dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 18/04/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
327
Pierfrancesco e il “tallon d’Achille”
Da parecchio tempo, l’Architetto Pierfrancesco, 50 anni, fisico da far invidia ad un ventenne, era preoccupato. Sua madre Gesualda, 82 anni, l’aveva messo in guardia. “Pierfrancesco, è ora che tu metta testa a posto. Non sei più un ragazzino. E’ ora e tempo che la pianti di fare il “gallo del pollaio”. E’ vero che di uomini come te ce ne sono in giro pochi. Tuo padre ed io, ci abbiamo messo “l’anima” per fare un capolavoro… ma ogni uomo … ha il suo “tallon d’Achille”… e tu non sei immune.” Quel “tallon d’Achille”… aveva colpito nel segno. Fino a quel momento, Pierfrancesco, non ci aveva pensato. Aveva vissuto come “piuma trasportata dal vento”… cercato, coccolato e corteggiato da donne di tutte le età. Naturalmente, Pierfrancesco, preferiva la compagnia delle donne giovani, belle, bellissime… con almeno…vent’anni di meno… Il suo lavoro, però, di Architetto d’Interni, lo metteva spesso a contatto con corteggiatrici avanti negli anni. Pierfrancesco, educatissimo, elegantissimo, puntualissimo cercava in tutti i modi di essere gentilissimo…gestendo bene il “proprio quid”. L’unica cosa alla quale, l’Architetto d’Interni era assolutamente allergico era … “il matrimonio”. Di fidanzate ne aveva avute parecchie (anzi, molte). Tutte avrebbero voluto “mettergli le briglie” (come ai cavalli)… ma, fino a quando un uomo può…cerca di resistere. Dopo la frase di sua madre Gesualda, sulla storia del “tallon d’Achille”, però, … Pierfrancesco si sentì vulnerabile. Sapeva che le sue difese stavano crollando… Un lunedì di un anno fa, Pierfrancesco ricevette una telefonata da parte di uno Studio d’Architettura di Milano. Era la Segretaria che voleva parlare personalmente con l’Architetto. “Sono io.” rispose Pierfrancesco. La Segretaria illustrò il problema. Lo “Studio” aveva ricevuto la proposta di procedere alla sistemazione di un Palazzo del 700 di Milano. Un lavoro impegnativo che sarebbe durato anni.. Nella proposta di lavoro c’era una clausola. “Sarebbe gradita la presenza dell’Architetto Pierfrancesco come supervisore artistico.” Pierfrancesco, essendo alquanto vanitoso, si sentì inorgoglito. Prima ancora di averci pensato …aveva già deciso di accettare. Era il più bel lavoro che gli fosse capitato. Lo Studio di Milano fissò l’appuntamento tra la Proprietà e l’Architetto. La Proprietaria dell’immobile era la Signora Mimì, gentilissima signora ottantenne, dalla mente lucida e dalle idee chiare. Dopo aver mostrato a Pierfrancesco la residenza settecentesca, l’elenco dei lavori e l’enorme somma in denaro messa a disposizione … cominciò a parlare di condizioni. Siccome il lavoro avrebbe richiesto anni, la Nobildonna parlò chiaramente. “Architetto Pierfrancesco, adesso che ha visto la quantità di lavoro da fare, l’impegno di tempo e di denaro richiesto… prima di procedere alle clausole vincolanti… vorrei che conoscesse mia nipote Lisa, da poco laureata in Architettura.” La Signora Mimì non aveva ancora terminato la frase che una splendida fanciulla sui venticinquenni anni, alta, bionda, bellissima. si presentò. Pierfrancesco rimase di stucco. Una bellezza così non l’aveva mai vista. A parlare ci pensò la ragazza… “Sono Dea. Posso essere d’aiuto?” L’Architetto non riuscì ad aprire bocca. Complice il Salone della Feste nel quale si trovava non riusciva a capire se si trattasse di sogno o di realtà… E’ stata allora la Signora Mimì a riportare Pierfrancesco con i piedi per terra. “Architetto… Io sono abituata a parlare chiaro. Inoltre, appartengo ad un’altra epoca… con altre idee. Questo lavoro è suo a una condizione… che… sposi mia nipote, Dea, qui presente. Inoltre chiedo che entro il più breve tempo… nasca l’erede della mia casata. Questo palazzo sarà il mio primo regalo di nozze”. A Milano c’è un proverbio che dice…”Ogni cosa ha il suo prezzo… al quale è impossibile resistere. (327)
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L'ORTO
di Teresa Ramaioli
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I PORCOSPINI DI SCHOPENAUER
di Teresa Ramaioli
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO STEFANO ...
STEFANO BROCCA DI PAVIA
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
(FOGGIA)
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CIAO ...
ANNABELLE 61
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO TINA ...
FAUSTINA SPAGNOL
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO DONATELLA ...
DONATELLA DI MILANO
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17 APRILE 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 17 aprile 2015 – Venerdì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
958
Daniela e il fascino di Parigi
Un anno fa, l’Avv. Daniela, quarant’anni, bellissima, single perché si era lasciata da un mese con il compagno … era giù di corda. Quella mattina di un anno fa, non si era ancora seduta sulla poltrona della scrivania del suo Studio in Pavia … ed era già arcistufa di starci. A “giocare contro” non era solo il fatto che si era lasciata da un mese con Gabriele, suo compagno da tre anni, ma un’infinità di cose che la disturbavano. Per esempio. Trovarsi sempre al centro di litigi indescrivibili … fatti di “tante cose e di niente”, nelle quali giocava spesso la voglia di ripicca dei contendenti che nemmeno i protagonisti riuscivano a spiegarsi. Infatti, quando una persona ha voglia di litigare … tutte le scuse sono buone per mettersi all’opera. Daniela aveva voglia di prendersi una pausa. Purtroppo, le scadenze incombevano e non era possibile staccare la spina. Quella mattina di un anno fa, Daniela decise di chiedere aiuto al suo Collega Federico. “Federico … hai voglia prendere un caffè?” Federico, suo coetaneo, amico e Collega, aveva già capito tutto. “Daniela, non stai bene? … Ci troviamo per un caffè al Bar dell’Università tra un quarto d’ora” Ormai era fatta. Quando Daniela e Federico si trovavano al Bar dell’Università voleva dire che uno dei due aveva bisogno di vuotare il sacco. Anche Federico aveva le sue grane. Mentre i clienti di Daniela aumentavano a vista d’occhio … quelli di Federico erano stabili … e se non in diminuzione. A Federico il fatto pesava molto. Il Bar dell’Università di Pavia poi, è un crocevia di un’infinità di persone, in maggioranza Studenti e Professori. Fermarsi nell’ampio spazio all’aperto del Bar era come immergersi nella confusione totale. Un vociare allegro, un continuo scambio di battute seguito da risate liberatorie … Forse era proprio quello che piaceva a Daniela. Aveva bisogno di gente giovane, allegra, spensierata, piena di vita. Cosa c’era di più piacevole degli Studenti dell’Università? Quando, Daniela e Federico si incontrarono hanno fatto fatica a trovare posto ad un tavolino libero al quale sedersi e prendere il caffè. “Daniela, cos’hai? Non stai bene?” Era proprio la domanda che la quarantenne aspettava. “Federico, ho la testa incasinata. A furia di assistere persone che trovano tutte le scuse per litigare … sono diventata irascibile anch’io. Non mi controllo più” Federico si prese un pausa prima di rispondere. “Daniela, è il nostro mestiere … I Medici vivono sulla “carne ammalata” … noi, Avvocati, viviamo sulla “carne arrabbiata” E’ difficile doverlo ammettere, ma è proprio così … Tu non dovresti proprio lamentarti, visto che hai un sacco di clienti” Daniela allargò le braccia. “Allora vuol dire che la gente arrabbiata e litigiosa la attiro con la calamita” Si prese una pausa e continuò. “Vedi, Federico, sono arrivata al punto di saturazione. Se potessi cambierei mestiere. Purtroppo è troppo tardi. A quarant’anni non si ha più il tempo per tornare indietro. C’è solo il tempo per correggere alcuni errori. Il lavoro non è tutto … e il successo non è essere sempre con il fiato in gola per rispondere a tutte le richieste … anche le più assurde. Nella vita, ad un certo punto, bisogna saper dire “no” … “no” che è “no”. La vita è fatta anche di cose piacevoli … e sono quelle che danno un senso alla vita stessa” Ormai Daniela aveva sputato il rospo … quel rospo che aveva in gola da un po’. Ora, doveva trovare la possibile soluzione. “Federico … ti lascio alcune pratiche urgenti che puoi seguire in coda alle tue. Lo so che non puoi dirmi di no. Federico, ho bisogno di andare Parigi” Il Collega Federico stava sorseggiando il caffè. Era a metà della tazzina. S’interruppe bruscamente e quasi si rovesciò il caffè sui pantaloni. “A Parigi? … ma tu sei diventata matta. Cosa ci vai a fare a Parigi?” La quarantenne si spiegò. “Un cliente, mi ha chiesto di assisterlo in un contratto. Una cosa da nulla. Una compravendita di immobili … A me, però, serve come scusa per lasciare Pavia e immergermi nell’aria di Parigi. Federico, Parigi è sempre Parigi” I due si compresero a meraviglia. Finalmente Daniela poteva partire. Lo Studio era in buona mani. La mente di Daniela, però, si era messa in moto. Parigi non è solo Parigi … è qualcosa in più. Nella sua mente si era fatta strada la voglia di rivedere un compagno di Liceo … il più pazzo che aveva conosciuto, Edoardo. Con Edoardo, prima che lasciasse il Liceo, Daniela aveva partecipato alla messa in scena di una commedia presso il Teatro della Parrocchia. Poi, Edoardo aveva lasciato il Liceo e si era iscritto ad una Scuola di Teatro. Ogni anno, a Natale, Edoardo inviava a Daniela un sms con gli auguri. Ora, era il momento di recuperare il numero di telefono e riprendere il contatto. La quarantenne, Avvocato in crisi, appena raggiunto Parigi e assecondato le richieste del cliente per la compravendita, non ha tardato un minuto a chiamare Edoardo. “Edoardo, sono Daniela. Sono a Parigi … hai tempo per un caffè?” La voce di Edoardo assunse i colori dell’arcobaleno. “Ma, certo. Dove sei che ti vengo a prendere?” Daniela dettò l’indirizzo dell’Albergo presso cui si trovava e … “Aspettami che arrivo” Parigi è la città delle sorprese. Dopo poco tempo, mentre Daniela osservava le persone andare avanti e indietro intravide alla porta d’ingresso una splendida figura di uomo … Non si poteva dire che non era un grande attore. Lo era e come. Daniela rivide Edoardo nella commedia dei tempi del Liceo … Ora, però, era un uomo fatto, un Attore, … con la grinta da “attore nato” Daniela e Edoardo, prima di parlare si abbracciarono e si baciarono sulla guancia … ma si vedeva lontano un miglio che avevano bisogno uno dell’altra. “Daniela, mi hai fatto il più bel regalo del Mondo. Avevo proprio bisogno di una donna come te per il mio film. Vieni. Ti porto alla Casa di Produzione. Da quel momento Daniela ha cominciato a vivere un nuova emozionante vita. Le attenzioni di Edoardo sono diventate un crescendo continuo. Ad un tratto Daniela e Edoardo si trovarono a distanza ravvicinata. Il respiro dei due si confondeva. Le labbra di Edoardo si adagiarono dolcemente su quelle di Daniela e da quel momento è nata una bellissima, appassionata storia d’amore … che ancora continua … e mai finirà. - Questo è il racconto 958 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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LA BORSETTA
di Teresa Ramaioli
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CAIO MARION ...
MARION20
... messaggio per Teresa
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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