carrozza che riportava Verdi dalla Scala all’albergo fu staccata dai cavalli e, come si usava allora per i trionfi teatrali, fu trainata a braccia dalla folla in delirio. Acclamato dal popolo adorante, il Maestro dovette affacciarsi al balcone del suo appartamento con il tenore Tamagno che, senza accompagnamento musicale, intonò alcune romanze dell’opera .Ciao ciao Teresa |
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CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI MILANO
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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MENEGI53
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4 FEBBRAIO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 4 Febbraio 2015 – Mercoledì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
886
Antonella e il Fiore dell’Amore
Nella vita servono molte cose, ma non tutte sono indispensabili. Ne consegue che alcune cose sono essenziali, altre secondarie (o superflue) … Se ci sono va bene … se non ci sono … si può fare tranquillamente a meno. Un anno fa, il Dott. Camillo, cinquant’anni ben portati, single, Dirigente di Agenzia Commerciale nel milanese, abitante a Pavia, la pensava così. Il Dott. Camillo aveva molte cose primarie. Lavoro ben retribuito di cui andava orgoglioso. Una bella Villa con giardino (e orto) alla periferia di Pavia che era il suo “piccolo Eden”. La cosa essenziale di cui il cinquantenne aveva bisogno era … l’amore, la donna del cuore. Su quel versante però non c’era verso vedere la luce. Il Dott. Camillo ci aveva provato varie volte. Una volta con la Dott. Clara. Allora, aveva trent’anni e l’inesperienza aveva giocato un brutto tiro. La Dott. Clara aveva un debole per i diamanti … Per il Dott. Camillo non erano essenziali … e tutto finì in una bolla di sapone. Un’altra volta è stato con la Dott. Rosaria. Il Dott. Camillo aveva appena compiuto il quarantesimo anno e si era detto che era l’età giusta per “fare famiglia”. La Dott. Rosaria, invece, ne aveva trenta e a quell’età (diceva lei) non si sentiva pronta per una convivenza definitiva. Secondo la Dott. Rosaria era ancora presto. Voleva divertirsi ancora un po’ e avere altre esperienze. Insomma sembrava che tutte le volte che il Dott. Camillo avesse delle buone idee “il mondo” (femminile) si mettesse contro. Ne parlò con il suo coetaneo e amico Gianmarco il quale non si stupì. “Vedi, Camillo, oggi, è difficile essere in sintonia con una donna. Quando sei pronto tu … non è pronta lei e viceversa. Se io fossi in te mi affiderei alla Maga Iris che in Lomellina è la Veggente che va per la maggiore. La cosa difficile è incontrarla” Camillo si incuriosì. “Perché difficile incontrarla? Avrà pure un recapito, un cellulare, una mail …” Gianmarco si mise a ridere. “Camillo … ma in quale mondo vivi? Cosa credi che una Veggente sia rimasta al cellulare o alla mail? Le Veggenti vere comunicano per telepatia … Pensano una persona e subito sono in comunicazione” Camillo si sentì un microbo. “Allora come faccio a mettermi in contatto?” Non aveva ancora terminato la domanda e la Maga Iris era al suo fianco. “Camillo mi hai chiamata? Cosa posso fare per te?” Questa volta i due amici Camillo e Gianmarco rimasero di stucco. Camillo balbettò a fatica una frase. “Signora Maga. Ho cinquant’anni e vorrei incontrare la donna del cuore” La Maga Iris prese una sedia. Si sedette e parlò con calma. “Camillo, con te voglio essere chiara. Hai cinquant’anni. Sei un bravo ragazzo (si fa per dire), ma un po’ ingenuo (come molti uomini). Non è l’uomo che sceglie la donna … ma la donna che sceglie l’uomo. A Pavia, però, per trovare la donna del cuore, c’è un metodo sicuro. Ti rechi alla Lanca del Mistero sulla riva sinistra del Ticino tra Pavia e Bereguardo. In quella Lanca sboccia il Fiore dell’Amore … E’ un fiore unico, straordinario, inimitabile … ogni volta diverso. Vai a colpo sicuro … anche subito” Il Dott. Camillo ringraziò la Maga Iris e partì come un freccia alla scoperta del Fiore dell’Amore. Chi è quel cinquantenne che non avrebbe fatto altrettanto? Infatti, il Dott. Camillo non ha fatto fatica a trovare la Lanca del Mistero. In mezzo al bosco, ad un centinaio di metri dal fiume Ticino, c’era la Lanca … un laghetto non tanto grande circondato da piante di alto fusto e qualche salice piangente. Nella Lanca alcune anatre selvatiche si rincorrevano nella loro caratteristica danza del corteggiamento. Il Dott. Camillo fece scorrere lo sguardo sulla superficie dell’acqua, ma non riuscì ad individuare alcun “Fiore dell’Amore”. Il cinquantenne non poteva mettere in dubbio le parole della Maga Iris. Il fiore doveva esserci … Era lui che non riusciva a vederlo. Dopo un’ora di inutili osservazioni, Camillo si sentì disperato. Non sapeva più cosa pensare. Si mise a piangere. Un cinquantenne che piange fa sempre tenerezza. Infatti, tutte le libellule della Lanca del Mistero si misero a volare in tondo per consolarlo. Da quel volo prese corpo una musica dolce, quasi fosse melodia, parole vere … Dicevano. “Su Camillo non far così / che l’amore è tutto qui / … per te” Il cinquantenne smise di piangere. Vede una nuvola alzarsi dalla Lanca del Mistero e sopra la nuvola individuò un cavallo bianco. Sopra al cavallo bianco una bellissima quarantenne, alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. La nuvola si muoveva adagio e si dirigeva verso Camillo. Questa volta il cinquantenne non ha avuto dubbi. Era la sua donna … che, scesa dal cavallo bianco, l’invitava a ballare. Camillo era un ballerino provetto. Da perfetto gentiluomo chiese solo il nome … “Mi chiamo Antonella” E’ stata la risposta. Il cinquantenne l’abbracciò ed insieme iniziarono una bellissima e lunghissima storia d’amore. . Questo è il racconto 886 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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GLI AUGURI DI TERESA
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PAVIA
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 03/02/15 alle 17:57 via WEB Palazzo Mezzabarba Pavia---Eretto nel periodo 1728-30 su disegno dell'architetto pavese G. A. Veneroni, costituisce forse il più bel palazzo rococò di Lombardia.Al piano terreno sono due maestosi portali simmetrici, sovrastati da graziose balconate. Al piano superiore sono notevoli le ampie finestre coi capricciosi cappelli e i civettuoli balconcini. Attraverso il solenne atrio porticato e il nobile vestibolo si accede allo scalone, che da subito accesso al gran salone da ballo, oggi aula consigliare del Comune. Il salone, ricchissimo di stucchi e dorature, presenta nelle pareti laterali due pregevoli affreschi, del crernonese G. A. Borroni, rappresentanti Diana cacciatrice e Atteone trasformato in cervo. Il soffitto è occupato da un altro grandioso affresco del Borroni rappresentante la Virtù che trionfa sul Vizio. Dello stesso artista sono gli altri affreschi a monocromo sulle pareti. Le volte e le pareti laterali delle altre sale del palazzo sono decorate da stucchi, dorature, quadrature e affreschi di grande prestigio. Questi ultimi sono opera, in parte, del varesino Magatti e della sua scuola, mentre gli altri appartengono a mani diverse. Notevole interesse riveste pure la cappella domestica dedicata ai SS. Quirico e Giulitta, eretta dai conti Mezzabarba nel 1734. L'organismo architettonico della facciata, con le due torrette campanarie legate da una balaustra, è una delle più felici invenzioni del Generoni. L'interno, a pianta ellittica, conserva due pregevoli affreschi laterali del Magatti: l'Immacolata Concezione (a destra) e S. Carlo Borromeo (a sinistra). L'affresco della volta, coi santi titolari, è del milanese Bianchi. Ciao a tutti gli amici del blog Teresa |
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