dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 31/05/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
379
Emanuela
In questa nostra attuale società, molte persone di ogni età, hanno la sensazione che il tempo corra via troppo veloce. Inoltre, la crisi economica e l’uscita di sempre nuovi prodotti tecnologici, lascia nelle persone la “quasi certezza” di non poter approfittare di tutte le “occasioni” che la vita offre. Primo fra tutti: l’amore. Ecco uno dei motivi del “malessere generale”, dell’ansia di non arrivare… e avere tutto. Anche la Dott. Emanuela, quarant’anni, single, Dirigente presso una Agenzia Commerciale di Milano, era in tale convinzione. Aveva lavorato… e lavorava come una matta per… non arrivare a “nulla” o quasi. A volte si chiedeva cosa stesse cercando… Una risposta, in fondo alla “sua” mente, l’aveva: l’amore. Ma, l’amore per Lei voleva dire togliere spazio al lavoro, agli impegni, agli orari impossibili e senza regole. Non era lei che “lavorava”… era il lavoro che “imponeva” a lei di “non” avere spazi propri…. E, senza spazi … niente amore! La Dott. Emanuela un anno fa stava per avere un collasso… una di quelle “cadute” davanti alle quali una persona deve prendere decisioni drastiche. In tale occasione si era recata dal suo diretto superiore ed aveva parlato chiaro. “Dottore, sono nelle condizione di non poter più reggere il carico di lavoro nel quale sono stata coinvolta. Nell’arco di una settimana, sono salita e scesa dall’aereo dieci volte. Se continuo così finirò la mia carriera… al manicomio. Chiedo un permesso di due settimane per sottopormi a cure mediche.” Il diretto superiore di Emanuela era un cinquantenne all’apparenza “umano”, ma non lo era affatto. Guardò la sua diretta collaboratrice. Accennò ad un assenso. Infine parlò. “Dott. Emanuela, in via del tutto eccezionale, le posso concedere una settimana. Non di più.” La Dottoressa incassò il colpo. Ringraziò e lasciò l’Ufficio del Capo Supremo. Dal modo in cui era stata trattata capì che aveva solo due strade. Finire stritolata dal sistema… oppure, scegliere la libertà. Libertà voleva dire, pensare prima di tutto a sé stessa. Capire che la carriera è un miraggio nel deserto. Un’evanescente immagine che appare e scompare… a seconda del punto in cui la si guarda. Emanuela aveva quarant’anni. Il suo “orologio biologico” la stava avvisando che “il treno della vita era alle ultime fermate (per lei)…Che la vita, per una donna voleva dire, amore. Ormai, Emanuela, aveva capito che… il lavoro non era tutto, ma l’amore, si. Prese i necessari appuntamenti con i medici con i quali avrebbe dovuto effettuare visite ed esami. Poi scrisse una mail al suo diretto Superiore. “Gentile Dottore. La ringrazio per tutte attenzioni che ha avuto per me. Le sue parole mi saranno di monito per il mio futuro percorso professionale. Chiedo di poter usufruire del periodo previsto dal contratto per “il conseguimento di master” in Gran Bretagna. Al mio ritorno, l’Azienda ne trarrà un notevole beneficio. Colgo l’occasione per ringraziala anticipatamente.” La Dott. Emanuela aveva pesato le parole e calcolato i tempi. Voleva volare a Londra dove c’era il suo “spasimante” Dott. Liberato, il quale più volte l’aveva contattata per una relazione sentimentale. Ora, era giunta l’opportunità di decidere… e, forse… di rimanere a Londra per sempre.(379)
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PAVIA
di Teresa Ramaioli
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30 MAGGIO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 30 maggio 2015 – Sabato - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
1001
Rossella …
e il tesoro dei Visconti
Una mattina di maggio di un anno fa, la Prof. Rossella, quarant’anni, single, bellissima … alta, bionda, occhi azzurri … e gambe da fine del mondo … Docente di Francese presso una Scuola Media del milanese, abitante a Pavia, si era svegliata incavolata nera. I motivi erano tanti. Il motivo principale era il fatto che era stata piantata dal fidanzato con il quale pensava di sposarsi. Quando una donna è piantata in asso dal fidanzato la prima reazione è quella di trovare subito un altro uomo con il quale sostituirlo. Purtroppo la Prof. Rossella non aveva molti contatti maschili ed era impacciata. La prima idea è stata quella di rivolgersi al Prof. Edoardo, pavese, suo Collega presso la stessa Scuola, Docente di Educazione Artistica (un sessantenne estroso oltre ogni limite) per avere delle idee. Il Prof. Edoardo uscì con una proposta un po’ strampalata. “Rossella, l’unica idea che posso proporti è quella di venire con me su un’isola del fiume Ticino, vicino a Pavia, per cercare il Tesoro dei Visconti” La quarantenne Docente di Francese non sapeva se arrabbiarsi oppure stare al gioco. “Edoardo … io non ho mai saputo che i Visconti avessero un tesoro nascosto in un’isola del Ticino. Da dove salta fuori una simile idea?” Il Prof. Edoardo si mantenne calmo. “Vedi? Tu, come tanti pavesi, conoscete la storia e le storie di località lontane migliaia di chilometri da Pavia … e ignorate la conoscenza dei fatti della storia locale. Eppure, nel fiume Ticino, vicino a Pavia, c’è un’isola soprannominata … l’Isola di Filippo Maria, ultimo Duca dei Visconti. In tale isola si dice sia sepolto il “tesoro dei Visconti” Se vuoi puoi venire con me alla ricerca di tale tesoro …” Rossella si era svegliata male quella mattina di maggio di un anno fa. Era sabato. Era libera dalle lezioni scolastiche … poteva quindi dedicare del tempo ad una attività che, secondo lei, non aveva ne capo ne coda. Accettò la proposta. E’ stato allora che il Prof. Edoardo svelò la vera ragione della ricerca del tesoro di Visconti. “Rossella sono contento che hai accettato di seguirmi sull’Isola di Filippo Maria … però, devo dirti tutta la verità. Su quell’isola devo accompagnare il Prof. Julien di una delle Università di Parigi, il quale, dopo lungi studi, si è fissato che su quell’isola sia nascosto il tesoro dei Visconti” Rossella finalmente si sentì meglio. Sapeva di non doversi trovare sola in compagnia del Prof. Edoardo il quale aveva la fama di subire (un po’ troppo) il fascino femminile. Inoltre avrebbe messo alla prova la sua conversazione di francese con un autentico Professore di madre lingua. L’isola soprannominata di Filippo Maria è una lingua di terra in mezzo al fiume Ticino coperta da una fitta vegetazione … con rovi in quantità. Un’isola pericolosissima, dove è un attimo pungersi e prendersi un’infezione. Edoardo, Rossella e Julien impiegarono pochissimo tempo per raggiungere l’isola, ma la quarantenne pavese aveva già messo gli occhi sul Professore di una delle Università di Parigi il quale era un affascinante cinquantenne … Uno di quegli uomini fatti apposta per far innamorare di sé … le tutte le donne del pianeta. Il Prof. Julien, però, oltre ad essere un vero e coltissimo Professore di una delle Università di Parigi, amava fare dei lunghi e complicati discorsi (in francese). Giunto sull’isola, il Prof. Julien, in mezzo ai rovi, illustrò la sua teoria secondo la quale sull’isola doveva trovarsi il “tesoro dei Visconti”. Edoardo e Rossella erano incantati di fronte a tanta scienza. Il Professore parlava a braccio … con una foga indescrivibile … come se avesse sempre vissuto sull’isola di Filippo Maria Visconti. Ad un tratto, preso dall’impetuoso slancio delle parole si impigliò la manica della camicia nei rovi … e si trovò punto e sanguinante in varie parti del corpo. Il dolore fece il resto. Il Prof. Julien non sopportava il dolore. Si mise a urlare. A chiedere aiuto. Per fortuna che era presente Rossella la quale, da esperta infermiera, si prodigò in ogni modo (anzi, molto di più) per soccorrere il Prof. Julien in difficoltà. Il Professore rimase estasiato da tanta dolcezza ed esperienza . Dopo essersi ripreso dalle punture dei rovi dell’isola di Filippo Maria offrì alla Prof. Rossella una cena a lune di candela in un Ristorante di Pavia. La cena era solo la scusa perché il Professore si era innamorato della Docente di Francese. Rossella aveva intuito tutto … e si era preparata all’evento con una vestito che esaltava la sua stupenda bellezza. Dopo la cena il discorso tra i due è finito sull’amore … sul quale convergevano entrambi in modo perfetto. Rossella invitò il Prof. Julien nel suo Attico posto su un Palazzo del Lungoticino dal quale era possibile osservare il fiume di notte. Il cinquantenne, Professore accettò. Galeotto è stato il fiume … l’Attico … le dolci parole … I baci dilagarono in ogni dove. Il tesoro dei Visconti nell’isola del Ticino stava dando i suoi frutti … perché l’amore vuole sempre la sua parte. - Questo è il racconto n. 1001 scritto dal 2 settembre 2012 … dove l’amore trionfa sempre … per la felicità dei protagonisti … di chi scrive … e chi legge.
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CHIESA DELL'AUTOSTRADA
di Teresa Ramaioli
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ... GIRAMONDO595
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CIAO ANTONELLA ...
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