dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 09/04/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
317
Giacomo, il vignaiolo
E’ chiaro a tutti che stiamo attraversando un periodo difficilissimo… sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista sociale e culturale. Ne è ben convinto anche Giacomo, quarant’anni, scapolo, vignaiolo… in un paese di collina dell’Oltrepò Pavese. Giacomo ha ereditato la vigna da suo padre il quale l’ha avuta dalle precedenti generazioni. Ogni generazione ci aveva messo di “suo”. Aggiungendo terreno e filari di viti. Oggi, l’occhio di Giacomo spazia sul suo terreno e sulle sue viti che sono una parte del suo esistere. Ecco perché, Giacomo, è in apprensione ogni volta si avvicina un temporale. Se, per caso, il temporale porta la grandine ….e come se Giacomo la ricevesse tutta sulla sua pelle, sulle sue spalle… dentro alla sua testa. Si fa presto a dire che la grandine è un fenomeno meteorologico ineludibile… Per conoscere il vero significato della “grandine” bisogna essere nei panni di Giacomo. Lavorare ogni giorno in mezzo alle viti. Curarle e potarle come fossero tanti “figli” …e poi, nel giro di poche ore vedere tutto il proprio lavoro andare in fumo… distrutto dal “Dio Temporale”, il quale, con un accanimento senza limiti, si vendica di tanta rigogliosa e florida “promessa”. Si… perché, la vite e l’uva… più che un “prodotto” sono una promessa. Ogni annata ha il suo vino. Non c’è vino uguale a quello dell’anno (o degli anni) precedenti. Inoltre, Giacomo, è il continuatore di una tradizione. Si porta dietro il “sapere dei propri avi”, l’amore per la propria terra… le proprie “radici”… dalle quali assorbe linfa vitale. Da questa situazione psicologica nasce quel senso di “fatalismo” che pervade l’animo dei vignaioli. Sono convinti che tutto dipende da “quel Dio Misterioso” che si chiama Destino. La sensazione di sentirsi nelle sue mani… come giocattoli… e fare ciò che Lui vuole…” E’ la filosofia di Giacomo e di molte persone che vivono il “dramma” della terra tutti i giorni…ed ora anche di più. Al problema “vite-temporale”…in questo nostro tempo si aggiunge un altro problema: la famiglia. Giacomo ha quarant’anni. Ha, pure, la “morosa” (la fidanzata) Serena, 30 anni, la quale vorrebbe sposarsi, ma… Giacomo è più freddo del ghiaccio. Appena può evita il discorso. La settimana scorsa Giacomo era nella vigna. Davide, il padre di Serena, passava, per caso (solo per caso?) nei pressi della vigna. Approfittando del fatto che Giacomo era solo… accennò al discorso del matrimonio. “Giacomo, hai quarant’anni… non sarebbe ora che ti sposassi?”. Giacomo non aspettava altro per chiarire il suo pensiero. “Davide, se fosse stato come una volta … mi sarei già sposato. Oggi, invece, anche il matrimonio è diventato un problema… come la grandine. Dei miei coetanei che si sono sposati … non c’è più nessuno insieme. Tutti divisi… con… o senza figli. Da lì problemi legali a non finire. “Guerre” (psicologiche) che non finiscono mai… Prima c’era solo il temporale con grandine sulla vigna ….Ora, c’è il temporale con grandine (garantita?) con il “matrimonio”… con conseguenze inimmaginabili. Mio padre, molto anni fa, mi diceva. “Giacomo, stai bene attento a scegliere la moglie... perché la donna può fare la fortuna o sfortuna di un uomo”. Adesso, forse, tale proverbio merita un aggiornamento… “il matrimonio è quasi sempre foriero di liti, di spese, di danni materiali e psicologi.” Giacomo tacque. Davide, scosse la testa, e sospirò una frase. “Hai ragione… Se fossi in te, prima di sposarmi, ci penserei due volte” (317)
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LA CERNIERA LAMPO
di Teresa Ramaioli
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CIAO STEFANO ...
STEFANO BROCCA DI PAVIA
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CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI MILANO
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
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FELICITA'
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 08/04/15 alle 18:04 via WEB Ciao Dino,da sempre l'uomo si occupa della “felicità”: il benessere deriva da uno stato interiore che non ha teoricamente legami con quello che avviene fuori e nemmeno con la salute fisica. Spesso vediamo che ci può essere tanta tristezza e disagio interiore nonostante la massima abbondanza e ricchezza esteriore. Come fare per “guadagnare” degli istanti di felicità? Ecco un “trucchetto” che non è quella di darci la felicità eterna… ma degli istanti, degli attimi di felicità… e spetta a noi usare il “trucco” tanto spesso quanto vogliamo. Il “trucco” è concentrarsi sull’attività che stiamo facendo come se fosse la cosa più importante di tutte. Concentrarsi sull’attività che stiamo facendo nel presente come se fosse la cosa più importante di tutte, ha l’effetto di farci dimenticare tutto il resto, porta la nostra mente a cancellare le preoccupazioni, è un modo, un trucco per dare tregua alla mente e regalarci un istante di felicità, lungo tanto quanto riusciamo a farlo. Ciao a tutti gli amici del blog , Teresa |
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
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8 APRILE 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 8 aprile 2015 – Mercoledì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
949
Ottavio e La Fontana della Salute
L’attuale vita frenetica porta spesso le persone all’esasperazione. Tutti vorrebbero fare di più e alla fine si ritrovano stressati e avviliti … senza aver raggiunto i risultati sperati. Un anno fa è capitata la stessa cosa al Dott. Ottavio, quarantacinque anni … ben portati. Sembrava un giovanotto. Responsabile di un Ufficio a Milano, abitante a Pavia. Single … non per scelta sua. Un po’ perché influenzato dalla mamma che ha fatto da chioccia come per i pulcini. Un po’ perché (diceva Ottavio) i suoi coetanei che si erano sposati, dopo poco tempo, si erano separati ed erano ritornati in famiglia. Così, Ottavio, un anno fa, era stressato dal lavoro che diventava sempre più complicato, con tantissime scadenze ad ogni batter d’occhio. Quando una persona è stressata comincia a vedere tutto “nero”. Se non proprio nero … almeno grigio. Se ne era accorto anche il suo coetaneo, Raffaele, suo Collega dell’Ufficio accanto. “Ottavio, ti vedo giù di corda. Cosa ti è successo?” La domanda è stata salutare. Ottavio ha trovato la forza di lamentarsi. “Raffaele sono stanco morto. Non riesco più a dormire. Devo proprio andare dal Medico e farmi scrivere qualche tranquillante …” Raffaele reagì. “Ottavio … non dire stupidaggini. I medicinali vanno presi quando servono e con molta parsimonia. Anch’io ho passato un periodo durante il quale non dormivo. Il lavoro mi aveva trasformato in uno straccio. Mi sono messo di buona lena ed ho cercato la soluzione al problema. Per esempio. Te ed io, viviamo la maggioranza del nostro tempo a Milano. A contatto con situazioni sempre nuove e complicate. Ci dimentichiamo che esiste ancora un mondo dove possiamo liberare la mente dai nostri fantasmi quotidiani. Questo mondo è appena fuori Milano. Fuori Pavia. In mezzo alla campagna … dove ci sono ancora paesini costituiti da una manciata di case. E’ lì, dove ho ritrovato il mio equilibrio mentale. La mente si è rasserenata. Ho cominciato a vivere una vita nuova piena di scoperte … “ Raffaele stava per continuare, quando Ottavio l’interruppe. “Di scoperte? E quali?” Raffaele continuò. “Proprio così … di scoperte. Te ed io, che viviamo molta parte della nostra vita a Milano perdiamo la cognizione del tempo. Il cambio delle stagioni … come vuole la natura. La natura vera, reale. Con i telefonini, oggi, abbiamo la temperatura in tempo reale … se piove o se c’è il sole. Se dobbiamo scoprirci o coprirci. Tra un po’ ci diranno anche quando dobbiamo essere felici oppure infelici … Questa non è più vita … è essere diventati Robot. Vivere, invece, è sentirci nella natura e con la natura. Uscire di casa e trovarsi in mezzo alla campagna. Calpestare l’erba del prato … a piedi nudi. Entrare nel bosco. Sentire l’odore di fiori appena sbocciati. Guardare la vita in una bolla d’acqua piovana. E poi il canto degli uccelli che varia da stagione a stagione …” Raffaele avrebbe voluto continuare, ma è stato interrotto da Ottavio. “Raffaele, dov’è un simile Paradiso?” L’amico ha risposto alla domanda. “In Lomellina. Sulla riva destra del fiume Ticino. Ti posso dare l’indirizzo di una casa isolata in mezzo al bosco … dove vive una donna vecchia … specializzata nel fare il risotto con i funghi porcini. Ecco. Si chiama Fontana della Salute” Ottavio ormai era esaltato dalla descrizione. Non vedeva l’ora di raggiungere la località indicata dall’amico Raffaele. Prese alcuni giorni di ferie arretrate e partì alla ricerca della località incantata. Quando si cerca un luogo speciale bisogna affidarsi al Destino. Infatti, Ottavio dopo aver raggiunto la Lomellina ha dovuto lasciare l’automobile in un parcheggio pubblico e addentrarsi a piedi per una strada sterrata in mezzo al bosco. A parole le località sono sempre vicine … ma quando ci si addentra un bosco mai frequentato si finisce per perdersi. Ottavio si perse. Per fortuna che ha incontrato un uomo, un uomo di quelli abituati a camminare senza sosta. “Scusi, dov’è la Fontana della Salute?” L’uomo sembrava aspettasse la domanda. “Prima strada a destra … seconda strada a sinistra” Sembrava di sentire un Vigile Urbano di Milano. Ottavio obbedì alla lettera. In fondo alla seconda strada a sinistra il quarantacinquenne si trovò di fronte ad una casetta di legno … vecchia e malandata … che sembrava essere stata costruita cento anni prima. Una di quelle casette che si vedono spesso nei vecchi film … con un’asse sbilenca con una scritta a mano “Fontana della Salute”. Ottavio si permise un sospiro liberatorio. Come dire … “Oh, finalmente sono arrivato” Non aveva ancora finito di sospirare che dalla porta della vecchia casetta di legno uscì una splendida ragazza sui trent’anni … bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo. Ottavio non capì più nulla. Non sapeva se doveva credere ai propri occhi. La ragazza parlò. “Tu, sei Ottavio … il quarantacinquenne di Milano. Io, sono Eva. Vieni, vieni. Questo è il posto che cercavi. Ti ho già preparato il caffè” Ormai, non c’erano più dubbi. Quello era il Paradiso che cercava. Mentre Ottavio sorseggiava uno splendido caffè, Eva canticchiava una vecchia canzone di cui non conosceva le parole. “Scusa, Eva, cosa dicono le parole della canzone che stai cantando?” Eva prese una chitarra appesa alla parete e si mise a suonare e cantare. “Vieni … c’è una strada nel bosco / Io ben la conosco / Vuoi conoscerla tu?” Ottavio non esitò un secondo. “Certo che lo desidero. Però, ho bisogno di essere preso per mano …” Eva prese per mano Ottavio. L’abbracciò. Lo baciò … e, insieme, si incamminarono nella strada del bosco … per un amore splendido … e senza fine. - Questo è il racconto 949 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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MILANO
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 08/04/15 alle 17:42 via WEB NAVIGLIO GRANDE- MILANO-----Fino al 1913 il Naviglio Grande era solcato dai «barchett», le barche corriere che partivano da Abbiategrasso, Boffalora, Gaggiano e Turbigo e trasportavano i passeggeri,bestie,merci e la corrispondenza fino alla darsena di Milano. L’antica “corriera” passava alle otto del mattino e nel pomeriggio partiva ad un’ora non ben definita. Per non rischiare di perdere la corsa la gente si preparava con molte ore di anticipo nelle osterie vicine all’approdo; qui aspettava di udire l’inconfondibile voce del barcaiolo che annunciava l’arrivo del barchett: “El vaa! El barchett, el vaa”…. Dalle cinque alle otto ore per raggiungere Milano! Il Berchett funzionava in tutte le stagioni, all’andata la barca era trasportata dalla corrente; al ritorno, per risalire il corso d’acqua, era trainata da un cavallo lungo la sponda. E ad aggiungere un altro tocco di …poesia il “Torototela”, un cantastorie che raccoglieva i soldi del biglietto suonando uno strumento costruito con uno spago teso e una zucca vuota che utilizzava come cassa di risonanza.---Ciao Teresa |
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
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CIAO LULU ...
SEMPLICE LUCREZIA
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