dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 17/02/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
256
Il Palazzo di Bartolomeo
“Le case non sono tutte uguali…” Diceva, qualche giorno fa, Giampietro, 80 anni, all’amico Maurizio, 75 anni, durante la passeggiata quotidiana per le vie del centro storico di Pavia. “Vedi, per esempio, quel Palazzo?” – Maurizio alzò gli occhi e…”Quello giallo con le persiane verdi?” – “Si, proprio quello. Adesso lo vedi ristrutturato, rimesso a nuovo, con tutti confort che una casa oggi richiede. Molti anni fa, me lo ricordo bene, non era così. Allora, aveva le mura scrostate, le tegole pericolosamente in bilico e le persiane in cattivo stato. Quando passavo da queste parti, mi chiedevo come facesse a stare ancora in piedi. Poi venne la ristrutturazione e il Palazzo riapparve nuovo di zecca. Bellissimo. Però, anche se un palazzo viene rimesso a nuovo, resta sempre un Palazzo antico, di centinaia e centinaia di anni. Un Palazzo antico non sai mai cosa nasconde…” A Maurizio gli venne spontanea una domanda. “Cosa vorresti dire? Che gli antichi Palazzi nascondono segreti?” – “Certo.” – continuò Giampietro. - “Voglio proprio raccontarti ciò che è avvenuto in un appartamento di quel Palazzo giallo con le persiane verdi. La storia mi è stata raccontata personalmente dalla persona che ha vissuto in quell’appartamento, per un anno, venti anni fa. Era una Professoressa del medie che aveva avuto l’incarico di supplenza per un anno a Pavia. Siccome era affascinata dal centro storico della città si sentì particolarmente fortunata quando l’Agenzia Immobiliare le propose l’appartamento di cui ti stavo parlando. Due stanze più i servizi. Quando la Professoressa Simona (quello era il suo nome), quarant’anni, lo vide se ne innamorò subito. Pensò di aver trovato il “più bel posto di Pavia”. L’appartamento era parzialmente arredato, come richiede un affitto annuale. Simona, era una donna preparata, forte, capace di reggersi con autonomia di giudizio. Dopo essersi sistemata e aver sistemato quanto le serviva per abitare nel corso di un anno, La Professoressa, cominciò a guardare Pavia dalle finestre dal suo appartamento. Pavia dall’alto ha un fascino particolare. I tetti rossi danno la sensazione che la città avesse una seconda vita. Sui tetti, spesso si vedono gatti che si rincorrono. Fanno le fusa… come se l’amore fosse il loro unico divertimento… Leggende sui gatti sopra i tetti di Pavia non si contano. Una finestra della camera da letto della Professoressa Simona confinava con il tetto di un palazzo contiguo. Quel tetto era un po’ la “piazza di gatti”. Tutti i gatti del vicinato si davano appuntamento su quel tetto. Ormai, la Professoressa ci aveva fatto l’abitudine. I gatti erano i suoi animali preferiti. Una notte di luna nella “piazza dei gatti” c’era una sola gatta bianca che doveva aver subito qualche “vandalismo”, botte o ferite. Era accucciata sopra una tegola… sofferente. Miagolava con un fil di voce. Simona cercò di farla entrare nel suo appartamento. Non vi riuscì. Ad un tratto dal muro della sua camera da letto uscì un gattone bianco che attraversò (come un fantasma?) la finestra a vetri chiusa… e raggiunse la gatta sofferente. Simona rimase di stucco. Guardò i due gatti farsi coraggio a vicenda. Poi, come per incanto sparirono … come se non fossero mai esistiti. Quand’ero un bambino, quel Palazzo era soprannominato “Il Palazzo di Bartolomeo”, un gattone bianco dalle sette vite, del quale parlavano già le cronache pavesi agli inizi del 1800.” (256)
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MILANO 17 FEBBRAIO 1904
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 16/02/15 alle 12:36 via WEB 17Febbraio 1904 al Teatro alla Scala di Milano prima rappresentazione di “Madama Butterfly--- ----È forse l’opera più popolare di Giacomo Puccini che riuscì a dipingere uno dei più teneri ritratti femminili del suo teatro. Madama Butterfly su libretto di Lugi Illica e di Giuseppe Giacosa andò in scena per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano il 17 febbraio 1904. La rappresentazione di Milano non ebbe successo, ma dopo pochi mesi a Brescia l’Opera fu un vero e proprio trionfo che da allora non è mai mancato ad ogni nuova rappresentazione. La vicenda si svolge in Giappone dove la geisha quindicenne Cio-Cio-San (detta Butterfly) sposa il tenente della marina americana Pinkerton che, dopo poco tempo rientra negli Stati Uniti, abbandonando la ragazza senza nessun rimorso. Cio-Cio-San, al contrario, continua ad amarlo e aspetta il suo ritorno soprattutto dopo che dall’unione è nato un figlio. Solo dopo tre anni, Pinkerton ritorna con la moglie americana Kate, che nel frattempo ha sposato e Butterfly solo allora capisce: consegna il figlio alla coppia e si suicida. Ciao TeresaRamaioli |
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CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI MILANO
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CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI MILANO
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PRODOTTI TIPICI LOMBARDI
di Teresa Ramaioli
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16 FEBBRAIO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 16 Febbraio 2015 – Lunedì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
898
Onofrio, Osvalda e le sculture al bacio
Che cos’è una scultura? E’ l’arte di dare forma plastica ad un’idea. Per gli Scultori è una cosa semplice … come bere un bicchiere d’acqua. Molto più difficile da capire è per i comuni mortali i quali rimangono spesso completamente disorientati davanti a certe “sculture”. I comuni mortali si chiedono: “Ma cosa avrà voluto dire, l’Artista, con quelle raffigurazioni plastiche?” E la risposta, a volte, è impossibile averla. Il problema non è solo degli spettatori … ma anche degli stessi Artisti, i quali, a volte, vanno in crisi. E’ appunto quello che è accaduto un anno fa all’Architetto Onofrio, Scultore. Cinquant’anni ben portati, single … Onofrio quale Artista vero, è di quelli che ogni mattina si fa l’esame di coscienza e come prima domanda si chiede “… e adesso dove sto andando?” Perché l’arte è così … un percorso senza fine. Un continuo confronto con sé stessi e con il mondo circostante. Onofrio a cinquant’anni da Artista vero, affermato … poteva contare su una solida clientela. Su acquirenti che compravano in anticipo, non solo l’opera non era finita … ma quella che non era ancora cominciata. Per un anno Onofrio aveva messo l’alt alla vendita delle opere. L’Artista voleva fare una grande Mostra … con opere nuove. La scultura è prima di tutto creazione, immaginazione … Creazione di un volto, di un corpo … di una parte del corpo. E quella creazione deve “parlare”. Già. Per Onofrio quello era il dramma. Da quando aveva deciso la Mostra, la data dell’esposizione e il luogo, Milano … il cinquantenne si svegliava di notte. Voleva dare il meglio di sé. Ogni volta che guardava le opere pronte, era insoddisfatto. A sei mesi dalla Mostra, nessuna delle opere era di suo completo gradimento. Se avesse continuato così, avrebbe fatto la peggior Mostra della sue opere da quanto aveva iniziato la carriera. Onofrio doveva parlare con uno Psicologo. Un conoscitore dell’Arte … e degli Artisti. Siccome Onofrio operava a Milano e viveva a Pavia era facile trovare ciò che cercava. Il Dott. Felice, uno Psicologo sessantenne … senza peli sulla lingua. “Architetto Onofrio ha fatto bene a rivolgersi a me per il suo problema. A volte anche noi Psicologi abbiamo bisogno di sfogarci. Dire ciò che pensiamo … dell’arte. Psicologi e Artisti mettono le mani nella stessa materia: l’animo umano, la mente umana … il mondo delle emozioni. Ebbene, Architetto Onofrio, se parliamo di emozioni … a volte faccio fatica ad emozionarmi davanti a certe sculture. Qualche Artista dirà che non capiscono niente di Arte … ma non è vero. L’Arte deve emozionare. Ti accorgi subito se un Artista è Artista oppure no. Ti accorgi se, all’atto della creazione, era innamorato oppure no” Onofrio aveva capito tutto. Aveva trovato le risposte che cercava per la sua Mostra. Tornato a Pavia si avventurò per le viette strette e sghembe dell’antica città. Per un Artista è come immergersi in un fantasmagorico mondo di forme e colori … e soprattutto di idee … idee da plasmare. E’ il luogo degli incontri imprevisti, impensati, inattesi … Proprio quello che voleva Onofrio. Mentre l’Artista si trovava nei pressi della Chiesa di San Teodoro si accorse che da una finestra dell’ultimo piano è caduto un oggetto. Una cornice. Una cornice con un ritratto di giovane donna. Onofrio lo raccolse e attese che qualcuno si affacciasse alla finestra per dire “E’ qua. L’ho raccolto io. Posso portarglielo?” Infatti, alla finestra si affacciò una Dea … un volto di donna che non aveva uguale. “Salga. Salga … le offro il caffè” Quando accadono certe cose, un Artista rimane scosso. Si chiede “Ma cosa mi sta succedendo?” Dopo essere entrato nell’appartamento … la sorpresa. “Mi chiamo Osvalda ... “ e Onofrio, il cinquantenne rimane di stucco. Aveva sempre cercato di modellare un “naso perfetto” e non ci era mai riuscito. Ora, eccolo lì il naso perfetto … era quello di Osvalda! Chi non ricorda il famoso naso di Cleopatra? Chi non ricorda la famosa frase … “Se il naso di Cleopatra fosse stato …” Quando un cinquantenne, single, Artista … incontra la sua donna ideale non capisce più niente. Osvalda, poi, era la quintessenza della bellezza. Per Onofrio era fonte di ispirazione senza limiti. Innamorarsi è stato un attimo. Anche Osvalda aspettava il momento magico … trent’anni, fiore degli anni … alta, bionda, occhi verdi, gambe da fine del mondo. Se gli Artisti sono degli osservatori nati … è l’amore che accende la fantasia. Onofrio e Osvalda sono partiti con il piede giusto. E’ vero che tutto ha avuto inizio con un caffè fatto con la moka … ma c’è caffè e caffè. C’è un caffè che si gusta con le papille gustative … e c’è un altro caffè che si gusta con lo sguardo, si assapora con gli occhi della mente. Ad un tratto Onofrio si vide tutte le sue sculture camminare … Qualche lettore dirà che era diventato matto. No. Per uno Scultore vero le sculture camminano … si muovono da un posto all’altro. Ovunque c’era Osvalda … lì c’era una sua scultura. E quell’opera diventava viva. Si animava … parlava. Ora, Onofrio non aveva più dubbi. La sua Mostra a Milano avrebbe avuto successo. C’era Osvalda … ed era solo l’inizio. Dopo il caffè Onofrio si sentì attratto dalle labbra di Osvalda, la quale sembrava una calamita. Anche lei voleva qualcosa: un bacio. Un bacio di quelli superlativi. Inutile chiedersi perché. Cupido sa dove colpire e come. Onofrio comprese che la sua … sarebbe stata una Mostra al Bacio. Questo è il racconto 898 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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BEATRICE D'ESTE
di Teresa Ramaioli
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TERESA
PER
MARION
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TERESA
PER
ANNAMARIA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO OSCAR ...
OSCAR TURATI
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANTONELLA ...
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