Messaggi del 14/07/2015

SALUTI DA PAVIA

Post n°20300 pubblicato il 14 Luglio 2015 da dinobarili
 

SALUTI DA PAVIA

buon martedì 14 luglio 2015

 

 

 
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DANIELA E IL FASCINO DI PARIGI racconto (958) di Dino Secondo Barili

Post n°20299 pubblicato il 14 Luglio 2015 da dinobarili
 

Intrigo …

… a Pavia

(Queste storie, anche se raccontate come vere, sono

 frutto di fantasia. Pertanto non hanno nulla a che

vedere con persone o fatti realmente avvenuti)

958

Daniela e  il fascino di Parigi

Un anno fa, l’Avv. Daniela, quarant’anni, bellissima, single perché si era lasciata da un mese con il compagno … era giù di corda. Quella mattina di un anno fa, non si era ancora seduta sulla poltrona della scrivania del suo Studio in Pavia … ed era già arcistufa di starci. A “giocare contro” non era solo il fatto che si era lasciata da un mese con Gabriele, suo compagno da tre anni, ma un’infinità di cose che la disturbavano. Per esempio. Trovarsi sempre al centro di litigi indescrivibili … fatti di “tante cose e di niente”, nelle quali giocava spesso la voglia di ripicca dei contendenti che nemmeno i protagonisti riuscivano a spiegarsi. Infatti, quando una persona ha voglia di litigare … tutte le scuse sono buone per mettersi all’opera. Daniela aveva voglia di prendersi una pausa. Purtroppo, le scadenze incombevano e non era possibile staccare la spina. Quella mattina di un anno fa, Daniela decise di chiedere aiuto al suo Collega Federico. “Federico … hai voglia prendere un caffè?” Federico, suo coetaneo, amico e Collega, aveva già capito tutto. “Daniela, non stai bene? … Ci troviamo per un caffè al Bar dell’Università tra un quarto d’ora” Ormai era fatta. Quando Daniela e Federico si trovavano al Bar dell’Università di Pavia voleva dire che uno dei due aveva bisogno di vuotare il sacco. Anche Federico aveva le sue grane. Mentre i clienti di Daniela aumentavano a vista d’occhio … quelli di Federico erano stabili … se non in diminuzione. A Federico il fatto pesava molto. Il Bar dell’Università di Pavia poi, è un crocevia di un’infinità di persone, in maggioranza Studenti e Professori. Fermarsi nell’ampio spazio all’aperto del Bar era come immergersi nella confusione totale. Un vociare allegro, un continuo  scambio di battute seguito da risate liberatorie … Forse era proprio quello che piaceva a Daniela. Aveva bisogno di gente giovane, allegra, spensierata, piena di vita. Cosa c’era di più piacevole degli Studenti dell’Università? Quando, Daniela e Federico si incontrarono hanno fatto fatica a trovare posto ad un tavolino libero al quale sedersi e prendere il caffè. “Daniela, cos’hai? Non stai bene?” Era proprio la domanda che la quarantenne aspettava. “Federico, ho la testa incasinata. A furia di assistere persone che trovano tutte le scuse per litigare … sono diventata irascibile anch’io. Non mi controllo più” Federico si prese un pausa prima di rispondere. “Daniela, è il nostro mestiere … I Medici vivono sulla “carne ammalata” … noi, Avvocati, viviamo sulla “carne arrabbiata” E’ difficile doverlo ammettere, ma è proprio così … Tu non dovresti proprio lamentarti, visto che hai un sacco di clienti” Daniela allargò le braccia. “Allora vuol dire che la gente arrabbiata e litigiosa la attiro con la calamita” Si prese una pausa e continuò. “Vedi, Federico, sono arrivata al punto di saturazione. Se potessi cambierei mestiere. Purtroppo è troppo tardi. A quarant’anni non si ha più il tempo per tornare indietro. C’è solo il tempo per correggere alcuni errori. Il lavoro non è tutto … e il successo non è essere sempre con il fiato in gola per rispondere a tutte le richieste … anche le più assurde. Nella vita, ad un certo punto, bisogna saper dire “no” … “no” che è “no”. La vita è fatta anche di cose piacevoli … e sono quelle che danno un senso alla vita stessa” Ormai Daniela aveva sputato il rospo … quel rospo che aveva in gola da un po’. Ora, doveva trovare la possibile soluzione. “Federico … ti lascio alcune pratiche urgenti che puoi seguire in coda alle tue. Lo so che non puoi dirmi di no. Federico, ho bisogno di andare  Parigi” Il Collega Federico stava sorseggiando il caffè. Era a metà della tazzina. S’interruppe bruscamente e quasi si rovesciò il caffè sui pantaloni. “A Parigi? … ma tu sei diventata matta. Cosa ci vai a fare a Parigi?” La quarantenne si spiegò. “Un cliente, mi ha chiesto di assisterlo in un contratto. Una cosa da nulla. Una compravendita di immobili … A me, però, serve come scusa per lasciare Pavia e immergermi nell’aria di Parigi. Federico, Parigi è sempre Parigi” I due si compresero a meraviglia. Finalmente Daniela poteva partire. Lo Studio era in buone mani. La mente di Daniela, però, si era messa in moto. Parigi non è solo Parigi … è qualcosa in più. Nella sua mente si era fatta strada la voglia di rivedere un compagno di Liceo … il più pazzo che aveva conosciuto, Edoardo. Con Edoardo, prima che lasciasse il Liceo, Daniela aveva partecipato alla messa in scena di una commedia presso il Teatro della Parrocchia. Poi, Edoardo aveva lasciato il Liceo e si era iscritto ad una Scuola di Teatro. Ogni anno, a Natale, Edoardo inviava a Daniela un sms con gli auguri. Ora, era il momento di recuperare il numero di telefono e riprendere il contatto. La quarantenne, Avvocato in crisi, appena raggiunto Parigi e assecondato le richieste del cliente per la compravendita, non ha tardato un minuto a chiamare Edoardo. “Edoardo, sono Daniela. Sono a Parigi … hai tempo per un caffè?” La voce di Edoardo assunse i colori dell’arcobaleno. “Ma, certo. Dove sei che ti vengo a prendere?” Daniela dettò l’indirizzo dell’Albergo presso cui si trovava e  … “Aspettami che arrivo” Parigi è la città delle sorprese. Dopo poco tempo, mentre Daniela osservava le persone andare avanti e indietro intravide alla porta d’ingresso una splendida figura di uomo … Non si poteva dire che non era un grande attore. Lo era e come. Daniela rivide Edoardo nella commedia dei tempi del Liceo … Ora, però, era un uomo fatto, un Attore, … con la grinta da “attore nato” Daniela e Edoardo, prima di parlare si abbracciarono e si baciarono sulla guancia … ma si vedeva lontano un miglio che avevano bisogno uno dell’altra. “Daniela, mi hai fatto il più bel regalo del Mondo. Avevo proprio bisogno di una donna come te per il mio film. Vieni. Ti porto alla Casa di Produzione. Da quel momento Daniela ha cominciato a vivere un nuova emozionante vita. Le attenzioni di Edoardo sono diventate un crescendo continuo. Ad un tratto Daniela e Edoardo si trovarono a distanza ravvicinata. Il respiro dei due si confondeva. Le labbra di Edoardo si adagiarono dolcemente su quelle di Daniela e da quel momento è nata una bellissima, appassionata storia d’amore … che ancora continua … e mai finirà.(958)

 
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LEGGENDE di Teresa Ramaioli

Post n°20298 pubblicato il 14 Luglio 2015 da dinobarili
 

LEGGENDE

di Teresa Ramaioli

 
iltuonoilgrillo
iltuonoilgrillo il 10/07/15 alle 12:46 via WEB
Storia- leggenda-Esistono documenti che proverebbero che da qualche parte, all’interno del castello di Pavia vi sia un uomo murato. Si tratterebbe del cremonese Pasquino Capelli, segretario di Gian Galeazzo Visconti. Pasquino Capelli teneva nelle sue mani le fila dei rapporti diplomatici. Quando i rappresentanti di principi e di governi giungevano a Pavia, era attraverso il Capelli che essi cercavano di ottenere un incontro con il Visconti, a lui illustravano i loro problemi, da lui cercavano di ottenere informazioni attendibili. Il Capelli era stato elevato al rango di consigliere, ed è probabile che egli fungesse da abituale intermediario tra Gian Galeazzo e il Consiglio segreto, nel senso che a questo egli presentava le questioni da mettere in discussione e quindi riportava al signore le decisioni del Consiglio. Quale cancelliere, segretario e consigliere, il Capelli aveva una posizione di alta responsabilità e potere. Non si è in grado di assegnargli un preciso contributo alle decisioni politiche e diplomatiche di quel periodo, dato che i dispacci degli inviati stranieri lo descrivono di solito soltanto come portavoce del Visconti e mancano testimonianze di discussioni tra il Capelli e il suo signore che avrebbero permesso di comprendere se il parere del Capelli avesse valore per Gian Galeazzo, e in quale misura. Sembra comunque chiaro che il Visconti aveva pieno rispetto della capacità del Capelli e gli accordava tutta la propria fiducia. . Pasquino Capelli fu accusato di tradimento nel 1398, dopo la sconfitta subita dai Visconti sotto il Serraglio di Mantova,(era un’opera di fortificazione edificata nel XIII secolo per proteggere il territorio mantovano dalle incursioni nemiche) avvenuta a seguito di una falsa lettera del Duca. Pasquino Capelli fu avvolto nudo in una pelle di bue ancora calda e murato fino alla testa nel Castello di Pavia , chiamata la Lunga Dimora.. Gian Galeazzo lo fece nutrire per venti giorni, sino a che la pelle, seccandosi, non lo stritolò. Il duca , ogni giorno, andava a interrogarlo, chiedendogli di confessare. Quando morì la sua testa fu spinta nella nicchia aperta nel muro e chiuso con mattoni. Quando il Visconti stabilì col signore di Mantova una tregua di dieci anni, seppe che i mantovani avevano usato lo stratagemma di falsificare il sigillo e la lettera ducale. Si disse che il duca fu scosso dalla morte ingiusta del suo segretario, ma lo lasciò dentro il muro, forse per non far sapere a tutti che si era sbagliato. Dunque il corpo dello sfortunato si troverebbe ancora lì, ma non si conosce il punto esatto per …tirar fuori i resti di Pasquino Capelli.Ciao Teresa

 

 
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