dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 13/04/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
321
Michela e Matteo
Due anni fa Michela, 30 anni, bellissima ragazza piena di fascino e di mistero...e Matteo, 32 anni, ragazzo normale, un po’ timido con le donne, sono stati assunti nello stesso Ufficio. Non… uno di quei vecchi Uffici divisi per “Stanze” dove, al massimo ci stanno due scrivanie. No. Un Ufficio di nuova concezione… quelli “mega”, con un’infinità di “postazioni”…un tavolo, una sedia e un computer. Un Ufficio dove vivono e lavorano decine e decine di persone, uomini e donne… tutti con il loro tavolo-sedia-computer. La prima impressione che si ha entrando in un simile “mega-ufficio” è di trovarsi “in una famiglia di separati in casa”. Dove la casa è “in comune” …e ognuno, poi, “vive nel proprio brodo”. Proprio la stessa impressione che hanno avuto Michela e Matteo il loro primo giorno di lavoro… la cui “postazione” li vedeva uno di fronte all’altro. Così, Matteo e Michela, oltre a guardare il computer, a distanza di una decina metri, si guardavano in faccia. Quando, una persona continua a vedere la stessa “prospettiva” finisce per imboccare due strade. O, non vede più nulla… oppure, la “fantasia” segue il suo corso. Matteo era un timido, ma di fantasia ne aveva tanta… Essendo Michela una bellissima ragazza, alta, bionda, gambe “da cinema”, Matteo, appena poteva, alzava gli occhi dal computer e osserva gli scorci, le espressioni, i reconditi misteri… Michela si rendeva conto di essere osservata continuamente dal suo “collega dirimpettaio”, ma non ci faceva caso… anzi, la cosa le faceva piacere. Ogni tanto, “la bionda”, facendo finta di guardare il cielo, scrutava lo sguardo di Matteo … e i “punti” (suoi) più gettonati. Anche un timido, però, ad un certo punto prende coraggio. Un anno e mezzo fa, Matteo, cominciò a fare le sue prime avances… Nulla di eccezionale… un saluto particolare, un complimento, una piccola confidenza… Michela, capì, ma lasciò fare… La donne in questo sono “maestre”. I mesi passavano e Matteo cominciò a sognare Michela. Sognare… nel vero senso della parola. Cioè, diverse notti alla settimana, mentre dormiva sognava Michela. I sogni erano sempre gli stessi… mentre la baciava, l’accarezzava, la stringeva a sé… con passione infinita… Dopo mesi di un simile “calvario”, Matteo si decise a fare il grande passo. “O la va o la spacca” – disse dentro di sé. Approfittando di una pausa di lavoro, durante la quale Matteo e Michela era soli, “il timido” lanciò il suo “dardo”… “Michela, non ce la faccio più… Ogni notte sogno te… Pensi che mi sono innamorato te?” Michela si mise a ridere… “Può darsi… Ma… vedi, Matteo, i nostri sogni non coincidono... Anch’io sogno. Sogno un “Principe azzurro” con una Ferrari rossa fiammante…” Matteo ci rimase male. Si rese subito conto che per un impiegato come lui, con lo stipendio che guadagnava, a malapena poteva mantenersi un’utilitaria…la sua utilitaria… cinque porte. Inoltre, la risposta della Michela ruppe l’incanto… Ormai, nella prospettiva , oltre il suo computer … non c’erano più gli “scorci, le espressioni e i reconditi misteri”. L’interesse di Matteo per Michela era finito. Meglio il computer! Passarono alcune settimane e anche Michela si rese conto che gli sguardi di Matteo non c’erano più. Si sa che le donne… si fanno delle “menate” tremende su “dettagli di ogni genere”. Alla prima occasione Michela ne approfittò per porre la fatidica domanda… “Matteo come mai non mi guardi più?” L’occhio di Matteo si fece misterioso. Dirlo o non dirlo? Il “timido” ci pensò un attimo poi si lanciò… “Una settimana fa, cara Michela, ho avuto un forte mal di schiena. Non riuscivo più a stare in piedi. Accanto al mio appartamento abita una ragazza Moldava che pratica “massaggi orientali a domicilio”. Dopo due sedute, mi ha rimesso, come nuovo. Anzi, mi ha detto espressamente. “Quando ai bisogno massaggi … tu chiamare … io venire”.(321)
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MONZA
di Teresa Ramaioli
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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12 APRILE 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 12 aprile 2015 – Domenica - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
953
Orfea, Daniela e il Teatro come libertà
E’ noto che le società a mano a mano che progrediscono socialmente ed economicamente diventano sempre più complesse e burocratizzate. L’individuo perde la sua identità e diventa sempre più un numero. Questo avviene a tutti i livelli e in tutti i settori. Quando un individuo prende coscienza di essere diventato soltanto un numero va in crisi … oppure si ribella. Un mese fa, la Prof. Orfea, quarantenne, bellissima, single, Docente di Lettere in un Liceo del milanese, abitante a Pavia, si sentì improvvisamente in crisi. In crisi sul lavoro perché oberata da adempimenti e scadenze … in crisi con il fidanzato, Elio. Orfea ne parlò con la sua coetanea, amica e collega Prof. Caterina la quale comprese la situazione. “Orfea come ti capisco. Anch’io ho avuto i tuoi stessi problemi. Ho potuto riprendermi interessandomi di Teatro … Non andando a Teatro (si, anche quello), ma frequentando le Scuole di Teatro, dove schiere di giovani fanno il loro approccio e tirocinio al teatro e … si danno alla ricerca della propria identità. Un settimana fa, per esempio, mi sono imbattuta in “Quelli di Grock” … un saggio di fine corso di un Gruppo Maturità (Corso Adolescenti) condotto da Daniela Quarta e Benedetta Marigliano …” Orfea l’interruppe. “E allora? Non mi dirai che il teatro aiuta a superare le crisi …” Caterina si mantenne calma, ma avrebbe voluto rispondere in modo aggressivo. “Orfea, certo che il teatro aiuta a superare le crisi … Non come attività teatrale, ma come alternativa alle attività di ogni giorno che tengono sotto pressione l’individuo e gli impediscono di essere se stesso e di pensare. Ti stavo, dicendo che una settimana fa, ho assistito ad uno spettacolo “Essere Bernardo”. Ti assicuro che lo spettacolo è stato un tuffo nella libertà … nello spettacolo dentro allo spettacolo. Il gruppo di giovani diciottenni (ragazzi e ragazze) sotto la guida di Daniela Quarta si sono cimentati in un’intelligente interpretazione teatrale dell’Amleto di Shakespeare … “ Orfea l’interruppe di nuovo. “Era proprio il caso di mettere in scena un testo così impegnativo?” … Caterina si mantenne calma. “No. No. Non proprio l’Amleto nel testo originale … ma una rilettura in chiave attuale del personaggio dell’Amleto. Quel “essere o non essere” ha attraversato i secoli ed è giunto fino a noi. E’ ancora attuale l’interrogativo che affascina e sconvolge … che permette di guardare la nostra società con un occhio diverso, libero e critico. Noi tutti, prima o poi siamo costretti a fare i conti con quell’interrogativo … I giovani del Corso Adolescenti di “Quelli di Grock” hanno risposto a modo loro … con la vivacità e la voglia di vivere dei loro diciotto anni. Infatti. il titolo dello spettacolo … non era Amleto … ma “Essere Bernardo”… cioè sé stessi, sempre pronti a vivere la vita come meglio è possibile … e nel modo più rispondente alla nostra individualità … in barba a tutti coloro (Burocrati & C) che vogliono trasformare gli individui in numeri. L’uomo non sarà mai un numero” Finalmente Orfea ha capito che nello spettacolo c’era la risposta ai suoi problemi. Alle sue crisi. Se ogni individuo si impegna, oltre al lavoro quotidiano, indispensabile a sé stessi e alla società, in attività alternative … trova la risposta ai propri problemi esistenziali … e la vita diventa il piacevole gioco della domanda e della risposta. Il dialogo tra Orfea e Caterina si era svolto nel solito Bar in Piazza della Vittoria a Pavia. Caterina aveva appena lasciato il locale quando si affacciò alla porta del Bar, Elio, il fidanzato di Orfea. “Orfea sono venuto apposta a proporti la partecipazione ad alcuni spettacoli teatrali … mi hanno detto che sono indicati a parecchi problemi esistenziali di coppia dei nostri giorni. Cosa ne dici?” Orfea non aveva tempo per spiegare l’utilità del Teatro, ma Elio era apparso in un'altra luce … quella di un mondo nuovo da esplorare. - Questo è il racconto 953 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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MILANO
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 12/04/15 alle 11:32 via WEB MILANO----Il monumento a Leonardo da Vinci e a quattro dei suoi allievi milanesi, Marco d’Oggiono, Gian Giacomo Caprotti, Cesare da Sesto e Giovanni Antonio Boltraffio, si trova in piazza della Scala, alle spalle c’è Palazzo Marino (sede dell’amministrazione comunale). La statua di Leonardo è in marmo bianco che poggia su un piedestallo ottagonale in granito rosso. Su quattro degli otto lati si possono ammirare dei bassorilievi che hanno per tema Leonardo pittore,scultore, architetto e stratega, genio idraulico. Leonardo quindi che dipinge il Cenacolo, che scolpisce la statua di Francesco Sforza, che dirige le fortificazioni, che si occupa dei canali navigabili in Lombardia. Il monumento realizzato da Pietro Magni è stato inaugurato il 12 settembre 1872. Ciao Teresa |
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO GIOVANNI ...
MENEGI53
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CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI MILANO
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CIAO DONA ...
DONADAM68
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO DONA ...
DONADAM 68
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO TINA ...
FAUSTINA SPAGNOL
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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