dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 20/02/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
261
Caterina e la nuvola solitaria
Caterina non era contenta di come si svolgeva la sua vita. A trent’anni aveva raggiunto parecchi obiettivi come il lavoro sicuro e corrispondente alle aspettative, ma non aveva ancora realizzato il suo sogno sentimentale. D’altro canto, l’impegno che aveva profuso negli studi, nella ricerca del lavoro e nello svolgimento ad esso collegato l’aveva costretta a rinunciare a parecchi “incontri”. Si sa che se si vogliono conoscere le persone… bisogna frequentarle. Caterina non ne aveva avuto il tempo. Ora, però, aveva deciso. Al primo posto nella sua vita… ci sarebbe stato l’amore. Purtroppo, tra il dire e il fare (come diceva l’antico proverbio) ci sta di mezzo il mare. Il “mare” …erano le aspettative che Caterina si era messa in mente di raggiungere…(possibilmente in breve tempo). Le sue amiche Clara e Donata erano già ben sistemate, nel senso che avevano incontrato l’uomo “ideale”, bello, ricco e pieno di vita. E lei? L’amore è una delle scelte più difficili. Diceva la nonna di Caterina che… trovare l’uomo giusto è come andare a pescare… “sei convinta di aver pescato il massimo” e le apparenze finiscono per non corrispondere ai risultati. Inoltre, diceva sempre la nonna di Caterina, l’amore è… un sentimento legato “al caso”. Quando lo cerchi … non lo trovi. Quando meno te lo aspetti…arriva… e nel modo che non avresti mai pensato. Da quando Caterina si era messa in testa di trovare l’uomo giusto erano passati ormai tre mesi… e l’impresa si prospettava difficile. Un anno fa, al Bar in Piazza della Vittoria a Pavia, dove la trentenne andava prendere il caffè il sabato mattina c’era, vicino al suo tavolo, un bel quarantenne che leggeva il giornale economico. Caterina aveva notato che era sempre solo. Si inventò una scusa per “attaccare bottone” e la trovò. L’approccio aveva sortito l’effetto desiderato. Dopo poco tempo Caterina e Dionigi (questo era il nome del bel quarantenne) prendevano il caffè insieme, chiacchieravano, passeggiavano per Corso Cavour e Strada Nuova… e si fermavano a parlare sul Ponte Coperto. L’inizio prometteva “bel tempo”, ma Dionigi… “non entrava mai in discorsi troppo personali” e di inviti a cena… neanche a parlarne. Come mai? Si chiedeva Caterina… Tuttavia la trentenne continuava a sperare che “un giorno” accadesse il miracolo. Senza troppe illusioni aveva cominciato a fare discrete ricerche. Caterina venne a sapere che Dionigi era il nipote prediletto di una zia, ricchissima, nubile, sorella della madre di cui, il quarantenne, era rimasto orfano in tenera età. Risultato. Caterina capì che le sue speranze sarebbero andate deluse se non avesse preso (come si suol dire) “il toro per le corna”. Un giorno di maggio, mentre i due si trovano a passeggiare sul Ponte Coperto, Caterina affrontò l’argomento di petto. “Dionigi, mi piacerebbe conoscere tua zia Cleofe.” Il bel quarantenne, divenne freddo come un cubetto di ghiaccio. Non disse una parola. Girò i tacchi e si diresse verso Strada Nuova. Caterina rimase di stucco. “La frittata era fatta”. Inutile, farsi domande o cercare risposte. La trentenne prese la via di Borgo Ticino. Si fermò a guardare l’acqua del fiume che scorreva veloce. Ad un tratto, Caterina, sentì una mano sulla spalla. Era il suo compagno di scuola media, Carmelo, il più “pazzo” della compagnia. “Caterina, non ti chiedo come stai perché lo leggo sul tuo viso. Ho una proposta per te. Stasera devo presentare uno spettacolo. Mi serve una donna come compagna d’avventura. Ci stai?” Caterina guardò in volto Carmelo. Era esattamente come lo ricordava ai tempi della scuola media. Bello, “pazzo” (e forse… senza un soldo). Sul cielo di Pavia vagava una nuvola solitaria in cerca di approdo. Caterina chiuse gli occhi e… “Perché no!” (261)-
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PRODOTTI TIPICI LOMBARDI
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 19/02/15 alle 17:44 via WEB Prodotti tipici lombardi---La Lomellina è, fin dal Medioevo, zona di allevamento dell’oca. Nelle sue terre basse e acquitrinose, questo animale offriva alle famiglie residenti molteplici risorse: carne. pelle, piume, grasso, fegato e frattaglie. La necessità di conservarne le carni ha spinto gli allevatori alla produzione di salami e prosciutti, ancor’oggi prodotti con lavorazione artigianale. Il salame d’oca è fatto per un terzo con carne magra d’oca, alla quale si aggiungono carne e grasso suino, tritati in proporzioni uguali. Dopo un passaggio nel tritacarne, all’impasto vengono aggiunti sale, pepe ed aromi vari. L’insacco avviene nella pelle d’oca, precedentemente ritagliata e messa sotto sale. Dopo l’asciugatura per 2-3 giorni viene bollito a fuoco lento e lasciato raffreddare nell’acqua di cottura. Questo salame, la cui pezzatura è di circa 1Kg, viene venduto sia crudo che cotto, ma in ogni caso, prima di consumarlo è necessario cuocerlo per almeno un’ora. Se servito freddo, è un ottimo antipasto, mentre caldo diventa un secondo eccellente, specie se accompagnato da verdure cotte. Può essere utilizzato anche per uno spuntino, così come prescrive la tradizione lombarda, servito con mostarde e salse agrodolci. Se ne consiglia l’abbinamento con un vino bianco morbido e aromatico. Ciao Teresa |
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MARION
PER
TERESA
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CIAO GIOVANNI ...
MENEGI53
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|
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CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI MILANO
(Rispondi) (Rispondi)
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
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PENSIERI SPARSI DEL 20 FEBBRAIO 2015
“Oggi, è
sempre più importante
vivere
al passo con i tempi”
Dino
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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19 FEBBRAIO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 19 Febbraio 2015 – Giovedì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
901
Camillo, Cordova e la Luna
La felicità è un piacere che ogni persona continua cercare. Non importa che per trovarla percorre tutta una vita. Commette errori … incontri sbagliati … Quel che conta è la meta. La felicità! Un anno fa, ne sapeva qualcosa il Dott. Camillo, cinquant’anni ben portati, single, Commercialista nel milanese, abitante a Pavia. Un anno fa, però, il Dott. Camillo era infelice. Aveva un bell’Ufficio. Impiegate che lo adoravano. Un’invidiabile clientela. Tuttavia, il Commercialista era insoddisfatto, deluso, amareggiato. Si sfogò con la sua impiegata di fiducia, la Signora Maria, sessantatre anni … prossima alla pensione. “Signora Maria, tra un po’ lei andrà in pensione ed io me ne resterò qui solo come un cane a litigare con i numeri … “ La Signora Maria era una donna pratica. Decisa. Non dava mai nulla per scontato. “Dott. Camillo, le ho suggerito mille volte di non limitarsi al lavoro. Il lavoro è utile per portare a casa lo stipendio … ma la vita è un’altra cosa. La vita è … l’amore e la felicità. Per raggiungerla bisogna percorrere molte strade” Quel discorso, il Dott. Camillo l’aveva sentito mille volte. Il cinquantenne era reduce dal terzo fidanzamento … fallito. Era, quindi, sensibilissimo all’argomento. “Signora Maria, per la terza volta sono stato piantato da una donna … non parli a me d’amore. L’amore, se c’è, non l’ho ancora incontrato. Abita su un altro pianeta” La Signora Maria rincarò la dose.”In amore si può sbagliare cento volte … ma poi, arriva il miracolo. L’incontro fatale. Quello che mette una pietra sul passato … e dipinge la vita tutta rosa” Anche questo discorso, il Dott. Camillo, l’aveva sentito cento volte … ma questa volta ne è rimasto attratto. “Signora Maria, mi auguro che lei abbia ragione. Le sarei grato se mi indicasse come fare ad incontrare l’amore perfetto” Nell’Ufficio c’era silenzio e calma assoluta. Ogni impiegata era intenta a controllare a video ciò che aveva appena copiato dal cartaceo. La Signora Maria ne approfittò per lanciare al sua freccia. Quando una sessantatreenne (che ne conosce una più Diavolo) … prossima alla pensione, lancia la sua freccia … si può stare certi che non lo fa a caso. “Dott. Camillo. Oggi voglio essere magnanima con lei. Questo è l’indirizzo della Maga Iris. Si trova presso l’Osteria Stella d’Oriente, in Lomellina. Il risultato è assicurato” Per il cinquantenne Dott. Camillo è stata la prima volta che la Signora Maria svelava un simile segreto. L’impiegata di fiducia aveva sempre parlato della Maga Iris … ma non aveva mai svelato l’indirizzo. Ora, eccolo lì … su un piatto d’argento. Il Dott. Camillo cominciò a sognare. Non aveva mai visto una Veggente, una Maga in carne ed ossa. Non sapeva se … magra o grassa, alta o bassa. Se avesse i capelli lisci e ben curati … oppure i capelli che andavano da tutte le parti come una Strega … una Strega vera con le braccia lunghe, magre, le mani scarne … le dita pelle e ossa … con le unghie simili ad artigli. Ora, il Dott. Camillo aveva l’indirizzo e poteva finalmente vedere in faccia una Maga, la Maga Iris. La decisione è stata immediata. Era sabato. Il giorno successivo, domenica, il Dott. Camillo sarebbe andato a cercarla in Lomellina, all’Osteria Stella d’Oriente. La domenica mattina di un anno fa, il Dott. Camillo, si è alzato alle quattro. Era ancora buio, ma si poteva guardare il cielo … C’erano nuvoloni sparsi che correvano veloci per il cielo. Il meteo l’aveva detto. “Nuvoloni sparsi e possibili improvvisi temporali … in Lomellina”. Quando un cinquantenne si mette in mente una cosa è più testardo di un mulo. Niente riesce a farlo ragionare. Alle sette del mattino, il Dott. Camillo era già sulla sua automobile che cercava la strada di campagna che conduceva all’Osteria Stella d’Oriente. Non ha fatto alcuna fatica a trovarla. All’inizio della strada c’era un grande cartello scritto a mano “All’Osteria Stella d’Oriente … dove riceve la Maga Iris” Nel cielo, però, c’erano nuvole minacciose pronte a rovesciare una montagna d’acqua. Dopo qualche centinaio di metri è stato così. Si è scatenato un furioso temporale. Il Dott. Camillo ha dovuto fermarsi. Non si vedeva più nulla. Quando, finalmente, il temporale cessò il cinquantenne si sentì perso. La strada non c’era più. Un lago d’acqua. Lui e la sua automobile erano immersi in quel lago. Il Dott. Camillo cercò il telefonino per chiamare i soccorsi … In quel momento si ricordò di averlo lasciato a casa sul tavolo della cucina. Proprio quello che non ci voleva. Il cinquantenne cercò di non lasciarsi prendere dal panico … ma erano appena le sette del mattino. Alle sette del mattino di domenica … perso in una strada di campagna … che adesso non c’era più. Cosa fare? Il Dott. Camillo fece la cosa più naturale di questo mondo. “Maga Iris se veramente sei una Maga … pensaci tu” In quell’istante, il Dott. Camillo sentì il rumore delle pale rotanti di un elicottero che avvicinava … e una voce chiara al megafono. “Dott. Camillo. Apra lo sportello dell’auto e si affidi alla scala di corda. Salga. Salga adagio …” Il Dott. Camillo comprese al volo cosa doveva fare. In un attimo si trovò nell’abitacolo dell’Elicottero insieme ad una splendida trentenne … alta, bionda, occhi verdi e gambe da fine del mondo … ed una voce dolce, morbida, vellutata … “Dott. Camillo … sono la Maga Iris” Il cinquantenne rimase di sasso. Una Maga così non l’aveva mai vista … e neppure immaginata. Una Maga alla guida di un elicottero? Roba da fuori di testa. Invece, no. “Camillo. Ora, siamo soli e posso dirtelo. Da tanto tempo sono innamorato di te. Ora, è venuto il nostro momento … la nostra luna di miele la trascorreremo a Cordova in Spagna dove la Luna invita gli amanti ad un amore senza fine. Questo è il racconto 901 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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IL GORGONZOLA
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 19/02/15 alle 17:43 via WEB Prodotti tipici: il gorgonzola--Territorio di produzione: le province di Bergamo, Brescia, Como, Cremona, Lecco, Lodi, Milano, Varese e Pavia. Il Gorgonzola è un formaggio da tavola a pasta cruda, prodotto con latte vaccino intero, caglio e sale. Ha un a crosta compatta, ruvida e dura di colore rossastro. La pasta bianca o paglierina è burrosa e fondente, con la presenza di piccole venature grigio-verdi o bluastre (erborinatura) dovute allo sviluppo di muffe che ne determina il caratteristico gusto inconfondibile. Esistono due tipi di Gorgonzola: il “dolce“, cremoso e con modesta presenza di muffe, e il “piccante“, più stagionato e consistente, caratterizzato da diffuse venature. Il tipo “dolce” ha un periodo di maturazione di 60 giorni e le loro forme vengono spesso vendute tagliate a metà. Il loro peso medio è di circa 12 Kg. Il tipo piccante, invece, ha un periodo di maturazione di 90-100 giorni e le forme hanno un peso medio di circa 6 Kg. Il nome deriva dalla cittadina omonima lombarda nei pressi della quale, per l’errore di un ignoto mandriano, si dice sia nato il Gorgonzola nel lontano XII secolo. Secondo la leggenda, una cagliata venne dimenticata in un angolo e poi recuperata il giorno dopo unendola alla nuova cagliata .Ciao Teresa Ramaioli |
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TERESA
PER
ANTONELLA
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
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CIAO GIOVANNI ...
MENGI53
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DONATELLA DI MILANO
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
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