dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 16/06/2015
Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
392
Goffredo
Il Prof. Goffredo, quarantacinque anni, single, Docente di Filosofia presso un Liceo milanese, un anno fa, aveva deciso di dare una svolta alla propria vita. Sposarsi! Ormai era giunto all’età in cui, un uomo, deve sapere cosa fare. Siccome era Docente di Filosofia, aveva capito che i “filosofi” conoscono poco della vita pratica. Goffredo decise, quindi, di parlarne con la sua vicina di casa, la Signora Maria. La Signora Maria non era una donna come le altre. Innanzi tutto aveva compiuto novantuno anni. Secondo, aveva le idee chiare ed aveva un occhio di riguardo per Prof. Goffredo. Inoltre, la Signora Maria, era una donna che diceva “pane al pane e vino al vino”. A sessant’anni, aveva sposato il medico del quale era in cura (settant’anni), il Dott. Emanuele. Quando la Signora Maria si vide coinvolta nelle scelte del Prof. Goffredo si sentì inorgoglita. “Goffredo, dammi qualche giorno e ti darò tutte le indicazioni del tuo caso.” – e come se fosse un pizzico di fantasia in più, aggiunse –“perché la vita non è uno scherzo… e gli occhi aperti non bastano.” Il Prof. Goffredo, intanto, conduceva la sua vita di sempre. Era sempre ben curato come un “damerino” (un maniaco)… come le aveva raccomandato sua madre. Del resto il Professore aveva un debole per la “sua persona” al punto che tra “gli sfizi”… si era lasciato crescere un “codino di capelli” dietro la nuca. Da anni ormai quel “codino” era diventato il suo emblema. Al punto che tra i colleghi era chiamato il “professore del codino”. Quando una persona dichiara apertamente un “suo modo di essere” oltre che ad avere una carica intellettuale molto marcata… finisce per “ostentare” virtù che forse lui stesso ignora. La Signora Maria, era una osservatrice nata e quel “codino” era come un punto interrogativo. Dopo qualche giorno essere stata coinvolta, la novantunenne, aspettò che il Professore tornasse da scuola. Lo pregò di fermarsi e avanzò la sua “tesi”. “Prof Goffredo, ho studiato il suo caso. Lei non deve sposare le donne vestite di nero.” Il Professore, aveva avuto una giornata impegnativa e quella osservazione non era andata a genio. Infatti, Goffredo era attratto dalle donne vestite di nero. Erano le sole che lo attraevano irresistibilmente… come fossero calamite. Ora, però, che la Signora Maria, le aveva “confessato” una tale verità si sentì dubbioso. Infatti, nei suoi quarantacinque anni, aveva fatto la corte a tre donne, tutte rigidamente vestite di nero. Tutte le volte era stato un fallimento. Il Professore di Filosofia, volle saperne di più. “Signora Maria, su quale base logica… io non dovrei avvicinare le donne vestite di nero?” La Signora Maria, aveva novantuno anni. I suoi anni li aveva spesi bene. Aveva imparato molte cose. Quando una persona ha uno spirito di osservazione fuori del comune, finisce per apprendere cose che la maggioranza delle persone ignora. “Goffredo, fai ciò che ti dico. Tutto andrà per il meglio…” Il Professore non obbiettò. Qualche mese dopo, il Prof. Goffredo venne invitato ad una conferenza a Pavia. L’argomento era interessante e fece di tutto per prendervi parte. Il Professore ne approfittò per prendere un caffè in un Bar di Piazza della Vittoria dove conobbe una bellissima ragazza alta, bionda … vestita di rosso. La conoscenza si trasformò presto in simpatia. Dopo qualche giorno, la ragazza, di nome Elena , confessò a Goffredo che il loro incontro non era avvenuto per caso. Quel giorno, la ragazza, aveva consultato il suo oroscopo il quale diceva: “Oggi, incontrerai l’uomo della tua vita… porta un codino di capelli dietro la nuca…”(392)-
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MILANO
di Teresa Ramaioli
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CIAO ANTONELLA ...
ANTONELLA DI CREMONA
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IL COMMENTO DI TERESA
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CIAO ANTONELLA ...
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CIAO DONA ... DONADAM68
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CIAO ANTONELLA ...
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CIAO LAURA ... LAURA 1953
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15 GIUGNO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 15 giugno 2015 – Lunedì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
1017
Ottavio e “la via magica” di Pavia
All’inizio di ogni nuovo anno si è soliti ripetere “Anno nuovo … vita nuova” Oggi, un anno è troppo lungo a passare … per ricominciare “una nuova vita”. Allora si preferisce dire. “Ogni giorno è un giorno nuovo”. Naturalmente il significato non cambia. Una persona che pronuncia una simile frase è perché vuole o desidera cambiare il suo modo di essere, il suo modo di vivere la vita. Un anno fa, era di quel parere anche il Dott. Ottavio, cinquant’anni ben portati, single, Commercialista nel milanese, abitante a Pavia. Dopo un periodo di lavoro intenso al limite dell’impossibile, il Dott. Ottavio, ogni giorno ripeteva. “Da oggi, voglio cambiare vita … sono stufo di lavorare come un matto senza sapere perché. Voglio applicare il proverbio … ogni giorno è un giorno un nuovo” Si sa, però, che tra il dire e il fare … ci sta di mezzo il mare (anzi, l’oceano). Un anno fa, il Dott. Ottavio ne parlò con il suo coetaneo, amico e Collega Dott. Osvaldo il quale era sempre allegro e pimpante. “Osvaldo come ti invidio. Vorrei proprio essere come te. Come fai ad essere sempre così allegro?” La domanda sembrava una delle solite. Cioè, senza risposta … invece. Osvaldo era in vena di svelare il segreto. “Ottavio, abiti a Pavia, città magica per eccellenza. Non conosci la leggenda della “via magica di Pavia”? Ottavio cadde dalle nuvole. Non ne aveva mai sentito parlare. Conosceva tutte le leggi fiscali dello Stato Italiano … ma della “via magica di Pavia” nemmeno l’ombra. Si senti a disagio. Per difendersi cercò una giustificazione. “Osvaldo non prendermi in giro … Siamo all’epoca di Internet … Ciò che non c’è su Internet … non esiste” Osvaldo reagì. “Ecco il tuo errore. Internet è importante … ma non è tutto. Anzi, molte cose una persona deve viverle sulla propria pelle. Conoscerle di persona … e conoscere la propria città. Per esempio. A Pavia c’era una via chiamata “via magica di Pavia” che nel corso dei secoli ha cambiato nome diverse volte. Si trova nel labirinto di vie e viette della Pavia medioevale che ruota intorno alla Chiesa di San Teodoro. In quel crogiolo di strade e stradine c’è quella via, la via “che porta fortuna” a coloro che la percorrono. Vuoi cambiare vita? Vuoi una vita frizzante come il vino spumante? … quello delle bollicine? Quella è la via. Ti alzi al mattino. Ti prepari per bene … e via per le stradine intorno alla Chiesa di San Teodoro” Ottavio non era un credulone, ma aveva fiducia nell’amico Osvaldo. Sapeva che era un appassionato di Storia di Pavia. Ogni giorno di mercato (il Mercoledì e il Sabato) passava ore al banchetto dei libri usati alla ricerca del “libro … che non c’è” Quando una persona ha fama “da esperto” ottiene fiducia. Del resto Ottavio cercava una via d’uscita al suo tran tran quotidiano. Voleva qualcosa di frizzante come lo spumante delle bollicine. Una mattina di un anno fa, il Dott. Ottavio si preparò come se dovesse andare ad una Cerimonia nuziale e via … per le vie e le viette della Pavia medioevale che ruota intorno alla Chiesa di San Teodoro. Il cinquantenne si sentì affascinato da quel reticolo di vie (alcune a fondo chiuso). Volle visitarle tutte. Ad un tratto si ricordò di una sua lontana parente. La Zia Adelina che abitava in quella zona. Erano anni che non la vedeva. Ottavio si ricordava di un vecchio caseggiato difficile da raggiungere. Cercò di farsi venire in mente le strade che faceva per raggiungerlo. Alla fine la memoria l’aiutò. Il vecchio caseggiato era diventato un Palazzo ristrutturato … ma le caratteristiche erano le stesse. Ottavio si avvicinò al portone e lesse i cognomi accanto ai pulsanti dei campanelli. Trovò quello della Zia Adelina. Era lei. Proprio lei. Per Ottavio è stato come ritornare ai suoi dieci anni … Dopo aver pigiato il pulsante del campanello il portone d’ingresso si aprì. La Zia Adelina abitava al piano terra ed era già sulla porta. Era invecchiata … ma era sempre lei, la pimpante Zia Adelina la quale l’accolse come Mosé salvato dalla acque. “Ottavio. Ottavio … sei proprio tu. Ti ho nominato mezzora fa. Ho una sorpresa per te. Ti presento la Dott. Michela, una lontana parente abitante a Venezia … “ In quell’istante, sulla porta dell’appartamento della Zia Adelina comparve la più bella donna del mondo. Una splendida trentenne … alta, bionda, occhi azzurri … e gambe da fine del mondo. Insomma … una visione celestiale. La donna che Ottavio aveva sempre sognato … e mai incontrato. Ora, eccola lì, davanti al cinquantenne che voleva cambiare vita. Lavorare si … ma sapere che oltre al lavoro ci sono anche altre piacevolissime cose … come l’amore. Ormai era fatta. Da quella casa della Zia Adelina iniziava una nuova vita, un nuovo domani. Ottavio e Michela si guardarono negli occhi … ed iniziarono a parlare la stessa lingua … la meravigliosa lingua dell’amore.
Questo è il racconto n. 1017 scritto dal 2 settembre 2012 … dove l’amore trionfa sempre … per la felicità dei protagonisti … di chi scrive … e chi legge.
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CLEOPATRA
di Teresa Ramaioli
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