dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 04/06/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
383
Gina
In epoca di grandi crisi non solo economiche, i cambiamenti sono evidenti. Basta vedere Pavia. Non si è mai vista la città così piena di gente come nell’estate che sta per finire (2014). Corso Cavour, Strada Nuova e, soprattutto, Piazza della Vittoria, sono sempre piene di persone che vanno e vengono. Piazza della Vittoria è come un “grande cortile”… di una volta. Le persone gironzolano senza una meta… tanto per stare insieme… stare “con gli altri”. Alcune persone di ogni età sono sedute per terra, sull’acciottolato, sui gradini più o meno alti… Le chiacchiere si sprecano… anzi, le chiacchiere sono il “sale” della Piazza… Cosa sarebbe la Piazza senza le chiacchiere? Adesso, si usa il termine inglese, gossip... “pettegolezzo”, ma sempre di “chiacchiera” si tratta. Ne parlava ieri mattina, al Mercato di Piazza Petrarca, la Signora Gina, sessantenne, sposata, un figlio già grande, con la sua amica Piera. “Con la crisi economica Pavia si è riempita di gente. Le novità, però, si colgono parlando con le conoscenti e le amiche… “Dove sei stata questa estate?” Ho chiesto, l’altro giorno, alla Pierangela. “Non dirmelo…” – mi ha risposto – “Sono andata una settimana da mia sorella appena sopra Varzi (Pavia). Una settimana d’incanto. Mia sorella è ancora una “montanara” vecchio stampo. Con i suoi settant’anni ben portati ha mantenuto le abitudini di un tempo. Si alza al mattino alle cinque. Accudisce il maiale. Ha un pollaio pieno di galline… Ha pure il gallo che canta alle quattro del mattino. Roba da non credere. Ho trascorso una settimana nella quale ho ritrovato la vita. Ho riprovato a vivere la vita del tempo che fu. Mi sono subito adeguata. Ho fatto l’aiutante di mia sorella. Sveglia alle cinque. Ho preparato il “pastone” per il maiale e la crusca per le galline. Poi, ho passato ore e ore nell’orto a raccogliere verdure di ogni genere… Alla fine di ogni giornata “non” ho sentito alcun bisogno delle notizie del Telegiornale. Mi è sembrato di vivere in un altro mondo. Alla sera non vedevo l’ora di andare a letto… di chiudere gli occhi. Non ho mai avuto la mente libera come nei sei giorni passati a casa di mia sorella. Nel pomeriggio ho fatto lunghe passeggiate nei boschi con alcune donne (anziane) del luogo le quali ne hanno approfittato per raccontarmi storie “vecchie come Noè”. Leggende tramandate da generazione in generazione che sono giunte fino a noi. Un pomeriggio, una di queste abitanti del luogo (la Signora Lisetta), mentre camminavamo nel bosco, ha raccontato la storia di Mafalda, una “strega” vissuta centinaia di anni fa… proprio in quel bosco. Mafalda era una “strega” originale. A tredici anni, rimasta orfana e sola, si era ritirata in quel bosco con una capra. Aveva sempre vissuto dentro ad una grotta chiamata la “Grotta della Strega”. Ad un certo punto mi vennero i brividi. Eravamo tre donne sole…non più giovanissime. Eravamo giunte proprio alla “Grotta della Strega”. Ad un tratto sentimmo dei lamenti… Come se qualcuno avesse bisogno di noi. Ci guardammo in faccia. Stavamo per essere prese dal panico… quando, dentro ad un cespuglio, si faceva strada il musino di una gatta … con i suoi tre micini. La Signora Lisetta, ci ha gelato. “Non toccatela è la Strega Malfalda”. Dopo pochi istanti, noi tre donne, abbiamo visto la gatta ed i micini trasformarsi… in leggiadre fanciulle... e scomparire dentro alla grotta. Se non avessimo visto tutte e tre la stessa cosa… potremmo dire che avevamo avuto le allucinazioni. Dopo una simile esperienza ho deciso che la prossima estate la passerò a casa di mia sorella, in un paesino sopra Varzi (Pavia). Almeno sono certa di vedere qualcosa di nuovo.”(383) -
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PAVIA
di Teresa Ramaioli
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
(FOGGIA)
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
(FOGGIA)
(Rispondi) (Rispondi) (Rispondi) (Rispondi)
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
(Rispondi) (Rispondi)
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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PENSIERI SPARSI DEL 3 GIUGNO 2015
“L’amore è una leggere brezza …
che t’accarezza …
e non ti lascia più”
Dino
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3 GIUGNO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 3 giugno 2015 – Mercoledì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
1005
Annarita …
e la passeggiata tra le nuvole
Nella vita ci vuole coraggio. Sempre. In ogni momento. Ne ha saputo qualcosa, un anno fa, la Dott. Annarita, quarant’anni, single, bellissima … alta, bionda, occhi azzurri … e gambe da fine del mondo, Dirigente di un Ufficio del milanese, abitante a Pavia. Nell’Ufficio in cui lavorava le cose si erano messe veramente male. Tutti contro tutti. Quando in un Ufficio le cose vanno bene sembra di essere in Paradiso … quando vanno male … l’Inferno. E tutto perché? Perché qualcuna ha fatto delle manovre subdole per “fregare” il posto di Dirigente alla Dott. Annarita, la quale non è stata con le mani in mano. Con il coraggio della verità ha affrontato la situazione a viso aperto e … “o dentro o fuori. Qualcuno se ne deve andare … Due galli in un pollaio non ci possono stare” (in questo caso due donne … che hanno messo l’Ufficio a ferro e fuoco … come si diceva un volta) Anche se la rivale, Ottavia, ha dovuto cambiare Ufficio, la Dott. Annarita, un anno fa, è uscita da tale situazione … a pezzi. Aveva bisogno di rilassarsi un po’. Riprendere fiato … per poter ripartire. Annarita ha dovuto sfogarsi con la sua coetanea e amica Adriana, una pavese doc. che ne sapeva una più del Diavolo. “Adriana, sono distrutta. A volte mi sembra di dare i numeri nel vero senso della parola. Cosa mi suggerisci di fare?” Adriana, sapeva tutto di come erano andate le cose nell’Ufficio dell’amica. Sapeva che non c’era solo il posto di Dirigente dell’Ufficio … c’era anche di mezzo un uomo. Un bell’uomo, Federico, affascinante cinquantenne … il quale ha fatto la corte … sia a Annarita, sia alla rivale Ottavia … Risultato? Lotta tra le due donne … non solo per il posto di Dirigente, ma anche per la conquista dell’uomo … dell’amore. A volte le illusioni sono più importanti della realtà. Adriana è andata al sodo. “Annarita … nella vita tutti, prima o poi, prendono le loro cantonate. Tu hai preso la tua. Ora, guarda avanti e non pensarci più. Per liberare la mente dalle illusioni … ci vuole un'altra illusione. Questa volta, però, non lasciarti traviare dagli occhi di triglia di qualche Don Giovanni … I Don Giovanni fanno innamorare le donne … ma non si innamorano di nessuna donna. E, sai perché? Perché sono innamorati di loro stessi, del loro stesso fascino. Occhio, quindi, agli abbagli … perché si pagano cari” Annarita si fece pensierosa. Si stava facendo l’esame di coscienza … e si dava dell’ingenua da sola. Dalla situazione doveva uscire … e chiese aiuto all’amica. “Adriana cosa dovrei fare?” Immediata la risposta. “Annarita iscriviti a qualche Associazione. Allenta la tensione. A proposito inizia un corso di Tango Argentino. Perché non ti iscrivi? Ci sono dei ballerini di Tanto Argentino che sono la fine del mondo” Ecco, era proprio l’idea che Annarita cercava. Prese nota e si iscrisse immediatamente. Era fatta. Un corso di Tango Argentino … cambia la vita. Con l’aiuto di una musica sensuale … cadenzata … il ritmo frenetico è proprio l’ideale per dare la carica e rinnovare le energie. La prima lezione di Tango Argentino è andata benissimo. Come ballerino ha avuto la fortuna di avere il Dott. Michele … un fusto alto tre metri che l’ha fatta volteggiare come una bambola. Annarita conosceva già il Tango Argentino, ma era “un po’ arrugginita” Ora era giunto il momento di riprendere ciò che aveva perduto (il tempo). Le diatribe dell’Ufficio erano lontane mille miglia. Annarita, avrebbe voluto avere accanto a sé un grande uomo. Il suo uomo. Un uomo che sapesse ballare il Tango Argentino e … la mandasse in estasi con baci appassionati. Baci … da fine del mondo. Quando si dice Tango Argentino si dice sensualità. Quando si dice “baci” … è tutta un’altra musica. C’è di mezzo l’amore … e l’amore è tutta un’altra musica. Per esempio. Annarita sognava l’amore … quello vero, quello con la A maiuscola. Non un uomo qualsiasi … un uomo bellissimo … e ricchissimo … sui cinquant’anni o giù di lì. Il Dott. Michele non era l’uomo che cercava Annarita … è stato, però, la “mano del Destino” Infatti, Michele ha proposto ad Annarita di fare coppia per una gara di Tango Argentino in un Castello di Francia. Perché rifiutare? Accettò con piacere. Il Presidente della Giuria della gara di Tango Argentino era lo stesso proprietario del Castello, il Barone di Offenbach, un cinquantenne dal fascino esplosivo. Il Barone di Offenbach appena vide Annarita … alta, bionda, occhi azzurri … e gambe da fine del mondo … se ne innamorò. (Questi cinquantenni sanno sempre ciò che vogliono!) Il Barone volle Annarita come Segretaria della Giuria nella gara di Tango Argentino … Era tutta una scusa. Il cinquantenne voleva averla tutta per sé … fin da primo momento in l’ha vista. Inondò la quarantenne di complimenti e di regali … collane, anelli, orecchini … e persino un diadema. Roba da … Barone di Offenbach. Cosa poteva fare Annarita per ringraziare? Baciare … proprio come diceva una vecchia canzone. “Baciar, baciar, baciare / sentirmi tua, sentirti mia / perdutamente” Un cinquantenne non si accorge quando perde la testa per una donna … ma la donna è ben cosciente di ciò che fa. Annarita voleva fare una passeggiata tra le nuvole con l’uomo della sua vita … e vivere un sogno d’amore … tra le nuvole del Castello di Offenbach. L’amore è come il diamante … per sempre.
Questo è il racconto n. 1005 scritto dal 2 settembre 2012 … dove l’amore trionfa sempre … per la felicità dei protagonisti … di chi scrive … e chi legge.
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CERTOSA DI PAVIA
di Teresa Ramaioli
iltuonoilgrillo il 03/06/15 alle 19:58 via WEB GIAN GALEAZZO--CERTOSA DI PAVIA---La storia racconta che Gian Galeazzo si rifugiò nel castello di Melegnano per sfuggire al contagio della peste, ma malgrado le diverse cure vi morì nel settembre 1402. La salma era ormai infetta e per prudenza le esequie si celebrarono nel Duomo di Milano senza il corpo. La paura era molta, e pregare davanti ad una salma appestata, e scoperta come si usava all’epoca, venne considerata cosa pericolosa per i fedeli e per i nobili venuti da ogni dove. Da lettere segrete di un paio di monaci, poi ripresi dagli storici pavesi Bernardino Corio e Giacinto Romano, pare che la salma del Duca venne cremata e nella bara in legno e bronzo venne posta una salma non infetta di uno sconosciuto pavese morto in quei giorni. Pochissimi erano a conoscenza del segreto e la bara sigillata venne traslata per poco tempo in San Pietro in Ciel d’Oro per poi essere deposta in un sarcofago nella Certosa, e fra il 1492 e il 1497 inserita in uno splendido Mausoleo opera di Gian Cristoforo Romano. Ciao Teresa Ramaioli |
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
(FOGGIA)
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CIAO DONA ... DONADAM68
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CIAO ANNAMARIA ...
ANNAMARIA MENNITTI
(FOGGIA)
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CIAO STEFANO ...
STEFANO BROCCA DI PAVIA
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CIAO ELVIRA ...
ELVIRA.CRISANTI
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