dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 03/06/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
382
L’Architetto Benvenuto
Se a cinquant’anni, un uomo si fa ancora delle illusioni…a sessanta le illusioni scompaiono del tutto. Si sa che i giorni passano veloci e una persona non è eterna. Il tempo non perdona. Se ne rendeva conto anche l’Architetto Benvenuto il quale si impegnava nel lavoro… ma non faceva mai troppi conti… “senza l’oste”. Infatti, diceva. “Prima di prendere troppi lavori, con il rischio di farsi venire un “colpo”… preferisco fare bene un lavoro alla volta e … lasciar fare al Destino.” I suoi colleghi Architetti, lo prendevano in giro. Dicevano. “Adesso che ti sei fatto un nome … perché non sfrutti il tuo momento magico?” Benvenuto ascoltava, ma non replicava. Era convinto che nella vita …”quello che deve accadere … accade comunque”. Del resto aveva due matrimoni falliti alle spalle. Il primo, Claudia, l’aveva lasciato dopo due anni senza dire perché. Il secondo Marzia. L’Architetto aveva fatto di tutto per accontentarla… Non ci era riuscito. Aveva lasciato Pavia per Milano. Perché Pavia sembrava, a Marzia, troppa provinciale. Tutto inutile. Cinque anni di tira e molla. Alla fine … ognuno per la propria strada. Ora l’Architetto Benvenuto, sessant’anni, fisico da atleta, spirito da “conquistatore del mondo” … viveva per il suo lavoro, per la soddisfazione dei suoi clienti… i quali lo inondavano di complimenti. Tutto inutile. Benvenuto, prendeva il suo lavoro come una missione. Una villa? Una villa da Dio… con estrosità di ogni genere. Un palazzo? Un Palazzo da Dio… come se tutti gli appartamenti dovessero essere occupati da Lui… dall’Architetto Benvenuto in persona. Due anni fa, però, l’Architetto Benvenuto ricevette una proposta interessante. La ristrutturazione di un Castello diroccato … Veramente più che un Castello era un rudere che la “voce popolare” chiamava Castello. Forse, in passato, era stato veramente un Castello, ma ora ne aveva perso le caratteristiche. A sessant’anni un uomo ha diverse possibilità. Lavorare… o giocare. Benvenuto giocava lavorando. Giocava con il lavoro. Si divertiva. Appena avuta l’ordinazione, l’Architetto Benvenuto si è messo a sognare … Veramente, era un professionista serio, perciò prendeva sul serio ogni impegno. Per il Castello, però, aveva “perso la testa”. Avrebbe realizzato un capolavoro. Il suo capolavoro. La Proprietà gli aveva dato carta bianca… sia nella ristrutturazione… sia nella spesa. Il sessantenne Benvenuto si sentì come se avesse avuto vent’anni… gli anni in cui aveva scelto di diventare Architetto. A vent’anni, inoltre si era innamorato di Matilde, la sua compagna di corso … una ragazza bellissima… da far perdere i sensi. Si dice, però, che “beltà e follia spesso si tengono compagnia”. Matilde era la traduzione pratica di quel detto. La ragazza compariva e scompariva nella vita di Benvenuto come fosse un “fantasma”. Mai un si. Mai un no. Prendere o lasciare. E Benvenuto lasciava fare … Tuttavia erano stati giorni indimenticabili, irripetibili… per lui e per lei. Ora l’Architetto Benvenuto doveva ristrutturare un Castello… Perché non farlo per Matilde, la “follia” dei suoi vent’anni? Non ha più rivisto la donna del “sogno”… ma per lei avrebbe creato un Castello da Sogno: il Castello di Matilde. Si mise subito all’opera come un forsennato… In brevissimo tempo … il “rudere era diventato un sogno”. L’idea di Benvenuto era sulla bocca di tutti… specialmente dei Colleghi Architetti (invidiosi). Un giorno, Benvenuto ricevette una mail dall’America. Diceva. “Ciao Benvenuto, sono Matilde. Sono io che ti ha commissionato il Castello che stai ristrutturando. Ti ringrazio per averlo chiamato il Castello di Matilde in ricordo dei nostri bei vent’anni. Continua nel tuo lavoro e nel tuo sogno. Anzi, puoi viverci… in attesa che anch’io possa venire e vivere con te … o forse … no.” (382)
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CIN CI LA
di Teresa Ramaioli
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CIAO ... TOCCO DI PRINCIPESSA
Passo Per Augurarti Una Serena Giornata.. Baci Leica ^_**** (Rispondi) (Rispondi)
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PENSIERI SPARSI DEL 1 GIUGNO 2015
“Il bacio è come il rullo del tamburo …
Impossibile resistere”
Dino
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2 GIUGNO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 2 giugno 2015 – Martedì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
1004
Riccardo …
e i nuovi talenti
Dopo una settimana di intenso e stressante lavoro, una persona … il sabato sera, ha tutto il diritto di prendersi un po’ di svago. E’ quasi un “dovere di natura” in un società frenetica come l’attuale. La pensava così, un anno fa, anche il Dott. Riccardo, cinquant’anni, single, Dirigente di una Agenzia Commerciale nel milanese, abitante a Pavia. Prima di giungere ad una simile conclusione, però, il Dott. Riccardo aveva lavorato come un matto per comprarsi un bell’Attico in un Palazzo che guardava il fiume Ticino a Pavia. Questo era avvenuta dieci anni prima. In un primo tempo, al Dott. Riccardo, gli era sembrato di aver toccato il cielo col dito. Nell’Attico aveva tutto ciò che desiderava … un balcone enorme che aveva adibito in parte a “giardino” … e in parte a “spiaggia prendisole con relativa piscina” Insomma, una “cosa” da favola. Ci mancava solo … una bella donna e poi nell’Attico del Dott. Riccardo c’era il mondo intero. Veramente, con le donne, il Dott. Riccardo ci aveva provato varie volte. Tutte le volte … ha avuto un sacco di problemi. Dopo i primi momenti in cui ciò che diceva il Dott. Riccardo era “vangelo” … tutto, dopo (da parte della donna) veniva messo in discussione. Il suo modo di vestire, di parlare, di comportarsi … Non parliamo poi a letto … Il Dott. Riccardo si sentiva un perfetto “cretino” … Niente che andasse bene … a lei (alla donna). Se il comportamento (da parte della donna-fidanzata) era quello … immaginarsi da donna-sposata. Dopo di che … l’unica cosa da fare era quella di metterci una pietra sopra … e, fine della trasmissione! L’uomo, però, è l’uomo. Cade, ma si rialza. Alcuni anni fa, dopo un periodo di “eremitaggio”, il Dott. Riccardo ha cominciato a sentirsi solo nel suo bellissimo Attico … o “Piccolo Eden”. Prendeva il sole … da solo. Mangiava … da solo. A volte accendeva la TV per sentire qualche voce umana riecheggiare tra le mura del suo Eden. Qualche anno fa, il Dott. Riccardo ha cominciato a non rimanere più in casa il sabato sera. Con la scusa che non aveva nulla nel frigo (non era vero), dopo una settimana di intenso lavoro, aveva cominciato a cenare all’Osteria delle Fate Addormentate in Lomellina. La famiglia dell’Oste Casimiro … l’aveva quasi adottato. Se c’era un “bocconcino prelibato” … era per il Dott. Riccardo il quale si lasciava viziare. Un giorno, il Dott. Riccardo ha avuto un’idea brillante per fare pubblicità all’Osteria delle Fate Addormentate. Ha proposto all’Oste Casimiro di creare una specie di concorso da svolgersi il sabato sera … dopo la cena: “La sfida di Talenti”. Cinque persone, ogni sabato, potevano sfidarsi per vincere … “una bottiglia di Brut”(offerta dal Dott. Riccardo). L’iniziativa ebbe successo. Il numero degli avventori è aumentato. Di “talenti” in lizza ce n’erano in abbondanza. Uomini e donne di ogni età. La Giuria, insindacabile, era presieduta dal Dott. Riccardo il quale cercava di aiutare tutti. Un anno fa, però, il Dott. Riccardo, cinquantenne, single, bella presenza, ottima parlantina … ha avuto la sua sorpresa. Alla Sfida dei Talenti ha preso parte una bellissima trentenne … alta, bionda, occhi azzurri … gambe da fine del mondo … nome: Dott. Riccarda. Per il Dott. Riccardo è stato la fine del mondo. Un incanto nell’incanto. Riccarda si mostrò subito dolce come il miele … e affascinante come una “gattina che faceva le fusa” Il cinquantenne non aveva mai visto una donna così. Riccarda partecipò alla Sfida di dei Talenti … e vinse. Non poteva non vincere. Nessuno poteva starle al pari. Riccarda aveva partecipato cantando una romanza “Luna tu non sai dirmi cos’è / Luna tu non sai dirmi perché” Il Dott. Riccardo aveva un debole per la Luna. Ogni volta che appariva nella notte impiegava ore per seguirla con gli occhi fissi nel suo lento, celeste cammino. Si ricordava quando sua mamma gli declamava la nenia per farlo addormentare … “Luna che fai?/ Non dormi mai?/ – Dice il bambino dal suo lettino/ – Dice la Luna/ “Vo’ per l’azzurro senza sussurro/ conto le stelle tremule e belle/ bacio i bambini nei loro lettini/ … e sopra al mare mi vado specchiare” Ricordi. Quando un uomo ha dei ricordi cosi intensi e vissuti … finisce vittima della Luna. Questa volta, il Dott. Riccardo era affascinato dalla voce calda (e non solo) della Dott. Riccarda la quale l’aveva ammagliato con “Luna tu … “ … “Senza te non si po’ forse amar/ Senza te non si può più sognar …” Basta. Era fatta. Riccardo e Riccarda erano finiti nel cerchio magico dell’amore. Riccardo aveva un desiderio solo … baciare Riccarda. Sembrava che Riccarda se ne fosse accorta. Alla prima occasione (era venuta a mancare improvvisamente la corrente elettrica) le labbra incandescenti di Riccarda si incollarono a quelle di Riccardo. Ormai non c’era più scampo … Il treno della vita e dell’amore si era messo a correre. Altro che il Freccia Rossa … molto, molto di più. Il Dott. Riccardo ha proposto a Riccarda una vacanza a Vienna … città dell’amore. Riccarda accettò … non prima di abbandonarsi ad un lungo bacio appassionato. Di quelli che non si dimenticano … e durano tutta una vita. Questo è il racconto n. 1004 scritto dal 2 settembre 2012 … dove l’amore trionfa sempre … per la felicità dei protagonisti … di chi scrive … e chi legge.
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MILANO
di Teresa Ramaioli
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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