dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 20/05/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
369
Gli Artisti
Ci sono persone che non vanno mai in vacanza. Sono gli Artisti. Non parliamo degli Artisti di grido, coloro che vengono pagati a “peso d’oro”. Parliamo degli Artisti piccoli, piccoli. Come quelli che operano nei piccoli centri urbani della provincia di Pavia. Nei paesi di pianura o di collina… dove la vita trascorre lenta e monotona. Monotona, si… ma non per gli Artisti… Tali persone sono in movimento tutto l’anno per preparare spettacoli adatti alla popolazione del territorio. Un anno fa, terminata l’estate, gli Artisti di un paese della Lomellina si sono riuniti per dare una “occhiata” al calendario degli spettacoli. Si sono accorti che il Capo Comico e autore dei testi, il Signor Giandomenico, non aveva ancora preparato niente… Borbottio generale… “Come mai?” Si chiedevano tutti i componenti della Compagnia Comico Dialettale locale… “Possibile? Che il Giandomenico sia andato in crisi? Che gli sia successo qualcosa? Che si sia innamorato?” Sembravano domande banali, ma mancavano risposte convincenti. Giandomenico osservava, ascoltava e non rispondeva. Una Sfinge… una persona impassibile… osservava i volti e gli atteggiamenti, pensava … ma non parlava. La Costumista, Signora Gigia, ha preso in mano la situazione. Era la più anziana del Gruppo Dialettale. Aveva abbastanza autorità per essere ascoltata ed aveva un ascendente su Giandomenico… “Ragazzi, non cominciamo a fare casino. Adesso… adagio, adagio cerchiamo di capire cosa è successo. Giandomenico lo conosco bene. Ha un anno più di me, 72 anni. Con quella faccia da bronzo che si ritrova dubito che sia andato in crisi. In crisi ci vanno i giovani che non hanno ancora “la pellaccia dura” come noi anziani. Non credo neppure che gli sia successo qualcosa… Ad una certa età, ne ha viste di tutti i colori … Nessuna cosa può essere veramente nuova. Sul fatto che si sia innamorato… ho i miei dubbi. Beh… non fatemi ridere (anche se siamo un Compagnia Comico Dialettale)… E’ vero che “gallina vecchia fa buon brodo”…ma si tratta sempre di “una vecchia gallina”… e quando viene a mancare la materia prima …neppure il viagra può far miracoli. Una cosa, invece, alla quale voi tutti non avete pensato è che il nostro Giandomenico ha trovato qualcosa di interessante per iniziare la nuova stagione teatrale…” Tutti i componenti la Compagnia si sentirono coinvolti, interessati, curiosi di sapere cosa “bolliva in pentola”. Effettivamente, Giandomenico, Capo comico, autore dei testi teatrali della Compagnia aveva in serbo della novità. E quali? Da artista navigato attese che “il ciarlamento” terminasse… Si alzò in piedi come fosse un antico Dio greco. Si sistemò la cravatta come fosse un rito ancestrale…e parlò. “Cari colleghi, quest’anno sarà dura. Dobbiamo contare sulle sole nostre forze (come abbiamo sempre fatto…del resto) e non dobbiamo abbandonarci alle banalità. Il teatro è bello e utile fino a quando è espressione del nostro tempo. Espressione dei sentimenti e dei risentimenti, delle ansie e delle aspettative della persone, cioè degli spettatori. Anzi, un teatro è “vero e utile” quando gli spettatori si riconoscono nelle storie, nei personaggi, nelle situazioni… Ecco perché il prossimo spettacolo sarà un collage di storie. Ognuno di voi racconterà una sua storia, la sua o quella di cui è venuta conoscenza. Storie di amori, di matrimoni, di eredità, di fatti e misfatti quotidiani… Le storie devono essere raccontate in positivo… per farci riflettere e farci fare una risata. Come sapete la nostra Compagnia Comico Dialettale è nata molti anni fa. In tanti anni abbiamo capito che, in ogni caso, è meglio ridere che piangere… Non come quella giovane donna che, rimasta vedova, girava per il paese sempre vestita di nero, con le lacrime agli occhi… e pretendeva che tutte le persone piangessero con lei… Poi, si è saputo cosa stava dietro…” Tutti i componenti la Compagnia chiesero il finale della storia…Giandomenico ritornò a fare la Sfinge… “Il finale della storia… ve la racconterò la prossima volta” (369)
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MILANO
di Teresa Ramaioli
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ALDO ...
ALDO.GIORNOA64
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ANNAMARIA MENNITTI
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CIAO ALDO ... ALDO.GIORNOA64
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DONATELLA DI MILANO
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CIAO DELIA ...
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CAMNISI1943
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ANTONELLA DI CREMONA
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CAMNISI1943
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PENSIERI SPARSI DEL 19 MAGGIO 2015
“L’amore è una campana …
che suona quando meno te l’aspetti”
Dino
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19 MAGGIO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 19 maggio 2015 – Martedì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
990
Stefania e Castello delle Sette Torri
Se a quarant’anni una donna non ha ancora realizzato i suoi sogni d’amore … deve darsi da fare perché il tempo non perdona. A differenza dell’uomo, la donna ha dentro di sé un orologio biologico che non lascia scampo. Un anno fa, ne ha saputo qualcosa la Prof Stefania … single bellissima … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo … Docente di Lettere in un Liceo del milanese, abitante a Pavia. Un anno fa, al compimento del quarantesimo anno … è andata in crisi. Si è guardata allo specchio e si è vista diversa. Sola … senza un compagno al suo fianco. In realtà il compagno l’aveva avuto fino a un anno prima … ma tutti i progetti erano andati in fumo. Veramente i progetti li aveva fatti lei, Stefania. Lui, il Prof Angelo, non si diceva tagliato per matrimonio e neppure per la convivenza. Insomma il quarantacinquenne, il Prof. Angelo, non sapeva ancora cosa avrebbe fatto da grande. A saperlo, invece, era Stefania la quale aveva deciso di puntare in alto … senza attendere oltre. Quello stesso giorno del quarantesimo compleanno si incontrò con la sua coetanea, amica e Collega Gisella … per il solito caffè in Piazza della Vittoria a Pavia. Piazza della Vittoria è una piazza magica. Stefania non era in piena forma. Inoltre era un giorno piovoso … e alla quarantenne la pioggia creava disagio. Quando Stefania incontrò Gisella non nascose nulla. Parlò della pioggia … ma soprattutto del tempo … del tempo che passa. Ad un tratto uscì con una frase. “Gisella, oggi compio quarant’anni … come si può fermare il tempo?” Gisella era una donna dalle idee chiare. Non aveva peli sulla lingua. “Stefania … il tempo non si può fermare, ma bisogna dare ad esso un senso” – “E, cioè? Cosa vorresti dire?” chiese Stefania … ed era come se avesse bisogno di quella risposta. “Stefania … il tempo bisogna viverlo … amare ed essere amata” Non bisogna guardare al tempo che si ha … ma a come si usa. I giorni sono come le pagine di un diario … mai lasciarle in bianco! Meglio un tentativo andato buco … che non aver tentato affatto” Stefania capì l’antifona, ma aveva le idee confuse. A tornare alla carica è stata ancora Gisella. “Stefania … se non hai niente da fare … questa sera ci sarà il Ballo dei Cinquantenni a Milano. Nulla di eccezionale. Una cena … seguita da una gara di ballo. Questa sera è la serata del valzer. Potresti venire anche tu” Quella sera, Stefania aveva bisogno di uscire, darsi una mossa. La serata dei “valzer dei cinquantenni” non sarebbe stato niente male. Prese accordi con Gisella e alla sera era pronta. Anzi, prontissima. Pronta per dare una svolta alla propria vita e fare qualcosa di eccezionale. Il locale in cui era organizzato l’incontro dei Cinquantenni era di un lusso sfrenato. Si vedeva lontano un miglio che era il “luogo degli incontri eccezionali” Stefania ne aveva bisogno. Alla cena, Stefania si trovò accanto il Presidente dei Cinquantenni … un uomo eccezionale, con una parlantina che incantava. Ma non era il suo tipo. L’incontro era solo un mezzo per avere maggiori informazioni sullo svolgimento della serata. Infatti, dopo la cena, c’è stata la formazione delle coppie. Una specie di sorteggio al quale aveva contribuito da “vecchio marpione” proprio il Presidente dei Cinquantenni. Stefania si trovò accoppiata con un cinquantenne … ballerino purosangue, il Conte Danilo. Oggi, quando una persona sente parlare di un Conte … aguzza l’attenzione. Conte, sembra un titolo d’altri tempi … un titolo che vuol dire tutto … e non vuole dire niente. L’interesse di Stefania si accese immediatamente. Anche perché il Conte Danilo era di quelli che lasciavano il segno. Prima di bruciarsi le dita … meglio accertarsi di quale “Conte” si trattasse. Stefania ci andò giù piatta. “Danilo, scusa se uso il tu … ma tu sei veramente un Conte?” Il cinquantenne si era sentito porre la stessa domanda centinaia di volte. Oggi è così. Questa volta, però, Danilo aveva davanti la donna più bella del mondo … alta, bionda, occhi azzurri e gambe superlative assolute. Si sa che le gambe hanno il loro fascino. Danilo sognava spesso proprio quelle gambe … gambe così. Non voleva dare una risposta qualsiasi. “Stefania … se ti dicessi quale Conte sono … non ci crederesti. Solo, perché sei tu … voglio dimostrartelo in concreto. Vieni” Stefania seguì Danilo il quale la fece accomodare sulla sua Ferrari rossa ultimo modello e l’accompagnò nella Valle dei Salici … dove c’era il Castello … in Austria. Non era una Valle … era un sogno … in fondo alla Valle c’era un cucuzzolo sul quale c’era un Castello … il Castello delle Sette Torri. “Ecco, Stefania … io sono il Conte … il Conte di quel Castello” La quarantenne cominciò a vedere doppio … un cinquantenne incantevole … una Valle incantevole … una Castello incantevole. Cosa poteva volere di più? Prima di entrare nel Castello, Danilo fermò la Ferrari. “Stefania … in questo Castello c’è una leggenda. Dice che … prima di entrare … se si vuole avere fortuna … un uomo ed una donna devono baciarsi” Danilo e Stefania si baciarono come mai lo avevano fatto. Uno di quei baci che ti fa dire … “ma perché non l’ho fatto prima?” Il fatto è che il bacio … è lo scivolo sul quale decolla l’Amore, l’amore vero … per mezzo del quale si raggiunge la felicità. - Questo è il racconto 990 scritto dal 2 settembre 2012. Un racconto al giorno per … il piacere di chi scrive … e di chi legge. Non resta che continuare per raggiungere il racconto numero 1000 (mille)… con la speranza di riuscirci. Dino
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MONTE PENICE
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 19/05/15 alle 16:00 via WEB CASCATA DEL CARLONE --MONTE PENICE --PAVIA--I monaci locali vi sfruttavano le saline della fontana presso la Cascata termale del Carlone e usavano il laghetto termale sotto la cascata; il sale prodotto per evaporazione o per ebollizione era superiore per qualità a quello marino, data la presenza di numerosi minerali come lo iodio ed il magnesio; durante la peste che colpì la zona nel 1498 i monaci usavano la cosiddetta acqua miracolosa della sorgente salina e il laghetto termale per bagni, fanghi ed inalazioni come rimedio per il morbo, salvando gli abitanti della zona e tutti i pellegrini che passavano per Bobbio dalla Via Francigena(Via Romea), scendendo dal Monte Penice dopo aver visitato il Santuario e seguendo la mulattiera; da allora la località si chiamo in onore al Santo San Cristoforo e la parrocchia venne confermata come sede monacale autonoma e vi fu usanza da allora di portare la statua della Madonna dal Santuario del Monte Penice fino a San Cristoforo e poi a Bobbio. Ciao Teresa Ramaioli |
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CIAO ANTONELLA ...
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CIAO ALDO ... ALDO.GIORNOA64
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CIAO MARA ... MARACICCIA
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CIAO MARA ... MARACICCIA
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