dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 05/04/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
313
Dal Parrucchiere…
Per conoscere il malessere di una società, non basta leggere i fatti di cronaca nera pubblicati dai giornali ed evidenziati dalla TV. Serve anche ascoltare i discorsi che le persone fanno al Bar… oppure in altri locali pubblici. Il “Parrucchiere per soli Uomini”, per esempio, è un bel punto di osservazione per capire “quale aria tira” nei riguardi del rapporto di coppia (uomo – donna). Ieri mattina, presso un Parrucchiere di Pavia, c’erano cinque uomini che aspettavano il loro turno. Il più anziano del gruppo (sui 70 anni) ha letto una notizia su un giornale ed ha esternato il suo pensiero. “Se andiamo avanti così, e le donne non si danno una regolata… la situazione peggiorerà sempre più.” Non l’avesse mai detto. E’ stato come mettere un fiammifero vicino alla paglia… Un incendio! Un cinquantenne ha subito ribattuto. “Le donne si lamentano in continuazione, ma non si fanno mai l’esame di coscienza. Non si mettono mai davanti allo specchio a chiedersi dove avrebbero potuto aver sbagliato. La colpa è sempre dell’uomo… perché non capisce niente… perché è egoista, perché pensa solo al sesso… perché… perché …Eppure, se c’è “una persona facile” da prendere è proprio l’uomo… Basta un sorriso, un chiacchierata normale, distensiva… No. Troppo facile. In ogni momento, la donna deve sempre elencare le cose che “non” vanno nel rapporto di coppia. Devono sempre sottolineare quello che si aspettano “dall’altra parte della bilancia”… Mai una volta che dicano ‘Ma io… sul mio piatto… cosa ci ho messo?’ “. Il discorso stava per prendere una piega decisamente polemica quando è intervenuto un quarantacinquenne che si è rivelato essere un “artigiano – idraulico”. “Io non devo parlare perché il mio mestiere mi impone di essere gentile e riservato, ma le donne oggi sono diventate difficili ed enigmatiche. Nel mio lavoro, per esempio, devo sempre essere cortese anche quando sembra che si faccia apposta per “farmi scoppiare”. Inoltre, devo spesso far finta di niente. Di non aver sentito, di non aver visto, di non aver capito. Un uomo (idraulico), oggi, non deve mai azzardarsi a dire una “parola” in più del dovuto. Meglio passare da tonto … che trovarsi nei guai.” Un Signore sessantenne ha subito ribattuto. “Dopo due convivenze finite… come finiscono spesso oggi i rapporti di coppia, ho deciso di vivere da solo. Finalmente, in casa mia, sono finite le discussioni. Ho un gatto… Quando devo dire qualcosa … parlo con il gatto. Lui mi capisce sempre …e, per consolarmi … non fa neanche.. miao.”(313) -
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MILANO
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 04/04/15 alle 12:14 via WEB NAVIGLIO GRANDE- MILANO-----Fino al 1913 il Naviglio Grande era solcato dai «barchett», le barche corriere che partivano da Abbiategrasso, Boffalora, Gaggiano e Turbigo e trasportavano i passeggeri,bestie,merci e la corrispondenza fino alla darsena di Milano. L’antica “corriera” passava alle otto del mattino e nel pomeriggio partiva ad un’ora non ben definita. Per non rischiare di perdere la corsa la gente si preparava con molte ore di anticipo nelle osterie vicine all’approdo; qui aspettava di udire l’inconfondibile voce del barcaiolo che annunciava l’arrivo del barchett: “El vaa! El barchett, el vaa”…. Dalle cinque alle otto ore per raggiungere Milano! Il Berchett funzionava in tutte le stagioni, all’andata la barca era trasportata dalla corrente; al ritorno, per risalire il corso d’acqua, era trainata da un cavallo lungo la sponda. E ad aggiungere un altro tocco di …poesia il “Torototela”, un cantastorie che raccoglieva i soldi del biglietto suonando uno strumento costruito con uno spago teso e una zucca vuota che utilizzava come cassa di risonanza.---Ciao Teresa Ramaioli |
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CIAO GINO ...
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MENEGI53
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STEFANO BROCCA DI PAVIA
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LAURA1953
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4 APRILE 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 4 aprile 2015 – Sabato - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
945
Emanuela e il Pranzo di Pasqua
Le grandi ricorrenze annuali come la Pasqua invitano a riflettere e non sempre le persone sono soddisfatte. Anzi, il più delle volte, le persone stesse, si ritrovano con molti interrogativi e poche certezze. Ecco perché in occasione della Pasqua le persone si inventano le più impensate iniziative. Un anno fa, è stato così anche per Dott. Emanuela, una quarantenne bellissima, single, impiegata presso una Azienda di Milano, abitante a Pavia. Emanuela era soddisfatta del proprio lavoro, ma non della propria vita privata … specialmente sentimentale. Aveva provato varie volte ad avere un fidanzato, ma non ci era ancora riuscita. Aveva persino dei dubbi che il futuro potesse riservarle delle novità. In occasione della Pasqua dello scorso anno, Emanuela aveva chiesto a sua Zia Clementina, sorella di sua madre, qualche idea … per una delle ricorrenze più importanti dell’anno. La Zia Clementina era una fonte inesauribile di proposte. “Emanuela perché non inviti tutti i parenti conosciuti e di cui abbiamo notizia … e organizzi un bel pranzo di Pasqua? Oggi, i componenti di una stessa Famiglia, vicini e lontani, si sono assottigliati e sono sparsi, per ragioni di vita e di lavoro su un vasto territorio … spesso distanti centinaia di chilometri. Una volta questa esigenza non c‘era. Le Famiglie erano patriarcali … con tanti figli e nipoti. Oggi, non più. Ecco perché si sente il desiderio di ritrovarsi tra parenti almeno una volta ogni tanto …” Emanuela comprese che la Zia Clementina aveva voglia di incontrare i parenti che aveva conosciuto in gioventù … e che la vita aveva disperso un po’ dappertutto. Si mise di buona lena e fece un primo sommario elenco. Ora si trattava di raccogliere i numeri di telefono e prendere contatto con le singole persone. Il lavoro è stato più difficile e lungo di quanto avesse pensato. Innanzi tutto molti parenti non c’erano più. Il numero si era alquanto assottigliato rispetto all’elenco iniziale. Dopo le prime telefonate Emanuela aveva constatato che alcuni parenti non erano in perfette condizioni fisiche … quindi non si poteva far conto sulla loro presenza. Alla fine il numero si è ridotto a sole sette persone sicure … e un cugino di cui la Zia Clementina continuava a parlarne … e del quale non si riusciva a rintracciare l’indirizzo. Era un parente molto alla lontana della Zia Clementina abitante a Vicenza, una bellissima cittadina veneta dalla quale proveniva la Famiglia di Emanuela. La quarantenne aveva rintracciato tra le carte di famiglia un vecchio indirizzo ed aveva spedito un invito per lettera al Cugino Danilo, ma non aveva avuto alcuna risposta. La Zia Clementina, invece, continuava a nominarlo … come se fosse stato indispensabile alla buona riuscita del Pranzo di Pasqua. Quando si continua nominare una persona … ci devono essere delle ragioni misteriose. Almeno così la pensava la mamma di Emanuela. “Se la Zia Clementina continua a nominare il Cugino Danilo di Vicenza ci devono essere delle buone ragioni. Una persona non si nomina per caso. Anch’io sono diventata curiosa di conoscerlo … anche se difficilmente potrà essere tra noi durante il Pranzo di Pasqua” Emanuela fece un ultimo tentativo. Telefonò all’Ufficio Anagrafe per avere l’indirizzo, ma la risposta è stata negativa. La quarantenne preparò il Pranzo per sette persone … ma non contenta riservò un ottavo posto nel caso il Cugino di Vicenza si fosse presentato all’ultimo minuto. Intanto era giunta la Pasqua dell’anno scorso. Prima del pranzo è stato un bell’incontro tra parenti … storie passate e il piacere di rivedersi. Un tuffo nella nostalgia e la soddisfazione di potersi abbracciare vivi e vegeti. All’inizio del pranzo, Emanuela aveva messo il cuore in pace. Il pranzo sarebbe stato per sette … Stava per togliere l’ottavo posto, quando sentì il rumore di un automobile di grossa cilindrata. Era una rossa Ferrari guidata da un gagliardo quarantacinquenne, Danilo, il Cugino di Vicenza. Sette persone l’abbracciarono ed il Pranzo ha potuto avere inizio … ma non era finita. Si vedeva che Danilo aveva qualcosa da raccontare. “Scusate se non ho telefonato per avvertire della mia presenza. Questa lettera d’invito, l’ho avuta solo questa mattina. Mi è stata consegnata da una donna vecchia, con i capelli bianchi e arruffati. Mi ha detto. “Ecco l’occasione della tua vita. Vai al Pranzo dei tuoi parenti a Pavia … Lì incontrerai l’amore. Si chiama Emanuela … è la donna che ti renderà felice” Stavo per ringraziare la vecchia donna dai capelli bianchi … ma essa sparì come se non fosse mai esistita” Il silenzio ha preso il sopravvento, ma è stato interrotto dalla Zia Clementina. “Nella storia delle Famiglie c’è sempre qualcosa di misterioso. Nella nostra c’è stata una Maga … era una donna vecchia con i capelli bianchi e arruffati” Intanto Danilo e Emanuela si erano guardati negli occhi ed avevano capito che ogni nostra azione è guidata dal Destino e che il Pranzo di Pasqua era la tessera di puzzle che … si chiama vita. - Questo è il racconto 945scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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LA COLOMBA PASQUALE
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 04/04/15 alle 20:28 via WEB LA COLOMBA PASQUALE----Narra la leggenda che in un Alto Medioevo il monaco irlandese Colombano, con i suoi compagni di preghiera, si trovasse a passare in Nord Italia, nel regno Longobardo, proprio a due passi da Pavia. Qui i pellegrini vennero ricevuti con tutti gli onori dalla regina Teodolinda che, pensando di far cosa gradita fece servire un pranzo sontuoso a base di selvaggina pregiata. Anche i sovrani, talvolta, fanno qualche gaffe. Non era venerdì ma era tempo di Quaresima e il devoto Colombano non si sarebbe mai sognato di mangiare carne. Così, per non offendere la sovrana, ma neppure la propria fede, disse di voler benedire il cibo prima di consumarlo. Durante il rito le carni si trasformarono in candide colombe di pane, facendo comprendere alla regina il suo errore, ma permettendo ai monaci di gustare un lauto pranzetto. Sembra che da quelle colombe bianche e da questa leggenda ebbe origine il dolce che arriva sulle nostre tavole a Pasqua.Buona Pasqua Teresa |
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CIAO ...
SICILY FOREVER.59
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CIAO GIOVANNI ...
MENEGI53
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
(FOGGIA)
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LE REGOLE PER ESSERE FELICI
di Teresa Ramaioli
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