dino secondo barili
ricerche storiche locali (Pavia e Provincia)Messaggi del 20/06/2015
19 GIUGNO 2015
ALMANACCO DI STORIA PAVESE
Trivolzio – 19 giugno 2015 – Venerdì - 12.00
Intrigo …
… a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono
frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che
vedere con persone o fatti realmente avvenuti)
1020 - 1021
Mino, Saverio e …
(terza puntata) – 1020 – la Congregazione degli invidiati
Mino non è stato con le mani in mano. Il pensiero era andato subito alla Signora Cleofe, un’ottantenne, proprietaria della cantina, la quale conosceva mille segreti di Pavia. La Signora Cleofe l’aveva accolto nel suo salotto stile ottocento con le poltrone imbottite nelle quali si sprofondava una volta seduti. L’ottantenne raccontò la storia della “sua” cantina. La cantina dove si trovava segregato Saverio. “Mino, quella è una cantina storica, segreta e misteriosa. Pensa che c’era quando Alboino è giunto a Pavia nel 569. Ha continuato ad esistere quando Federico Barbarossa si è fatto incoronare Imperatore nella Basilica di San Michele Maggiore. E poi via, via quando vennero i Visconti, gli Sforza, il Re francese Francesco I e Napoleone Bonaparte. Pavia è sempre stata una città misteriosa e imprendibile. Il segreto era nelle cantine. Tutte le case ed i palazzi di Pavia avevano la cantina … e tutte le cantine erano collegate tra loro da cunicoli e passaggi segreti. Praticamente Pavia è sempre stata costituita da due città … una città sotterranea ed una alla luce del Sole. Nessuno sapeva e vedeva nulla, ma nelle cantine, attraverso i passaggi segreti avvenivano incontri e riunioni di ogni tipo. La cantina dove si trova segregato Saverio è stata una delle più frequentate. In quella cantina si riunivano i componenti della “Congregazione Segreta degli Invidiati” della quale hanno fatto parte Personalità di tutti tempi e le più belle donne di Pavia (e non) vissute nel corso dei secoli …” Mino comprese che aveva commesso un errore (oppure, no) nel chiudere Saverio in quella cantina. “Signora Cleofe, le chiedo il favore di liberare il mio amico Saverio perché è rimasto chiuso nella sua cantina … Purtroppo, la chiave l’ha portata con sé una Vichinga trentenne bellissima … alta, bionda, occhi azzurri, e gambe da fine del mondo” La Signora Cleofe non si meravigliò. Accompagnò Mino lungo la scala che scendeva in cantina e si accorse che Saverio dormiva sorridente sul pavimento tenendo ben saldo nella mano due monete d’oro e due bigliettini scritti da mano di donna. Saverio si svegliò controvoglia. “Perché lo avete fatto? Ero tra le braccia di una bionda … da fine del mondo. Adesso come faccio a giustificarmi che siete stati voi a farlo? E come faccio a ritrovare la trentenne … alta, bionda, occhi azzurri e gambe da fine del mondo?” La Signora Cleofe si è messa a ridere … Saverio non temere … Tu sei entrato a far parte della Congregazione Segreta degli invidiati”. Non sarà la sola bionda che finirà tra le tue braccia … Questa è una cantina magica. Aspetta e vedrai” Mino non aveva perso una parola. Aspettava soltanto il momento di avere anche lui tra le braccia una bionda dagli occhi azzurri … e di raccontare quanto accaduto agli amici Tino, Cesare (detto Cece), al Signor Carlo al solito Bar di Piazza della Vittoria.
(quarta puntata) 1021 – Mino,Saverio e la porta segreta
Gli amici del Bar di Piazza della Vittoria potevano attendere. Questa è una storia mozzafiato. Saverio avrebbe voluto restate tra le braccia della Vichinga. Mino aspettava il suo turno. La Signora Cleofe … sapeva, ma non diceva tutta la verità. Mentre i tre si guardavano in faccia nel vano cantina sentirono un gran fracasso, come se una parete della cantina si stesse aprendo. Infatti, si aprì un buco nella parete grande quanto bastava per passarci una persona. La Signora Cleofe avvertì. “Attenzione sta per avvenire una magia …” dal buco nella parete comparve una trentenne bellissima … alta, capelli neri, occhi neri … gambe da fine del mondo. “Chi viene con me?” Mino non esitò un secondo a seguire la splendida mora. La seguì dentro al buco nel muro e a scomparve con essa. Saverio divenne bianco come il latte. “E adesso? Non tornerà più?” La Signora Cleofe avrebbe voluto tranquillizzare Saverio, ma non lo fece. “Saverio, ogni persona ha il suo Destino. Impossibile opporsi. Questa è la sede della Congregazione Segreta degli Invidiati. Quello che sta avvenendo a te a Mino è una super avventura … e sono molti i lettori di questo Blog che, in questo momento, vorrebbero essere al vostro posto. Prenditi una pausa. Vai al solito Bar di Piazza della Vittoria. Racconta ciò che hai visto. Chiedi all’amico Tino di cantare la famosa romanza dell’Aida. “Celeste Aida, forma divina / mistico serto di luce e fior / del mio pensiero tu sei regina / tu di mia vita sei lo splendor …” Saverio non se lo fece ripetere due volte. Salutò la Signora Cleofe e raggiunse il solito Bar in Piazza della Vittoria. Nel Bar c’era l’affascinante cameriera Chiara e il cameriere Marcel con il Signor Carlo che stavano preparando dei favolosi tramezzini. Saverio raccontò ai presenti che Mino era sparito con una splendida trentenne mora. Tino, si mise a cantare “Celeste Aida” … come l’indimenticabile Pavarotti. Quando nella vita entra in gioco la magia la vita tutto diventa un sogno … (il seguito domani mattina) - Questo è il racconto n. 1020 – 1021 scritto dal 2 settembre 2012 … dove l’amore trionfa sempre … per la felicità dei protagonisti … di chi scrive … e chi legge.
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Intrigo …
…a Pavia
(Queste storie, anche se raccontate come vere,
sono frutto di fantasia,
pertanto non hanno nulla a che vedere
con persone reali o fatti realmente avvenuti)
398
Barbara
Barbara, ventotto anni, impiegata presso un’Agenzia Commerciale di Milano non era contenta del proprio lavoro. Aveva frequentato il Liceo Artistico e sperava, a fine scuola, di entrare nel mondo dell’arte. Invece, si era resa subito conto che il mondo del lavoro era molto diverso dalle aspettative del periodo scolastico. Già doveva ritenersi fortunata ad avere un posto discretamente retribuito e con un contratto in regola. A rendere il momento poco piacevole c’era pure il fatto che Barbara si era lasciata con il moroso che frequentava da un paio d’anni. Un giorno di un anno fa, si confidò con la collega d’ufficio, Denise, trentacinque anni, estroversa e felice di fare da spalla. La ventottenne confidò i suoi problemi ne ricavò un completo sostegno morale. “Barbara, non te la prendere. La vita è fatta di alti e bassi. Lasciato un moroso … ne trovi un altro. Quel che conta è che non ti chiuda in te stessa… che non vegeti… Vorrei avere io i tuoi ventotto anni! Mi metterei subito a ballare dalla felicità. Invece, di anni ne ho trentacinque e spero che il moroso che ho, mi porti all’altare. Ho voglia di avere una famiglia e almeno un bambino.” Denise era contenta di aver compiuto la “sua buona azione quotidiana” e non ci pensò più. Il giorno dopo, però, rivide Barbara leggermente preoccupata. Si rese conto che doveva intervenire. Cercò una scusa per parlarle e la trovò nella pausa pranzo. “Barbara, ho una proposta da farti. Sono stata invitata al pranzo conviviale del Gruppo Folcloristico “La Candela”di cui faccio parte. Il pranzo si svolge il terzo sabato del mese presso l’ “Osteria della Strega”, poco lontano dal fiume Ticino. Si tratta di una trentina di persone che si ritrovano il terzo sabato di ogni mese alle ore 13. Se vuoi posso darti l’invito e partecipare in vece mia.” Barbara ci fece un pensierino. Quel sabato di un anno fa, non aveva niente da fare. Perché non partecipare? Accettò. Alle tredici di quel sabato, l’impiegata dell’Agenzia Commerciale di Milano, si presentò elegantemente vestita. Del gruppo dei partecipanti era la più giovane. Gli uomini e le donne del Gruppo erano tutti oltre i quaranta. Il Presidente del Gruppo Folcloristico, Dott. Michele, cinquant’anni, volle che Barbara sedesse al suo fianco. Aveva una parlantina che incantava. In pochissimo tempo raccontò “vita morte e miracoli” del Gruppo Folcloristico “La Candela” (e perché si chiamava così). Non solo. Si infornò sul lavoro che Barbara stava svolgendo e chiese quali fossero le aspirazioni. L’impiegata svelò il suo sogno (segreto) per l’arte. A fine pranzo il Dott. Michele, si sentì poco bene. Non se la sentiva di guidare la propria automobile. Barbara si offrì di usare la sua e di portarlo a casa. La villa in cui viveva il Dott. Michele con la famiglia, non era una villa… era “quasi un Castello”. L’impiegata rimase allibita. La gentilezza della ragazza è stata apprezzata da tutta la famiglia. Specialmente dal fratello del Dott. Michele, il pittore Gianfilippo, quarantacinque anni, scapolo, bella presenza, il quale era alla ricerca di una collaboratrice alla quale affidare il proprio Studio quando esponeva a Parigi, Londra e Tokio. Quando seppe che Barbara aveva frequentato il Liceo Artistico volle subito sottoporla ad un “colloquio informativo”. Non era passata una settimana e Barbara era assunta a tempo pieno presso lo Studio del Pittore Gianfilippo con una prospettiva di lavoro a lungo termine e di entrare definitivamente nel mondo dell’arte. Quando il vento della fortuna soffia per il verso giusto… nulla è impossibile. Siccome Gianfilippo doveva presentare la mostra dei suoi quadri a Parigi, chiese a Barbara se era disposta a seguirlo. Quale poteva essere la risposta? (quella che avrebbe dato il lettore che sta leggendo questo racconto).(398)
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PAVIA
di Teresa Ramaioli
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